Derek sta andando molto veloce. Dopo essere scesi dalla ruota panoramica, mi ha stretto forte la mano, siamo corsi alla sua auto ed è partito sgommando per andare al museo. Per tutto il viaggio non ha detto una parola. Ma ora, che ha le mani così tanto strette al volante da far diventare le sue nocche bianche, mi sta facendo innervosire.
«Puoi andare più piano, per favore?» gli chiedo.
«No» mi risponde in modo burbero. Decido di cambiare tattica.
"Mi stai spaventando" gli dico tramite il pensiero.
Sbianca e si gira a guardarmi, spalancando gli occhi. Dopo poco rallenta, con mio grande sollievo.
«Scusami» dice.
Dopo poco arriviamo al museo e, come sempre, c'è Fred che ci aspetta. Ci saluta e ci accompagna per tutte quelle vie e corridoi che non ho ancora imparato.
Arriviamo in una zona che ancora non conosco: ogni porta ha inciso un nome, tutti con un carattere diverso. Nessuno di questi nomi mi è famigliare, non ho ancora avuto il tempo di conoscere tutte le persone che fanno parte di questa "organizzazione". Fred bussa a una porta, dove c'è scritto Shane Cooper e subito si sente il diretto interessato che invita chiunque abbia bussato ad entrare.
Derek si fionda dentro e non faccio in tempo ad attraversare la porta che lui ha già cominciato a raccontare ciò che è successo.
«Hanno visto Emma» dice Derek. Shane è seduto alla scrivania e sta scrivendo al computer.
«Chi?».
«I Cacciatori».
Shane alza di colpo la testa. Si alza e viene verso di noi. Io sono sempre di fianco a Derek, ma non so ancora se davvero mi fido di lui pienamente. In questo momento è l'unica persona che sa cosa sto provando, sto cercando di mostrarmi inespressiva, ma dentro la paura dell'ignoto e di ciò che può accadere mi logorano.
«State bene?».
«Si» dice Derek.
«Chi sono i cacciatori?». Derek e Shane si girano a fissarmi, come se si fossero accorti solo adesso che sono nella stanza.
Shane sospira: «Speravo di non dovertelo raccontare». Torna dietro alla scrivania e maneggia col computer per alcuni secondi. Ad un certo punto gira lo schermo nella mia direzione: una pagina aperta mostra un simbolo celtico.
«Questo è il Tri Skell – dice Shane – è il tatuaggio che i cacciatori hanno sulla spalla al posto del tuo. Non c'è un motivo specifico del perché si chiamino cacciatori. Hanno scelto quel nome perché nel periodo dei celti i cacciatori e i druidi, ovvero i nostri antenati, si scontravano molto spesso. Erano nemici, se vogliamo semplificarlo. È per questo che ci tormentano tutt' ora, per seguire la tradizione. Siamo sempre riusciti a controllarli, a essere superiori a loro. Il problema arriva quando ... – fa una pausa – quando un'Amante del tempo si rivela».
Il silenzio è pietrificante. In questo momento mi sento tradita. Provo talmente tanta vergogna per essermi lasciata andare così tanto oggi.
Mi giro verso Derek. «Tu lo sapevi?».
Lui rimane zitto, impassibile.
«Avete voluto nascondermelo, anche se sapevate che in qualsiasi momento sarei potuta essere in pericolo? Che forse mi avrebbero presa?»
Prima che io possa urlare qualcos' altro, Derek mi si avvicina: «Non l'avrei mai permesso».
Sbigottita, lo guardo scioccata. Il suo sguardo è duro come la pietra, non credo di averlo mai visto così. In un primo momento è un ragazzo dolce e premuroso, capace di farmi ridere, quello dopo è odioso e prepotente.
Decido di ignorare l'amaro che ho in bocca e mi rivolgo a Shane: «Cosa si fa adesso?».
«Dovrai intensificare gli allenamenti di autodifesa, ma anche quelli per i tuoi poteri. Più risorse abbiamo, meglio sarà per tutti. Ah e Derek, voglio che la sorvegli il più possibile» dice Shane.
«So cavarmela benissimo da sola» dico stizzita.
«Assolutamente no. Verrai a stare da me, almeno finché i tuoi non torneranno».
«Non ci penso proprio, non sono più una bambina, so badare a me stessa, non è la prima volta che rimango a casa da sola. E poi i miei torneranno domani sera, quindi non servirebbe comunque».
Appena finisco la frase, dal mio telefono parte Midnight City, una delle canzoni preferite di mia madre.
«Pronto, mamma?».
«Ciao tesoro, come stai?». Lancio uno sguardo a Derek.
«Bene e voi?».
«Oh beh... diciamo che potrebbe andare meglio».
«Che è successo?» chiedo preoccupata.
«Niente di grave, tuo padre si è preso l'influenza e per di più qui sta arrivando una tempesta, hanno cancellato tutti voli per almeno tre giorni. Penso che staremo qui fino a mercoledì e non voglio che tu rimanga sola in casa tutti questi giorni, che ne dici di andare a dormire da nonna Katy fino a che non torniamo?». Per quanto volessi bene a nonna Katy non sarei mai riuscita a stare lì tutto quel tempo. Avevo troppe cose per la testa e la sua vecchia casa in campagna non era proprio il massimo della sicurezza. E se mai i cacciatori mi seguissero la metterei in pericolo. Ma cos' altro potrei fare?
"Vieni da me" mi dice Derek tramite il pensiero. Mi volto a guardarlo e nel suo sguardo leggo qualcosa di nuovo che non riesco a decifrare. Qualunque cosa sia, mi convince ad ascoltarlo. Sarebbe la cosa migliore per tutti.
«Va bene mamma, andrò da lei» dico guardando Derek, cercando di fargli capire che in realtà andrò da lui.
«Bene, adesso ti lascio tesoro, saluta nonna da parte mia. Ti voglio bene» e riattacca. Faccio un sospiro.
Quante volte ancora dovrò mentire?
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L' Amante del Tempo ||Winner #Wattys2016||
Teen Fiction**** WINNER WATTYS 2016 **** ||Completa|| Emma McKarty è una ragazza semplice, ma con grandi potenzialità. Quello che non sa, però, è che il suo futuro, e forse anche il suo presente e il suo passato, stanno per cambiare. Quando la realtà dei suoi p...