Sacrificio

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È così strano. Mai avrei pensato di poter parlare ancora con mio nonno Jordan. Lo credevo morto e ora è qui, davanti a me.

Dopo che Shane e i Cacciatori se ne furono andati, mi fiondai su mio nonno per abbracciarlo. Dopo un bel po' mi ha raccontato della sua storia, di com' era nato e di come aveva sviluppato i suoi poteri di druido. Il fatto che io sappia viaggiare nel tempo l'ho ereditato da lui, seconda la sua versione.

Aveva scoperto che il druido nemico era nei paraggi dell' organizzazione, ma il druido l'ha incastrato, facendo pensare agli altri Guardiani che lui era un druido malvagio. Shane è vittima del druido da moltissimo tempo, molto probabilmente da quando divenne un Guardiano.

Nonno Jordan, in Irlanda, dopo che aveva finto la sua morte, ha creato un'organizzazione tutta sua, con i suoi Guardiani e con i suoi Guerrieri. Mi ha poi raccontato la storia di Zach, mandato da lui per controllare me e la situazione. La sua faccia fredda e scontrosa in realtà era solo una farsa: è amichevole e non ha mai smesso di sorridere. Buffo come sia cambiato tutto in un attimo.

Derek mi ha spiegato che quando Zach lo è venuto a chiamare gli ha detto che era mio nonno che lo mandava e che, per non farsi ipnotizzare, dovevano indossare entrambi il medaglione. Zach ne aveva già uno e per fortuna ho dato il mio a Derek, sennò sarebbe stata la fine.

«Ma nonna lo sa?» chiedo al nonno.

«Certo, la nonna sa tutto».

Siamo ancora nel parco dietro la Queen's House e ci sono tutti: tutti i Guardiani, sconvolti per quanto è successo e tutti e Guerrieri confusi e spaesati. Stavano tutti bene.

Ma la felicità di quel momento era destinata a durare poco: all' improvviso la testa cominciò a pulsare. Un dolore acuto mi scuote ed è come se la testa mi stesse per scoppiare. E poi il caos ...

Tutte le menti delle persone lì presenti si fondono con la mia. Mille voci diverse mi entrano in testa. Ma che succede?

"Ma che le prende adesso?".

"Sono troppo stanco".

"Che ci facciamo ancora qui?"

«Basta! Per favore, basta!» urlavo come una pazza. Mi accasciai a terra, con la testa fra le mani.

«Emma, concentrati sulla mia voce – è la voce di nonno Jordan, riesce a sovrastare tutte le altre – respira e concentrati. Lascia libera la mente, respira». Il brusio delle altre voci pian piano si attenuò. Il mio corpo era scosso dai brividi e il sudore scorreva sulla fronte.

Derek si avvicina: «Stai bene?» mi chiede.

«Si» sussurro.

«Non è la priva volta che ti capita, vero, Emma?». Nonno Jordan si è fatto serio. Tutti si sono fatti seri.

«No, mi è successo un'altra volta».

«Quando?».

«Avevo dodici anni, ero al museo in gita e, come adesso, sentivo i pensieri delle persone. Riuscivo a distinguerne uno, la voce di uomo. Aveva il cappuccio e un sorriso ... maligno». Ho il respiro affannato, ancora sotto shock per ciò che era appena successo.

«I tuoi poteri si sono rafforzati, per questo ti sta succedendo tutto questo. Se ti capiterà ancora, cosa molto probabile, devi respirare profondamente e sopportare il dolore. Devi concentrarti e soccombere le voci».

Il mio telefono squilla. Lo tiro fuori e guardo lo schermo: è mia madre.

«Ciao, mamma. Come va?».

«Ciao, Emma. – non era la voce di mia madre – sai, è stato davvero semplice convincere i tuoi a tornare così presto».

«Cos' hai fatto, Emily?».

«Oh beh, diciamo che ho fatto credere ai tuoi che tu avessi fatto un incidente e che eri finita in ospedale con delle gravi lesioni. A volte so essere proprio una brava attrice. Era il piano per la mia vendetta, costringere i tuoi genitori ad assistere alla tua morte, ma credo che, dopo gli ultimi avvenimenti, devo proprio fare il contrario. Sarai tu ad assistere alla morte dei tuoi genitori, come io ho assistito a quella dei miei, così saprai cosa significa provare un dolore simile».

«Perché fai questo?» dico fra le lacrime.

«Oh i miei genitori erano Cacciatori, sai? I tuoi stupidi amichetti hanno sottomesso tutti loro e i miei si sono ribellati. E voi gli avete uccisi. Avete ucciso i miei genitori!». Gridava come una pazza. Sentivo dei gemiti in sottofondo, soffocati, come se qualcuno stesse cercando di parlare.

«Ma adesso ho io in mano la situazione. Incontriamoci a mezzanotte in centro, devi essere sola. La tua vita in cambio della loro» e riattacca.

Prima che possa cadere sconvolta sul pavimento, Derek mi afferra.

«Cosa succede? Che ti ha detto?».

«Ha rapito i miei genitori» dico. Derek ammutolisce.

«Ne sei sicura?».

Annuisco.

«Dove si trovano, Emma?».

«Ha detto che devo andare in centro a ... all' alba». Mento perché non voglio che qualcun altro venga ferito o soffra a causa mia. Quando tutti staranno dormendo, andrò io, da sola, a prendere i miei genitori. È la cosa giusta da fare.

«Preparatevi tutti – dice il nonno – domani sarà una giornata molto dura».

Sono le undici e mezzo. Sto scrivendo una lettera per Derek e per mio nonno Jordan. Scrivo che voglio un bene dell' anima a entrambi (anche se i miei sentimenti per Derek sono molto più forti) e che l'ho fatto per proteggerli. Nessuno merita di morire per me.

Faccio attenzione a non fare rumore. Esco dalla Queen's House e m'incammino verso il centro, che non è molto lontano. Ho il cuore che batte all' impazzata dalla paura e dall' ansia.

Arrivo. Un sacco di persone indossa mantelli lunghi con il cappuccio nero. Ripetono una frase per me indecifrabile. La dicono a bassa voce, ma insieme forma un coro che da i brivido. Al centro c'è un gigantesco fuoco e lì vicino noto Shane, che ha le braccia alzate, come se pregasse al cielo. I miei genitori sono seduti di fianco al fuoco, imbavagliati. Corro verso di loro, gridando, ma quando mi avvicino una barriera invisibile mi impedisce di proseguire. Do pugni, ma niente.

«No, no, no ... mamma! Papà!» dico urlando.

Una risata malefica echeggia nell' aria.

«Oh, Emma. Sei così prevedibile» è la voce di Shane, ma non mi importa. Voglio salvare i miei genitori.

«Smettila di combattere. Arrenditi all' evidenza: non sei abbastanza forte» dice.

«Se farò quello che vuoi, lascerai liberi i miei?».

«Certamente».

«Come posso fidarmi della tua parola?». Shane mi fissa, impaziente e scocciato. Apre il mantello e scopre un pezzo di pelle del suo petto, all' altezza del cuore. Traccia una x che diventa rosso sangue per poi sbiadire.

«Quando un druido fa una promessa, non può infrangerla».

I miei disperati fanno no con la testa, cercando di farmi cambiare idea.

«Vi voglio bene» dico tra le lacrime.

Mi avvicino a Shane.

«Vieni Emma – dice – il tuo destino sta per compiersi» e solo ora mi rendo conto di ciò che sto facendo: sto andando a morire.

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Ciao a tutti, scusate se non ho aggiornato prima, ma la scorsa era la settimana del mio compleanno e ho avuto un sacco di cose da fare ^-^.

Buona lettura :3

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