POV. Amy
Sento l'acqua calda scorrermi su tutto il corpo ed è così rilassante che non uscirei da questa doccia per niente al mondo, ma devo per forza uscire, quindi alla fine decisi di uscire da quel paradiso e di ritornare alla realtà.
Mi metto un asciugamano intorno al corpo prima di entrare nella mia cameretta, arredata con un piccolo lettino con due piccoli comodoni ai lati, una scrivania e un armadio e mi incammino verso quest'ultimo e prendo l'intimo, dei jeans e una felpa, dopo aver indossato i slip e il reggiseno mi avvicino allo specchio e noto che il livido sull'anca non è ancora scomparso nonostante tutta la crema che ci metto su. Decido di lasciar perdere e finisco di prepararmi e dopo aver pettinato i capelli rossi, mi infilo le mie converse e afferrando lo zaino dal letto.
Comincio silenziosamente a scendere le scale. Appena arrivo al piano terra vedo l'uomo - che sfortunatamente mi tocca chiamare mio padre - dormire sul divano. Più mi avvicino e più chiaramente riesco a vedere le tre bottiglie di birra vuote cadute per terra.
Gli occhi cominciano a pizzicare ma mi trattengo dal scoppiare a piangere. Il più silenziosamente possibile esco da casa. Appena fuori lascio andare un sispiro di sollievo. Alzo il cappuccio della felpa per coprire un pò i capelli, non che me ne vergogni ma il colore attira molta attenzione e io sono una persona a cui piace passare inosservata.
Appena arrivo a destinazione supero il cancello e entro dentro l'edificio che, se posso dire, al contrario degli altri ragazzi è la mia salvezza. È l'unico posto in cui mi posso sentire protetta.
Mi incammino verso l'aula dove si terrà la mia prima lezione di letteratura. Appena entro noto con immenso piacere che non c'è ancora nessuno e mi vado a sedere all'ultimo banco in fondo alla classe. Dopo un pò la classe comincia a riempirsi e per fortuna nessuno si accorge di me.
Il silenzio viene spazzato via dallo continuo parlare dei ragazzi. Poco dopo entra anche il professor Smith, insegnante di letteratura, e subito tutti tacciono. Dopo essersi sistemato il professore comincia a fare l'appello.
''Amy Heart?''
Alzo la mano per dar conferma della mia presenza e solo ora tutti accorgono di me e mi sento le guance in fiamme, e noto con mio grande dipiacere che il professore mi ha chiesto di avvicinarmi per presentarmi, essendo nuova.
Mi avvicino con passo lento e cerco di nascondermi dai sguardi curiosi che continuano a fissarmi.
''ehm...... mi chiamo Amy Heart e..ehm...ho 17 anni'' comincio con lo sguardo basso ''...vengo da Boston...'' e poi non so più cosa dire e credo che il professore abbia capito il mio disagio '' grazie Amy per esserti presentata e mi auguro che ti troverai bene in questo istituto'' lo ringrazio mentalmente e mi incammno verso il mio posto lasciato pochi minuti prima.
Proprio quando sto passando in mezzo alle file per raggiungere il posto, noto una ragazza bionda vestita con una gonna e una maglietta cortissima, fissarmi in modo strano e onestamente non mi piace per niente. Faccio finta di niente e vado avanti per la mia strada.
L'ora continua bene e cerco di prendere più appunti possibili, ed infine sono soddisfatta di quello che sono riuscita a scrivere.
Adesso è suonata la campanella della terza ora e questo significa che finalmente posso permettermi qualcosa da mettere sotto i denti. Mi incammino verso la mensa, che sono riuscita a trovare inseguendo alcuni ragazzi che stavano andando quasi tutti nella stessa direzione.
Appena metto piede in mensa noto che ci sono davvero tante persone. Pare che tutto il corpo studentesco venga qua, e poi è ovvio che tutti vengono qua. Dove dovrebbero andare a pranzo? Ovviamente in mensa. A volte penso di essere stupida.
Cerco di passare inosservata e per fortuna ci riesco visto che riesco a prendere il cibo e ora sono seduta a un tavolo vuoto e comincio a mangiare. stavo mangiando il panino quando noto che un gruppo di ragazzi si sono seduti di fronte a me e che continuano a parlare tra loro. Penso che non si siano accorti della mia presenza o magari mi stanno solo ignorando.
In ogni caso decido di alzarmi per lasciarli parlare da soli e mi volto per andare via ma appena mi volto vado a sbattere contro qualcuno. Quando alzo lo sguardo per vedere che è e noto che è la ragazza bionda di stamattina. Abbasso lo sguardo vedo il danno che le ho causato: le ho versato addosso l'acqua che avevo nel mio bicchierino bagnando il poco tessuto che portava come maglietta.
"Ma che diamine hai fatto?" comincia urlando, attirando l'attenzione di tutti. Abbasso lo sguardo mortificata e imbarazzata "Oddio! La mia maglietta della Gucci. Se non chiedi subito scusa giuro che te la faccio pagare molto cara" io non riesco a dire niente e rimango in silenzio. Non voglio farla incavolare anche di più ma io non riesco ad aprire bocca. È come se le parole mi si fossero bloccate in un remoto angolo del mio cervello.
"Sei muta? Vedo che sei molto cocciuta, adesso ti faccio vedere io" ringhia prendendo il bichierino di cioccolata che aveva in mano una sua amica. Stava per buttarmela addosso ma la sua mano viene bloccata da quancuno, allora giro lo sguardo e vedo che è la ragazza che era seduta con i suoi amici al mio stesso tavolo.
La bionda si gira verso di lei e la guarda in cagnesco e credo che stesse per dire qualcosa ma viene fermata dall'altra ragazza ''certo che sei sempre la solita. Quando imparerai a trattare bene le persone? Ma no! Alexa Stone non cambia mai giusto? Deve rimanere la solita stronza vero?'' disse la ragazza mora e allora la bionda, Alexa va via sbattendo rumorosamente i suoi tacchi per terra, non prima di avermi guardato in cagnesco.
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Together.
RomanceCOMPLETATA. Una ragazza tormentata dal passato. Cerca di sopravvivere ogni giorno da un padre violento. È una ragazza molto timida, chiusa in se stessa. È come una bambola, sta dove la lasci, non si muove, non parla. Se la tocchi, anche leggermente...