Capitolo 16

359 22 3
                                    

Io non ho bisogno di stima, né di gloria, né di altre cose simili; ma ho bisogno d'amore.
-Giacomo Leopardi

Daniel's point of view

Cosa cazzo mi è preso? Perché l'ho fatto?
Quando sono con lei il mio va a farsi fottere.
Non posso negarlo, lei mi è entrata nella testa, come un'ossessione, più cerco di non pensarci più il suo ricordo diventa indelebile.
Più frequento Sasha, Samantha come cazzo si chiama, più lei mi appare davanti, anche un semplice profumo, o degli occhi blu mi conducono a lei.
Più lei si insinua nella mia mente e più cerco di mandarla via invano.
Non riesco a capire cosa voglia da me, cosa io voglia da lei, cosa vogliono gli altri.
Nulla ha senso con lei, se mi comporto male ottengo un litigio, se cerco di comportarmi bene, la mia coglionaggine rovina sempre tutto.

La odio! La odio perché si è insinuata nella mia mente, nei miei ricordi, nelle mie sensazioni, nel mio respiro e credo anche nel mio cuore.

Non posso farla soffrire, lei ha bisogno di qualcuno che sappia amarla, che sappia darle tutto ciò che io non sarò mai in grado di darle.
Io non so cosa vuol dire amare, non ho mai pensato di poter provare amore verso una persona o che qualcuno potesse amarmi.
Da quando mia madre ha varcato la soglia di quella stupida casa è uscita dalle nostre vite per sempre. Sono quasi dieci anni che non ho sue notizie e non voglio averle per il resto della mia vita.
Quella donna è stata la causa di tutti i miei problemi, mi ha sempre trattato male, mi ha sempre trattato come una nullità, a volte le sue parole risuonano nella mia mente facendomi perdere quel minimo briciolo di autostima presente in me.
Nessuno conosce questa parte di me, perché io stesso mi rifiuto di mostrarmi debole davanti agli altri. Le persone mi conoscono come quello a cui non frega di niente e di nessuno, quello che si porta a letto una ragazza diversa alla settimana, nessuno conosce il vero me e nessuno lo deve conoscere mai.
È come se usassimo sempre delle maschere. Cambiamo maschera durante ogni evento con qualsiasi persona ogni giorno. Vogliamo nasconderci, non vogliamo che la società ci riconosca per quello che siamo davvero, e così cambiamo faccia ogni volta, in ogni momento della giornata, perché non riusciamo mai ad essere gli stessi, ad essere veramente chi siamo.

Porto le mani tra i capelli e li tiro frustrato.

Non posso stare così, con le mani in mano, mi sembra di impazzire.
Prendo le chiavi e il telefono ed esco di casa.

**

Non ricordo nemmeno il perché sono venuto in questo stupido bar e ubriacarmi come non mai, so solo che ora sono seduto su questo lurido pavimento della toilette di questo fottuto bar, a rigettare anche l'anima.

Mi avvicino al lavandino e mi sciaquo il viso e poi esco per predere una boccata d'aria.

Sono le tre di notte e io sono in giro, ubriaco, e solo.
Non posso guidare in queste condizioni.

Chiamo Tye, sperando risponda.

《Daniel che cazzo succede?》risponde con voce impastata

《Tye risparmiati la predica e vieni a prendermi. Ti invio l'indirizzo per messaggio》 rispondo brusco e con troppo alcool in circolo per essere gentile

《Sei ubriaco? Non ci credo Daniel!》 Esclama

《Tye ti ho detto di non farmi la predica! Non sei mio padre. Vieni a prendermi cazzo》 esclamo

《Giuro Daniel che non ti mando a quel paese solo perché sei il migliore amico e perché sei ubriaco e non ti rendi conto di quel che dici》risponde sospirando

Chiudo la chiamata e invio il messaggio con l'indirizzo a Tye sperando si muova.

Aspetto da venti minuti e sono già con il telefono in mano, pronto a chiamarlo, ma poi riesco a riconoscere la sua macchina che si sta avvicinando.

Cursed LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora