Presi Aurora dal suo lettino e la adagiai delicatamente sul lettone per farle delle coccole al pancino. Chissà perché, ma ogni volta che piangeva l'unico modo per calmarla un po' era quello di massaggiarle il ventre. Così mi sdraiai alla sua destra e cominciai a coccolarla, e lei si calmò. Anche Carmine mi seguì e si sdraiò dalla parte opposta, su un fianco, reggendosi la testa con la mano.
"Sei proprio brava con i bambini" mi sussurrò per non fare di nuovo piangere Aurora.
"Grazie. Eppure è da poco che ho a che fare con i piccoli, quando vivevo a Roma ero da sola. Tu invece dovrai essere più esperto di me"
"Quello sicuramente, ma sai, ogni bimbo è a sé, quindi potrai averne cresciuti un'infinità, ma ogni volta che ti trovi di fronte ad un altro bambino, è come se dovessi ricominciare daccapo."
Ad un tratto mi afferrò la mano e mi disse: "Sai Laura, sono contento di aver fatto pace con te. Non mi sarei mai perdonato se ti avessi persa" e si avvicinò dandomi un bacio sulla guancia.
Sentimmo le chiavi che si giravano nella serratura della porta di casa: tutta la truppa era arrivata. Presi la piccola in braccio e insieme a Carmine andai in cucina a salutare gli altri.
"Ciao a tutti!" esclamai, sempre piano per non disturbare troppo Aurora.
"Ciao Laura! Ehi Carmine, ci sei anche tu?" fece mio padre.
"Ciao Marco! Si sono passato a trovare tua figlia. Come saprai stiamo diventando dei buoni amici... e poi sarebbe impossibile non essere buoni amici della figlia dell'uomo che consideri come tuo padre!" disse Carmine.
"Sai Carmine, mi fa piacere quello che dici, sai che anche tu sei come un figlio per me e che ogni volta che avrai bisogno io ci sono. E mi fa ancora più piacere sapere che mia figlia conosce un ragazzo come te e che usciate insieme. Insomma mi fa piacere se ci sei tu con lei, almeno sono sicuro che me la controlli!"
"Ma papà, cosa vuoi che mi debba controllare?" chiesi io.
"Ha ragione Laura, cosa dovrà mai succedere tanto da doverla controllare?" prese le mie parti Laila.
"Ma quando si mangia?" chiese impaziente Lorenzo.
"Dopo che avremo fatto la doccia!" rispose Laila con tono fermo, di chi non accetta repliche.
"Nooo! La doccia no!"
"Niente doccia, niente cena! Quindi muoviamoci a lavarci furbetto!" Laila sapeva sempre essere convincente, in un modo o nell'altro. Lorenzo si diresse, seguito da Lucia e Laila, verso il bagno.
"Resti qua a cena Carmine?" chiese mio padre.
"Non lo so, devo chiedere a mamma, perché forse devo tornare a casa a badare ai miei fratellini."
"Capito. Beh, allora sai che facciamo? Chiamo io tua madre e provo a convincerla. Mi farebbe proprio molto piacere averti a cena qua stasera."
"Farebbe molto piacere anche a me" disse Carmine, e mi guardò.
Papà si allontanò col telefono in mano per chiamare Beatrice, la mamma di Carmine. Io invece nel frattempo avevo fatto scendere dalle mie braccia Aurora, che si era presa un giochino e ci stava parlando, o almeno, quella era la sua intenzione. Iniziai a riscaldare la pastina per Aurora, perché aveva fame, e nel frattempo dissi a Carmine: "Mi farebbe piacere se stasera restassi qui, però devo studiare filosofia, perché forse domani mi interroga e non ci ho capito molto"
"E che problema c'è? Studiamo insieme, tanto anche io prima o poi sarò interrogato e queste cose le ho abbastanza capite, quindi magari te le posso spiegare"

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La Decisione
DragosteLaura è una ragazza di 17 anni tradita dal suo ragazzo. Decide di cambiare vita e va a vivere con suo padre. Cambia città e cambia quindi anche scuola. Scuola che sarà teatro di nuove amicizie, di amori, di sfide e, appunto, decisioni. La Decisione...