Prove

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«Coraggio Emma, non è così difficile!»

«Senti un po', è la prima volta che ci provo! Abbi un po' di pazienza, grazie».

Sono frustrata. Io e Derek siamo rimasti in quella grande biblioteca per circa tre ore, leggendo delle origini dei nostri poteri e chi solo sa cos' altro. Ora sono in questa palestra da due ore insieme a Derek, sudata e stanca, cercando di tirare un pugno in faccia a questo stupido presuntuoso.

«Ehi, così mi offendi» e fa quel ghigno. Quanto lo odio. La mia rabbia e la mia frustrazione aumentano a dismisura.

«Sei uno stupido – pugno destro (che schiva) – arrogante – pugno sinistro (che a malapena lo sfiora) – presuntuoso (calcio destro) – ragazzo dei miei stivali!» gli do una spinta che lo fa barcollare all' indietro. Si stupisce. Io ho il respiro affannato per la fatica.

«Visto? Non era poi così difficile». Produco un verso di rabbia, quasi un ringhio, faccio una finta col braccio sinistro e col pugno destro lo colpisco allo stomaco. Derek si piega in ginocchio e fa una smorfia di dolore. Come se mi risvegliassi da uno strano sogno, capisco ciò che ho fatto e mi avvicino a lui.

«Oh mio Dio, stai bene? Scusami, non ero in me. Io ...» non riesco a finire la frase. Lui si alza di colpo e, come un fulmine mi ritrovo lui alle spalle. Mi sta trattenendo le braccia e me le tiene incrociate. Provo a liberarmi con uno strattone, ma non ci riesco.

«Lezione importante – mi dice all'orecchio, provocandomi un brivido – mai abbassare la guardia». Rimaniamo così per alcuni minuti. Sento il suo odore ed è una fragranza così buona che devo trattenermi dall' annusarlo. Poi lui dice: «Ti puoi liberare, se vuoi».

«E come?»

«Metti i palmi verso l'alto e spingi in giù». Lo faccio, e il suo corpo non è più incollato al mio.

«Credo che sia abbastanza, per oggi».

«Sono d'accordo».

Mi sta fissando in modo strano mentre si asciuga le mani sudate.

«Ho qualcosa in faccia?» domando preoccupata.

«No no» e quasi ride.

«Proviamo una cosa» dice poi.

«Mi devo preoccupare?»

«No, è solo un esperimento».

Si avvicina e allunga entrambe le mani con il palmo rivolto verso di me.

«Forza, metti le mani come le mie» dice. Non so cosa stia cercando di fare, ma l'idea mi incuriosisce. Alzo le mani.

Niente. Mi sento un'imbranata a star messa così.

«Devi concentrarti».

«E come?»

«Pensa all'acqua».

«All'acqua?».

«È il tuo elemento ricordi?».

Sbuffo, ma ci provo. Immagino la sensazione che sento ogni volta che mi immergo, ogni volta che sento l'acqua che scorre sulla mia pelle, a come mi sento libera in quei momenti. Chiudo gli occhi e sulle mie mani sento l'impetuosità dell'acqua quando è in grande quantità. Un brivido mi scuote fino alle ossa e all'improvviso sento una forte energia che parte dalle braccia. La lascio andare e sento che arriva alle mani e poi ...

Riapro gli occhi perché quella sensazione è scomparsa, e, non ci crederete mai, Derek è disteso per terra ... bagnato fradicio! Lui si alza subito e mi guarda sbalordito. Dopo un attimo di shock mi sforzo di non ridere. Devo prendere il telefono, devo assolutamente fare una foto.

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