Capitolo diciottesimo

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Bentornato! Me lo dico da solo. Da qualche mese non aggiungo una parte alla mia storia. Non per mancanza di idee, ma per mancanza di voglia. Sono stato travolto da varie cose che mi hanno distolto da ciò che dovrebbe essere la mia priorità. Mi piacerebbe che questa mia storia diventi FAMOSA! E in culo alla mia superbia! Spero riprenderete a seguirmi e a divertirvi... a sognare... a commentare... ad apportare correzioni e a votare il mio racconto.

 Hugs NG

"Oh my Lola, lo lo lo Lola", continuavo a cantare e preso dall'euforico shock subìto chiamai Robb. Non l'avevo mai fatto in questa settimana di frequentazione. Aspettavo sempre un suo contatto. Non volevo sembrare l'adolescente appiccicosa con milioni di messaggi al giorno e telefonate fastidiose. Rispose una voce femminile. Attaccai subito, forse avevo sbagliato a digitare il contatto nella rubrica del telefono o chi cazzo era questa, adesso? Subito dopo mi richiamò lui.

«Perché hai attaccato?» mi disse senza manco salutarmi.

«In realtà, pensavo di aver sbagliato numero. E d'istinto ho attaccato.» Continuai, «poi, che ne so, poteva essere una delle tue tanti amanti.»

«Sempre pronto con le tue frecciatine.»

«Nessuna frecciatina. Ti sto solo prendendo in giro. Ironia zero. Mammamà.»

«Era mia sorella. Tra l'altro ti tengo registrato con un nome femminile, quindi, forse è stato meglio così.»

Accuso il colpo. Evito il discorso per non sembrare l'adolescente appiccicosa di prima. C'era sicuramente una spiegazione semplice, fedele al rasoio di Occam (1), evito sempre ipotesi complicate e senza conclusioni.

«Come mai hai chiamato? A cosa debbo l'onore?», mi chiese Robb. Non capivo se era sarcastico o semplicemente uno stronzo arrogante.

«Volevo solo chiederti se eri libero per un caffè.»

Ci accordiamo di vederci tempo un'ora. Nell'aspettarlo decido di fare due passi per il centro storico. Ho sempre pensato di attraversarlo scalzo. Sentire quei basoli di pietra viva sotto i miei piedi, che possono rinfrescare o infuocare, a seconda della stagione, ma tra escrementi di animali d'affezione e non, tartine straniere, monete di due euro (2) e, altri piccoli ostacoli, rendono il mio desiderio una privazione da novizia. Fortunatamente, però, mi sento amata, la più amata dagli italiani. Un tipo indiano, infatti, mi ha importunato volendo donarmi una rosa dal suo mazzo, rigorosamente rosse. Ho avuto un corteggio, spudorato e senza sosta, da un altro straniero che voleva la mia mano, forse era Rom. Voleva leggermela. "Banale scusa" per sfiorare le mie vellutate carni, forse, in lui, si celava un principe saudita. Disgustato da tutto questo, ho preso l'auto per andare via, ma un altro baldanzoso giovanotto mi ha rincorso e timidamente, pretesto per conoscermi, di sicuro, mi ha chiesto un euro. Dura la vita di una divinissima creatura e soprattutto convinta di esserlo.

Robb scese dalla sua auto vestito con dei jeans levi's 501 perfettamente in linea con le sue gambe e un maglioncino lupetto nero. Ai miei occhi apparve come un moderno eroe romantico. Allora dimmelo che vuoi farmi morire di crepacuore!

In verità, in verità vi dico: Che rimango 'ester' e poi 'fatta' (3), davanti a un bonazzone fasciato da jeans maschi, con in bella mostra il pacco e un culo da sogno. E a chi vò 'o filosofo, 'o poeta, 'o psicoterapeuta, 'o ritardatario, o quello troppo avanti! (4)

Io mi butto a capofitto su due cosce grosse e nervose da vero manzo irlandese! E al diavolo tutto il resto di come si campa! L'importante è tenere sempre il cellulare acceso, postare stronzate sui social, e avere vita sociale solo se si vuole fottere. Questo è il senso, non di Vasco, ma della vita delle nuove generazioni, anzi di tutte le generazioni, da sempre.

«Credo ti debba una spiegazione.»

«Se ti riferisci al nome da donna, si vede che mi consideri tale ed è un orgoglio per me!»

Intanto entrammo in un bar frequentato da molti ragazzi, di ogni genere, razza, sesso e scimità.

«Scusami se ti porto in questo bar di alcune mie amiche, ma mi sento più al sicuro e lontano da occhi e parole indiscrete.» illuso io.

«Nessun problema. Ma ci terrei a spiegarti il motivo del nome. Ma sembra che non te ne frega niente, e ciò mi ferisce.»

«Robb capisco. Non vuoi farti sgamare che sei gay.»

«È diverso...» ma fummo interrotti da due ragazzine Rom.

Spesso sono oggetto di curiosità di ogni bambina Rom, e altre razze di culture diverse. Avevo già notato che passavano e spassavano al nostro tavolo, mentre prendevamo l'ordinazione. Guardavano fisso, risolini, ripassavano, mentre io sorseggiavo come una vecchia scema inglese il mio thè. Poi si avvicinarono e cu chella faccia 'e cazzo:

«Ma tu sei uomo o sei donna? No, sei uomo, hai la barba.»

E Robb, «Secondo te?»

Mentre io, indifferente, continuavo a sorseggiare il thè.

Ma la bambina insisteva: «Sei donna?»

«Bambine andatevene,» gentilmente le invitava Robb.

Ed io, volgarmente e rotto di cazzo, rispondo: «So' ricchione! Conosci la parola: RIC-CHI-ONE.» Feci anche lo spelling come una vecchia scema inglese. Me ne pentii all'istante. Che idea si sarebbe fatto di me, ora, Robb? Non osai nemmeno guardarlo.

E loro, incuranti delle mie parole volgarissime: «Ma tu hai la barba... sei uomo!»

Vulevo fa tante allucca! Nessuno del bar, anche la cameriera che guardava divertita della cosa, non le cacciò.

Ma che cazze 'e bar è? Non devono fare entrare gente che infastidisce i clienti, non è per razzismo certo.
Dovevo alzarmi. Offesa. Non pagare e andare via. Oppure abbuffavo 'e mazzate e doje criature e anche la cameriera babba e tatora!(5)

Ma visto che songo 'na signora sono restato, indubbiamente era già sceso di posizione tra i miei locali preferiti.


1) Rasoio di Ockham -  Considerato una legge di economia dei concetti, per cui, in una dimostrazione qualsiasi, è bene che si ricerchi la massima unità e semplicità possibile nelle parti che la costituiscono. La formulazione latina del rasoio, esposta da Guglielmo di Ockham, recita così: "Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem" ("Non si moltiplicano gli se non vi è necessità di farlo").

2) Tartine straniere e monete di due euro – Forme idiomatiche gaie. La prima indica gli escrementi dei turisti e la seconda lo sputo di catarro, secrezione, muco giallognolo, mi fa schifo solo a scriverla questa nota...

3) Ester e poi Fatta – Altra forma idiomatica gaia, che, naturalmente, sta per Esterrefatta, atterrita.

4) E a chi vò... – Sempre gay idiomatic (idioms): Non ce ne fotte di niente e di nessuno. Letteralmente: Ma cosa vuole certa gente? Ma cosa vuole?

5) Tatora – Gergo gaio che sta indicare una lesbica alquanto mascolina e sgarbata.





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