15.

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Aprii il rubinetto della doccia. Presi un grande telo di spugna, mentre aspettavo che si scaldasse l'acqua. Non ci mise molto ad intiepidirsi e poco dopo entrai richiudendo dietro di me le porte della cabina.

Restai sotto la doccia più del necessario, anche una volta finito di rimuovere completamente il cloro della piscina dalla pelle e della massa disordinata dei miei capelli.

La mia vita nelle ultime settimane aveva preso una piega inaspettata e a volte anche poco piacevole, la sera prima avevo addirittura rischiato di morire. Se solo me l'avessero detto, non c'avrei mai creduto. Dovevo cercare di correggere un po' la traiettoria che aveva preso la mia vita, di sicuro non sarebbe potuta tornare quella di prima in tutto e per tutto, perché volendolo ammettere o meno qualcosa in me era cambiato.

Uscii dalla doccia avvolgendomi nel grande asciugamano.

Mi preparai per andare a lezione indossando un bell'abito molto semplice, con delle sottili spalline e corto sopra al ginocchio, il color smeraldo intenso faceva risaltare il colore dei miei occhi. I sandali della sera prima ci sarebbero stati benissimo, ma dovevo ancora valutare le loro condizioni una volta asciutti, optai invece per un altro paio color crema con il laccetto alla caviglia.

Dopo aver asciugato i capelli nel solito modo abitudinario, applicai pochissimo trucco sul viso e uscii in fretta dal bagno ancora invasa dal tepore emanato dell'acqua.

Infilai un paio di libri nella borsa e scesi di sotto in cucina. Beth stranamente era già in piedi, di solito dormiva fino all'ultimo minuto utile mentre quella mattina stava armeggiando con la macchina per fare il caffè che pareva momentaneamente avere la meglio su di lei.

«Buongiorno Beth!» dissi dandole un frettoloso bacio sulla guancia, mentre mi versavo della spremuta d'arancia in un bicchiere, mi pareva che il suo umore non fosse proprio dei migliori.

«Giorno Elle!» salutò a mezza bocca. Cosa le prendeva? Già il fatto di vederla sveglia a quell'ora era abbastanza singolare, poi era praticamente incollata al cellulare e la mattina per lei era una cosa davvero off-limits. Diceva che il ticchettio dei tasti la innervosiva, rendendo il suo umore ancora più nero, mentre in quel preciso momento non staccava lo sguardo dallo schermo neanche per un secondo.

«Tutto bene?» chiesi allarmata, la mattina era irascibile ma mai a quei livelli. Chissà cosa le stava succedendo.

Bevvi il mio succo in fretta, non volevo rischiare di fare tardi alla prima ora di lezione, per giunta di lunedì. Riposi con cura il bicchiere nel lavabo, avrei pensato a sciacquarlo al mio ritorno. Uscii dalla cucina salutandola in maniera frettolosa, ma non ricevetti alcuna risposta. Di sicuro a pranzo ne avrei saputo di più su quella faccenda.

Entrai in aula per tempo, trovai Madison già seduta al solito posto e mi accomodai a fianco a lei, posai la borsa a terra e ci scambiammo un frettoloso saluto. Capivo bene dal suo volto che dovevano esserci grosse novità sul fronte "nuovo ragazzo" di cui doveva parlarmi, era decisamente radiosa come mai l'avevo vista prima di allora.

Controllai l'orologio che indossavo al polso, mancavano ancora una decina di minuti abbondanti all'inizio della lezione, quindi potevamo chiacchierare tranquillamente senza problemi.

«Allora?» la esortai a sputare il rospo e lei non si fece pregare due volte per iniziare.

«Sono uscita con il ragazzo che ti avevo detto...» disse tutta trepidante, il sorriso che aveva stampato sulle sue labbra andava da un orecchio all'altro, segno evidente che era andata meglio di come aveva immaginato.

«Racconta dai, non lasciarmi sulle spine...» ero davvero curiosa di sapere come erano andate le cose fra loro.

«Quindi ci siamo visti sabato sera, siamo andati al cinema a vedere uno stupido film, poi nessuno dei due voleva salutarsi così presto quindi abbiamo passeggiato per le vie del centro mano nella mano. È stato tutto talmente romantico, mi piace tantissimo...» se fossimo state all'interno di un fumetto, la mia amica avrebbe di sicuro avuto gli occhi a cuoricini.

Mai più come prima (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora