Capitolo 17

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Paura, angoscia, tristezza, speranza.
Ecco quello che continuavo a provare.
Ecco cosa volevo nascondere alle persone.
Molte volte catalogate come parole dal significato semplice e banale.
Ogni volta considerate dalla mia mente come una spiegazione a tutto quello che stava succedendo.
Avrei voluto essere qualcun' altra.
Ormai la mia famiglia non esisteva più.
La mia migliore amica non l'avrei più rivista e, forse, non sarei più riuscita a dimenticare il suo corpo morto.
Ecco perché non avevo più una ragione per andare avanti, un motivo per combattere.
Magari avrei dovuto credere di più in me stessa.
Forse era solo questione di tempo.


Un urlo.
Delle grida spezzarono la quiete della notte.
Avevo ancora la schiena appoggiata sulla porta, le gambe portate vicino al petto e la testa chinata sulle ginocchia, quando lo sentii.
Stavo ancora piangendo e fu solo al suono di quel rumore così agghiacciante, mi alzai.
Avevo ancora gli occhi lucidi e inizialmente feci fatica a vedere bene la stanza.
Udivo dei mormorii provenire da fuori, così andai a vedere dalla finestra che cosa fosse successo.
Appena guardai fuori, vidi tutti gli studenti dei vari dormitori affacciati, come me, sulle finestre.
Fu solo quando seguii il loro sguardo perso e sorpreso, che notai un corpo senza vita nel cortile dell'istituto.
Arretrai di qualche passo appena vidi quella persona.
Fortunatamente era buio e di conseguenza non riuscivo a vedere il sangue che le scendeva dal viso.
Tutto il corpo studentesco era a pochi metri da quella ragazza e nessuno faceva niente.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo bensì ci provassi.
Mi toccai la guancia sinistra, quando iniziai a pensare a tutte le persone che avevo visto dal mio arrivo.
Inizialmente non mi venne in mente nessuno, ma in un secondo momento capii che si potesse trattare della ragazza della mia classe.
Mi sembrava fosse Bethany, la ragazza che il primo giorno di lezione aveva cercato in tutti i modi di parlare con Drake.
Dopo qualche minuto arrivarono alcune persone.
Tra queste vi era la Direttrice e Chris.
Chris?
Che cosa centrava lui? Perché era sempre presente e, soprattutto, insieme alla Direttrice?
Per qualche secondo distolsi lo sguardo in modo da non dover pensare a quello che mi aveva detto poche ore prima.
Successivamente al loro arrivo, un uomo dall' aspetto robusto andò nella stanza della ragazza.
Lo vidi aprire la finestra.
: "Ho trovato qualcosa"
Fu in quell' esatto momento che sia la Direttrice che Chris, si allontanarono per poi andare nella stanza della ragazza.
Mentre fissavo i medici, intenti a prendere il cadavere, pensai che, forse, quella morte era un messaggio.
Magari non era stata uccisa da delle semplici persone, o forse chi aveva fatto cadere quel corpo erano stati i Custodi.
E se fosse stato così, ora sarebbero arrivati a prendermi?
Stanca e allo stesso tempo confusa, chiusi la finestra per poi sedermi e guardare, dopo tanto tempo, la luna piena.
Era così irreale e stupenda per non essere notata.
Al contrario del cielo che, come la notte stessa, era oscuro e tenebroso.
Fu solo dopo un po' di tempo che andai a sdraiarmi sul letto cercando, invano, di addormentarmi.
L' omicidio della ragazza e i miei pensieri mi impedirono di chiudere occhio, così quando suonò la sveglia ero già preparata per uscire e andare in classe.




Arrivata dentro all' aula, notai tutti piangere e consolarsi a vicenda.
Drake era rimasto con i suoi amici, mentre io seduta al mio solito posto intenta a non fare commenti inappropriati.
La professoressa di geografia decise di non fare lezione, lasciando che il dolore delle persone potesse scomparire con il suo aiuto....che sfortunatamente non funzionò, visto che dopo le sue parole di "conforto" le amiche di Bethany piansero ancora di più.
Dispiaciuta, ma nel contempo stufa di sentire solo pianti e lamenti chiesi alla professoressa se potevo, cortesemente, andare un attimo nella mia stanza.
Lei mi fece cenno di sì ed io velocemente uscii dall'aula, procedendo verso la mia camera.
Ero quasi arrivata, quando Chris mi prese per un polso e mi spinse contro la parete del corridoio.
: "Arya"
: "Lasciami! Cosa pensi di fare?"
: "Mi dispiace, forse ho corso troppo con le..."
:"Corso? Io..io non so a cosa credere, il fatto che sia in un posto così maledettamente privo di vita, il fatto che sia sola e senza la mia famiglia o il semplice fatto che continuano a succedere cose fuori dal normale!" gli dissi, mentre una lacrima rigò le mie rosee gote.
: "Tu non ne hai colpa"
: "Eppure agli occhi di tutti sembra il contrario"
: "Quello che ti ho detto è vero, Bethany non è stata altro che una loro pedina"
: "Perché?"
: "Perché volevano attirare la tua attenzione, l'Istituto non è più sicuro" disse contraendo i muscoli della mandibola.
: "Sono stati i Custodi, vero? Loro hanno ucciso anche Abe, giusto?"
: "Per loro è come l' inizio di un ciclo, fino a quando non ti prenderanno, loro continueranno"
Improvvisamente mi lasciò il polso.
Lo massaggiai.
: "Ora devo andare"
: "Arya?"
Non risposi.
Dopodiché mi scostai dalla parete dandogli, anche se lievemente, una piccola spallata.
Quanto lo odiavo quando faceva così, quando volevo sembrare lui la vittima.
Avrei voluto tirare un pugno al muro, ma pensai che avere una mano rotta non mi avrebbe giovato.
Ero intenzionata a ritornare in classe, ma qualcosa catturò la mia attenzione.
Drake.
Visto che aveva appena perso un'amica, forse, gli avrebbe fatto piacere un po' di compagnia.
Mi avvicinai.
: "Mi dispiace" gli dissi, prendendolo di sorpresa.
: "Anche a me"
: "Eravate molto amici?"
: "Sì, ci conoscevamo sin da quando eravamo piccoli"
: "Drake forse è meglio se rimandassimo il nostro pic-nic..." :
": "No, magari mi aiuterà a non pensare, possiamo fare questa sera invece che a mezzogiorno?"
: "Certo, l'importante è che non ti senta a disagio dopo quello che è appena successo" gli mormorai.
: " Non ti preoccupare".
Poi, dopo il nostro discorso, arrivarono alcune sue amiche ed io decisi di andarmene.
Mentre percorrevo i diversi corridoi pensai ad Abe, alla sua morte così ingiusta e senza senso.
Quindi secondo Chris era tutto uno schema, un modo per attirare la mia attenzione.
Eppure pensavo non fosse solo quello il motivo, che ci fosse dell'altro.
Ero ancora nei miei pensieri, quando furono chiamati tutti gli studenti in giardino.
Li seguii, per poi vedere la Direttrice intenta ad iniziare un discorso.
: "Bethany James è stata una brava studentessa fino al suo ultimo giorno, la sua morte ci ha sorpresi tutti quanti. Io stessa voglio trovare il colpevole e fino a quando non verrà trovato, l' Istituto sarà sorvegliato da più guardie e le lezioni verranno sospese" e in quell' istante un gruppo di sorveglianti le si avvicinò.
: "Spero che questo messaggio vi sia stato di conforto. Il funerale sarà questo pomeriggio, quindi fatevi trovare pronti. A presto".
Questo sarebbe un discorso confortante?
Avrei preferito non parlasse, invece di sentire quelle parole così false e prive di emozioni.
Non aveva neanche fatto le condoglianze a tutti coloro che le erano stati vicini negli anni.
Sarebbe stata onorata con un semplice funerale ed io dovevo correre a prepararmi, altrimenti non avrei assistito alla commemorabile esequie della povera e giovane Bethany James.
Appena mi divincolai da tutti gli studenti, entrai nell' edificio.
Mi addentrai in un corridoio dove vi erano alcuni ragazzi che, indiscretamente, stavano parlando della ragazza defunta.
Molto probabilmente durante il discorso della Direttrice, alcuni addetti avevano aggiunto nuove telecamere e uomini in ogni angolo, pronti a sorvegliarci.
Senza farmi notare, andai in un corridoio che non avevo mai visto prima di allora.
Alla fine del percorso incontrai due uomini della sorveglianza.
Mi bloccarono il passaggio.
: "Lo sai che è proibito venire in questa zona?"
Stavo andando nel panico.
Perché c'erano due persone a controllare quel corridoio?
Che cosa poteva esserci nascosto per essere sorvegliato non da una, ma bensì da due guardie?
: "Scusate, pensavo non ci fossero zone vietate...cercherò di ricordarmelo"
: "Sarà meglio per te, qui si può accedere solo con un permesso firmato dalla Direttrice stessa"
Imbarazzata, cambiai strada pensando ad un modo per entrare senza essere scoperta.
La Direttrice non mi avrebbe mai dato il permesso, così riflettei a dei modi alternativi.
Ero quasi arrivata alla mia stanza per prepararmi, quando un' Ombra mi sfiorò.
Un gelido vento fece muovere i miei capelli, mentre dei sussurri mi impedivano di capire che cosa voleva comunicarmi.
Voleva toccarmi, ma non riusciva.
Cercava di avvicinarsi, ma qualcosa glielo impediva.
Così iniziò a girarmi intorno, in attesa di un mio movimento.
Le avvicinai una mano, ma ella si allontanò.
: "Akasha"
: "Che cosa vuoi Ombra?"
: "Akasha"
Ma non capivo.
All' improvviso chiusi gli occhi, cercando di ascoltare meglio.
: "Shh, Kaliii"
: "Che cosa vuoi intendere?" dissi nel tentativo di comprendere il significato di quelle parole.
Fu solo quando non sentii più la sua presenza, che aprii gli occhi.
Di fronte a me c'era Chris.
Arretrai di qualche passo per lo spavento.
: "Chris!?"
: "Cosa stavi facendo esattamente?"
: "Cose che non ti riguardano? Tu perché sei qua?"
: "Ti stavo sorvegliando, la Direttrice ha detto di controllarti di più"
: "Quindi mi stavi spiando!" dissi imbarazzata.
: "Non proprio, hai detto Kali prima..perchè?"mi chiese con tono serio.
: "Io ho solo.." : "Le Ombre, sono state loro?" chiese preoccupato
Non risposi.
: "Arya, per favore"
: "Era un' Ombra, perché le vedo?"
: "Non sei pazza, anche io le vedo...però non possono parlarmi mentre a te sì...strano"
: "Mi spiegherai anche cosa sono loro?"
: "Sì, se lo vorrai sapere"



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