Capitolo 5

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I ragazzi stanno facendo il trasloco e io quando non ho tanto da studiare li aiuto, nonostante Federico non sia molto entusiasta. Oppure a volte mi metto a studiare sul mio balcone e li osservo mentre fanno avanti e indietro.
‹Ben non posso venirvi ad aiutare, devo studiare latino› dico
‹Porta lo studio qua, ti aiuto io›
‹Sicuro?›
‹Sicurissimo›
‹Allora ci vediamo tra due minuti› dico e prendo i libri, chiavi e vado al loro appartamento ma quando busso mi viene ad aprire Fede. Senza maglia. Mi mordo il labbro, ‹ciao› dico
‹Se sei venuta per Benjamin è uscito, torna fra dieci minuti› dice
Devo restare sola con Fede per dieci secondi così vestito? Posso farcela. ‹Lo aspetto qua› e lo sorpasso per entrare nell'appartamento, ma la mia spalla si sfiora con quella sua e quel semplice e banale contatto mi fa rabbrividire dalla testa ai piedi. Lo ignoro e proseguo in cucina.
Sto ripetendo latino mentre Fede sta martellando alcuni quadri, e ditemi voi come riesco a ripetere. Ma dove cavolo è finito Benji?
‹Basta mi sono rotta e poi con questo casino non riesco a concentrarmi› dico sbattendo i libri,
‹Puoi andartene se vuoi› dice Fede
‹Vuoi una mano?› domando
Fede sbuffa, ‹vuoi aiutarmi? Sai piantare?›
‹Piantare? Si non sono una giardiniera esperta›
‹Ci sono piante, la terra› dico
‹D'accordo›.
Sto piantando canticchiando a bassa voce, ‹mi dai fastidio smettila› dice Fede ma io invece di smettere continuo perché non è nessuno per darmi ordini
‹Smettila›
‹Non prendo ordini da nessuno› dico.
Lo vedo avvicinarsi e faccio la prima cosa che mi viene in mente: prendo un po' di terra e gliela lancio addosso, ‹è stata una cosa d'istinto›
‹D'istinto? Ora te la faccio vedere io› dice prendendo un po' di terra e me la tira addosso, ‹così non vale› dico cercando di pulirmi
‹Tu puoi mentre io no?›
Non so il perché ma glielo rilancio di nuovo e lui ricambia finché non sentiamo scattare la porta ed entrano Benji e Martina, ‹vi lasciamo una volta da soli e guardate come vi combinate, vi odiate proprio› dice
‹Ha iniziato Fede› dice
‹Io? Sei stata tu a colpirmi› dice
‹Io l'ho fatto piano mentre tu hai iniziato ad esagerare›
‹E certo, la colpa a me› dice, ‹vado a lavarmi che è meglio› e si dirige verso il bagno per lavarsi.

Mi sto asciugando i capelli nel loro bagno, ‹ordiniamo delle pizze?›
‹Concordo› dico
‹Se dico se tu e Fede potreste andarle a prendere, arriveranno sane a casa? O finiranno sui vostri capelli?› dice Benji
‹Ma se ce la facciamo portare direttamente a casa?› propongo
‹Una volta che dice una cosa giusta› dice Fede, ma io lo ignoro e chiamo la pizzeria ed ordino quattro pizze e quattro birre
‹Le bambine non potrebbero bere› dice Fede rivolto a me
‹Stai parlando di te allora?› domando ma non attengo la sua risposta ma non interessa.
Arrivano le pizze puntuali e le mangiamo per terra in mezzo alla stanza.
Squilla un telefono, ‹scusate è il mio› dice Martina andando a rispondere in camera e ritorna due minuti con giacchetta e zaino, ‹devo andare, mia madre mi sta aspettando giù›
‹Pensavo che restassi a dormire da me›
‹No perché domani non vengo a scuola›
‹Cosa? Mi lasci sola per l'interrogazione di latino›
‹C'è Alessio, vi fate compagnia a vicenda› dice sorridendomi poi va via
‹Scusa la mia invadenza, ma chi è Alessio?› domanda Benji
‹Un mio compagno di classe e la professoressa ci chiama sempre insieme perché andiamo tutte e due malissimo›
‹Non sei brava a scuola?›
‹Neanche per idea›
‹Che potevamo aspettarci da una come lei› dice Fede
‹Bene ragazzi io vado a lavarmi› dice
‹Credo che non ci vediamo quando hai finito, quindi ti saluto adesso› dico
‹Notte, ci vediamo domani› dice
‹A domani, vi porto a fare un giro nella città› dico.
Come se ci fosse tanto da vedere in questa città di così importante poi.
‹Se vogliamo farlo quando tu stai a scuola? Non possiamo› dice
Come Fede riesce ad esaurire la mia pazienza non ci riesce nessuno proprio.
‹Vabbé notte, mia madre mi avrà dato per dispersa› dico prendendo la mia roba poi esco dalla loro casa per andare nel mio palazzo.





***


La mattina seguente prima di andare a scuola passo a salutare i ragazzi ma trovo solo Ben sveglio, ‹ci vediamo dopo›
‹Buona fortuna per l'interrogazione› dice
‹Grazie speriamo bene› dice, ‹Fede ancora dorme immagino›
‹Lo sai che è un dormiglione›
‹Già› dico.
Devo resistere alla tentazione di andare verso la sua stanza e tirargli un bicchiere d'acqua gelida addosso. Giusto solo per fargli un dispetto ma invece vado a scuola.
Al cancello mi raggiunge Alessio, ‹pronto per l'interrogazione?›
‹Non tanto però se mi mette sette, devi uscire con me un pomeriggio di questi›
‹Vediamo› dico.
Ci prova sempre ed è da quando è iniziato l'anno scolastico che mi chiede di uscire con me ma io gli rispondo sempre di no.
Sono una ragazza molto difficile in fatto di gusti e per avere il mio primo appuntamento deve essere con la persona che amo follemente.
All'interrogazione andiamo bene entrambi dove io prendo sette mentre Alessio sei.
‹Mi dispiace ma non hai presi sette› lo sfotto scherzando
‹Mi rifarò presto sappilo, ottengo sempre quello che voglio› dico
A ricreazione mi arriva un messaggio da Martina
"Allora com'è andata?"
Le rispondo subito: "sette"
Martina: "ottimo brava ".
Si è sentita l'assenza di Martina a scuola. È brutto essere a scuola senza la tua migliore amica, soprattutto se come nel mio caso non sopporti tutti i tuoi compagni di classe. Sono degli imbecilli e fannulloni totale.
Io vado male a scuola si, ma almeno cerco di impegnarmi e studiare invece loro no. Ai compiti in classe copiano da paura, con bigliettini o cellulari. Ci ho provato a copiare, ma io sono una schiappa totale come se avessi scritto in fronte "sto copiando" perché mi beccano sempre. 



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Buona sera, eccomi con un nuovo capitolo

Portarmi Con Te, Decido Io La Rotta!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora