Capitolo Quindicesimo AIN'T NOBODY

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La discoteca era quasi vuota. Poche persone sedute sui divani situati a bordi della pedana oramai vuota. Alcuni discorrevano del più e del meno, altri consumavano qualcosa al bar. Una bellissima canzone faceva da sottofondo:

Ain't nobody    -  Loves me better

Makes me happy -  Makes me feel this way

Ain't nobody   -  Loves me better than you (1)

"Dove stavano i miei tre amici?" mi guardavo intorno per individuarli. "Ah! Eccoli" finalmente li avevo individuati seduti a chiacchierare con delle ragazze che conoscevo bene: Elettra, Sara e Lory, dall'apparenza snob ma dalla personalità puerile. Ero del parere che l'unica ragazza in gamba, presente quella sera alla festa, fosse proprio la festeggiata, Ivana.

Non tutti, però, la pensavano come me. Per molti è odiosa. Essendo avvezza a trattare le persone dall'alto in basso fingendo di ignorarle. Sembra appartenere alla categoria di chi umilia gli altri con superbia. Ostentando raffinatezza, distinzione e originalità. Ivana ha un'alta opinione di se stessa, molto difficilmente riconosce di avere dei difetti. Ritengo sia una persona vera, giusta, genuina, non come le altre, ipocrite e false in tutta la loro personalità. Tese a simulare, con scarsa capacità, sentimenti o intenzioni per ammaliare gli altri.

A un tratto una mano si poggia sulla mia spalla sinistra. Sobbalzai. Girandomi di scatto incontrai lo sguardo di Robb che oramai aveva abbandonato la sua videocamera.

«Dove sei stato? Non ero capace di trovarti.» chiese Robb con una naturalezza da vecchi amici di baldorie. «A un certo punto avevo perfino pensato te ne fossi andato.»

«Posso farle una domanda?» rivolgendomi a lui con estrema gentilezza.

«Mi dà fastidio che ti rivolgi a me con questo lei da vecchio. Dammi del tu.»

«Va bene. Posso farti una domanda?» gli ripetei.

«Sì, spara.» rispose Robb.

«Hai mai pensato a suicidarti?» dissi con aria di sfottò. Sfoderando un sorrisetto da persona apparentemente ingenua.

Robb in un primo momento rimase stupito. Mi guardava incredulo. «Sei molto buono. Mi meriti proprio.»

«Non dirmi. Potrei venire dalla gioia.» Dissi con un tono incomprensibile, tra il signorile e la femminilità.

«Potresti svenire dalla gioia di avermi conosciuto», ripose Robb con un sorriso furbo sulle labbra. Anche se la mia attenzione cadde sui suoi profondi occhi verdi.

«Ti consiglio di cambiare idea su te stesso. Comunque, prima di me, è stata già madre natura a infierire su di te.»

«Sei sempre così irascibile con gli altri?» ormai quasi sconfitto dalle mie parole.

«E tu sei sempre così stronzo?»

«Ah. Sei anche volgare.»

«Io, a limite, sono volgare nel parlare, tu lo sei nell'aspetto.»

«Ahahaha ...» Robb scoppiò in una risata. «Sei...» Robb non riusciva a parlare perché sopraffatto dalla risata. «Sei... sei troppo divertente!»

Lo guardavo con le braccia conserte. Con aria distaccata dissi: «Ti ringrazio. Lo show è finito. Adesso posso andarmene?»

Volevo raggiungere i miei amici per andarmene. Forse loro mi stavano aspettando.

«No. Se prima non mi dici il tuo nome.»

«Sei molto fortunato, io sono Nico. Adesso posso andare?»

«No. Non ancora.» Robb si era annoiato per tutta la serata. Adesso che aveva trovato una persona in grado di tenergli testa, che lo stimolava psicologicamente, non voleva lasciarsela sfuggire.

Aveva trascorso la serata a filmare il party. Parlato con persone che non gli dicevano niente. Ragazzini e ragazzine lamentosi, ipersensibili e delicati che lo avevano annoiato. Ragazzini che ostentavano ciò che non avevano. Adesso era intenzionato a godersi un po' di pace, discorrendo con una persona che gli era simpatica, che lo faceva divertire.

«Non ancora?», diedi uno sguardo all'orologio e ripresi: «Senti sono quasi le tre del mattino ed io ho bisogno di andare a dormire. Oggi è stata una pessima giornata.»

«Beh. Allora vuol dire che ti do uno strappo.» Robb non aveva nessuna intenzione di mollarmi. Voleva raggiungere il proposito di conoscere un po' di più su quel ragazzo così particolare, simpatico e che esortava il suo ingranaggio psichico a essere più attivo, operoso e laborioso.

«Non posso.» «Ti ringrazio moltissimo. Sono venuto con degli amici e non mi sembra il caso di abbandonarli.» risposi con diplomazia. «Dai. Su. Lo so che muori dalla voglia di venire in macchina con me...» mi disse Robb pieno d'ironia. Io non la presi così, anzi, non mi andava che Robb desse tutto per scontato. Consapevole di essere eroticamente attraente pensava di poter far colpo su chiunque, 'ncapa 'a isso (2)! A suo parere, per il suo fascino, poteva giostrare la vita degli altri con molta facilità. Essere un bel ragazzo gli dava una sicurezza che lo spingeva a comportarsi come un eroe ovvero come una persona che sfrutti un'ostentazione ingenua atta a catturare l'attenzione degli altri e a raggiungere degli scopi assurdi e impossibili.

«E brav... Piacerebbe a te. Sei tu che vuoi che io venga con te» ribattei.

«Non ho nessun desiderio di farmi accompagnare a casa da un presuntuoso simile. Adesso ti lascio perché sto per dare di stomaco.» Lasciando Robb con il fiato sospeso. Girai i tacchi e raggiunsi i miei amici ormai spazientiti dalla lunga attesa.

Note:

1 - Ain't Nobody (1983). Canzone dei Rufus e Chaka Khan, inclusa nell'album live "Stompin' at the Savoy". Trad.: Non c'è nessuno / Che mi ami maggiormente / Che mi rende felice / Che mi faccia sentire così / Non c'è nessuno / Che mi ami di più.

2 – Trad. Nella sua testa.

L'amore al primo stadioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora