Capitolo 6: Innamorati di me.

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Capitolo 6

"Innamorati di me"

<<Igna, io devo dirti una cosa>> disse interrompendo la nostra risata.
<<Dimmi Annerì>>
<<Sto conoscendo un ragazzo>>

Quella frase fu come una lama, che lenta perforava il mio torace e andava a conficcarsi nel mio cuore.
Tutta l'allegria che avevo in quel momento, svanì e fece spazio alla tristezza.
Mi ero illuso, per l'ennesima volta.
Credevo che sarebbe diventata mia, non lo nego, credevo che qualcuno lassù mi avesse aiutato e invece no, dovevo soffrire, ancora.
Cercai di mandar giù quel nodo alla gola che mi tenevo dentro e le risposi.

<<Chi è?>> chiesi semplicemente.
<<Un tipo che ho conosciuto prima di Sanremo, si chiama Nicola>>
<<Ah bene, sono contento>> dissi freddamente, non riuscivo a mascherare le mie emozioni.
<<Non sembri contento>> notò lei.
<<Con quello che ti è successo in passato, ho un po' paura per te>> mentii in parte.
Sorrise e disse <<Terrò gli occhi aperti, Igna>>
<<Lo spero. E' più grande di te?>>
<<Ha la tua età>>
<<E dove sta?>>
<<Firenze>>
<<E ti piace?>>
<<Oddio non lo so! Fisicamente è un bel ragazzo, però...boh...ci sentiamo solo tramite messaggio e mi piacerebbe vederlo per scambiarci due parole, anche per conoscerlo meglio, ma col lavoro che facciamo è difficile frequentare qualcuno>>
<<Infatti>> l'assecondai, nella speranza che lasciasse perdere il ragazzo.
<<Però mi intriga e non riesco a lasciar perdere. Forse per riuscirci, qualcun altro dovrebbe farmi perdere la testa>> disse con una risata.

Accennai un sorriso e poi riflettei sull'ultima frase: "Per riuscirci, qualcun altro dovrebbe farmi perdere la testa".
Era un frase ironica, forse anche con un punto di sincerità, ma io la presi sul serio e mi dissi che quel "qualcun altro" dovevo essere io.
Se il destino aveva voluto che venisse a vivere con me, un motivo doveva esserci, no?!
Dovevo tentare, ma non volevo essere diretto; volevo fare le cose con calma e riuscire a farla innamorare di me.

LA MATTINA SEGUENTE

La mattina seguente mi svegliai prima di lei e decisi, con un piccolo gesto, di iniziare questa mia sorta di piano.
Andai il più silenziosamente possibile in cucina e iniziai a prepararle la colazione.
Un piccolo gesto che l'avrebbe resa felice.
Presi un piccolo vassoio, vi appoggiai il cappuccino (più o meno), una fetta di pane e Nutella e un bigliettino, poi l'appoggiai sul tavolino in salotto.
La guardai e mi scappò una risata; era a pancia in giù, con la testa sotto il cuscino e avvolta nel piumone come un bozzolo.
Era buffa perfino quando dormiva!
Mi misi a sedere vicino a lei e le tolsi il cuscino dalla testa, lei mugugnò qualcosa e si voltò dandomi le spalle. Sorrisi e la lasciai dormire.

<<Che ore sono?>> disse lei con la voce impastata dal sonno.
<<Le undici, dormigliona>> risposi mettendomi a sedere nuovamente accanto a lei.
Lei si alzò a sedere sul divano e si stiracchiò sbadigliando.
<<Ti ho preparato la colazione>> dissi prendendo il vassoio per poi appoggiarlo sulle sue gambe.
<<Igna, grazie!>> rispose entusiasta <<Mi vizi così>> 
<<Un piccolo pensiero per la mia nuova coinquilina>> dissi sorridendo.
<<C'è anche un bigliettino, leggiamo un po'>> prese il bigliettino e lo lesse ad alta voce <<Buongiorno Annerì! Scusa se il cappuccino è freddo!>>
<<Non sapevo a che ora ti saresti svegliata. Comunque l'ho preparato pochi minuti fa>>
<<Grazie mille Igna. Vieni qua, fatti abbracciare>> disse spalancando le braccia.
Mi avvicinai a lei e la strinsi. Era così bella, così morbida, che avrei voluto stare tutto il tempo tra le sue braccia a sniffare il suo odore e ad accarezzarle quei riccioli biondi.
Ci sciogliemmo dall'abbraccio e la guardai negli occhi, quegli occhi grandi color nocciola che mi facevano impazzire.
Avrei voluto assaporare le sue labbra, assaporare il suo corpo e dirle quanto l'amavo, dirle cosa provavo per lei, ma la paura mi bloccava e, prima che il mio istinto potesse prendere il sopravvento, distolsi subito lo sguardo dai suoi meravigliosi occhi che mi facevano perdere la ragione.
<<Igna, mi prendi il telefono, per favore?>> interruppe i miei pensieri la sua dolce voce.
<<Certo>> presi il suo cellulare da sopra il tavolino e glielo porsi.
<<Michele nel gruppo ha scritto che i vestiti per l'Eurovision ce li fa fare da Armani>> disse senza distogliere lo sguardo dall'IPhone <<Ha detto di pensare a come vestirci>>
<<Ne parleremo con gli altri due>>
<<Igna, Nicola mi ha scritto>> disse spalancando gli occhi e porgendomi il telefono <<Leggi>>


"Buongiorno bellissima, come stai?"

Questo era il messaggio.
Sentii il sangue andare al cervello dalla gelosia.
Bellissima. Ma come si permetteva?!
Lei era mia.

<<Carino>> dissi con un sorriso finto porgendole il telefono.
<<Che gli scrivo?>>
<<Niente, fatti desiderare>> 
<<Dici?!>>
<<Fidati di me>> altro sorriso finto.
<<Va bene, non gli rispondo>> disse posando il cellulare sul divano.
<<E' di suo gradimento la colazione, signorina?>> cambiai discorso.
<<Mmm...insomma>> disse ironica.
<<Ah non è di gradimento?!>> dissi col mio accento siculo avanzando verso di lei.
<<No>> disse ridendo.
<<Ah no?! Questa signorina adesso la pagherà cara>>
<<Igna, niente solletico, ti prego!>> disse ridendo.
Presi il vassoio e lo appoggiai sul pavimento, quando mi voltai, la vidi sotto le coperte.
<<Esci di lì, su>> dissi.
<<No, tu mi fai il solletico!>>
La guardai per qualche istante e poi mi infilai sotto le coperte.
Lei iniziò a ridere cercando di scappare, ma l'afferrai dai fianchi, la trascinai da me e iniziai a farle il solletico.
Lei mi pregava di smettere tra una risata e l'altra, e quando mi fermai, mi resi conto di essere su di lei.
Ci guardammo per qualche istante e per smorzare quell'imbarazzo che si era creato, lei mi toccò i capelli e mi disse con un sorriso di andarmeli a tagliare; ma quel gesto così innocente aveva acceso i miei ormoni e percepii che mi stavo eccitando, così mi alzai subito dal divano per evitare una brutta figura. 
<<Ti è arrivato un messaggio, no?!>> balbettai imbarazzato.
Lei prese il telefono e disse <<Sì, è Piero, scrive nel gruppo>>
<<Cosa dice?>>
<<Stiamo arrivando con uno scoop>> lesse il messaggio <<E c'è una foto di lui e Gian in macchina>>
<<Stanno venendo qui?!>> chiesi incredulo.
<<Dove siete, babbuini?>> gli inviò un messaggio vocale.
<<Siamo vicino Roma, dovremmo arrivare nel pomeriggio! Preparateci la pasta!>> rispose Piero al messaggio vocale.
<<Scemunito!>> dissi.

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Inizia a succedere qualcosa tra i nostri protagonisti.
Piuttosto, ma che scoop avranno Piero e Gianluca?!
Lasciate i commenti con le vostre opinioni :*


.P.S. Sono davvero impegnata, ma vi prometto che almeno una volta a settimana posto!
PERDONATEMI!

Un bacione!!!!

Un amore straordinario || Il Volo || Ignazio BoschettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora