Capitolo 17: Lights will guide you home.

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Capitolo 17

"Lights will guide you home"

<<Michele, cosa cazzo ha Anna?>> gli urlai in faccia prendendolo per il colletto.
<<Ha un tumore al pancreas>> disse col magone.
Lo guardai con occhi sbarrati e lentamente gli lasciai il colletto.
Nella mia mente echeggiava quella dannata frase: "ha un tumore al pancreas".
Anna aveva un fottuto tumore al pancreas.
Misi disperato una mano tra i capelli e indietreggiai fino a scontrare la schiena contro il muro, gelido e bianco, dell'ospedale.
<<Da quanto lo sai?>> chiesi cercando di trattenere le lacrime.
Lui fece un sospiro e disse <<Da quando glielo hanno diagnosticato, circa cinque mesi fa>>
<<Che cosa???>> dicemmo all'unisono io, Piero e Gianluca.
<<Tu sapevi che Anna aveva un fottuto tumore al pancreas, da ben cinque mesi e non ci hai mai detto niente?!>> dissi puntandogli l'indice al petto.
<<Ignazio, ti prego, è complicato da spiegare>>
<<Complicato?!>> disse Gianluca <<Cosa c'è di così complicato da spiegare eh?! Anna ha un tumore, porca puttana!>> disse arrabbiato tirando un calcio ad una sedia.
<<Per quale motivo non ci hai detto niente?>> chiese nervoso Piero.
<<Lei non voleva...>>
<<Perché?>>
<<Perché non voleva farvi preoccupare, perché non voleva essere trattata da malata, voleva essere trattata come sempre>>
<<L'avremmo aiutata, lo capisci?! L'avremmo aiutata!>> disse Gianluca in lacrime.
<<Il vostro aiuto sarebbe stato inutile!>>
<<Perché?>> dissi io esausto.
<<Signor Torpedine>> si sentì una voce maschile alle spalle.
<<Sì, dottore>> rispose lui alzandosi <<Come sta?>>
<<La signorina Di Matteo sta bene, si è ripresa, ma...>>
<<Posso vederla?>> lo interruppi.
<<Ehm...sì, certo>>
<<Grazie>> dissi dandogli una pacca sulla spalla.
Entrai nella stanza e la vidi sul letto, con lo sguardo fuori dalla finestra.
Aveva una flebo al braccio, dei tubi nel naso, un ECG dietro il letto che emetteva dei bip seguendo il ritmo del suo cuore, ma la cosa che più mi scioccò fu il colore della sua pelle; non era bianca e pallida, ma era giallastra e risaltava ancora di più le sue occhiaie scure.
Mi accorsi di quanto le sue braccia fossero diventate cosi secche, tanto da percepire le ossa.
Cercai di trattenere il più possibile le lacrime e avanzai verso di lei.
<<Ciao>> dissi con un mezzo sorriso.
Mi guardò e appena mi vide, sorrise <<Ciao>>
<<Come stai?>>
<<Bene>> la sua voce era debole.
<<Posso sedermi?>> dissi indicando la sedia vicino al letto, lei annuì e mi sedetti accanto a lei <<Allora, ti hanno detto qualcosa i dottori?>>
<<Igna, vi ho sentiti litigare, so che lo sai>>
Abbassai lo sguardo e poi le chiesi <<Perché non mi hai detto niente?>>
<<Non volevo farti preoccupare>>
<<Anna, ti rendi conto di ciò che mi hai nascosto?! Mi hai nascosto che...>> mi fermai, non riuscivo a pronunciarlo <<Che hai un tumore, un...fottuto tumore!>>
<<Lo so, Igna...>>
<<E poi perché l'hai detto a Michele?>>
<<Perché lui era con me quel giorno, io non sapevo minimamente di avere un tumore>>
<<Tu mi avevi detto che le analisi erano andate a meraviglia, e invece non era vero, ti rendi conto?! Avrei potuto starti più vicino, avrei potuto aiutarti e invece...>>
<<E' per questo che non ho detto niente a nessuno, io non volevo averti più vicino perché ero malata, non volevo che evitavi di arrabbiarti con me perché ero malata, io volevo che tu mi vedessi come la Anna sana come un pesce, io non volevo aiuti, anche perché non ne avevo bisogno>>
<<Come puoi dire di non aver bisogno di aiuto?! Ti avrei accompagnato a fare le chemio, ti avrei sempre dato una mano, ti avrei fatto capire ancora di più quanto ti amavo>>
<<Igna...>>
<<Perché non l'hai fatto?! Perché invece mi hai lasciato?!>>
<<Igna, perché ho un tumore maligno e mi hanno dato massimo un anno di vita>>
<<Che cosa?!>> chiesi sorpreso.
<<E' per questo che ti ho lasciato>> disse col magone <<Perché non volevo farti soffrire, volevo darti il tempo di dimenticarmi e di trovarti un'altra, perché non avresti avuto futuro con me, non ti avrei potuto dare dei figli e...>> 
Non riuscì a terminare la frase, si mise a piangere.
Le presi la mano e le diedi un bacio sul dorso, mentre le lacrime scorrevano sul mio e sul suo volto.
Non poteva essere successo a lei, non poteva.
Non se lo meritava.
Lei era così dolce, così bella, così buona, così radiosa, perché doveva andarsene così presto?
Aveva solo diciannove anni.
Diciannove fottuti anni. 
<<Ti prego, Igna...non piangere...>> disse accarezzandomi dolcemente i capelli <<Non lo fare, rendi tutto così difficile...>>
<<Dimmi che c'è una possibilità su cento che tu possa salvarti, ti prego, dimmelo>> dissi in preda alle lacrime.
<<Amore mio...non fare così, ti prego...>>

Alzai lo sguardo a quelle parole, era così strano sentirglielo dire.
La guardai, singhiozzando e un piccolo sorriso apparve sul mio volto.
<<Mi hai chiamato 'amore'>>

Lei sorrise e disse <<Scusami per tutto il male che ti ho fatto, per tutte quelle cose che ti ho detto e che non pensavo minimamente, ma l'ho fatto per te, capiscimi, ti prego...l'ho fatto solo per te, perché ti amo>>
<<Mi ami?>> dissi in lacrime.
<<Sì, ti amo Ignazio, ti amo davvero tanto>> disse chiudendo gli occhi cercando di trattenere le lacrime.
<<Ti perdono, amore mio, ti perdono>> dissi alzandomi e baciandola dolcemente.
Cercai di assaporare al meglio quel bacio, memorizzando il sapore delle sue labbra.
Volevo godermelo, perché sapevo che quello sarebbe stato l'ultimo bacio.
Quel bacio era il finale della nostra storia che sembrava non avesse fine, ma sapevamo che era giunta realmente al termine.
Non avevo più frasi da dire per convincerla a tornare da me, non avevo più speranze di vederla al mio fianco per l'eternità, avevo come certezza solo quel bacio d'addio. Ma sapevo che quel bacio non aveva il sapore di una storia come tante finite male, ma sapeva di eterno tra noi.
<<Mi mancheranno i tuoi baci>> sussurrai <<Le tue carezze, i tuoi riccioli biondi, i tuoi occhi grandi...>> dissi accarezzandole il volto.
<<Sarò sempre con te, qui dentro>> disse mettendo una mano sul mio petto, dalla parte del cuore <<E anche qui>> disse mettendo una mano sulla mia fronte, era gelida.
Cercai di trattenere per l'ennesima volta le lacrime, ma era così difficile.
<<Igna, sai che non piace vedervi tutti tristi, lo so che è complicato, perché nemmeno io riuscirei ad essere felice davanti a queste situazioni, ma vi obbligo ad esserlo. Io lo sono stata per cinque mesi, ho cercato di godermi ogni singolo giorno appieno, cercando di non pensare se quello fosse stato il mio ultimo giorno di vita e adesso che sono qui, su questo lettino, a lottare tra la vita e la morte, piena di paure e ansie, voglio attorno a me gente che mi trasmetta tranquillità e che non mi faccia "pesare" la mia morte>>
<<Va bene amore>> dissi sorridendo.
<<Grazie>> disse con un filo di voce.
Per l'ennesima volta, mi resi conto di quanto quella ragazza fosse forte e piena di vita.
Era riuscita a mascherare la sua malattia e a vivere ogni giorno con la sua solita allegria e spensieratezza.
E' un'esempio per tutti noi, che ci lamentiamo di non avere l'ultimo modello di smartphone o l'ultimo capo alla moda, quando lei l'unica cosa che avrebbe voluto era vivere fino a cent'anni con la persona che amava al suo fianco.
<<Igna, controlli se ci sono i riscaldamenti accesi? Sento tanto freddo>> disse rannicchiandosi su se stessa e con voce stanca.
<<Subito, piccola>> mi alzai e andai vicino ai termosifoni <<Amore, scottano>>
Mi voltai e vidi che aveva gli occhi chiusi.
Il monitor dell'ECG dietro di lei segnava una linea piatta seguita da un bip continuo e fastidioso.
Mi accasciai a terra ed iniziai a dar libero sfogo alle mie lacrime.
Era un pianto orribile e irrefrenabile, pieno di dolore e disperazione, come se mi avessero lacerato il corpo a sangue freddo.
Le urla di dolore si mischiarono al mio forte pianto, attirando l'attenzione dei ragazzi fuori.
Non ricordo molto cosa successe in seguito, ricordo solo che urlavo a squarciagola il nome della mia Annerì mentre dei dottori cercavano di buttarmi fuori dalla stanza.
Anna era morta ed io con lei.

"Tears stream down your face
when you lose something you cannot replace,
when you love someone but it goes to waste.
Could it be worse?"

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Capitolo veramente triste, non ho altro da aggiungere.
Mi ha fatto piangere perché mi ha ricordato la morte di una mia cara amica per cui ho preso spunto per questa storia, lei non aveva 19 anni, ma bensì 12 e questo capitolo lo dedico a lei e al suo ricordo.
Ti voglio bene piccola Filly.

Un amore straordinario || Il Volo || Ignazio BoschettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora