Capitolo 47

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La professoressa di arte ha deciso di portarci in una gita a Modena. Diceva che faceva parte del nostro programma di studio. È seria? Davvero Modena è così ricca importante? La gita è di una giornata sola e con pranzo escluso.
Ci siamo incontrati alla stazione di Roma alle 6 di mattina per prendere il treno per Bologna alle 7:05. Diceva che con il treno ci mettevamo meno, su questo non ha tutti torti.
‹Tutti presenti?› domanda prima di salire sul treno.
Per tutto il viaggio ho un nodo allo stomaco a ritornare in quella città.
‹Se lo dovessimo incontrare?› domanda Tommy
Alzo le spalle. ‹Non credo di essere così sfortunata e rincontrarlo› dico
Poi Ben mi ha scritto che in questi giorni non esce molto di casa.
‹Insomma Federico Rossi non passa inosservato›
Purtroppo.

Scendiamo a Modena alle dieci di mattina e qua ci incontriamo con una guida che ci porta in giro per la città.
Io la conosco un po' la città essendoci già venuta per parlare con Federico. Comunque, quando vengo in questa città noi abbiamo litigato e non ci parliamo.
‹Ci vediamo in Piazza Roma alle 16:00› ci comunica la prof e la classe si disperde
‹Andiamo a mangiare al Mc?› propongo
‹Ci sarà?› dice
‹Penso di si, mi pare di averlo visto vicino alla stazione› dico.
Ritorniamo indietro verso la stazione e mi ricordo bene. Ordiniamo e andiamo a prendere i posti. ‹Ti consiglio di non girarti›
Ma mi giro e vedo Fede dal lato opposto. Fa che non mi vede. ‹Mi ha salutato› dice
‹Tu non salutarlo› dico abbassandogli la mano
‹Non è educazione non salutare quando ti salutano›
Alzo gli occhi al cielo
‹Comunque si sta alzando e...›
‹E sta andando via?› dico sperando che fosse vero
‹No, sta venendo verso di te› dico
Merda. ‹Non faccio in tempo a svignarmela in bagno?›
‹Tu no ma io si› dice e si alza velocemente
‹Tommy no, ti odio› dico e più tardi mi raggiunge Federico
‹Ti stavo giustamente pensando e volevo sentirti, ma invece eccoti qua a Modena›
Gli sorrido e Fede prende il posto di Tommy. ‹Posso?› dico riferendosi alle patatine
Con lui affianco mi è passata totalmente la fame e quindi annuisco
‹Gita scolastica?› domanda
‹Già, davvero perspicace› dico
Mi afferra la mano ma io la ritraggo indietro. ‹Sei ancora arrabbiata con me?›
‹Mi hai tradito Fede ricordi?›
‹E ne sto pagando le conseguenze›
So che si riferisce al caso con la Warner.
‹Mi dispiace per quello che state passando, non ve lo meritate› dice
‹Non pensi che possa averlo fatto veramente?›
‹Certo che non lo penso, non saresti mai capace di farlo e rovinare tutto› dico
‹Invece sono capace di rovinare tutto, ogni cosa che tocco› dice
Si sta riferendo alla nostra storia?
Mi afferra di nuovo la mano e non me la permette di togliermela. ‹Mi manchi Silvia›
‹Fede per favore...› dico
‹Mi manchi› ripete
‹Anche tu mi manchi ma non posso› dico ritraendo la mano dalla sua. ‹Forse è meglio che vado› e mi alzo correndo verso l'uscita.
Federico però mi segue e io accelero il passo ma poco prima di una stradina mi afferra per il braccio e in pochi secondi le nostre labbra si toccano. E io mi ritrovo a ricambiare il bacio.
‹Quanto siete carini insieme› dice una voce
Ci allontaniamo e vediamo davanti a noi Christian. ‹Posso sapere che cosa vuoi? Perché ci segui?›
‹Questa volta non vi ho seguito, perché io qua ci abito con mia sorella Jasmine›
Quel nome mi fa tremare e noto che Federico è irrigidito accanto a me
‹Jasmine?›
‹Si quella a cui hai rovinato la vita sedici anni fa e che ho deciso di vendicarla› dice
Qualcuno che vuole rovinarci aveva detto Ben al telefono. Alla fine capisco tutto quanto, ‹sei stato tu non è vero? A chiamare la Warner e inventarti quella cosa delle copie?› dico
‹Oh si, è stato facilissimo› confessa
‹Anche la nostra storia della denuncia?›
‹Può essere anche› dice
‹Io ti ammazzo brutto stronzo› dico Fede afferrandolo per il colletto ma interviene Tommy ad evitare che scoppiasse una rissa. ‹Lasciami› dice, va da Christian ancora a terra, ‹ti do cinque giorni per dire tutta la verità altrimenti ti denuncio per falsa testimonianza›
Christian sorride facendolo incavolare ancora di più, ‹non sto scherzando› dico
‹Anch'io ti posso denunciare per aver abusato di una minorenne tanti anni fa›
‹Se tua sorella era una puttana, non è mica colpa mia›
‹Come ti permetti pezzo di merda?› dice e la situazione si rovescia. ‹Io mi sono solo vendicato, tu hai rovinato la vita a mia sorella e io ti ho rovinato la tua bella vita› e se ne va.
Aiuto Fede ad alzarsi, prendo alcuni fazzoletti e li bagno con l'acqua, poi lo medico.
‹Silvia dovremo andare, altrimenti la prof si arrabbia›
‹Vero, l'appuntamento› dico, ‹mentre ritorni a casa mettiti questo sul labbro, deve impedirgli di gonfiarsi›
Sto per andare quando lui mi ferma. ‹Grazie›
‹Figurati› dico
‹Mi perdoni?›
‹Fede pensa alla tua carriera adesso che è più importante› dico e corriamo verso la piazza
‹Oh finalmente si sono degnati di arrivare›
‹Colpa mia, mi sono attardata in un negozio›
‹Come al solito, andiamo› dico e ci avviamo verso la stazione.
Mi giro dietro e vedo Fede guardarmi, gli sorrido e raggiungo gli altri.    

Portarmi Con Te, Decido Io La Rotta!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora