10.
Just stay, everything's gonna be alright.Il loro primo concerto al Mediolanum Forum, Milano.
Io e Martina non riuscivamo a smettere di sorridere, e così anche Ben e Rico, che sul palco erano saliti con le gambe tremanti. Mentre ora stavano spaccando tutto.
Martina saltava e urlava, come impazzita, ad ogni sguardo di Fede che ogni volta che incrociava i suoi occhi, si lasciava scappare un sorriso da dietro il microfono. Lei sembrava tornata quella di un anno e mezzo fa, quella che si era presentata a casa mia con due biglietti di Benji e Fede in mano. Si amavano. Martina e Federico, intendo. Si erano amati per tutto questo tempo senza dirlo esplicitamente a nessuno, nemmeno a loro stessi. Era stato Federico che aveva trovato il coraggio di baciarla. Era l'ultimo giorno nel quale saremmo stati a Miami. Le aveva preso la mano e baciata, senza alcun preavviso. Martina mi aveva confidato che non ci aveva mai creduto veramente, ma io sono ancora convinta del fatto che aspettasse Federico da sempre. Anche quando non aveva mai sentito la sua voce o visto i suoi occhi che la guardavano.
Benjamin aveva trovato la tranquillità, per quella sera. Aveva lasciato giù dal palco tutti i suoi problemi, quelli che si riflettevano nei suoi incubi e gli toglievano il sonno. La musica era l'unica cosa che contava per lui, in quel momento. Gli scorreva nelle vene come un calmante ma contemporaneamente gli dava euforia. Si chiamava felicità, quella sensazione.
E ci avevo lavorato, sull'essere felice. Avevo trovato un equilibrio, per quanto sottile fosse, ma con la mano che Ben mi teneva stretta non avevo paura di cadere.
Benjamin era stato il regalo più grande che avessi mai ricevuto. Era stato i miei momenti belli e brutti, quelli in cui mi ero sentita così debole da aver paura di respirare e quelli in cui mi ero sentita forte perché accanto a me c'era lui. Che non mi aveva mai realmente abbandonato. Non se n'era mai andato davvero. In qualsiasi momento, in qualsiasi situazione fossimo, lui non era mai stato così lontano da non potermi raggiungere.
Uno strano silenzio mi fece tornare alla realtà.
-Vorremmo provare a fare una cosa, ma ci occorre silenzio.- Sentii dire da Ben e Fede. Inutile dire che ci vollero almeno cinque minuti perché nel palazzetto regnasse il silenzio.
Allora, Benjamin posò la chitarra a terra, Fede abbandonò il microfono sull'asta e insieme si sedettero sul palco.
E cominciarono a cantare, insieme, senza microfoni, senza strumenti, né nient'altro.
C'erano solo le loro voci, migliaia di luci e gli occhi di Ben nei miei."tutte le volte che mi guarderò allo specchio,
tutte le volte che mi lancerò nel vuoto,
tutte le volte che mi inventerà il futuro,
tutte le volte che ne sentirò il bisogno,
ti troverò..
ti troverò
a casa
mia."Tentai di reprimere un sorriso, ma la verità è che quando si trattava di lui era impossibile non sorridere.
Quasi non mi accorsi che proprio i suoi occhi si stavano avvicinando a me. Abbassai di poco lo sguardo, vedendo le sue labbra schiuse in un sorriso che fece ampliare il mio. Scossi la testa, confusa dal fatto di averlo così vicino, e le urla delle 10.000 persone all'interno del palazzetto mi diedero alla testa.
-Vieni con me.- Lessi dalle labbra di Benjamin.
-Cosa? No as...- Ma la sua mano tesa aveva già afferrato la mia, e con l'aiuto dell'altro braccio mi aveva già presa in braccio e portata sul ciglio del palco.
In mezzo a 10.000 persone.
In teoria, davanti a 20.000 occhi.
Io. Che così timida non parlo quasi mai.
Le mie gambe cominciarono a tremare, ma proprio in quel momento Ben arrivò a cingermi le spalle con un braccio tatuato.
-Lei- Mi guardò, per un secondo che, come sempre, a me sembrò lungo quanto un anno:-è Sophia, Soph per me. Ma solo per me eh ragazzi, non fatemi ingelosire.-
Una risata generale mi fece arrossire. Gliel'avrei fatta pagare poi, a quel piccolo infame.
-Ho sempre voluto proteggerla dai lati negativi del mestiere che ho deciso di fare. E tante volte non ci sono nemmeno riuscito. Ma lei è rimasta sempre, nonostante questo è nonostante tutti i difetti che mi porto addosso ogni giorno. Quei difetti non li ha mai nemmeno riconosciuti come tali, mentre, al contrario, è sempre troppo dura con sé stessa, ed ogni pregio che ha_e sono tanti, credetemi_lo tratta come se fosse una cosa da nascondere. E quello che non ha mai capito e che invece ho capito io è che è perfetta in questo modo. Con tutte le sue ferite ancora aperte, le cicatrici, gli errori visibili sulla sua pelle e gli occhi segnati da tutta la storia che le cose troppo crudeli che ha vissuto ci hanno scritto dentro, marchiandoli per sempre. Ci potrei scrivere un libro parlando dei suoi occhi, ma tutte le parole del mondo non basterebbero comunque per descrivere quanto possano curare ogni mia semplice ferita con un semplice sguardo. E poi ho già scritto tanto su di lei, forse anche troppo, sai?- Disse rivolgendosi poi a me, che stavo cercando di trattenere le lacrime in ogni modo possibile.
-Ho scritto così tante canzoni su di lei che non starebbero all'interno di dieci album. Ma alcuni versi ti descrivono in modo così chiaro che ho paura che qualcuno si possa innamorare di te leggendoli. Lo sai anche tu che ti amerò fino a quando diventerò un vecchio rompiballe_be', più di ora perlomeno_con la dentiera, il bastone e le dita così ruvide e dure per essere stato ogni giorno a suonare la chitarra per ore. In sostanza ti amerò per sempre, e sì, sembra una di quelle scene da film strappalacrime e diabetico che io odio e tu ami, ma è solo la verità. E volevo che lo sapessero e... Ripetertelo. È l'unica cosa che posso fare, rispetto a tutte le volte che mi hai salvato tu. E... Soph. C'è un'ultima cosa.-
Prese un grosso respiro, e poi riavvicinò il microfono alle labbra.
Portò una mano nella tasca della giacca di pelle, come per prendere qualcosa.
Aspetta un attimo.
Non può essere quello che sto pensando.
-Vorresti...-
Le urla a pieni polmoni di 10.000 persone coprirono la sua voce in un modo impossibile.
Cioè.
Non sono pronta per sposarmi.
Voglio dire...
Ma lui...
Benjamin è Benjamin.
Farei di tutto per lui, per vederlo felice. E lui farebbe lo stesso.
-Vorresti prendermi gli auricolari, per favore? Me li sono dimenticati vicino alla batteria.-
Il mio cuore si calmò tutto d'un colpo.
Allora era soltanto questo! Mi venne voglia di ridere e urlare istericamente insieme.
Come mi era venuto in mente che mi avrebbe potuto chiedere di sposarmi?
Assottigliai gli occhi. Era stato uno scherzo, vero?
Quell'idiota se la sarebbe vista brutta dopo. Prevedevo già un battaglia con i cuscini. Sarebbe stato stanchissimo dopo il concerto, ma se pensava di dormire si sbagliava di grosso. Ci sarei stata io a farlo esasperare.
Ah, la vendetta.
Mi girai e mi diressi verso la batteria in fondo al palco per andare a prendere gli auricolari, ma un boato doppiamente potente del primo esplose nel palazzetto.
Era successo qualcosa?
Mi voltai di scatto.
Ma appurai che no, di fatto non era successo niente.
Ma vidi Ben.
Il suo sorriso, prima di tutto.
E poi il resto.
Vidi Ben, inginocchiato di fronte a me, con la braccia tese. E tra le sue mani, in una piccola scatolina, un anello. Luminoso quanto i suoi occhi ed il suo sorriso messi insieme./
i missed you
ecco un piccolo regalo: tra pochi giorni è un anno da quando ho cominciato a scrivere secret.
grazie a questa storia ho conosciuto un sacco di persone fantastiche, ho potuto migliorare il modo in cui scrivo e ho anche scoperto che non è un male condividere ciò che ti piace fare.
nel mio caso, scrivere.
mi sento di dirvi questo. non abbiate paura di esporvi e di mettervi in gioco: nella vita non dovrete fare altro.
siate sempre felici e non permettete a nessuno di togliervi il sorriso! siete fantastiche, e non m'importa di che cosa la gente pensa di voi, se mi fate sorridere così con ogni singolo commento, non potete non esserlo.
e ricordate che, se avete bisogno di parlare, ci sono sempre. scrivetemi pure tutto ciò che vi passa per la testa: dall'altra parte dello schermo ci sono io, che sclero per tutto ogni tre per due per ogni cosa, e sarò felice di ascoltarvi e rispondervi.
vi voglio bene.chiara
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secret / benjamin mascolo
Fanfiction-Cos'è successo quella notte, Benjamin?- Abbassò lo sguardo. -Non voglio che tu abbia paura di me. Non posso dirtelo.-