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Riuscii a farmi strada con Martina al mio fianco tra la folla per miracolo. C'era tanta di quella gente da non riuscire quasi a respirare, e venivi sballottata di qua e di là che se riuscivi a mantenere l'equilibrio era per miracolo.

Riuscimmo a posizionarci sulle scale che davano sul pianerottolo su cui ci sarebbero stati loro due. Tra qualche momento li avrei incontrati.

Le parole di qualche presentatore.

L'urlo assordante.

E vidi due ragazzi salire sul pianerottolo. Il luccichio del piercing di uno, la cresta bionda dell'altro. Il mio cuore è tutto il mio corpo si immobilizzarono alla vista di quei due. E non era colpa del caldo esagerato né delle persone schiacciate su di me.

Qualche canzone e la fila cominciò a muoversi, e dopo quella che sarà stata un'ora estenuante, toccava a me.

Ero immobile.

Riuscii a muovermi solo grazie alle spinte di una guardia che mi minacciò di portarmi via di lì. Arrivai davanti ai due ragazzi e Benji mi accolse tra le sue braccia.

Gli unici due ragazzi che erano stati capaci di tenermi le cuffie incollate alle orecchie erano a poca distanza da me.
Appoggiai la testa al suo petto indecisa se quello che stavo vivendo era vero o no.

Anche perché aprii gli occhi che ero stesa per terra, una decina di persone addosso a me.

Passai a quel centro commerciale caotico ad una piccola stanzetta, su un divano. Una borsa di ghiaccio era posata sulla mia testa, e davvero non capivo perché fossi svenuta. Probabilmente furono il caldo e il caos più totale. Non so quanto tempo passò all'interno della stanza, fatto sta che dopo un po', la porta si aprì.

Li vidi ancora, che venivano verso di me. Erano più simili ad angeli che a due semplici ragazzi. Due angeli che sprizzavano musica da ogni minimo movimento che facevano. Trovai il viso di Federico Rossi esattamente sopra il mio poco dopo.
-Stai bene?- Chiese con la voce celestiale. Riuscii solo ad annuire. La sua vicinanza mi debilitava. Non vidi Benji, però, e muovendo difficoltosamente la testa lo vidi dietro di me che guardava qualcosa sul cellulare. Non ci potevo credere che erano lì con me. Più che altro avevo paura che svanissero da un momento all'altro e che la sveglia mi risvegliasse improvvisamente da quel bel sogno. Provai a pizzicarmi un braccio, ma ebbi la prova che tutto era realtà.
-Sei svenuta... Probabilmente è stato il caldo: come ti senti?- Chiese sempre Fede. L'altro se ne stava zitto per conto suo.
-Bene... Credo.- Sussurrai. Mi alzai a sedere mentre Fede mi aiutava tenendomi un braccio.
-Come ti chiami?- Chiese.
-Sophia.-
-Bel nome...- Disse il biondino tra sé e sé.
-Ma... La mia migliore amica?- Chiesi:- Era con me, si sarà spaventata a vedermi svenire.-
-Come si chiama?-
-Martina.-
-Perfetto. ROCCIA! Andiamo a cercarla!- Probabilmente Roccia era il nomignolo che avevano affibbiato ad una loro guardia del corpo. Sorrisi quando lo vidi uscire dalla porta.

Oltre ad avere la capacità di trasportarmi in un altro mondo solo cantando una canzone, era un ragazzo dolcissimo e premuroso.

Benjamin Mascolo, però, che era ancora alle mie spalle, non era dello stesso avviso. Non aveva alzato lo sguardo da quel cellulare per un solo attimo.

Quando lo fece, per un solo secondo, incrociò il mio sguardo. Gli rivolsi un piccolo sorriso, ma la sua espressione rimase invariata. Ritornai seria. Non sapevo decidermi sul fatto che fosse timido, menefreghista oppure troppo chiuso in sé stesso. Decisi di fare il primo passo, tanto non ci perdevo nulla.
-Ciao.-
-Ciao.- Disse lui, senza nemmeno alzare lo sguardo.
-Grazie per avermi portato qui...-
-Ringrazia Fede, io non c'entro.- Tagliò corto.
-Cioè mi avresti lasciato lì in mezzo alle persone se fosse stato per te?- Dico mentre la rabbia comincia a farsi largo dentro di me.

-No.- Disse. Meno male... Mi tranquillizzai.

-Ti avrei fatta portare fuori da questo commerciale all'istante da qualche guardia del corpo.-
-COSA?!- Urlai.

In quel preciso istante cambiai idea su di lui. Avevo sempre avuto l'idea che fosse un ragazzo dolcissimo... Bastava guardare le foto sui vari social di lui con il suo peluche rosa dagli occhi grandi Mucchino e pupazzi di tigrotti e minions. Be', mi ero sbagliata. Benjamin Mascolo era una persona antipatica. Tanto, anche.

Ci guardammo in cagnesco fino a quando non arrivò Fede in compagnia di Martina, che era aggrappata a lui in una posizione tipo koala, circondando il collo con le mani e il bacino cin le gambe. La scena mi fece ridere in una maniera incontrollata, soprattutto per l'espressione di Fede, che sembrava avere avuto il mio stesso pensiero sulla "posizione koala".
-Ti sembro per caso un distributore di bambù?- Disse tentando di darsi un tono, ma si vedeva benissimo che era divertito quanto me.

Passammo un'ora così, parlando del più e del meno. Avremo fatto più di duecento selfie con Fede, perché Benji appena Martina era entrata nella stanza, se n'era andato. Poco importa.

Anche se lui consisteva nella metà della porta che serviva ad entrare e rinchiudermi nel mio mondo fatto anche di loro. Anche di lui.

Uscimmo dalla porta abbracciando un'ultima volta Fede e annusando il suo profumo. Sapeva della mia serenità.

Feci qualche passo e mi voltai indietro. La porta della stanza in cui eravamo state fino a quel momento era già chiusa, ma vidi lui. Benji mi fissava con quegli occhi di colore indefinito tra il verde, l'azzurro e il grigio. Sembrava che mi stessero leggendo dentro, forse è per questo che distolsi lo sguardo.

Me ne andai.

Qualche ora dopo, a casa mia, cominciai a disfare lo zainetto che avevo portato con me al firmacopie. Sorrisi mentre ricordavo i momenti passati con Fede, in special modo quando stava ridendo talmente tanto che è caduto da una sedia, ma penso che l'abbia fatto più che altro per far ridere Martina, che era ancora scossa dall'averlo davanti. Non che io fossi da meno, certo.

Controllai le tasche dello zaino per controllare di non averci dimenticato niente, ma trovai qualcosa.

Lo tirai fuori con gli occhi sbarrati dalla sorpresa.

Era una semplice striscia di carta, sopra alla quale era scarabocchiato un numero di telefono. Ero e sono ancora troppo curiosa per rinunciare a scoprire di chi fosse quel numero, per cui lo digitai sul mio cellulare.

Ogni squillo che sentivo, il mio cuore batteva più forte.

Magari non era una buona idea, magari...

Segreteria telefonica di Benjamin Mascolo, il cliente chiamato non è al momento disponibile, si pre...

Interruppi la chiamata e scagliai il cellulare lontano. Era il numero di telefono di Benji! Come c'era finito nel mio zaino?

secret / benjamin mascoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora