Capitolo 11

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Molti credono di conoscere la vita degli altri, anche se alla fine sono coloro che sanno solo una piccola parte di essa.
Alcuni provano ad indovinare, mentre la maggior parte preferisce divulgare notizie non vere.
Forse è per questo che mi ritrovo, ancora oggi, a non fidarmi di nessuno.
A mio parere, penso che la vita sia un dono o più semplicemente, un mistero.
Noi tutti sappiamo che essa fa parte della nostra stessa essenza e senza non potremmo esistere.
Ecco perché, ritengo che la fedeltà, la fiducia o qualsiasi altro sostantivo comune a quei due siano, solamente, una minima parte di quello che la nostra esistenza voglia farci comprendere.
Poiché noi, non siamo altro che Energia.
Ed Energia significa Vita.

Stavo scendendo dall'auto quando Chris mi aiutò a non cadere per terra.
Avevo cercato in tutti i modi possibili di districare i nodi dai capelli che avevo accumulato durante l'assalto e il viaggio in sua compagnia.
Quando alzai lo sguardo vidi un imponente edificio davanti a me.
Sembrava toccare il cielo da quanto erano alte le guglie.
Era fatto di marmo, ma allo stesso tempo si potevano scorgere piccoli e grigi sassi all' estremità del monumento.
Era decorato con finestre a due aperture sormontate da archi a tutto sesto.
Le alte bifore facevano intravedere piccoli spazi interni, mentre le arcate mostravano disegni di animali mitologici.
Intorno alla nobile struttura alberi di diversi tipi la circondavano, dandole un' aria ancora più maestosa.
Era così affascinata da tanta bellezza che non sentii Chris.
Dovette chiamarmi altre tre volte prima che io mi resi conto di essere ancora al posteggio, invece che all' ingresso insieme a lui.
Mentre percorrevo il viale, notai delle inscrizioni sotto ai miei piedi.
: "Non credevo esistesse un posto del genere"
: "Beh, diciamo che solo in pochi sanno della sua esistenza" disse prima di continuare : "Questo è l'Istituto e sarà il posto dove rimarrai per la tua sicurezza".
E fu proprio quando smise di parlare, che i due portoni di legno si aprirono.
Appena entrai, capii che l'esterno dell' edificio non era niente a confronto dell' interno.
Un lungo e sontuoso tappetto rosso, era appoggiato sulle scale a me frontali, mentre bellissimi quadri dalle cornici dorate erano appesi ai muri di marmo.
Dalle infinite guglie, interminabili lampadari di cristallo pendevano da esse.

Era tutto così enorme e senza fine.
: " Arya aspetta un attimo, che io devo andare ad avvisare una persona del nostro arrivo:" mi avvisò prima di scomparire.
: " Va bene.".
Ero così ammaliata dalla bellezza di quel posto che mi allontanai di qualche metro, notando un giardino.
Curiosa mi avvicinai, vedendo altre persone.
Mentre li osservavo, pensai per un momento che questo Istituto non fosse adatto a me, ad una persona che a malapena riusciva a stabilire un semplice rapporto di amicizia.
Soprattutto per il semplice fatto che non riuscivo a credere che da questo momento in avanti la mia vita sarebbe stata diversa.
Lì dentro mi sembrava tutto perfetto...irreale ai miei occhi ancora stupiti.
: " Non ti avevo detto di rimanere ferma?"
: "Se volevi farmi prendere un infarto,eri sulla buona strada"
: "Adesso ti accompagno nella tua stanza, la Direttrice ha detto che ti vuole incontrare quindi sarà meglio se ti dai una lavata"
: "Chi?"
: "E' colei che amministra ogni cosa nell' Istituto e diciamo che non va matta per le persone lerce"
: "Grazie tante" gli dissi prima che iniziasse a camminare facendomi in continuazione il segno di seguirlo.
Salimmo le scale, girammo a sinistra poi a destra ed infine salimmo, ancora, delle lunghe rampe di scale che sembravano non finire più.
Dopodiché andammo avanti per un lungo corridoio.
Era molto stretto e allo stesso tempo lungo abbastanza da non poter vedere la fine..
Dopo una lunga camminata si fermò davanti a una porta di color mogano.
Con sé Chris aveva la chiave della stanza, l'aprì ed appena entrai vidi quanto fosse grande e stupenda.
Era tutto ordinato, il letto, i soprammobili...ogni cosa .
Non vi era neanche un po' di polvere.
: " Ecco la tua stanza, non ti preoccupare la strada la imparerai in fretta, è solo questione di memoria e allenamento"
Chris era appoggiato allo stipite della porta, quando mi misi ad osservare e a toccare le varie cose che la costituivano.
Il letto era a baldacchino, mentre il pavimento di marmo, avevo due armadi giganti di fronte a me, una scrivania spaziosa, una libreria con dei libri appoggiati, delle mensole dove erano stati posti alcuni oggetti e una televisione al plasma.
: " C'è un' altra porta?" chiesi stupita.
Quando l' aprii vidi che era il bagno.
Era enorme e molto spazioso.
Vi era una grandissima vasca bianca con l'idromassaggio incorporato, all'angolo una doccia, una finestra verso la fine della stanza, uno specchio, un lavandino, un lungo mobile bianco ed infine un water e il porta carta igienica .
Appena ritornai nell' altra stanza, Chris si avvicinò aprendo uno degli armadi dove prese un vestito che adagiò, delicatamente, sul letto.
: "Questo è l' abito che dovrai indossare sta sera, l'appuntamento è alle sette."
: "Ma non so dove andare"
: "Per questo verrò a bussarti, per poi andare insieme alla cena."
: "Ok.." ma non feci in tempo a rispondere : "Ricordati di essere puntuale"
: " C..erto"
Dopodiché Chris chiuse la porta dietro di sé , lasciandomi sola in quella immensa stanza.
Erano le cinque del pomeriggio e tra due ore avrei avuto una cena con la Direttrice.
Ero troppo stanca per fare adesso il bagno, così decisi di sdraiarmi per pochi minuti nel mio comodissimo e lussuosissimo letto.
Per colpa del sonno mi addormentai lasciando le mie preoccupazioni al vento che entrava nella stanza.
Mentre riposavo, sentivo dentro alla mia testa i miei pensieri farsi sempre più strani e diversi dai soliti.
Continuavo a ripetermi che dovevo essere una persona migliore, che non potevo dimenticare e nemmeno ricordare.
Avevo paura, ma allo stesso tempo sentivo che potevo sconfiggerla
Così come il mio istinto, diceva di fuggire e di non tornare mai più.
Ma sapevo che, se anche solo avessi provato a riguardare tutti i miei vecchi episodi, la mia mente sarebbe stata piena di sensi di colpa e di lacrime che non dovevano appartenere a me.
Ora stava cominciando la mia nuova vita.
Adesso ero io a prendere il posto di qualcun altro.

L' ultimo Respiro  {Breathed} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora