Capitolo Sesto JACQUES

210 13 4
                                    

Uscimmo dal locale. Aspettavamo Gilda, con i suoi maledetti occhi azzurri e il capello corto, finente in una magnifica cresta argentea. Gliela invidio da sempre. Avevamo deciso di prendere il solito cornetto notturno, prima di rientrare a casa. Quando un ragazzo, alto e faccia butterata, mi si avvicina. «Nicola, vado in bagno. Non mi seguire!» in tono serio e irremovibile. Allibito, mi volsi a Cristina e Anna Lisa, trovai anche loro con la stessa espressione sul viso. «Ma è pazzo?» Lo seguii con lo sguardo. Lui si girò, forse per vedere la mia reazione o aspettasse, realmente, che lo seguissi. Volevo tanto rispondergli, "Magari fossimo in un favoloso e intrepido pub inglese che, o in bagno o nel retrobottega, farei sesso a volontà, e il giorno dopo ce giramme pure 'a faccia!" Forse mi conosce come la puttana gay di turno, cosa lontana dal mio status personae. Lasciai correre. Uno dei tanti folli che mi gridano in faccia bieche assurdità, come il "Ma perché non muori?" o "Tu non dovresti esistere!". Naturalmente, c'è anche qualche anziana signora che mi dice "Tu quando cammini in strada, sfidi il mondo!"

Ci riguardammo di nuovo tutte e tre e cominciammo a ridere e a scambiarci battute.

«Dai, potevi buttarti con quell'anguillone sfacciato» iniziò Cristina divertita, con quella sua aria mascolina.

«Sei ancora in tempo per ritrovare il tuo karma in quel bagno!» calcò la mano Anna Lisa, con quel suo sensuale fascino mediterraneo.

«Come vi permettete?!» risposi loro con quell'ostentato piglio sprezzante di superiorità da diva da ex Grande Fratello, schifata, insomma, «Io devo arrivare vergine al matrimonio!».

«Sì, pure con l'abito bianco scommetto!» replicarono entrambe, forti della loro profonda conoscenza di loro stesse, essendo una bellissima coppia vitale e piena d'amore.

«Eh, certo! Aggia spannere pure 'o lenzùlo fora 'o balcone.» (1)

Nel frattempo arriva un messaggio di Robb sul mio cellulare, "Spero che tu sia stato male, stasera, senza di me!" Non risposi. Era tardissimo. Attesi l'indomani per rispondergli. Avevo aspettato con ansia un suo contatto. Per tutta la giornata sono stato serrato da un intenso silenzio soffocante, come vedersi in quelle notti buie e fredde, soprabito nero, allacciato stretto in vita, mani in tasca e i capelli lunghi ramati scompigliati dal vento e aspettare lì, in piedi, da solo su una banchina, guardando il mare dalle agitate piccole onde. Questa mia immagine devastata, mi ha rimandato a canticchiare, "Io, sarò la sola figura in attesa, nel porto di Brest". (2)

Note

1 - Aggia spannere pure 'o lenzùlo fora 'o balcone – Devo stendere anche il lenzuolo al balcone. Non molto tempo fa, in Meridione, la mattina seguente la prima notte di nozze, si usava esibire, appeso al balcone, il lenzuolo macchiato di sangue per la perduta verginità della sposa, per mostrare la sua immacolata "virtù".  

2 -Io, sarò la sola figura... tratta da Jacques - (parole e musica di Giorgio Faletti) brano incluso nell'album In Territorio Nemico di Milva.

L'amore al primo stadioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora