Capitolo 3: Ritorno a casa.

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Capitolo 3

"Ritorno a casa"

Il problema era molto serio: Tommaso voleva di nuovo Anna.
La foto che le aveva inviato non ci aveva per niente tranquillizzato e la paura che le potesse fare qualcosa era tanta, ma lei era fin troppo agitata e noi non volevamo peggiorare la situazione. Avevamo cercato di farle mantenere la calma, di rassicurarla e di farle pensare che non era successo niente di male.
Volevamo proteggerla, è così che fanno gli amici. 
E' così che fa chi è innamorato perdutamente di lei.
Lei era riuscita a dimenticarsi momentaneamente dell'accaduto e, con il suo solito sorriso, era riuscita ad affrontare spensierata tutte le interviste del giorno seguente.
Era incredibile come riuscisse a mascherare le sue reali emozioni; non era come me, un libro aperto.
Io non riesco a sorridere se dentro ho l'inferno, ogni volta ci provo, ma fallisco miseramente.
Lei ci riusciva, fin troppo bene, tanto da nascondere...lasciamo perdere.
Arrivò il giorno di abbandonare Sanremo e di tornare ognuno a casa propria; c'era un filo di tristezza in tutti noi per la magnifica settimana che avevamo trascorso e fu lì che Anna si ricordò di Tommaso.
Io e Piero eravamo in macchina con lei e Massimiliano, suo padre, che ci aveva gentilmente offerto un passaggio all'aeroporto, e notammo che lei era stranamente silenziosa.

<<Annerì, che hai? Come mai sei così silenziosa?>> chiesi appoggiando le braccia sui sedili anteriori.
Lei si voltò verso di me e con un mezzo sorriso disse <<Niente, tranquillo>>
Mi voltai verso Piero e mi fece segno di stare zitto, ma lo ignorai.
<<E' per Tommaso?>> chiesi.
<<Tommaso?! Che c'entra Tommaso?! E' successo qualcosa Anna? Ti ha cercata?>> chiese allarmato il padre.
<<Ma no, no. Non è successo niente babbo>> rispose Anna per poi guardarmi male.
Non capivo perché tenesse all'oscuro questa storia a suo padre e non condividevo questa sua scelta.
Doveva saperlo per poterla proteggere maggiormente da quel pazzo di ex ragazzo che si trovava, è per questo motivo che non stetti zitto. 
<<Perché non glielo dici? Non pensi che sia giusto farlo per la tua sicurezza?!>> continuai.
<<Dirmi cosa, Anna?! Sicurezza per cosa?!>> chiese il padre impaurito.
<<Babbo niente. Ignazio sta dicendo cazzate>> disse per poi guardarmi nuovamente male.
<<Ma perché ti comporti così?! Vuoi essere al sicuro o no?>> insistetti.
<<Sono affari miei>> sbottò lei.
<<Sono affari nostri, cara mia>>
<<Qualcuno può spiegarmi cosa sta succedendo?>> chiese nervoso il padre.
<<Tommaso ha ricontattato Anna dicendole che l'avrebbe aspettata sotto casa>> confessai.
<<Che cosa?!>> disse Massi alzando il tono della voce e sgranando gli occhi <<Anna, mi spieghi perché non mi hai detto niente?>>
Lei non rispose e si voltò verso il finestrino.
<<Anna, rispondimi!>> disse deciso il padre.
<<Non volevo farti preoccupare...>> rispose lei.
<<Ma che discorsi sono?! Sai o no con che razza di persona hai a che fare?! Quello è un delinquente, Anna! E' capace di tutto e tu hai bisogno di protezione>> continuò Massi.
<<Non ho bisogno di sicurezza, posso cavarmela da sola>> rispose lei.
<<Cavartela da sola?!>> disse Piero che fino a quel momento non aveva aperto bocca <<Ma se non riesci nemmeno ad aprire una bottiglia, mi spieghi come puoi difenderti da quello lì eh?! Anna, ma ci sei o ci fai?! Sei consapevole di cosa ti ha fatto in passato quel mostro o no?!>>
<<Lo so cosa mi ha fatto, Piero e non voglio nemmeno ricordarlo>>
<<Ecco. Allora vedi di ascoltare tuo padre>>
Non rispose e girò il volto verso il finestrino.
<<Quando arriviamo a casa ne parliamo anche con mamma>>
Silenzio.
<<Anna, hai capito?>>
Lei annuì senza distogliere lo sguardo, stava piangendo, ne ero certo.
<<Anna, non piangere>> dissi accarezzandole la spalla.
<<Ho paura>> disse col magone.
<<Amore di babbo, non devi perché sei al sicuro, e se solo prova a sfiorarti, è la volta buona che parte la denuncia>>
<<E non solo!>> esclamai preso dal nervoso e dalla gelosia.
Lei non rispose, era evidente che non le andava più di parlarne, così guardai Piero ed iniziai a cantare l'inno della Juventus, la squadra del cuore di Anna e anche mia.
<<Simili a degli eroi, abbiamo il cuore a strisce, portaci dove vuoi verso le tue conquiste>>
<<Dove tu arriverai, sarà la storia di tutti noi! Solo chi corre può fare di te la squadra che sei>> si aggiunse il padre, juventino anche lui.
<<Forza Annerì, canta!>> dissi.
<<Juve!!! Storia di un grande amore! Bianco che abbraccia il nero, coro che si alza davvero per te!!!>> cantò lei divertita.
La volevo vedere in quel modo, felice e ci ero riuscito con una semplice canzone.
Mi sentivo bene, sentivo di aver fatto il mio dovere da "supereroe", anche se per lei quel gesto non significava niente.

Cantammo per tutto il tragitto e una volta arrivati a l'aeroporto ci salutammo come se non ci dovessimo vedere per non so quanto tempo.

<<Abbracciatemi, siciliani!>> disse lei stringendoci forte <<Mi mancherete>>
<<Ci vediamo tra sei giorni, Annerì, dai!>> disse Piero sbuffando ironicamente facendoci ridere.
<<Antipatico, rovini sempre tutto!>> rispose facendogli la linguaccia <<Mi raccomando, appena arrivate mandatemi un messaggio>>
<<Va bene mamma>> rispose Piero e Anna rispose tirandogli un pugno sul braccio.
<<Igna, scusa per come ti ho risposto in macchina>> si rivolse a me.
<<Tranquilla Annerì, è tutto passato>>
Mi dette un bacio sulla guancia facendomi arrossire e poi ci salutò nuovamente.
<<Vedi che non mi sono dimenticato della tua promessa di tre giorni fa>> disse Piero.
<<Devi rompermi per tutto il viaggio?>>
<<Forse. Ma tu devi dirglielo>>
<<E se non lo facessi?>>
<<Sarò io a farlo>>
<<Non lo farai>>
<<Tu dille che l'ami e nessuno si farà male>>
<<Sarò io a farmi male, visto che la sua risposta sarà negativa>>
<<Ottimismo, Igna, ottimismo>>

Avrei voluto rispondergli male, ma lo feci solo mentalmente.
Durante il viaggio non riprese il discorso fortunatamente e, una volta arrivati a Palermo, mi salutò ricordandomi della promessa.
Ad aspettarmi all'aeroporto trovai mio padre visibilmente emozionato.
Mi strinse forte, quasi da soffocarmi, e con occhi lucidi mi disse che era fiero di me.
Mi commossi a quelle parole e stringendolo ancora di più gli dissi che mi era mancato.
Durante il tragitto Palermo-Marsala, parlammo di questa settimana sanremese e mi disse che la finale era stata trasmessa in piazza su un mega schermo solo per vedere noi quattro, e soprattutto me.
Mi convinsi che erano ovviamente di parte, ma in verità non mi ero ancora reso conto che avevamo conquistato anche l'Italia.
Arrivammo a casa e ad aspettarmi ci furono i miei parenti e un sacco di robe buone da mangiare.
Salutai tutta la mia famiglia e, dopo aver scattato una foto da condividere su instagram per i miei fan, iniziai a festeggiare.
Il telefono vibrò, era un commento sotto la foto da parte di Anna.

"annuccia96 Meno male che dovevi avvertirmi quando arrivavi eh!"

Sorrisi e le scrissi su WhatsApp.

"Sono arrivato!!! Ahahah"
"Non l'avevo capito, sai?! Ahahah Divertiti smemorino!"
"Stai festeggiando anche tu?"
"Sì!!! Mi hanno fatto trovare tre pizze enormi e una teglia di tiramisù, adesso posso anche morire! Ahahah"
"Il tuo mondo!!! Ahahah dai cicciona, ti lascio festeggiare!"
scrissi ironicamente.
"Come mi hai chiamata???? La pagherai Boschetto, la pagherai!"
"Ciao scema!!!"
"Ciao stronzo!!!"

Posai il telefono e continuai a festeggiare.
Ero tranquillo, Anna era al sicuro e si stava divertendo, e quello era l'importante.

Ore 1:30.

Nuovo messaggio dal gruppo "Qui, Quo, Qua e Paperina".

"Devo andarmene da Firenze." da Anneria.

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TAN TAN TAN TAAAAN! TAN TAN TAN TAAAAAN!
Cosa sarà successo???? Lo scopriremo solo vivendo! :P
Spero vi sia piaciuto e ovviamente fatemelo sapere con un bel commento!
E viva il gruppo "qui, quo, qua e paperina" :P
Un bacio!!! :*




Un amore straordinario || Il Volo || Ignazio BoschettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora