Capitolo 4: Sei la mia ancora di salvezza.

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Capitolo 4

"Sei la mia ancora di salvezza"

Era quasi mezzogiorno ed io non avevo la minima voglia di alzarmi.
Mia madre era già venuta un paio di volte a chiamarmi, ma dopo averle detto che mi sarei alzato entro cinque minuti, puntualmente tornavo a dormire.
Anna aveva proprio ragione, ero proprio un orso.
Sorrisi pensando a lei che mi chiamava con quel nomignolo e istintivamente presi il telefono per sbirciare nella sua pagina Facebook, ma notai due chiamate perse da lei e un sacco di messaggi nel nostro gruppo WhatsApp.

"Devo andarmene da Firenze." da Anneria.

Ebbi un brivido di freddo nell'istante che lessi il messaggio e pensai subito a Tommaso.
Non continuai nemmeno a leggere e la chiamai subito.

<<Igna, finalmente! Ma quanto dormi?!>> rispose lei al telefono.
<<Anna ho letto adesso il messaggio, che succede? Perché vuoi andartene da Firenze?>> chiesi preoccupato.
Ci fu qualche secondo di silenzio e, dopo un suo sospiro, rispose <<Hai un po' di tempo per ascoltarmi?>>
<<Tutto il tempo che vuoi>>
<<Allora, ieri sera, quando sono arrivata a casa, mi è arrivato un messaggio da Tommaso con scritto "bentornata" che mi ha fatto letteralmente sbiancare e rabbrividire, ma l'ho ignorato e ho pensato solo a festeggiare con i miei parenti. Dopo un po' che io e te ci eravamo salutati su whatsapp, mi arriva un altro messaggio da Tommaso e vedo che mi aveva inviato la foto del palazzo di casa mia con su scritto "ti sto aspettando", ho i brividi al pensiero Igna, e dopo essere nuovamente sbiancata, lo ignoro un'altra volta, ma lui inizia a tempestarmi di messaggi del tipo "lo so che leggi" "vieni giù" "voglio vederti" "mi manchi" fino ad arrivare a "se non scendi entro cinque minuti, salgo io e sono cazzi tuoi", insomma mi ha fatto cagare sotto. Ho sentito il battito accelerare, ho iniziato a tremare e a sudare freddo, avevo tremendamente paura e per questo motivo che ho fatto la più grande cazzata della mia vita, ho ceduto e sono scesa>>
<<Che cosa?!?!>> dissi quasi urlando.
<<Igna, lo so, ma ho avuto paura>>
<<E tuo padre ti ha fatto scendere?! Dopo quello che ti ha detto in macchina?!>>
<<Ho detto a mio padre che andavo un attimo sulle scale del palazzo perché dovevo ricevere una chiamata da Michele, visto che dentro c'era casino>>
<<Sei assurda!>>
<<Comunque, sono scesa e l'ho incontrato. Lui ha provato subito a baciarmi, ma ovviamente l'ho rifiutato; mi ha detto che gli manco, che mi pensa sempre e che vuole tornare insieme a me, ed io gli ho detto chiaramente che non lo amo più, ma lui non l'ha presa molto bene e ha iniziato a minacciarmi dicendo che se non sarei tornata insieme a lui, mi avrebbe reso la vita difficile ed io ho tirato fuori le palle e gli ho detto che sarei andata a denunciarlo e...>> un nodo alla gola le bloccò le parole e, cercando di trattenere la calma per ciò che mi aveva appena detto, dolcemente la incitai a continuare e dopo un sospiro disse <<E lui mi ha sbattuta al muro mettendomi le mani alla gola e dicendomi che se l'avessi fatto mi avrebbe levata dal mondo, insomma mi avrebbe uccisa>> non riuscì più a trattenere le lacrime a quel punto e così iniziò a piangere.
Avrei voluto accorciare quella distanza che in quel momento ci stava dividendo e tenerla stretta al mio petto sussurrandole che era al sicuro con me, ma non potevo.
Nonostante ciò, ero molto arrabbiato. 
Lei era stata una stupida a cedere alle minacce di quel cretino, ma lui questa volta aveva superato il limite e doveva essere assolutamente fermato.
Dentro di me nasceva la voglia di fargli le peggiori torture create dall'uomo, ma ovviamente non volevo rischiare la galera per lui.
<<Piccolina, non piangere>> la rassicurai.
<<Io non voglio più stare a Firenze, Igna. E' troppo pericoloso>> disse tra un singhiozzo e l'altro.
<<Anna, io sono sincero, non sono d'accordo col tuo pensiero. Tu devi parlare con tuo padre, raccontargli di cosa è successo ieri sera e andare insieme a denunciarlo, perché lui vuole solo approfittarsi della tua debolezza e tu devi dimostrargli che sei forte, quindi abbi il coraggio di denunciarlo>>
<<Igna, mi ha messo anche il coltello alla gola ieri sera>>
<<Anna, ma dici vero?! Non mi stai pigghiannu pu culu?!>>
Purtroppo quando sono arrabbiato la mia vena sicula si sente ancora di più.
<<Igna, sono seria, è per questo che ho paura, perché i carabinieri non lo sbattono subito in galera, devono accertarsi realmente che rischio la vita e quando l'hanno accertato sarò tre metri sotto terra>>
Al solo pensiero, gelai.
<<Anna, non lo dire più per favore, non voglio nemmeno pensarci>>
<<Igna, devo andarmene, devo trovarmi un'altra casa>>
<<E se lui ti seguirà?>>
<<Non lo farà, perché sa il lavoro che faccio e penserà che andrò in qualche posto del mondo, e poi sono tranquilla perché tutti i soldi che racimola li spende in droga, non mi seguirebbe nemmeno a Prato!>>
<<Sì, ma non pensi che sia più sicuro vivere insieme a qualcuno? Così da stare tranquilli sia tu che noi>>
<<Ovvio che lo penso, per questo che ho già calcolato tutto, o meglio, mi hanno aiutato Gian e Piero a calcolare>>
<<Cioè?>>
<<Vengo a vivere con te>>
<<Con me???>> dissi incredulo.
<<Sbaglio o hai casa a Bologna?!>>
<<Sì, ma...quando? E poi dove ti metto a dormire? Ma perché proprio da me?>>
<<Perché Bologna è a un'ora da casa mia, abbiamo gli studi lì e poi ci sei tu a proteggermi>>
Sì, quelle parole mi avevano letteralmente sciolto il cuore.
<<E quando verresti a vivere da me?>> dissi cercando di ignorare le sue ultime parole.
<<Io sono già a Bologna>>
<<Ma come sei già a Bologna???>> dissi balzando giù dal letto <<Io sono a Marsala, Anna!>>
<<Lo so, infatti ho preso una camera d'albergo fino a che non verrai qui a Bologna>>
<<Io avevo intenzione di tornare a Bologna lunedì>>
<<Come?! Così tardi?!>>
<<Volevo stare un po' con la mia famiglia, ma perché sei così istintiva?>>
<<Ho solo paura Ignazio e ho bisogno di sicurezza>>
Colpito e affondato. Che stronzo che ero stato. (rima, yo)
Sospirai e dissi <<Vengo domani, va bene?>>
<<Se non ti scoccia...>>
<<No, tranquilla Annerì>>
<<Grazie Igna>>
<<Per cosa?>>
<<Per avermi ospitata a casa tua>>
<<Veramente ti sei auto-ospitata te>>
Si mise a ridere e disse <<Hai ragione, scusa, ma se la mia unica ancora di salvezza>>
Sorrisi a quelle parole e divenni rosso come un peperone, meno male non poteva vedermi!
<<Sono orgoglioso di esserlo e poi tra fratelli si fa così, ci si aiuta>>
<<Già>>
<<Dai, allora ci vediamo domani, adesso devo andare che sono ancora in pigiama>>
Rise e disse <<Va bene orso>>
Sorrisi e disse <<Sta attenta, mi raccomando. Non uscire e non rispondere ai messaggi di Tommaso>>
<<L'ho bloccato, tranquillo>>
<<Brava>>
<<Ci vediamo domani Igna>>
<<A domani Annerì>>
Riattaccò e mi stesi sul letto con un sorriso da ebete stampato in faccia.
La ragazza che amavo veniva a vivere con me.
Pazzesco.
Sicuramente c'era lo zampino di qualcuno e quel qualcuno si chiamava Piero Barone.

"Sai che Anna è a Bologna perché QUALCUNO le ha detto che poteva venire a vivere da me?!".
"Ah sì?! E chi?!"
da Pieruccio.
"Sei uno stronzo!".
"Io ti voglio bene, per questo che le ho detto di venire da te" da Pieruccio.
"No, tu le hai detto di venire a vivere da me per la sfida".
"Allora sei intelligente!" da Pieruccio.
"Me la pagherai!".
"Un giorno mi ringrazierai" da Pieruccio.

Forse un giorno lo ringrazierò, ma in quel momento dovevo ringraziare solo una persona, Tommaso.

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Lo so, lo so, perché mai dovrebbe ringraziare uno stronzo come Tommaso?! Bah. Chissà.
Spero vi sia piaciuto ragazzuole, fatemelo sapere con un commento :)
Un bacione :*


Un amore straordinario || Il Volo || Ignazio BoschettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora