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Seduta sul sedile del passeggero con la testa rivolta a guardare fuori dal finestrino, alzai lo sguardo per ammirare il cielo: il tramonto era davvero uno spettacolo per gli occhi. L'arancio, il rosso e il rosa si fondevano tra loro in maniera perfetta, creando sfumature irripetibili e uniche nel loro genere.

Uno stormo di uccelli volava indisturbato a pelo d'acqua, diventando parte integrante di quel quadro vivente che avevo sotto gli occhi.

Giocherellavo nervosamente con una ciocca di capelli sfuggita alla mia treccia, attorcigliandomela su un dito. Elisabeth Mitchell era la mia migliore amica, abitavamo insieme ed era anche la persona più testarda che conoscessi, a volte era addirittura la più testarda al mondo. Mi mandava spesso su tutte le furie ma l'arrabbiatura con lei era solo passeggera; neanche una volta, mi ero mai davvero arrabbiata.
Non riuscivo quasi mai a dirle di no quando mi chiedeva qualcosa, avevo il cuore tenero.

Ero incredula che fosse riuscita a convincermi ad andare ad una festa insieme a lei. Io ad una festa? Era praticamente il mio incubo peggiore, cercai di trattenere un sorriso ironico che si stava aprendo sulle mie labbra.

A volte dimostrava si e no cinque anni, sembrava una bambina piccola e non sentiva ragioni. Quando si metteva una cosa in testa, doveva ottenerla a tutti i costi e usava ogni mezzo a sua disposizione per farlo. Ero sicura che avrebbe potuto convincere chiunque di una qualsiasi cosa.

Quel pomeriggio, tornata a casa dopo il lavoro, mi aveva praticamente supplicata di andare a quella festa con lei, voleva che conoscessi il suo ragazzo così mio malgrado avevo accettato arrendendomi ai suoi desideri.

La osservavo con la coda dell'occhio mentre mi lanciava occhiate furtive, sapeva quanto poco mi piacessero quel tipo di "manifestazioni collettive".
Per tenerla un po' sulla corda così mi fingevo arrabbiata, anche se un po' lo ero per davvero.

Dalle casse dello stereo uscivano le note di una canzone di Adele ma non ne ricordavo il titolo, sapevo solo che rievocava in me vecchi ricordi. Un tempo erano stati dolorosi, ora solo vecchi e banali che ogni tanto tornavano a farmi visita popolando la mia mente. Scacciai quel pensiero, alzai il volume e iniziai a canticchiare sottovoce.

«...the scars of your love remind me of us. They keep me thinking that we almost had it all. The scars of your love they leave me breathless I can't help feeling. We could have had it all Rolling in the deep, you had my heart and soul and you played it.»

Beth si unì a me. Mi sentii leggera, da tanto tempo avevo abbandonato quei ricordi.
La tensione che mi attanagliava, lentamente, se ne andò come era venuta anche se ero ancora un po' agitata. Dove stavo andando, non conoscevo praticamente nessuno a parte Beth, ovviamente e questo mi rendeva inquieta.

Mi girai nella sua direzione, notando che mi sorrideva dolcemente. Poteva essere terribilmente fastidiosa un momento prima, ma già quello successivo tornava la persona adorabile di sempre.

La strada era già piena di auto parcheggiate persino sul prato, la grande e imponente villa sembrava sul punto di scoppiare, per la gente che c'era. Beth diceva che era dei genitori di un amico di Josh, giocavano a football nella stessa squadra dell'università e molto spesso dava feste come quella. Mi chiesi chi mai avrebbe potuto organizzare party del genere sentendosi a proprio agio, tutta quella gente che girava indisturbata in casa tua, sicuramente non io.

Anche nella sua estrema semplicità, con i muri esterni bianchi e le imposte in legno chiaro, la villa risultava raffinata ed elegante, era affacciava direttamente sulla spiaggia che immaginai fosse privata.

Trovammo parcheggio quasi subito dato che il ragazzo di Beth aveva fatto lasciare un posto per noi, prima di scendere dall'auto lei si controllò nello specchio dell'aletta parasole. La osservai curiosa, non sapevo come faceva ma era sempre uno schianto. Qualsiasi cosa indossasse, in qualsiasi situazione si trovasse.
Aveva lunghi capelli ramati che le ricadevano morbidamente sulle spalle, i suoi occhi azzurri erano radiosi come ormai succedeva da un po', cioè da quando aveva conosciuto Josh. Ne parlava spesso anche troppo per i miei gusti, a volte chiacchierava per ore senza sosta di quanto fosse bello, di quanto fosse simpatico o di quanto fosse meraviglioso e premuroso. Ero davvero troppo contenta per lei, anche se non l'avevo ancora incontrato.

Mai più come prima (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora