Capitolo 7

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Poco dopo passati i 10 giorni di permesso, Pasqua si stava avvicinando.
Molte persone tornarono a casa.
A dirla tutta, solo io, la famiglia Weasley e qualcun altro di Serpeverde e Corvonero si fermarono per le vacanze.

Avevano paura che se fossero rimasti qui, mio padre avrebbe potuto spuntare da un momento all'altro ed attaccarli.
Solo chi mi credeva o chi comunque non dava peso alla cosa era rimasto per le vacanze.

Tra me e George i rapporti si strinsero: iniziammo a fare quasi tutto insieme, studiavamo insieme, mi insegnava nuovi incantesimi che nessuno sapeva e mi trattava come una sorella.
Ero contenta perché George era davvero un ragazzo bello e bravo. Anche parecchio burlone.
"Fred! Fred hai visto George?" richiamai all'attenzione il gemello.
"No... Lo sto cercando anche io..."
"Questa mattina ci dovevamo incontrare a pozioni ma non é venuto..."
"E camera non c'é, ho già controllato..." affermò
"Percy mi ha detto che era con lui"
"No Percy non dice mai cose vere" constatò il fratello strappandomi un sorriso.
"Ma allora dove é?"
"Non lo so... Hai provato nella Stanza delle Necessità?"
"No... Vuoi che vada a vedere?"
"Si, poi avvisami. Abbiamo nuove ordinazioni per i Tiri Vispi" mi avvisò prima di tornare assorto ad una lista davanti a lui.
"Okay" sogghignai e corsi al piano superiore e dopo essere entrata nella stanza lo cercai.

"George? Sei qui?"
Cercai dietro i divani fino a dietro le colonne ma del rosso nessuna traccia.
Poi notai una piccola cosa alla quale nessuno avrebbe mai fatto caso: il camino.
Mi avvicinai e capii tutto: il fuoco era finto, un incantesimo Confundus per confonderti e farti credere che fosse vero fuoco.
"Reducto" il fuoco si ridusse in cenere ed entrai nel camino. Sopra c'era una porticina che aprii.
Una scala spuntò oltre la porta, ma non sapevo dove finisse.
Decisi senza indugi di scoprire dove conducesse e dopo essermi arrampicata con un pò di difficoltà, riuscii a salire.

La scalinata portava molto in alto e verso la fine si intravedeva una luce soffusa, forse di una candela.
Alla fine della scala trovai lo Specchio delle Brame.
"Ma.. É fantastico...!"
Mi avvicinai e vidi il mio riflesso con George da una parte e Draco dall'altra. Ma cosa voleva significare?!
"É una cosa affascinante non é vero?"
Mi girai di scatto e trovai il rosso che tanto stavo cercando appoggiato allo stipite della porta e mi guardava.

"George! C-che ci fai q-qui? Io e Fred ti abbiamo cercat-"
"No.. Solo tu lo hai fatto" disse con lo sguardo chino
"No... Anche Fre-"
"No! Lo vuoi capire?! A Fred non importo nulla, é solo che quando non ci sono o sparisco. la mamma inizia a preoccuparsi e allora si che va nel panico!"
"I-io non lo sapevo... M-mi spiace..."

Mi si avvicinò e io riguardai nello specchio.
"Cosa vedi?" mi chiese
"Me stessa... E Draco... E..." indugiai.
"E...?"
"Te"
"Me?" chiese per conferma.
"Si"
Mi scansó e si specchiò anche lui.
"Tu cosa vedi?" chiesi curiosa.
"Fred e te"
"Me?"
"Credo di aver già vissuto questo momento"
"Già... Comunque, secondo me ci vediamo perché ci vogliamo bene... Non credi?"
"Si... Perché ci vogliamo bene" disse poco convinto.

Si accasció a terra e feci lo stesso.
"Perché non sei venuto a pozioni come avevi detto?"
Aveva lo sguardo chino e non mi rispose.
"George? Stai bene?"
"Si, tutto okay. Dai andiamo a cena o ci espelleranno"
Lui si avviò ma lo bloccai.
"George!"
"Si?"
"Sono le 18, abbiamo ancora due ore"
"Em... si... Io... Devo organizzare delle cose con Fred"
Fece di nuovo per andarsene.
"George!?!"
"Che c'é?"
"Mi sta evitando?!"
"Perché dovrei?"
"Dimostrami che non mi stai evitando restando qui"
"Io..." cercò una scusa, ma sapevo dove voleva andare a parare.
"Vedi? Allora vai! Lasciami qui! Non eri tu che pochi giorni fa mi avevi detto che non mi avresti lasciata da sola?! Non é cosí?! Probabilmente lo hai detto solo per pena, non ti importa nulla di me! Vai, lasciami qui... Avvisa che arrivo per cena a chi te lo chiede" pian piano sentivo di star aumentando il tono di voce.
Mi rimisi seduta davanti allo specchio: George era sparito, al suo posto c'era solo la sua ombra.

Il rosso fece come detto e non disse nulla a nessuno. E quando dico a nessuno intendo proprio a nessuno...
Non mi ha dato ascolto e subito dopo la sfuriata si é ritirato via, forse a lezione.
Io invece me ne restai lí a piangere, feci apparire un diario e una piuma ed iniziai a scrivere tutti i miei problemi, i miei sentimenti e molte altre cose molto private. Ormai non riuscivo ad esternare niente se non con il pianto. Non ne andavo fiera, ma almeno usciva fuori da qualche parte tutta la negatività che avevo dentro.

Come premesso scesi solo a cena e poi tornai lí su per tutta la sera. Verso mezzanotte sentii qualcuno nella stanza.
"Lo vuoi capire che non mi importa nulla di te?!"
Le voci erano familiari.. Non capivo molto bene perció scesi qualche scalino per ascoltare meglio...
"No George, da quando hai parlato con Ash sei diverso. Non pensi piú a me!"
"A te? Fred non ti é mai importato di me!"
"Ah no?"
"No!"
Sentii che stavo di lí a poco per sprofondare e quando decisi di ritornare davanti allo specchio lo scalino cedette e in men che non si dica mi ritrovai a terra, davanti ai rossi gemelli che mi guardavano.

"Ashley?!" dissero all'unisono.
"C-ciao r-ragazzi...?"

La Figlia Di FelpatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora