Finita la colazione, Derek mi mostra una parte della casa che ancora non ho visto: quello che all' inizio credevo fosse una lavanderia, in realtà è una palestra, piena di attrezzi per allenarsi. È una stanza di medie dimensioni, perfetta per questo genere di cose.
«Ci alleneremo qui, senza dover andare ogni volta al museo. Ti aiuterò a sviluppare il tuo potere con l'acqua e a controllare i tuoi pensieri. Le uniche volte che andremo al museo saranno per indagare sulla persona corrotta e per scoprire chi sia. Pronta?».
«Sono nata pronta».
Dopo trenta minuti
«Basta, Derek, ti prego. – dico col fiatone e crollando a terra – Non ce la faccio più».
«Abbiamo appena cominciato» dice Derek, senza fiatone e senza neanche una goccia di sudore. Indossa una maglia a maniche corte grigia e dei pantaloncini da calcio neri. Io invece indosso dei pantaloncini normali e una maglia nera di Derek, non avendo portato maglie da ginnastica, ed è di due taglie più grande di quelle che sono abituata a indossare, ma è meglio così, si nota di meno il medaglione che ho al collo.
Mi trascino verso la bottiglietta di acqua fresca e bevo metà bottiglia. Il mio viso e la mia schiena grondando di sudore. Mi toglierei la maglietta e resterei col reggiseno sportivo se non ci fosse Derek.
«Non ti disturbare» mi dice Derek, malizioso. Arrossisco come un peperone. Decido di ignorarlo.
«Possiamo fare qualcos' altro?» chiedo, con le braccia che tremano per lo sforzo fisico che hanno appena subito.
«Ci alleniamo con l'acqua?» chiede Derek.
«Mm mm» acconsento.
Derek prende una bacinella piena d'acqua che aveva preparato prima e la appoggia su un tavolino.
«Allora – dice – devi concentrarti solo ed esclusivamente sull' acqua. Metti le mani dentro la bacinella e senti come l'acqua pesa sulla tua pelle. Chiudi gli occhi e svuota la mente».
Faccio ciò che Derek mi dice e mi rilasso. Ho sempre amato sentire l'acqua scorrere sulla mia pelle, trovo che sia una sensazione fantastica. Faccio respiri profondi. Dopo un po' di tempo sento il medaglione pulsare e bruciare allo stesso tempo. Apro gli occhi e noto che nella bacinella non c'è più l'acqua: tantissime gocce sono sospese nell' aria, immobili. È uno spettacolo straordinario. Mi giro intorno e vedo che le gocce riempiono tutto lo spazio della stanza. Faccio una piccola risata. Derek fissa tutto sbalordito, come se non ci credesse. Poco dopo tutte le gocce si concentrano sul soffitto e subito dopo ci cade tutta addosso, bagnandoci. Faccio un urletto e mi accordo di essere fradicia, come Derek e come il pavimento. Il medaglione smette di pulsare e di bruciare. Che mi abbia aiutato?
«È ... - Derek è senza parole – è pazzesco. Come hai fatto?».
«Non ne ho idea» mento.
«Beh non credo che le Amanti prima di te abbiano sviluppato i loro poteri così velocemente. È incredibile» dice.
Io non riesco a smettere di sorridere: mi sento così potente in questo momento, come mai mi sono sentita. È una sensazione fantastica, esplosiva, potrei buttare giù un muro da quanto mi sento forte.
«Allora? Riprendiamo?» dico con un sorriso grande quanto una casa.
Dopo un'altra ora di allenamento, Derek dice che per oggi basta e m'invita a farmi una doccia per prima. Al solo pensiero a ciò che è successo ieri sera (io che esco dal bagno solo con un minuscolo asciugamano) le mie guance si colorano di rosa. Non sono mai stata una di quelle ragazze che arrossisce facilmente, ma con Derek sto superando i miei limiti.
Finisco di far la doccia e stavolta esco dal bagno già vestita, e ho fatto bene perché Derek è in corridoio che aspetta di entrare per fare a sua volta la doccia. Torno in camera e subito sento il rumore dell' acqua della doccia che scorre. Controllo di avere il medaglione al collo e con un sospiro di sollievo noto che è così: avevo paura di averlo lasciato in bagno. Lo tiro fuori dalla maglietta e lo osservo: è davvero così potente come dice il nonno? Quanto può esserlo? Beh mi ha aiutata con i miei poteri, quindi si, deve essere proprio potente. Chissà quante altre cose può fare?
Rimetto il medaglione sotto la maglia e, facendo questo movimento noto un enorme ragno nell' angolo della stanza. Caccio un urlo fortissimo e subito Derek spalanca la porta della camera: «Che succede?» chiede preoccupato.
«C'è un ragno» dico urlando, salendo sul letto e indicando quella mostruosa creatura. Derek mi fissa incredulo: «Un ragno? Sul serio? Puoi spostare l'acqua a tuo piacimento e hai paura di un piccolissimo ragno?»
«Piccolissimo? Ma hai visto che zampe che ha?». Odio i ragni, ho paura di loro da quando ero bambina.
Derek si avvicina al ragno e lo prende in mano. Oddio che schifo!
Sorride furbo e si avvicina a me.
«Oh no, no. Non ti avvicinare. Se lo fai, sei morto» gli dico serissima.
Lui fa uno scatto verso di me ed io faccio un passo indietro, ma sono in piedi sul letto e per poco non mi ritrovo col sedere per terra. Derek ride ed esce dalla camera con ancora quel ragno tra le mani. Dopo poco torna e solo ora mi accorgo di una cosa: Derek indossa solo un asciugamano che gli circonda i fianchi. Ero troppo in preda al panico per accorgermene sul serio. Ha un fisico asciutto, con spalle larghe e degli addominali da togliere il fiato.
«Ce ne sono altri?». La sua voce mi risveglia dai miei pensieri.
«Cosa?» chiedo.
Derek sorride sornione, ha perfettamente capito il motivo della mia confusione temporanea. «Ti ho chiesto se ce ne sono altri».
«Oh no, non ne ho visti altri».
«Beh vado a vestirmi, Shane mi ha chiesto di raggiungerlo al museo, quindi preparati anche tu».
«Derek – lo fermo, prima che esca dalla stanza – non dire niente sulla lettera di mio nonno, la cosa migliore da fare è non coinvolgere altre persone. Meno persone sanno, meglio è» affermo decisa.
«Va bene» dice, anche se so che è titubante. Esce ed io sospiro.
Che cosa vorrà dirci Shane?
Ma soprattutto, scopriremo mai chi è la persona corrotta?
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L' Amante del Tempo ||Winner #Wattys2016||
Teen Fiction**** WINNER WATTYS 2016 **** ||Completa|| Emma McKarty è una ragazza semplice, ma con grandi potenzialità. Quello che non sa, però, è che il suo futuro, e forse anche il suo presente e il suo passato, stanno per cambiare. Quando la realtà dei suoi p...