Amicizia e Abbracci

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Bussarono alla porta. Andai ad aprire e trovai Elena, la ragazza della reception. "Ciao Sofia, c'è un ragazzo che ti cerca nella hall. Scendi?" "Ahm...sì." Uscii dalla stanza e scesi fino al piano terra quando due mani mi coprirono gli occhi. "Nene se sei tu piango." Gli dissi mettendo le mie mani sopra le sue. "Prepara i fazzoletti allora." Ridacchiò. Mi girai e lo abbracciai fortissimo. Leiner è sempre stato il mio migliore amico da quando a 6 anni arrivò in Italia. "Mi sei mancato." "Anche tu Sofi e non immagini quanto vorrei restare qui ma devo andare a Tarquinia." Disse staccandosi leggermente. Mi baciò i capelli. "Ti voglio bene Nene." "Anche io Sofia, ci vediamo."
***
Eravamo rimasti solo io ed Andreas in camera visto che gli altri due idioti avevano deciso di voler essere i futuri mister mondo dirigendosi quindi nella palestra dell'hotel. "Andre perché ti viene da piangere?" Lo squadrai. Era da un po' che non parlava e ciò voleva evidentemente dire che stava male. Scosse la testa in segno di no. "È per amici?" Scosse di nuovo la testa. "Daniel?" Annuì cominciando a piangere. Mi avvicinai a lui e gli misi un braccio intorno alle spalle. "Ma sta bene vero?" Mi cominciai a preoccupare. "Somma." "Oh tesoro." Lo strinsi di più a me e lui cominciò a singhiozzare sempre più forte. Gli carezzai piano la schiena mentre le sue mani mi spingevano contro il suo petto. "Adesso ho l'ansia e ci penso sempre." Disse fra i singhiozzi. "Si sistema tutto. So che stai male e tutto il resto ma si sistema. Vedrai." Gli lasciai umidi baci sulla clavicola. Mi stringeva sempre di più. "Ho paura." "Lo so." Mi staccai e lo guardai negli occhi. "Ma sei forte. Lo sei sempre stato, e lo sei anche ora." Alzò lo sguardo e mi sorrise. "Ti voglio bene Sofia. Grazie di tutto." "Anche io Andre."
***
Era appena finita la puntata ma Gabriele sembrava tutto tranne che soddisfatto. "Gabri che c'hai?" Gli chiesi piano carezzandogli i capelli. "Possiamo parlarne dopo in albergo?" "Gabri mi fai preoccupare." "No tranquilla veramente. Non è niente di personale solo non voglio parlarne qui." Tirò un sorriso. Aveva qualcosa che lo turbava e non poco. Passai le rimanenti poche ore a pensare. Potrebbe essere stata l'esibizione che non è andata bene, o forse il fatto dei nuovi ballerini entrati. Era il momento di tornare in albergo. Arrivati nella hall tutti si diressero in sala da pranzo mentre Gabriele sali le scale verso la camera. Io lo seguii e una volta nella stanza lo fermai. "Gabri adesso mi dici che hai per favore?" Chiesi avvicinandomi a lui. "È la coreografia. Mi sono fatto prendere da un ansia strana che neanche alla prima puntata avevo. E poi la hai vista no? Da quando non ho preso Martina la prima volta mi sono cominciate a tremare le gambe e poi non sono riuscito a fare più niente." Era veramente dispiaciuto di questa cosa. Sembrava un cucciolo sotto la pioggia. "Succede Gabri, a tutti. Pensa che una volta mi era venuta a vedere l'insegnante che tutti consideravano la migliore d'Italia. Avevo una coreografia molto facile e mi stavo giocando tutto. La cosa più difficile era una capriola scivolata indietro dopo un panche. Dal panche ho perso l'equilibrio e sono caduta. La capriola la ho fatta talmente storta che ho colpito le luci bruciandomi un piede." Ridacchiai. "Ma capita. Facciamo finta che non sia mai successo niente e ricomincia come sai fare." "So che dovrei fare così ma quella coreografia era quella che facevo da più tempo e boh..." Gli veniva da piangere. Aveva gli occhi rossi e si stava torturando le mani. Mi avvicinai a lui e lo strinsi forte a me. Lui si chinò leggermente e nascose il viso nell'incavo del mio collo. Cominciò a piangere piano mentre io gli carezzavo la schiena. "Sei forte Gabriele. Tu da questa cosa ne uscirai bene perché sei forte." Gli sussurrai. "Lo so però mi dà fastidio." Cominciò a singhiozzare. "Amore mio." Lo strinsi a me il più possibile per poi staccarmi da lui e posargli le mani sulle guance per asciugargli le lacrime. "Gabri devi stare tranquillo. Capisco che ti possa dare fastidio, ma adesso devi reagire." "Mi aiuterai?" Chiese dolcemente. "E lo chiedi anche? Certo che ti aiuterò, sarò sempre con te." Gli sorrisi e lo abbracciai di nuovo per poi lasciargli un bacio sulle labbra. "Ora hai tirato fuori tutto, puoi smettere di piangere è!" Lo presi in giro. "Domani in prima pagina ci sarà scritto 'Gabriele Esposito piange per più di dieci minuti, è record nazionale!" Ridemmo insieme. "Scema." "Sono la scema che ami?" "Si." Rispose tirandomi a sè. "Bene, allora ti amo anche io." Ridemmo di nuovo per poi baciarci. "Piccolina mia." Mi sembrava di scomparire tra le sue braccia possenti. Io ero molto minuta, seno a parte, e lui mi faceva sentire ancora più piccola. "Gigante mio." Ridemmo ancora. Mi staccai leggermente e lo guardai. "Quanto sei bello."

Ecco uno dei due capitoli che vi ho promesso. Il secondo lo metto domani quindi votate e commentante. Giuro solennemente che prima di venerdì sera uscirà un altro capitolo. Un bacio tesori miei. Grazie.

We are//Gabriele EspositoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora