Ho sempre pensato che tutti i miei sentimenti fossero reali, anche se con l'andare del tempo mi accorsi che erano finti, falsi e che nascondevano qualcosa di veramente losco.
Ed ora che avevo l'occasione di ricominciare da capo, mi ero ripromessa di cambiare e di rendere la mia esistenza qualcosa di meraviglioso.
Tutte le cose che mi avevano sempre circondato avevano reso la mia infanzia e la mia adolescenza ricca di rimpianti, di paure e di sensi di colpa che non mi appartenevano.
Ogni avvenimento che accadeva mi rendeva sempre più forte, coraggiosa e ambiziosa, ma allo stesso tempo esausta, triste e paurosa di quello che mi sarebbe potuto succedere in futuro.
Avevo nella testa molti pensieri che mi facevano sentire debole e tenace.
Movimenti che solo chi ha potuto assistere ad episodi sordidi può capire.
Ma come tutti noi sappiamo, un film rimane sempre il prototipo dei nostri sogni e di noi ne resta solo la polvere di quello che abbiamo sempre sperato accadesse.
Ora io penso che ogni avvenimento che ho visto, sentito o che magari ho assistito è successo per una ragione a me inspiegabile.
All'inizio non volevo crederci, ma poi con il passare dei giorni e dei mesi ho capito che ,forse, se ci esaminassimo potremmo cogliere quello che in questa vita dobbiamo imparare.
Se non fosse così, allora potrei ammettere di sbagliare, ma se fosse come dico sarebbe la svolta delle verità.
Io credo di poter riuscire a cambiare le cose in meglio, di portare la mia conoscenza oltre a dei muri scolastici, poiché non voglio essere istruita solo a scuola, ma anche a casa e in giro in modo da poter imparare ogni giorno, una piccola perla di saggezza in più.Mi ero appena svegliata quando sentii un pettirosso canticchiare davanti alla mia finestra.
Sbadigliai.
Mi alzai e andai dall' uccellino.
Gli aprii la finestra ed egli si appoggiò sul mio braccio.
Solamente quando provai ad accarezzarlo se ne andò, ritornando a volare per la sua strada.
Accesi la televisione e mentre stavo girando i canali in cerca di qualche bel film, vidi l' ora.
Erano le sei e un quarto e fra meno di un'ora, dovevo essere pronta per la cena.
Spensi immediatamente la televisione e veloce come un missile mi precipitai in bagno.
Per il poco tempo che avevo a disposizione decisi di fare un doccia, così presi dall' armadio un accappatoio color azzurro oceano e delle infradito bianche della Havaianas.
Finito di lavarmi, mi asciugai i capelli e subito dopo li pettinai.
Vidi che dentro all' armadietto mi avevano messo dei trucchi e una piastra per i capelli lisci e mossi.
Presi quella per i boccoli e a venti minuti dall' arrivo di Chris, finii sia di arricciare i capelli che truccarmi.
Per la troppa foga non mi resi conto di quanti boccoli avevo fatto e visto che sembravo un riccio, decisi all' ultimo momento di usare delle mollette per creare uno chignon morbido.
Lasciai cadere un ciuffo liscio sulla mia candida pelle che, con delicatezza, sfiorava l' occhio destro.
Poi andai a mettermi l'abito.
Aveva un aspetto molto ottocentesco.
Aveva un corpetto bianco con i fianchi delimitati da un colore rosa pallido, mentre il sotto era liscio con uno spacco che iniziava a pochi centimetri dalla fine della mia coscia.
Il mio problema? Allacciarlo.
A differenza delle altre vesti che avevo indossato in tutta la mia vita, questo era pieno di lacci ed io non riuscivo ad arrivarci con le braccia.
Siffatto decisi di toglierlo, ma qualcuno bussò alla porta.
Rimasi ferma e pietrificata.
Non sapevo che scusa inventarmi e tantomeno come spiegargli che mi ero addormentata.
Bussò nuovamente.
: " Ehm..avanti.."Puntuale come un orologio svizzero, Chris entrò.
Per la vergogna che stavo provando rimasi girata, dandogli le spalle.
: "Ti serve una mano?"
: " Beh a dire il vero...sì...non riesco...ecco... ad allacciare il vestito".
Mi sentivo le guance bruciare per l'imbarazzo.
Volevo girarmi per vederlo, ma la mia mente mi diceva di rimanere ferma.
Poi dopo pochi secondi, sentii le sue delicate dita sulla schiena.
Percepivo il rumore del laccio e del suo palmo che, con soavità, si toccavano.
: " Scusa se non mi sono preparata in orario è che..."
: " Non mi devi spiegazioni".
Sentivo le sue labbra vibrare al di sopra della mia testa.
Quando finì di allacciarli mi fece girare nella sua direzione, mi guardò quando le sue labbra pronunciarono: "Bene ora possiamo andare".
A quella frase abbassai lo sguardo.
Non riuscivo a capire perché quando mi trovavo con lui, diventassi diversa.
Ci stavamo guardando negli occhi quando mi ricordai che dovevo ancora mettere le scarpe.
: " Oh, le scarpe...cioè mi mancano le scarpe...intendo da... indossare.".
Sapevo che stavo facendo delle figure ridicole comportandomi così, ma era l'unica cosa che riuscivo a fare quando mi trovavo a pochi centimetri dal suo viso.
Mi stavo girando per prenderle, quando inciampai nel retro del vestito.
Chris mi prese al volo.
I nostri sguardi si incontrarono per pochi secondi prima che riuscii a riprendere equilibrio.
Adesso potevo ammettere che era stata una delle mie esperienze più imbarazzanti che avessi mai vissuto.
Successivamente uscimmo, avviandoci all'appuntamento con la Direttrice.
: "Scusa per prima, io non volevo, è solo che il tempo, il vestito.." : "Come ho detto prima, non mi devi spiegazioni" Mi ribadì senza mostrare nessuna emozione o espressione sul volto.
: "Lei, la Direttrice che persona è?"
; "Diciamo che è una donna molto all'antica"
: "Ah."
: " Ecco prima che arriviamo ti devo raccomandare alcune cose, la prima è che pretende una buona educazione a tavola, la seconda che le si risponda in modo cordiale e con il voi e la terza che non le piacciono le persone che rispondono senza un buon motivo."
: " Capito...ma io non sono mai stata educata in modo molto " reale" per mangiare"
: " Infatti una delle prime lezioni sarà proprio questa"
: "Cosa?".
Ma era troppo tardi, dato che quando Chris aprì la bocca per ribattere, eravamo arrivati al luogo dell'appuntamento.
La stanza dove si sarebbe tenuta la cena era molto lussuosa, tanto è vero che vi era un gigantesco lampadario di diamanti al centro del tavolo.
Le pareti erano di un colore color crema con dei piccoli ricami in oro.
Il tavolo era lungo quasi tutta la stanza ed era in mogano.
Molto pregiato, ma allo stesso tempo antico.
Le sedie erano anch' esse in mogano, ma con dei cuscinetti uguali ai ricami delle pareti, mentre la parte dello schienale era ricamata da ritagli che insieme formavano i rami di un albero.
La Direttrice sembrava studiarmi dall' alto verso il basso.
Non sapevo come comportarmi o come mangiare in modo che sembrassi conoscere la buona educazione.
: "Sedetevi" ci disse con voce soave.
Mi ero seduta di fronte a Chris.
: " Fra poco ci serviranno da mangiare, Arya sembrate nervosa, qualcosa non va?"
Non sapevo come rispondere, le mie corde vocali le sentivo svanire e la mia bocca essere ingoiata dalla mia stessa gola.
Guardai Chris in cerca di qualche risposta.
Sentivo il respiro di quella signora aumentare per il nervosismo.
: "No, è solo che è la prima volta che vedo un edificio così maestoso"
: "Vi abituerete, fidatevi" disse, prima che i camerieri iniziassero a portare il cibo tanto aspettato.
Vi erano tre forchette, un cucchiaino vicino al bicchiere e tre coltelli.
Non sapevo quali prendere.
Vidi Chris indicarmi la forchetta e il coltelli più esterni al piatto, dove c'era contenuto un misto di verdure.
In tutta la mia vita non avevo mai assaggiato ortaggi di questo genere.
Intravedevo anche in Chris la mia stessa espressione di disgusto, mentre lei mangiava con tanto piacere.
Dopo aver mangiato il primo, il secondo ed infine un dolce molto strano, cominciammo a discutere su vari fattori che potevano variare dalla scuola agli hobby quotidiani.
La Direttrice mi disse con un tono serio.
: " Arya adesso vi spiegherò brevemente come funziona l'amministrazione di questa scuola .Innanzitutto siete obbligata a rimanere sempre con Chris, non potrete fare quello che volete, poiché ognuno deve rispettare le regole da me affibbiate, avrete dei corsi quotidiani dove studierete, farete i compiti e sosterrete esami di verifica, successivamente avrete dei corsi speciali dove il vostro insegnante sarà Chris".
Appena finì di parlare, le chiesi : " A proposito di lezioni, esami e quant' altro, per caso c'è la possibilità che possa chiamare la mia famiglia, per avvertirla che sono sana e vegeta?"
: "Cara abbiamo provveduto direttamente noi, stanno tutti bene"
: " Non vorrei essere maleducata, ma pensare che volessi parlare con loro?" alzai il tono della voce.
: "D'ora in avanti dovrai dimenticarti la tua famiglia e tutto quello che eri"
: " Cosa?" urlai.
Mi alzai da tavola, Chris mi imitò mentre la Direttrice rimase seduta a guardarmi.
Me ne stavo andando.
: " Signorina Evans, ritorni al suo posto!".
Ma le sue parole nella mia testa erano come foglie buttate al vento d'inverno.
Ora volevo solo togliermi dalla testa tutto quello che avevo appena vissuto, la partenza, l'arrivo, la mia nuova camera e...questa stupida cena.
Non sapevo dove mi stessi dirigendo, ma solo che volevo allontanarmi da tutti e da ogni cosa che mi ricordasse questo Istituto.
Sentivo Chris corrermi dietro e l'aria della sera cantare dolci melodie, mentre le mie lacrime scendere nel mio viso oramai rigato e consumato dal rimpianto.
Il giardino dell'edificio era di fianco a me e sentii che solo il volere della mia anima mi avrebbe fatto volare laddove nessuno poteva vedermi, cercare o portare alla realtà di questa vita.
Corsi ancora per qualche metro, quando mi diressi verso un albero isolato.
Era un grande salice piangente.
Mi tolsi le scarpe e delicatamente mi appoggiai ,piangendo, alla corteccia.
Era notte fonda e gli unici oggetti luminosi che potevo scorgere con i miei occhi erano le stelle e la dolce luna.
Avevo le ginocchia strette al mio petto e le braccia intorno alle gambe.
Mentre piangevo guardavo le stelle e nel contempo la luna.
Fin da quando ero piccola avevo sempre visto esse come piccole speranze di sogni infranti, ma con il passare del tempo capii che non era così e che loro erano le uniche a poterti tirare su il morale e farti credere che tutto, se fatto con caparbietà e onestà, si poteva realizzare.
Sentivo alcuni passi avvicinarsi.
: " Arya."
: " Chris, vattene"
: "Perché? Non capisci che in questo modo renderai le cose difficili?"
: "Siete voi due a rendere la mia vita impossibile! E...e...non riesco a credere che tu, voi mi abbiate portato via ogni cosa"
: " Ascolta..." : " Ho detto di andartene, quale tra queste parole non hai inteso?"
gli dissi con ancora le lacrime sulle guance e il trucco sbavato.
: " Arya, adesso è ora che vai nelle tue stanze, la Direttrice è arrabbiata per il modo in cui ti sei comportata e di conseguenza ha dato la colpa anche a me per l'accaduto"
: " Mi dai pure gli ordini!? Senti Chris, non sono nell' umore giusto per scherzare e di "conseguenza" stare ad ascoltare quello che dici!. Non mi interessa quello che ha detto quella Direttrice, perciò vattene!"
A quel punto sentii i suoi passi allontanarsi sempre di più e le mie lacrime sgorgare come non mai.
Ero sul punto di crollare, di urlare, di piangere finché le lacrime non mi avessero consumato.
Piangevo, pensavo per poi ricominciare a piangere.
Ecco come passavo le mie notti..
Forse era per quel motivo, che il mondo che mi stavo costruendo intorno, era sempre più forte da abbattere.
Mi sentivo quasi soffocare e l'unico modo per demolirlo era poter credere in una nuova ragione di speranza.
Ogni persona che avevo incontrato, aveva reso le mie giornate diverse dalle solite.
Nuovi episodi si stavano aggiungendo alla mia piccola valigia.
Volevo solo poter controllare il mio umore.
Fu così, che udii la terra soffrire come me, il vento soffiare dalla rabbia come le mie emozioni, l'acqua piangere come le mie lacrime e il fuoco bruciare come la mia anima.
Ogni momento passato a ripensare ai bei ricordi, era un avvenimento pericoloso che si avvicinava sempre di più al mio corpo.
Non capivo come comprendere queste decisioni.
Io ero sola contro una platea di persone.
Volevo poterle sconfiggere, ma sentivo che non ero ancora abbastanza potente per riuscirci.
Sentivo la mia energia crescere sempre di più.
Le mie doti superare le mie capacità e i miei sentimenti cambiare di continuo.
Ora dovevo comprendere come prendere in considerazione quello che mi stava accadendo, se nel bene o nel male.
Avvertivo un forte bisogno di Chris e un lungo distacco da coloro che mi volevano per scopi loschi e sconosciuti.
Lui era l' unico a poter entrare nel mio cuore ed estrapolare quello che avevo bisogno.
Ero forte e solo egli sarebbe riuscito a tirare fuori quello che dà molto tempo tenevo nascosto all' universo.
Molto probabilmente era giunto il mio momento e solo chi aveva accesso al mio cuore poteva scovarlo.
Adesso i miei occhi stavano dando capolino all' imminente sonno.
Mi sdraiai sull' umido prato e contando fino a dieci cercai di realizzare la mia situazione attuale.
Così lasciai che il vento, con la sua dolce brezza, mi portasse nei sogni di chi ha saputo cogliere l'essenziale delle cose, poiché solo in questo modo sarei riuscita cambiare ciò che era sbagliato, mentre con le armi dell' anima sconfiggere il male che mi circondava.
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L' ultimo Respiro {Breathed}
Fantasi#20 in fantasia 20/05/2016 "Appena lo vidi un sentimento a me estraneo mi pervase immediatamente. Stavo entrando in classe insieme alla mia migliore amica quando i miei occhi innocenti videro per la prima volta i suoi lineamenti perfetti e il suo...