a benjamin «11»

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Caro Ed,
è tanto che non ti scrivo. Vorrei chiederti perdono in modo più appropriato, ma vedi, so che scriverò così tanto da annoiare persino te, che mi manchi così tanto. Sono successe così tante cose nell'ultimo anno e mezzo che non saprei da dove cominciare per raccontarle tutte.
Ed, oggi vorrei parlarti di Benjamin.
Benjamin è entrato a far parte della mia vita all'inizio di questo anno e mezzo. Benjamin è un ragazzo molto più alto di me, con due occhi blu mozzafiato ed un sorriso che, solo guardandolo, sarei capace di sopportare qualsiasi cosa. Ha  una voce profonda e tante volte, soprattutto quando è arrabbiato, durante i nostri litigi, o canta, viene attraversata da un graffio. Si veste sempre di nero e non risponde mai al telefono, mentre quando lui mi chiama devo rispondere subito, o rischio che molli tutto quello che sta facendo in quel momento e venga a vedere come sto e perché non rispondo. È protettivo in una maniera che non credevo possibile, ed è il suo modo di prendersi cura di me, di dimostrare al mondo che a me ci tiene. All'inizio non lo capivo. Era bipolare come nessuno mai. Se un attimo prima era dolce e mi faceva sentire bene, il secondo dopo diventava acido e fastidioso per nessuna ragione in particolare, e mi faceva sentire un peso. Ma poi qualcosa ci ha fatti avvicinare di più, fino a scoprire che ogni nostra ferita combaciava. E, Ed, non ce l'ho più fatta a stare lontano da lui. Vedi, solo a pensarlo mi veniva da sorridere e da urlare. È così che ci si sente quando ci si innamora, giusto? Io l'ho scoperto tardi che lo amavo. Quando mi ero decisa a stargli lontano perché avevo capito quanto pericoloso fosse, lui mi ha detto quel "ti amo" che ho tatuato sul cuore, e non ho più potuto fare niente.
Hai visto tutto, dal tuo nascondiglio, tu, vero?
Da quando papà se n'è andato, io mi sono chiusa in una scatola senza l'intenzione di uscirne più. Tutti quei segreti mi riempivano la testa rendendola nera e pesante, e l'unica cosa che in quel periodo mi usciva bene era piangere da sola. Le ferite di papà e tutte le cose che avevo passato mi avevano lasciato, bruciavano. Le lacrime che le toccavano erano come sale. Avevo paura, lo ammetto. Avevo paura che non avrei mai trovato quella persona che avesse sofferto quanto me, con un cuore consumato come il mio. Ma poi è arrivato lui. Anche lui ha un cuore che tanti hanno cercato di distruggere, ma lui è forte. E ha fatto diventare forte anche me.
Benjamin è quella persona che rinuncerebbe a tutto per le persone che veramente ama, che ti chiamerebbe alle due di notte per farti sentire la canzone che ha appena scritto, perché le cose più importanti della sua vita lui non le abbandona. È quella persona che sa farti stare bene con un sorriso e qualche parola sussurrata tra le sue braccia, con una canzone. Ecco, Benjamin è una canzone. Quella che ascolteresti tutte le sere prima di dormire, e magari fino al mattino dopo. Quella che vorresti ascoltare anche al tramonto, all'alba, quando sei sola, felice, triste, arrabbiata, qualunque cosa. Vorresti sempre averlo vicino. Mi ha amato quando neanche io riuscivo a farlo, e mi ha ritrovato quando mi ero persa dentro al passato. Mi ha abbracciata sempre quando, di notte, i miei mostri tornavano e mi saltavano addosso.
Ricordo una notte ed un suo incubo in particolare. Mi ero svegliata di soprassalto, urlando e rimanendo poi letteralmente senza respiro. Lui aveva posato la mia testa sul suo petto per calmarmi con il battito del suo cuore al posto delle parole. E, come se quello fosse stato il mio ossigeno, ripresi a respirare. -È troppo per te. Se tutto questo ti proibisce di respirare aria, respira la mia.-
Ho dovuto sopportare cose terribili, e tante volte ho anche pensato di non potercela fare, ma c'è sempre stato lui, anche se a volte mi illudevo che quello che c'è tra noi, anche se troppo forte, si potesse spezzare.
Certo, c'è da dire che anche lui mi ha fatto preoccupare Non poche volte. Tante volte mette in pericolo sé stesso per le persone a cui vuole bene. E ci è voluto poco perché si giocasse anche la vita.
Ho fatto tanti sbagli. Troppi, a dire il vero. Ma lui rimane fuori dal mio diario degli errori. Lui è quello che si avvicina alla cosa più giusta che sia mai esistita nella mia vita.
Tutto questo monologo per dirti cosa, Ed?
Tra qualche mese indosserò un abito bianco ed un sorriso che difficilmente abbandonerò se lui rimarrà al mio fianco, e papà mi accompagnerà all'altare della stessa Chiesa nella quale si sono sposati nonna e nonno. Ricordi anche tu quella bambina di sei anni che combinava solo guai e che era una gran maldestra? Non sono cambiata. Ma ora ho trovato qualcuno che, questi difetti, li tratta come se fossero pregi inimitabili.
Mi sarebbe piaciuto stringerti la mano, quel giorno. Sentire il tuo abbraccio.
Anche se poi so che ci sarai lo stesso. Ti voglio bene tanto quanto la distanza tra il Sole e il pianeta da lui più lontano, come dicevo da piccola, e anche di più.
Mi manchi.
E non avere mai dubbi su questo: ti amo infinitamente.

Sophia.

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  i missed you
 

Ed nella storia è come l'amico immaginario d'infanzia di soph comunque. :)

  se avete bisogno di qualcosa o volete farmi qualche domanda, -> commenti o privato

  love u

  p.s. per il titolo ho preso ispirazione da un testo di rob3rtadinunzio che però poi ha cancellato e mi è venuto in mente solo ora. va be; meglio che dorma: notte!

secret / benjamin mascoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora