Capitolo 55

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Non so che cosa dire. ‹Silvia perché non rispondi ai suoi messaggi?› insiste Fede
‹Forse non vuole parlare davanti a te› dice Cristiano
‹Faresti meglio a stare zitto tu› dice
‹Voi due vi conoscete?› dico
‹Si, è il coinquilino di cui ti parlavo, anzi era› dice Federico
Come è piccolo il mondo. ‹Cristiano faresti meglio ad andare via› dico
‹Si, infatti faresti meglio ad andartene› dice
‹Se è questo quello che vuoi› dice
Annuisco. ‹Grazie› dico
Cristiano se ne va e noi rientriamo in casa, ‹mi dispiace› dico
‹Sai dire solo mi dispiace?› domanda
‹Non sapevo che voi due vi conoscevate e che vivevate nella stessa casa› dico
‹Se lo sapevi ci saresti uscita ugualmente?›
‹No, ovvio che no› dico
‹Che cosa è successo?› dico
Voglio essere sincera con lui, non voglio che ci siano segreti poi non è stata niente di importante. ‹Mi ha baciato› dico
‹Figlio di put...io lo ammazzo› dice
‹Non è stato niente, non essere arrabbiato con me per favore› dico
Gli appoggio la mano sulla sua
‹Io voglio stare con te, amo solo te, non pensiamoci anzi pensiamo al fatto che questo week-end passeremo due giorni fantastici›
‹Non so se voglio ancora andarci dai miei›
Mi si ferma il cuore. ‹Mi stai veramente lasciando per uno stupido bacio? Ti ho detto che non è stato niente di importante› dico
‹E se si ripete?› dice
‹Non si va a ripetere› dico e mi avvicino, ‹non essere arrabbiato per me›
Il mio cuore batte forte quando lui alza gli occhi verso di me, ‹sei incredibile Silvia, non posso essere arrabbiato con te› dice, ‹ti amo troppo per esserlo› e mi attira a sé e mi bacia. Questo è l'unico posto dove voglio stare fra le sue braccia.

***

È stato difficile convincere mio padre a lasciarmi andare a Modena con Federico.
‹Fammi parlare prima con tua madre› dico
Sbuffo, ‹a diciott'anni eri libero e indipendente dicevano› dico
Mio padre fa finta di non avermi sentita e chiama mia madre, speriamo che almeno lei sia un po' ragionevole. Cavolo voglio passare Pasqua con il mio ragazzo, è così difficile da capire?
‹Tua madre ha dato l'okay› dice
Almeno lei.
‹Tu invece?›
‹Non posso che acconsentire› dice
‹Grazie papi› dico abbracciandolo
‹Mi raccomando però› dice
Oddio le raccomandazioni no per favore.
‹Sono adulta e vaccinata, so badare a me stessa› dico
‹Non mi riferisco a quello› dice
Pensa che io possa rimanere incinta? Non ci penso neanche, cioè non adesso ma chissà forse un giorno, poi non mi immagino Federico Rossi padre. Però a volte mi immagino un piccolo Rossi dagli occhi rossi.
Il resto della settimana passa veloce tra interrogazioni che il fine di settimana arriva subito.
Sto finendo di preparare la mia valigia e sistemare quella di Fede, che ha buttato tutto alla rinfusa in valigia.
Poi prendo la mia agenda per vedere se devo portarmi o no gli assorbenti, ma quando la apro mi accorgo di un particolare.
‹Tutto a posto Silvia?› dice
‹Ehm...si tutto a posto› dico chiudendo il diario.
È in ritardo di una settimana dall'ultima volta che mi è venuto, può succedere no che ritarda? Infondo mi è stato sempre regolare e se una volta arriva in ritardo non succede nulla. Ma allora perché sono così nervosa?
‹Sicura che vada tutto bene? Sei pallida?›
No, non sto bene, potrei essere incinta ma ovviamente non posso dirglielo questo. Così mi annuisco.
‹Stavo riflettendo su un film che ho visto, parlava di una giovane coppia che rimane incinta...›
‹Mi stai cercando di dire che sei incinta?› chiede
‹No, mi ha fatto riflettere› dico
Mi avvicina. ‹Se quel giorno speriamo che sia lontano quel giorno, dovesse succedere io non ti lascerò› dice
Già speriamo che sia lontano quel giorno. ‹Come vogliamo passare la serata?› dice
Vado verso la scrivania e prendo un film
‹No, Silvia ti prego quello no› dico
È Scusa Ma Ti Chiamo Amore. Il mio film preferito. ‹Ti prego? È bellissimo› dico
‹Ma è noioso›
‹Ti prego ti prego› dico
Lo vedo sbuffare, ‹solo perché ti amo›
‹Grazie› dico.
Anche se non ci sono con la testa per guardare il film e inoltre perché Fede non mi rendeva le cose facili, non faceva altro che accarezzarmi la coscia destra e ogni tanto saliva verso il mio pube facendomi rimanere senza fiato. Ditemi come faccio a concentrarmi con Fede che mi stuzzica in quel modo.
Infatti durante i titoli di coda Fede ripete la scena ma questa volta mi fa sdraiare sul divano poi infila un dito dentro me.
Dovevo fermarlo per tutti i dubbi che ho in testa ma non riesco a parlare e mi piace come Fede mi sfiora e mi bacia. Così non gli dico di fermarsi e lui sprofonda dentro di me.

La mattina dopo partiamo da casa verso le dieci e mezza e lui non voleva prendere il treno. Se becchiamo il traffico lo picchio.
Infatti sul raccordo a Roma becchiamo il primo traffico, ‹è normale, è l'uscita da Roma› dice
‹Se vabbe› dico
Fede mi indica le sue labbra, sbuffo e mi avvicino per baciarlo
‹Dovevamo prendere il treno, a quest'ora eravamo già a Modena› dico
‹Ho tutto sotto controllo› dice
Immagino.
Accendo lo radio e cerco qualche canzone ma non c'è niente di importante, così metto un cd. ‹Uff solo Benji e Fede, sentiamo sti due› dico
‹Facciamo questo sacrificio› dice Fede prendendomi in giro e io gli faccio la linguaccia.
Arriviamo a Modena verso l'ora di pranzo e ci accolgono a braccia aperte. Infondo l'ultima volta che sono stata a casa è per tentare di fare pace con lui. ‹Ti trovo benissimo Silvia› dice la madre
Sempre gentile lei perché in realtà mi sento uno schifo e stanchissima.
Ieri sera ho dormito pochissime ore con troppi pensieri che mi vagavano nella testa.
La tavola è apparecchiata per venti persone e io sto morendo di fame
‹Tutto bene?› domanda Valentina
Perché tutti mi dicono se sto bene?
Annuisco e mi vado a sedere vicino a Fede, che sta giocando con la cuginetta. Teneri.
La madre mi mette nel piatto una porzione di lasagna e mi metto una mano davanti alla bocca come se dovessi vomitare.
Alzo lo sguardo per vedere se qualcuno se ne fosse accorto e incrocio lo sguardo della madre, abbasso di colpo lo sguardo imbarazzata. Speriamo che non pensa male di me adesso. ‹Tutto bene?› domanda Fede
Annuisco mangiando le lasagne di Morena. Sono buonissime.
Per tutto il pranzo sono tranquilla ma sentivo di avere lo sguardo della madre addosso.

Portarmi Con Te, Decido Io La Rotta!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora