Capitolo 10

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Ho sempre creduto che nella vita tutti avessero un percorso già predestinato.
Che ognuno avesse la possibilità di recuperare i sogni perduti.
Ma con il tempo capii che non era così.
Io sono sempre stata una persona molto scettica e non credente alle mitologie, ma da qualche mese la mia vita era cambiata ed io non riuscivo a capire quale fosse il bene.
Avrei voluto essere presente ogni qualvolta che la mia migliore amica aveva avuto bisogno del mio aiuto, poter cambiare le cose e risistemare gli avvenimenti futuri e riuscire a stabilire una vera relazione con le persone esterne alla mia famiglia.
La Forbes è sempre stata una delle scuole dove ti accolgono e ti mandano via in un istante.
Mia madre all'inizio della prima superiore mi voleva mandare in un istituto privato, ma io  la convinsi del contrario.
Tutti dicevano che era la scuola prediletta per coloro che nella vita non avrebbero fatto successo.
Questo è vero, ma io decisi di frequentare la Forbes non perché mi piacesse, bensì per restare insieme ad Abe, visto che i suoi genitori non si potevano permettere di mandarla in un istituto privato.

Eravamo ancora in viaggio quando rivolsi il viso verso il finestrino.
Avevo freddo e sentivo ancora dolore dove una volta vi era stato un taglio di un pugnale.
Non sapevo dove stavamo andando e né dove mi avrebbe portata.
: "Perché tu?"
:"In che senso Arya?"
:"Fin dal primo giorno mi sei sembrato strano...diverso e poi, compari all'improvviso credendo di aver risolto tutto!.Io...sto impazzendo"dissi più tra me e me che a lui.
:"Io non ho risolto niente, anzi grazie alla tua stupidità siamo in una marea di casini...e non stai impazzendo"
:"Siamo?Io non ti conosco, e per quel poco che so su di te potrei pensare che mi stai rapendo o non so...consegnando a qualcuno per essere ammazzata"
:"Non sei solo tu nei guai, ma anche io ed altri.Comunque non voglio e non ti farò del male"rispose prima che il silenzio iniziò a farsi sempre più imbarazzante.
Continuavo a guardare la strada completamente deserta, a contare quanti alberi vedevo e ad osservare le nuvole cambiare forma.
Mentre cercavo di rimanere concentrata sul percorso che stavamo percorrendo, i pensieri sembravano farsi sempre più vivi.
Io ero lì, seduta in una macchina con qualcuno che non conoscevo, stanca e afflitta senza nessuno che potesse aiutarmi.
Dopo qualche ora, Chris posteggiò in un Autogrill ed io scesi nella speranza di trovare un bagno.
Quando fui di ritorno, lo vidi con in mano un paio di jeans e una maglietta a maniche corte bianca.
: "Mentre ti aspettavo ho preso questi vestiti...mettili"disse mentre me li porgeva.
Li presi e immediatamente andai a cambiarmi.
Ritornata alla piccolissima toilette, mi spogliai nel tentativo di togliere quegli indumenti sporchi.
Così, mentre mi mettevo i nuovi vestiti, notai che alla mia destra vi era uno specchio.
Guardandomi notai come il mio corpo sembrasse invecchiato, come se io stessa non riconoscessi i lineamenti che delineavano il mio pallido viso.
Appena finii di vestirmi e di lavarmi dal sangue ancora incrostato sotto le unghie delle mani, uscii per poi andare in macchina.
Dopo poco ripartimmo, diretti verso la destinazione a me sconosciuta.
Chris non parlava ed io non avevo argomenti su cui discutere, anche perché la mia mente sembrava essersi svuotata da ogni ricordo e pensiero.
Stufa di leggere le ripetute indicazioni stradali dissi, girando il viso nella sua direzione :"La mia famiglia, la rivedrò?"passò quasi un minuto prima che rispose :"Sì, ma non subito.Dove stiamo andando è un posto sicuro, un luogo per le persone come te."
:"Come me? Vorresti dire che quello che mi è successo è accaduto anche ad altri?"
:"Non in modo uguale, ma è quello che si avvicina di più alla tua domanda"
:"La morte di Abe, era già calcolata?"domandai mentre una lacrima rigò le mie rosee gote.
:"Arya lei non era nel piano, Abe non doveva morire come tu non dovevi soffrire...è stata colpa mia se le cose si sono complicate, quindi non fartene una colpa"
:"Lei era innocente e.."
:"È passato e tu.." :"No, non è passato, perché lei..lei era l'unica persona davvero importante e senza una motivazione è stata brutalmente uccisa! Non lo meritava".
E come prima, Chris smise di parlare continuando a guardare la strada davanti a sé.
Nel frattempo cercai di distrarmi, quando i miei occhi posarono lo sguardo sul suo profilo.
Aveva la pelle molto chiara, delle labbra poco carnose e del colore delle ciliegie, mentre i suoi occhi, un misto tra un grigio scuro e un azzurro celeste, sembravano non trapelare nessuna emozione.
Era a pochi centimetri da me e non potevo a fare altro che osservarlo, ad immaginare la sua espressione meno preoccupata e più rilassata e a indovinare chi fosse veramente.
Quando smisi di fantasticare e di ritornare alla realtà, sentii qualcosa darmi fastidio sotto al sedile.
Mi spostai, ma quella cosa continuava a punzecchiarmi le cosce, impedendo al mio corpo di stare comodo.
Così, tastai la superficie del tessuto, riuscendo a prendere infine un oggetto dalla forma rettangolare.
Quando capii di cosa si trattava, lo accessi per poi iniziare a comporre il numero di casa.
:"Che cosa stai facendo? "
: "Sto cercando di chiamare mia madre!"
: "No, chiudi subito la chiamata potrebbero capire dove siamo"
: "Chris non riesco più a fare finta che tutto stia andando bene"
: "Arya non fare la stupida, se scoprono dove siamo..."
: "Cosa?Mi uccidono?"
: "Peggio, non sai di cosa sono capaci, fidati"
:"Ma..ma loro sono quello che mi rimane..se dovesse succedere a loro qualcosa, io..io non riuscirei a perdonarmelo"
: "Loro sono al sicuro, tu invece sei in pericolo ed è meglio se consegni a me quel cellulare" disse, prima di guardarmi negli occhi dopo tanto tempo.
Incerta se credigli o meno, glielo consegnai.
Ma appena lo prese, lo buttò dal finestrino per poi rompersi in tanti ed infiniti piccoli pezzi.
Non riuscivo a credere, che andando avanti sarebbe cambiato ogni cosa.
Che la mia vecchia vita non sarebbe più esistita.
Appoggiai le gambe sul sedile.
Ero stremata e avevo così tanto sonno, che cominciai a vedere sfocato.
Prima di cadere in un sonno profondo sentii Chris dirmi :"Non sei stata scelta a caso, era da un po' che ti osservavo e capisco perché.." ma il resto non lo sentii.

Una foresta.
Indossavo un vestito molto lungo.
Nero con qualche rosa disegnata sul corpetto.
Correvo e mi accorgevo che ad ogni passo che compievo, il sentiero si allungava sempre di più.
Non ero consapevole di ciò che stava succedendo.
Quando sentii la voce di Chris.
Mi girai, quando vidi il suo viso a pochi centimetri dal mio.
Aveva abbassato la testa per guardarmi negli occhi, quando intrecciò le sue dita con le mie.
Poi una forte luce ci divise, svegliandomi.

Ancora stordita per lo strano sogno gli dissi :"Dimmi che manca poco!"
:" Ancora una mezz'ora e siamo arrivati, è meglio se iniziassi a sistemarti i capelli.."
:"Si,certo"
Non capivo perché avessi sognato noi due e perché il sogno si fosse spezzato al nostro tocco.
Ogni volta che lo guardavo vedevo in lui qualcosa di diverso, di indecifrabile.
Non sapevo come comportarmi e tantomeno atteggiarmi.
Una cosa ero riuscita ad intuire, che da questo momento stava iniziando un nuovo percorso ed io ne ero consapevole.
Il mio passato lo stavo lasciando alle spalle.
Il mio futuro lo stavo mettendo nelle tasche, mentre il presente lo vivevo.
In questo momento ero Arya Evans, colei che contro milioni di sadici ce l'aveva fatta.
Adesso toccava solamente a me muovere la pedina.



Ciao, allora volevo innanzitutto dirvi che sono felicissima per le milleottocento visualizzazioni e per i continui commenti che mi aiutano sempre di più a migliorare la storia.
Volevo anche scusarmi se trovate alcune parole diverse attaccate tra loro, come anche nei capitoli precedenti, solamente che quando pubblico un nuovo capitolo molte parole si uniscono automaticamente. :(

In conclusione spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto  e se volete potete dirmelo tramite commenti  e voti.un saluto.- L.E.James.

L' ultimo Respiro  {Breathed} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora