"No, no! Stiamo facendo una stronzata!" esclamai spostandolo brutalmente da me. Aurora si girò a guardarci, non capendo fino in fondo cosa stesse succedendo.
"Scusami Laura, hai ragione, non so cosa mi sia preso" si scusò passandosi una mano sul retro della nuca, imbarazzato. "Forse è meglio che io vada!"
"Si, forse è meglio"
"Ciao piccola!" diede un bacetto sulla guancia ad Aurora, che lo guardava stupita. Sentii solo la porta chiudersi. Ma che cosa stava succedendo alla mia vita? Ero scappata dalla mia città per fuggire ai problemi, fuggire da quello stronzo che mi aveva rovinato la vita per due anni interi. Ed era per quello che mi ritrovavo ora a Longiano, esattamente per ricrearmi una vita decente, senza persone finte che se ne sarebbero solo approfittate di me. E adesso cosa stavo facendo? Stavo baciando un ragazzo. Ma che dico, magari fosse stato un ragazzo qualunque... stavo baciando il ragazzo che sapevo piacere ad un'altra ragazza, quella stessa ragazza che mi aveva accolta nel suo gruppo come se ci fossimo conosciute da tutta la vita. Quindi Laura, non solo stai tradendo i tuoi obiettivi, ma stai tradendo anche la fiducia di una tua amica. Proprio come fece la tua ex migliore amica poco tempo fa, ti ricordi? Certo che mi ricordo, ricordo perfettamente.
E poi anche Giulia e la sua malattia... caspita, come farà ad affrontare tutto da sola? Ok, ci saremo noi, ma non potremo mai farla stare completamente bene. La dovremo riempire di attenzioni, distrarla, andare da lei e farle sentire tutto il nostro affetto, ma spiegatemi come si fa a risollevare il morale di una malata di cancro, perché io proprio non lo so. Come si fa ad alleggerire una situazione così grave, se la prima ad avere pesantezza nel cuore sei proprio tu?
Aurora scoppiò a piangere. La presi in braccio, coccolandola un po', e iniziai a parlare dolcemente con lei: "Hai ragione piccolina, piangere in queste occasioni è l'unica cosa che serve. Vorrei che ci fosse qualcuno a consolarmi, ma l'unico che era venuto l'ho dovuto cacciare via. Che casino! Mi piace Carmine come persona, ma non lo potrei mai volere come fidanzato, sia perché piace a Gaia, sia perché non voglio relazioni in questo momento e sia perché...". Davanti gli occhi mi balenò l'immagine di Simone. Avrei voluto un suo abbraccio in quel momento. Decisi di scrivergli.
"Ciao Simone, scusa l'orario. Ti andrebbe di farmi compagnia stasera? Sono un po' giù di morale e ho bisogno di qualcuno."
Dopo pochi secondi mi rispose, più rapido del previsto. "Ciao Laura, certo che ti faccio compagnia. Ma che succede?"
"Ti spiego tutto dopo. Facciamo alle 21 dalla panchina del parco di fronte scuola?"
"perfetto, alle 21 sarò lì!"
ORE 20.45
"Ciao Laila, ciao papà! Io esco!"
"Dove vai?" chiese mio padre.
"Vado a fare un giro con Gaia" mentii. Non volevo dirgli che sarei uscita con un ragazzo, almeno mi sarei evitata la mezz'ora di interrogatorio.
"Va bene, ma non tornare tardi che domani c'è scuola!"
"Tranquillo papà, massimo dieci e mezza e sono a casa!"
"Divertiti piccola" mi disse Laila dandomi un bacio sulla guancia.
Stavo camminando per raggiungere il parco. Avevo indossato un paio di leggins e una felpa più larga della mia taglia, in cui mi potevo raggomitolare. Non avevo portato nulla con me, neanche il mio telefono che di solito non abbandonavo mai, ma quella sera avevo sentito la necessità di staccare da tutto il mondo. In poco tempo raggiunsi il luogo dell'appuntamento e vidi Simone che era già lì ad aspettarmi. Mi venne incontro. Fu una cosa istintiva l'abbraccio che ne seguì. Mi strinse forte a lui, come se volesse proteggermi da un mostro enorme che mi aveva visto all'interno, senza che io gliene parlassi. Scoppiai a piangere tra le sue braccia, silenziosamente, ma lui se ne accorse.
"Ehi, che ti succede?" mi chiese dolcemente, tirandomi su il viso dal mento.
"La vita è tutta una merda, e io lo sono ancora di più!". A quelle parole il mio pianto si fece ancora più forte, tanto da non riuscire a trattenermi. Simone mi fece sedere su una panchina e mi disse: "E perché mai scusa?"
"Troppi motivi"
"Elencameli, forza!"
"Giulia ha un cancro al seno..."
"Cazzo..."
"Già... e l'unica cosa che sono riuscita a fare è stata convincerla a dire tutto agli altri. Ma anche adesso, non saprei cosa dirle per poterle risollevare il morale. Adesso sono qua con te a piangere e invece sarei dovuta essere da lei ad aiutarla ad affrontare tutto."
"Laura, non dire così! Tu hai fatto tantissimo per lei! A quanto ho capito lei non voleva dire niente a nessuno e tu l'hai convita del contrario, giusto?" annuii. "E allora che cosa ti rimproveri? Hai fatto la cosa più importante che potessi fare: le hai dato il coraggio per chiedere aiuto. Lo sai benissimo anche tu che senza gli altri non avrebbe avuto la forza di lottare contro il cancro e così facendo è come se tu l'avessi aiutata a guarire, senza neanche saperlo."
"Forse hai ragione..."
"ah, ma ancora non l'avevi capito?"
"cosa?"
"Io ho sempre ragione!" e rise. Mi aveva sollevato l'umore. Non volli parlargli di quello che era successo con Carmine: non potevo mica dire al ragazzo che mi piaceva che avevo baciato un altro ragazzo!
Mi strinse forte a sé e in quel momento non c'era altro posto al mondo in cui sarei voluta essere. In quella posizione si vedevano molto bene le stelle che illuminavano il cielo notturno come una polvere sottile.
"Sto bene qua con te" gli confessai.
"Anche io" rispose dolcemente.

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La Decisione
RomanceLaura è una ragazza di 17 anni tradita dal suo ragazzo. Decide di cambiare vita e va a vivere con suo padre. Cambia città e cambia quindi anche scuola. Scuola che sarà teatro di nuove amicizie, di amori, di sfide e, appunto, decisioni. La Decisione...