Rabbia

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Derek ed io stiamo andando al museo per incontrare Shane. Oggi è una giornata cupa, fredda: un temporale si avvicina, le nuvole in lontananza sono scurissime, non oso immaginare che disastro verrà fuori fra qualche ora. Già si sentono i tuoni che scuotono il cielo. Ho sempre odiato i temporali, fin da bambina. Sono simbolo di cattivo presagio e, infatti, cosa che mi capita molto spesso ultimamente, ho una brutta sensazione. Osservo le nuvole scure in lontananza e un brivido mi scuote. Ma che mi prende?

Una sensazione di disagio mi travolge, ma cerco di mandarla via. Non ho mai provato una cosa del genere, così profondamente almeno. È come se il mio subconscio sapesse già cosa ci aspetta. Ho la nausea e un vago mal di testa. Decido di non pensarci e penso a qualcos'altro.

Il museo dista più o meno un quarto d'ora da casa di Derek e, finora, il silenzio ha regnato sovrano in auto. Dopo il nostro bacio, Derek non mi ha più toccata, non tenendo conto della scorsa notte, e mai si è avvicinato tanto: cosa dovrei pensare? Stiamo insieme? No, non credo, penso piuttosto che sia stato un caso isolato. Non ha espresso nessun parere o riflessione sul nostro rapporto, ma c'è da dire che non l'ho fatto nemmeno io. Ammetto di provare qualcosa per lui, ma lui? Prova qualcosa per me?

Mi metto una mano in mezzo al petto, fino a sentire i bordi concentrici del medaglione. In questo momento, in questa mia nuova vita, completamente diversa dalla precedente, non ho nessuna certezza. Né Derek, né questo medaglione.

«Siamo arrivati» dice Derek, riscuotendomi dai miei pensieri.

«Non ti ha anticipato niente Shane? Non sai per quale motivo siamo qui?» chiedo nervosa e agitata.

«No – mi risponde – ha detto solo che era urgente».

Parcheggia e ci affrettiamo all' ingresso, dove, come sempre, c'è Fred che ci accoglie. Ci affrettiamo verso gli ascensori e, dopo il solito percorso, ci ritroviamo davanti all' ufficio di Shane. Da fuori si sentono delle voci, quindi deduco che non saremo soli. Derek ed io ci guardiamo perplessi. Derek bussa alla porta e subito le voci si zittiscono. Shane apre la porta e sorride: «Ciao ragazzi, accomodatevi».

Entriamo e subito noto un'altra persona: è un uomo, alto e snello, con le spalle larghe e la vita stretta. È biondo e ha gli occhi grigi. Penso abbia circa trent' anni, ma è talmente tanto serio che forse sembra più vecchio di quello che è. Ha uno sguardo gelido, privo di qualsiasi emozione.

«Emma, Derek, questo è Zach. – dice Shane – È un aspirante guardiano, sarà il mio allievo. Zach questa è Emma, l'ultima Amante. – una luce strana attraversa gli occhi di Zach – E questo è il suo Protettore Derek, mio nipote».

Un silenzio glaciale cala sulla stanza. La luce che prima ho notato nello sguardo di Zach mi angoscia. Cos' era?

Guardo Derek e anche lui ha uno sguardo dubbioso. "Mi fa un po' paura" gli dico tramite il pensiero.

Lui si gira verso di me. "Non mi convince".

«Bene – riprende il discorso Shane, per interrompere il silenzio che si era creato – le presentazioni sono fatte. Zach rimarrà qui per un tempo indeterminato, viene dalla nostra filiale in Irlanda, quindi è già un esperto. Puoi andare, Zach. Grazie per la visita» detto questo, Shane si siede dietro alla scrivania.

Zach non fiata, fa un piccolo inchino e, dopo avermi lanciato una lunga occhiata, esce dalla stanza. Mamma mia, quanto è inquietante.

«Allora ragazzi, che ne pensate?» chiede Shane.

«Non mi fido di lui» dice subito Derek.

«Ma se non lo conosci neanche».

«Anch' io ho una strana sensazione al riguardo» mi aggiungo io, per dare appoggio a Derek.

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