capitolo 4

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Nella foto Justin

-Dài spostati!- dico senza fiato a Jack che si ostina a rimanere su di me.

Alla mia affermazione sbuffa, ma finalmente si alza.

-Finalmente te ne andrai?-
-No, devo aspettare Justin per ricreazione e il caso vuole che sia esattamente nella tua classe, mi spiace- mi dice con un' alzata di spalle e con un sopracciglio alzato
-Ma tu non hai lezione ora imbecille? E dopo non è ricreazione comunque-
-Non hai già sentito che mio padre spende fior di quattrini per questa merda?- dice con un ghigno stampato sulla faccia, eppure per un momento il suo volto si scurisce, come se in realtà non fosse fiero di ciò.

In risposta alzo gli occhi al cielo, mi giro dall' altra parte e sbuffo.

Dopo un po' suona la campanella ed esce una Clara ipnotizzata dietro a quello che dovrebbe essere Justin, ma  quando si volta si ricompone e viene verso di me.

-Katy sei una cretina, ti sei fatta buttare fuori dalla classe per nulla, perchè hai fatto così?- dice Clara porgendomi le mie cose.

A quell' affermazione, ma soprattutto a quella domanda, mi incupisco e prendo con forza le mie cose.

-Non sono affari tuoi- rispondo a denti stretti e me ne vado.

Nel corridoio improvvisamente vedo delle scale, così, annoiata, salgo.

Dopo essere salita vedo una porta e la apro, c'è una terrazza.
Questo luogo mi piace, vorrà dire che verró sempre qui per fare ricreazione o per starmene in pace, mi affaccio e resto lì fino a quando non suona la campanella.
Ragazzi che hanno intenzione di saltare quest' ora, come me, se ne stanno in cortile.

Ci sono ragazzi che fumano, altri che limonano davanti al cancello della scuola ed ancora altre ragazze che stanno rassicurando un' amica che sta piangendo. Sembra strano ma sono sempre stata una brava osservatrice, mi è sempre piaciuto osservare i comportamenti delle persone e poi da questi, talvolta, puoi anche capire il loro carattere.
Molte persone si soffermano alle apparenze semplicemente guardando una persona, peró se tutti osservassimo attentamente una persona, forse potremmo persino comprenderla.

Purtroppo credo di dover ritornare in classe.

Mi dispiace per come ho trattato Clara prima, ma ha toccato un tasto dolente.

Sono pronta a varcare la porta e quando entro tutti gli occhi dei miei compagni di classe sono su di me nuovamente.

Odio essere al centro dell'attenzione.

Inoltre alcuni mi guardano in un modo parecchio strano e questo non migliora le cose, mi metto nuovamente all' ultimo banco ed aspetto che inizi la lezione.

***
3 ore dopo

Finalmente si ritorna a casa! È stata una giornata fin troppo stressante. Esco dal cancello, ma sento qualcuno che mi chiama e mi giro.

-Katy, scusami se in qualche modo ti ho offesa prima, non era mia intenzione- mi dice Clara con uno sguardo preoccupato.
-Sta tranquilla, è solo che ero arrabbiata e me la sono presa con te- mento.
-Oh... menomale- rilascia un sospiro di sollievo.
-Per cosa?-
-Vedi qui vengo etichettata dalle persone come "la ragazza strana"- fa le virgolette con le dita.
-Eh? Potresti spiegarti meglio?-
-Per i nostri compagni di classe sono una ragazza strana, quindi nessuno si avvicina a me, soprattutto le ragazze, poiché non vogliono venire etichettate come me. Di conseguenza pensavo che tu fossi venuta a sapere di questa cosa e non volessi più parlarmi-

Dio, quanto odio queste cose. Perché cavolo le persone non riescono a crescere mentalmente e ad abbandonare tutti questi stereotipi che affibiano alle persone?

-Clara, non mi interessa di come sei venuta etichettata. Se voglio essere tua amica, le etichette non esistono, sono delle mere stronzate che gli adolescenti inventano per divertirsi, anche se non so in quale malsana maniera riescano a farlo.-

Mi guarda con gli occhi spalancati.

-Perché mi guardi in quel modo? Sei davvero inquietante-
-No, è solo che non me lo aspettavo- mi dice ridendo
-Io ora devo andare, ci vediamo domani- la saluto e metto i miei preziosi auricolari, alzando il volume al massimo e tornando a casa.

Mentre cammino un ragazzo mi viene contro.

Basta, questo è per caso un modo alternativo che utilizzano per presentarsi in questo paese?

-Scusami, non ti avevo vista- alzo lo sguardo e vedo l' amico del coglione.

Com' è che si chiamava Jesti? Just?

Si chiama Justin, imbecille!

Devo star male, adesso sento anche le voci.

-Ah ma tu sei Katy-

Bene, a quanto pare sono già famosa.

-Sì, ora ti sposti? Dovrei ritornare a casa per pranzo-
-Okay okay. Ciao ninja-

Ninja? Lasciamo perdere, questo ragazzo non deve stare molto bene, come la maggior parte delle persone che ho incontrato del resto.

***

Ah, finalmente dopo tante disavventure sono a casa! Mi sembra un miracolo che io sia sopravvissuta, ed è ancora il primo giorno.

Ho scoperto e svelato molti misteri, l' unica cosa che non sono riuscita a capire è perché quel cagnolino mi abbia chiamata ninja, ma lasciamo perdere.

Improvvisamente suona il campanello, la giornata è iniziata male e deve finire come tale ovviamente. Oramai peró mi aspetto di tutto, anche vedere un asino volare non mi farebbe nessun effetto.

Ma tu un discorso sensato l' hai mai fatto?

Ancora tu? Non ti sopporto più.

Mi dispiace ma dovrai sopportarmi fino alla fine dei tuoi giorni.

Lasciamo stare, piuttosto dovrei aprire alla porta.

-Mamma la porta! Ci vai o hai bisogno che ti alzi una gru dal divano?-
-Sì sì, ora vado e non parlarmi così signorinella- mi dice putandomi un dito contro.

Alzo gli occhi al cielo mentre lei va ad aprire.

-Katy vieni, ci sono i nostri vicini che vorrebbero presentarsi- urla mia madre.
-Arrivo, un attimo-

Mi alzo dal divano e come mia abitudine non indosso le ciabatte.

A me andare all' ingresso scalza non dispiacerebbe poi molto, ma so com' è mia madre quando ci sono ospiti, per cui vado alla ricerca delle ciabatte e finalmente le trovo.
Le indosso così velocemente che avró sicuramente fatto invidia a Flash.

-Eccomi- vado alla porta, alzo lo sguardo e... voglio morire!
-Ancora tu?!- urlo puntandogli il dito.

Se un Dio esiste realmente, credo che oggi ce l' abbia proprio a morte con me.

-Vi conoscete già?- domanda mia madre

Sì ed avrei preferito non conoscerlo sinceramente.

Mia madre spalanca gli occhi e diventa rossa per la vergogna ed anche per la rabbia, mentre la nostra vicina ridacchia.

Oh... forse ho detto il mio pensiero ad alta voce.

Tra amore e odioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora