4 febbraio

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Caro diario...
Scrivere queste poche righe mi fa sorridere, anche se soltanto leggermente.
Ricordo che quando ero piccolo ero solito a tenere tantissimi piccoli diari personali.
Ricordo dei pensieri che scrivevo in quei momenti.
"Mamma mi ha sgridato"
"Oggi ho comprato un vestito nuovo di Valentino"
"Voglio un cane tutto mio"
Una riga di scritta e poi un disegno per far capire a quei pezzi di carta cosa volessi intendere attraverso le mie parole...magari tornare indietro a quei momenti di totale innocenza. Pagherei l'oro del mondo per avere indietro quei sorrisi dovuti ad un nulla...e invece eccomi qua, nella mia fase adulta a dover affrontare problemi dei quali avevo sempre negato l'esistenza: quelli di cuore.
Ho sbagliato tutto.
Mi sono preso gioco di un ragazzino apparentemente comune perché pensavo fosse uno dei tanti che mi erano capitati sotto mano.
Ho sempre cercato di negare a me stesso di essere omosessuale, non volevo accettarlo per nulla al mondo...eppure costituiva la mia vera persona, e tutt'ora la definisce.
Soldi, fama e finto amore in ogni luogo sul quale poggiavo piede...una fidanzata che tutti i ragazzi mi invidiavano ed io che desideravo soltanto un briciolo di felicità... Vera felicità!
Ma cosa significa vera? Tutto ciò che è astratto è conseguentemente soggettivo. Ognuno si crea la propria felicità come vuole...ma cosa avrei selezionato, tra tutto ciò che c'era al mondo, per veder comparire un sorriso sulle mie labbra?
Non riuscivo a cogliere niente dal mondo finché non vidi una testa biondo-rossa ed un paio di occhi azzurri...
Quanti me n'erano passati davanti di simili. Tutti promessi modelli che mi sarei successivamente portato a letto.
Tutti affamati di denaro e riconoscimenti, non d'amore. Tutti che ricevettero la mia vendetta attraverso l'illusione di potermi stare affianco per il resto delle nostre vite...tutti scaricati alla fine del gioco.
Avevo subìto troppe scottature nel corso della mia vita, per questo la diffidenza verso ciascuno era tanta da parte mia.
Ecco perché squadro ogni occhio "finto amico".
Ma, ripeto, erano simili ad Andreas, non come lui...lui era diverso...
Era così dolce e sensibile.
Era così premuroso e timoroso.
Sapevo che lui amava me, non il mio nome...ma non potevo farci niente. Il tempo e i dolori passati hanno cambiato il mio cuore.
Inizialmente mi innamoravo attraverso un solo sguardo scambiato...ma crescendo ho capito che le favole non esistono affatto, se non nella nostra mente o nei nostri sogni notturni.
Provavo qualcosa di diverso nei confronti di Andy ma a volte non puoi fidarti nemmeno della tua famiglia, figurati di un estraneo...
A mamma sono sempre piaciuti i soldi, è così... Può negarlo quanto vuole ma si vede la scintilla nelle sue iridi nel sentir pronunciare quella parola, gongola dalla gioia come un bambino davanti a delle caramelle!
Ma ama anche me e desidera vedermi felice. Sapeva della mia omosessualità. Lo sa da sempre...ma mi ha sempre imposto Sarah per il pubblico. Il mondo non doveva evidentemente sapere che il figlio di Joannie Penniman era....strano, gay.
Ma sono riuscito a scaricarla solo grazie a quel biondo...ho fatto tante cose per la prima volta grazie a lui...e, maledizione, solo in quel momento me ne sono reso conto.
Solo nel momento in cui ho perso tutto.
Lui compreso.
Dio, che stupido che sono stato. Perché non me ne sono accorto prima, cazzo!?
Lo amavo veramente! VERAMENTE!
Adesso cosa ne ho guadagnato?
Quel bastardo di Zack è entrato nella nostra relazione rovinandola e portandomi via l'unico amore della mia vita. L'unico a farmi stare bene, l'unico a dirmi "sii te stesso come vuoi tu", l'unico a rendermi felice, l'unico in grado di strappare un sorriso a questo pezzo di marmo scolpito e avente un cuore di pietra.
Te lo sei voluto tu, Penniman...e te lo meriti!
Infatti eccomi, solo, a girovagare per le strade trafficate di questa città.
Il freddo di febbraio mi pervade e mi fa rabbrividire di tanto in tanto.
La stanchezza che sento è leggermente affievolita dall'aria invernale mentre la mia mente è invasa dalle parole malinconiche delle varie canzoni che accompagnano questo mio lento cammino solitario.
Nessuno mi ferma, nessuno mi parla.
Chi mi riconosce mi schiva e mi schifa con lo sguardo.
Da quando le mie notizie top secret sono finite in tutti i giornali, televisioni e stazioni radio, la mia famiglia non vede più un soldo da parte mia. Non mi sentivo così inutile da tempo. Ora vivo sulle loro spalle, e mi odio.
Il vento sposta i miei ricci mentre il mio cuore assimila i versi di quei capolavori.
Tell them all I know now
Shout it from the rooftop
Write it on the skyline, all we had is gone now.
Tell them I was happy and my heart is broken, all my scars are open.
Tell them all I hoped would be impossible.
Guardo dritto davanti a me, ma senza vedere niente se non una carrellata di immagini che fanno scorrere delle leggere lacrime sul mio volto.
Io.
Andy.
Noi.
Perché la vita mi odia così tanto? Perché sbaglio sempre tutto?
Perché chiunque sa come comportarsi, tranne me?
Ho paura di agire, di sbagliare...ed è proprio questa paura che mi fa commettere questi errori, da piccoli a madornali!
Sento un brusio di sottofondo e mi giro intorno. Sono circondato da giovani ed anziani intenti a parlare chi con l'amico, chi con la fidanzata, chi con la madre, chi con non so...e poi ci sono io.
Aspetto, le mani in tasca e nel frattempo altre frasi mi inondano i sentimenti.
«This pain is just too real.
There's just too much that time can not erase
«cause you're everywhere to me. When I close my eyes is you I see»
Non voglio piangere, non in pubblico...ma tanto a chi è che importerebbe?
Mi lascio andare e porto le mani a pugno sul volto. Nascondo gli occhi già gonfi mentre la melodia mi distrugge ancora di più...attimi che sembrano infiniti...
Poi finalmente vedo arrivare il lungo veicolo arancio verso la mia direzione. Ecco il bus con destinazione "dove ti porta il cuore".
Appena si arresta davanti a me e l'autista apre le porte, salgo, assieme a molte altre persone...e resto lì, in piedi davanti alla porta che mi si chiude alle spalle.
Mi volto e guardo verso l'esterno, con sguardo fisso sul nulla.
L'autista preme il pedale dell'acceleratore e si parte, per un breve viaggio solo di sentimenti...

Ecco il primo vero capitolo del sequel che aspettavate.
Vi piace?
Fatemelo sapere.
Bacioni.
MIKANDYLOVER

The Whole World Is Bringing Me DownDove le storie prendono vita. Scoprilo ora