Capitolo sedicesimo PASSIONE

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Affannosamente ci imbattiamo in una persona che crediamo quella giusta. Corpo e anima si fondono per una strana alchimia, ma spesso siamo attanagliati dal timore di manifestare i propri sentimenti.

Perché questo timore? Paura di farci del male? Paura di toccarci? Paura del desiderio di risvegliarsi al mattino, vicini? Paura che altri scoprano il tuo amore sbagliato? Non siamo nemmeno liberi di esplodere con naturalezza in audaci abbracci. E con Robb non c'era stato nemmeno un bacio. Pudico timore il mio o strafottente il suo? Uomini che non baciano ma vogliono solo fotterti, come alcune mie vecchie amiche che, al freddo e alla pioggia, lavorano ognuna al proprio lampione assegnato.

Sul cellulare lampeggiava ancora il suo nome. Risposi quasi alla fine. E dopo i soliti convenevoli, mi chiese se fossi ancora a cena. Avevamo finito da poco, ma stavamo ancora chiacchierando gustandoci un amaro alle erbe selvatiche. Mentre un posteggiatore (1) con la sua chitarra classica cantava...

Cchiù luntana me staje, cchiù vicino te sento

chi sa a cchistu momento tu a ca piense, che faje?

Tu m'he mise dint'e vvene, 'nu veleno ca è ddoce

nun me pesa 'sta croce, ca je trascino pe' tte... (2)

E, alla fine della telefonata, mi saluta dicendomi con dolcezza: "Volevo solo darti la Buonanotte."

Usciti dal locale, vedo Robb dall'altro lato della strada appoggiato alla sua auto che mi guarda con un sorriso sprizzante di felicità. Il mio animo, invece, era in pieno subbuglio. Iniziai a sudare dalla forte emozione di vederlo lì, con quella faccia da cazzo piena di soddisfazione per la sua sorpresa riuscita. Credeva fossi con un altro? Così, per affermare il suo essere maschio padrone, sfoggiava davanti a tutti una scenata di gelosia e con un paio di schiaffi mi farebbe sentire una vera donna: amata e maltrattata!

Passai subito alle presentazioni per evitare il mio visibile imbarazzo avvolto da trepidante emozione, in poche parole arrossì come un'educanda che si scopre pudicamente le spalle. Aurora e Dario pensarono bene di lasciarci da soli. Non domandai il perché di questa sua improvvisa sorpresa. Squallido e inopportuno chiederglielo. Lui, però, precedette i miei pensieri.

«Avevo voglia di vederti.» rivolgendosi con aria da cane bastonato. «Oggi al telefono ti ho sentito un po' strano.»

Forse aveva percepito la mia stanchezza nel non incasinarmi con gay velati con le loro questioni strambe nel costruirsi un mondo etero parallelo e intanto di notte di corsa a fare battuage (3). Dalle velate sono sempre stato maltrattato. Umiliato. Allontanato. Criticato. Mi hanno fatto sentire sbagliato e ora dovevo lottare per uno di "esse", e ritrovarmi così a creare situazioni incresciose e ipocrite per salvare l'amore e ciò non lo trovo giusto e moralmente dignitoso. Tutto l'amore che possa provare per una persona, ma non bisogna mai sottomettersi. Potresti ritrovarti da solo a sbattere la testa al muro, con nessuno che asciughi le tue ferite.

Dovevo improvvisarmi Sherlock partenopeo. Scoprire se Robb potesse, un giorno essere limpido alla luce del sole o vivere sempre nell'ombra con i suoi tormenti da omosessuale represso.

Avrebbe falsificato le sue risposte chiederglielo direttamente.

Così divago attribuendo la colpa al freddo e alla mia maledetta cervicale, per non ammettere il mio stare male innamorandomi di uno che ha paura di esternare i propri sentimenti. È brutto vivere clandestinamente, non poter dire ai tuoi amici e a tutti che Robb è il mio bel boyfriend e non un amico come tanti. Essere orgoglioso di avere accanto una persona che ami e che ti ama profondamente. Ma vorrei gridargli in faccia solo la mia inquietudine. Mandarlo al diavolo e ognuno per la sua strada. Qualcosa, però, mi trattiene. Mi sto seriamente innamorando di Robb o è l'idea di avere una persona che ha delle particolari attenzioni nei miei riguardi, che amo?


1 - Posteggiatore - Suonatore girovago in locali pubblici. A Napoli ci sono stati di famosi, come Enrico Caruso, diventato il tenore più famoso al mondo o Giuseppe Di Francesco, soprannominato " 'o zingariello", che nel 1879 Richard Wagner, trovandosi a Napoli, ascoltò la sua voce e ne rimase colpito per l'espressività e gli propose di seguirlo a Bayreut, dove vi rimase quattro anni. Scacciato dallo stesso Wagner, perché sistematicamente gli metteva incinte tutte le cameriere... Ma lui diceva, invece: "M'ero sfasteriato 'e fa' 'o soprammobile". Solo in seguito confessò la verità. E molti altri, come Pasquale Jovino detto "Pascale 'o piattaro", perché in gioventù era stato decoratore di piatti o Pietro Mazzone, detto " 'o romano" nato nel 1864 e morto nel 1934, fu il primo tra i posteggiatori napoletani ad entrare in sala d'incisione.

2 - Passione (1934) è una delle canzoni più celebri tra quelle classiche napoletane. Testo scritto da Libero Bovio e musica di Ernesto Tagliaferri e Nicola Valente.

Trad. Più sei lontana, più ti sento vicina. Chissà in questo momento a cosa pensi, cosa fai? Mi hai messo nelle vene un dolce veleno, ma non mi pesa questa pena che sopporto per te.

3 - Battuage. Indica l'attività del "battere" in luoghi all'aperto o facilmente accessibili come i cessi delle stazioni, parchi cittadini, spiagge, cinema, parcheggi etc. Luoghi battuti da persone in cerca di rapporti sessuali occasionali, soprattutto nella comunità gay.

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