La lettera

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Derek mi sta fissando in modo strano, incredulo.

«Lo sai vero che è impossibile?».

«Come è impossibile leggere nel pensiero, giusto?». Derek trattiene un sorriso.

«Touché. Come fai ad esserne così sicura? Non potrebbe essere semplicemente una visione?».

«No, era troppo nitido e reale. Ma – faccio una pausa – un modo per esserne sicuri c'è».

«Cosa intendi dire?» chiede Derek scettico.

Sospiro: «Allora quando sono andata indietro nel tempo mi sono ritrovata qui all'ingresso e le luci erano accese. Ad un certo punto una bambina stava correndo giù per le scale. Quella bambina ero io, ci sei? – Derek annuisce – bene, poi è sceso mio padre e insomma per farla breve non riuscivano a vedermi. Poi li ho sentiti giocare in cucina e, mentre mi giravo a guardare, ho notato dalla finestra qualcuno fermo al cancello. Sono uscita e ho visto mio nonno Jordan. È morto quando avevo sei anni. In mano aveva una lettera destinata a me. Dobbiamo trovare quella lettera».

«E se non c'è nessuna lettera?».

«Allora sarà stata soltanto una visione».

Derek è indeciso, si nota dal suo sguardo.

«Che cosa abbiamo da perdere?». Sospira.

«Da dove cominciamo?».

«Chiamo mia madre, magari lei sa dov'è». Tiro fuori il cellulare e compongo il numero. Dopo un paio di squilli risponde: «Ciao tesoro, qualcosa non va?»

«No no. Ascolta ho bisogno che tu mi dica dove si trova la lettera che mi ha lasciato nonno Jordan». Mamma rimane in silenzio.

«Quale lettera?».

«Quella – poi ricordo cosa c'era scritto, forse vuol dire qualcosa – quella dove c'è scritto "Per Emma, per quando vedrà". Io ho visto, mamma» decido di dire. Sento lo sguardo confuso di Derek addosso, ma non ci faccio troppo caso.

«Nell'armadio della camera da letto mia e di tuo padre, nell'ultimo cassetto, se sposti un po' le cose, c'è un pezzo di legno tagliato. La lettera è nascosta lì dentro. Non l'abbiamo mai aperta, Emma, non sapevamo neanche che fosse di tuo nonno. Come hai fatto a saperlo?».

«È una storia lunga, ti voglio bene, ciao» riattacco prima che possa rispondere.

«Seguimi» dico a Derek.

Salgo le scale e vado verso l'ultima stanza a sinistra, la camera dei miei. È una stanza abbastanza grande e semplice, con pareti bianche e il pavimento in parquet. Vado verso l'armadio e mi inginocchio, apro l'ultimo cassetto e comincio a tirare fuori tutta la roba. Poco dopo noto una piccola fessura intagliata nel legno.

«Bingo». La sollevo. Dentro c'è la busta, un po' impolverata e ingiallita dal tempo. La prendo in mano e mi alzo dal pavimento. Mi siedo sul letto dei miei e Derek fa lo stesso.

«Beh? Che aspetti?» dice.

Faccio un respiro profondo e la apro.

All'interno della busta c'è una lettera. La tiro fuori.

Cara Emma,

se questa lettera è nelle tue mani, allora ciò che avevo previsto si è avverato. Il tuo Protettore ha sbloccato i tuoi poteri e sei riuscita a vedermi. Sei in grave pericolo. Di sicuro ti avranno già spiegato cosa sei e questo ti rende ancora più preziosa, non solo per i cacciatori: c'è qualcuno di corrotto nell'organizzazione. Si, ero un Guardiano. Purtroppo non ho avuto il tempo di scoprire chi sia, ma è uno dei piani alti, Emma, quindi devi fare molta attenzione. Non fidarti di nessuno, solo di te stessa.

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