"Sofia!" Gridò Emma entrando in sala danza. "Ciao coach." La strinsi. "Siediti un attimo." Ci mettemmo sul pavimento della sala tre con le gambe incrociate e la ascoltai. "Gabriele non dorme da tanto. È stanco e non ce la fa più. Così ho chiesto a Lele un modo per farlo riposare un po' almeno una notte e lui mi ha risposto che sei tu. Quindi sono qui, per chiederti se questa sera puoi restare in casetta bianca a far dormire Gabriele." Spiegò. "Certo, certo, certo. Volo." Mi alzai di piedi di scatto facendo alzare anche lei. "Dai ballerina, vai dal tuo boy-friend." Mi abbracciò. "Grazie Emma." Ci salutammo e corsi a casa per prendere un pigiama. "Che fai? Parti?" Chiese Elena sfilandosi le cuffie. "No, dormo da Gabri, non aspettarmi dear." Le scoccai un bacio sulla guancia e tornai fuori incamminandomi verso la casetta bianca. "Permesso." Dissi entrando nel giardino. Erano tutti dentro quindi nessuno mi vide. Varcai l'altra soglia e li vidi tutti sul divano, al buio, mentre guardavano un film. "Mora!" Esclamò Gabriele venendomi incontro ed abbracciandomi. "Ciao piccolino." "Che ci fai qui?" Chiese carezzandomi la schiena. "Mi ha mandato Emma. Mi ha detto che non dormi, e sono venuta a dormire qui!" Risi tra le sue braccia. "Davvero?" Mi guardò con occhi sognanti. "Si." Sorrisi. "Quindi adesso andiamoci a cambiare che si va a letto." Lo presi per mano. Arrivammo in camera e cominciai a mettermi il pigiama sotto il suo sguardo attento. Il mio pigiama in realtà era una maglia di Gabriele che mi arrivava a metà coscia e un paio di pantaloncini corti. "Hai ancora la mia maglia?" Chiese tirandomi a sè. "Si, la metto tutte le sere." "Sofia io non voglio dormire, io voglio stare a parlare con te, non voglio perdere il poco tempo in cui possiamo stare insieme a dormire." Giocò con la mia mano. "Gabri sei distrutto, avremo modo di parlare, non puoi non dormire. Domani devo andare via alle 10.30, e tu hai lezione alle 11.00, abbiamo tempo di fare ciò che vuoi, ok?" Gli passai la mano sulla guancia. Annuì dolcemente e ci sdraiammo. Mi passò una mano sul fianco destro, cingendomi la vita. Poggiò le sue labbra morbide sulla mia fronte e sorrisi. "Ti amo principessa." Sussurrò. "Anche io piccolo." E ci addormentammo così, l'uno accanto all'altro, per proteggersi dal mondo che ci opprime.
***
La mattina dopo mi svegliai con le labbra di Gabriele che si posavano sulle mie. "Buongiorno." Sbadigliai. "Buongiorno principessa." Sorrise. Gli misi le mani dietro al collo e lo baciai. Spostò la sua mano e la mise sul mio ventre. "Mi hanno detto che dobbiamo andare in videobox." Disse staccandosi leggermente. "Andiamo." Ci alzammo e camminammo mano nella mano fino al giardino. "Entrate ragazzi. Allora, guardate in camera e spiegate perché voi vi 'completate'" disse il ragazzo della produzione. "Noi ci completiamo perché io parlo sempre e lui meno." Iniziai. "Poi lei sa l'inglese e io no." "Io sono bassa e lui è alto." "Si su questa non avevamo dubbi." Rise. "Stupido. Ma sai che ieri una ragazzina mi ha chiesto una foto e poi mi ha detto "uhm, pensavo fossi più alta."" "Ecco sfatiamo questo mito...è alta un metro e sessantuno." Mi cinse la vita con un braccio. "Vabè ma sono dettagli questi." "E in cosa siete simili?" Chiese di nuovo il ragazzo dall'altoparlante. "Siamo simili nel fatto che amiamo la danza e ci amiamo." Dissi. "Poi siamo belli." "Bravi." "Gentili." "Divertenti." "Modesti soprattutto."
***
Semifinale.
Quella sera non avrei ballato, quindi me ne stavo seduta dietro le quinte. Avevo un abito che mi regalò Gabriele per Natale. Era a sbuffo con qualche fiore e una fascia nera sui fianchi. Avevo dei vertiginosi tacchi neri che continuavano a far riecheggiare un fastidioso rumore per il mio continuo camminare. "Sofia prenditi una camomilla." Esclamò esasperato Gianmaria. "Il mio ragazzo è al ballottaggio Gian, lasciami sclerare." Ribattei prontamente. "Giuliattini, ha pure il ciclo, non ti conviene farla innervosire più di quanto non sia già." Sussurrò Elena. Ale è al ballottaggio. Emozioni contrastanti si facevano spazio nella mia mente mentre mi piantai davanti allo schermo per vedere le esibizioni. Gabriele ballò meravigliosamente, e non si poteva dire il contrario. I professori si divisero e votarono. Erano in parità, la maestra Celentano sarebbe stata decisiva. La vidi guardare Ale, poi girarsi, ed infine dirigersi verso Gabriele. Aveva vinto. Il mio ragazzo aveva vinto. Mi portai le mani sul viso e corsi da lui incitata dai ragazzi. Mi guardò e mi venne incontro prendendomi in braccio e stringendomi a sè. "Amore mio, sono così orgogliosa di te." Gli dissi con la testa sulla sua spalla. Mi guardò e poggiò le sue labbra sulle mie. Ci staccammo e sorridemmo. "Gabriele vuoi dire qualcosa?" Chiese Maria. "Si, un grazie enorme alla ragazza che per nove mesi non mi ha lasciato un attimo e mi ha sempre aiutato ed ascoltato, perché senza di lei non sarei qui. La amo più di qualunque altra cosa ed è la mia forza." Si girò verso di me. Lo baciai con le lacrime agli occhi. "Ti amo principessa." "Anche io, tanto tanto tanto." Gli baciai la guancia.Eccomi di nuovo qui! Questo capitolo mi piace abbastanza e zi! Vi amo Zwinglies. Un bacio grande, Dubai.
Instagram: sofiabarella
Ask.fm: sofiabarella
Snapchat: sofiabarella
STAI LEGGENDO
We are//Gabriele Esposito
Fanfiction'Siamo noi. Due ragazzi che hanno inseguito il loro sogno, partiti solo per danzare e finiti con l'innamorarsi.'