capitolo 17

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Mi stacco pian piano da lui

-Woah, ma tu non odiavi gli abbracci?- Mi prende in giro
-E infatti li odio-
-Ma a quanto pare stare tra le braccia del sottoscritto ti piace- dice compiaciuto con un sopraciglio alzato e un sorrisino presuntuoso.

Cazzo, spero che questo non avvenga mai.

-Ti... ti sbagli, io l' ho fatto perché hai detto delle belle parole, solo ed esclusivamente per questo- 

Non capisco se stai convincendo te stessa o lui, tesoro.

Dio, quanto odio quando le persone mi chiamano tesoro, per di più la mia coscienza doveva fare la sua entrata trionfale proprio in questo momento.

Non potevo avere almeno una coscienza normale?

Non puoi averne una normale se tu per prima non lo sei.

Su questo proposito siamo d'accordo.

-Secondo me invece ti piacerebbe stare anche su qualcos' altro di mio- dice con un ghigno e con gli occhi pieni di malizia.

Capisco che sia fatto così, ma in questo istante non riesco a scherzare per niente.
Per di più sono confusa al massimo, dal momento che ho compiuto un gesto che, normalmente, non avrei mai svolto.

-Potresti smetterla di fare allusioni sessuali?- dico seccata.

-Su vieni qui- apre le braccia facendo un mezzo sorriso.

-Ma vaffanculo-

Offesa, vado verso la porta.

Ma perché l' ho abbracciato? Farmi i cazzi miei era troppo difficile, vero? Ormai ho fatto quindi è inutile piangere sul latte versato, è colpa mia.
Mentre penso a queste cose apro la porta, ma due mani ai lati della mia testa la richiudono bloccando la mia uscita.

-Fammi uscire subito da qui- dico arrabbiata

-E dài, non ti sarai mica offesa? Prima non mi sembravi tanto arrabbiata-

Mi sento umiliata dentro, ma perché cazzo ci sto male per uno stupido? Perché mi faccio tutte queste domande, non ottenendo nemmeno una risposta?
Mi giro verso di lui indignata.

-Spostati e fammi uscire-

-Su, tanto lo so che vuoi venire qui-

Neanche il tempo di assimilare il tutto che gli mollo un ceffone di quelli potenti.
Mi guarda ad occhi spalancati e si mette una mano sulla guancia che gli ho appena colpito.

-Devo ammettere che non mi aspettavo di ricevere uno schiaffo-

Oh non preoccuparti, se non stai zitto ne riceverai un altro di sicuro.

-Mi fai schifo, non parlarmi mai più-

Esco di corsa da quella casa, è l' ora di ritornare nella mia di casa però.

Devo affrontare mia madre una volta per tutte, ma ora non ho l'energia necessaria, quindi penso che andrò semplicemente a riposarmi prima di pranzo.

Busso alla porta, subito dopo sento rumori di passi veloci.
D'improvviso vedo mia madre aprire la porta con una certa veemenza, rischiando di farmela finire in faccia.

-Katy! Katy, o mio Dio, sei tu!-

Si copre la bocca con le mani e inizia a piangere per poi abbracciarmi, ma come sempre io non riesco a ricambiare in alcun modo e inoltre, credo di odiare ancora di più gli abbracci da quando sono uscita da quella casa.

Mi ritraggo di scatto dal suo abbraccio, facendo un espressione disgustata, non ho dimenticato quello che ha fatto.
Non è per mio padre, perché so che ormai è passato tanto, troppo tempo dalla sua morte, ma il punto è che lei non me l' ha detto e spero vivamente che quell' individuo non venga a vivere qui oppure noi da lui, perché se fosse così, scapperei direttamente in Finlandia.

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