Il viaggio in macchina si svolse in un silenzio imbarazzato. Ogni tanto si girava a guardarmi e i suoi occhi dicevano di più di qualsiasi parola detta a voce. Erano rassicuranti . E riuscivano a mettermi a mio agio. Sembrava assurdo che fossimo così impacciati. Non mi era mai capitato con nessuno, di sentirmi così.Avrei voluto sapere a cosa stava pensando. I miei occhi erano fissi sulla strada che scorreva di fronte a me. Ma in realtà non stavo guardando nulla.
Protesi una mano verso lo stereo, incrociando la sua che cambiava marcia. La scostai subito scusandomi. Lasciai perdere anche la musica.La macchina su cui stavamo viaggiando era la mia, ma gli avevo permesso di guidarla. Non sapevo bene il perché, di solito non lo permettevo a nessuno. Ero molto legata alla mia auto. Era stata di mio fratello Travis, ma quando era partito in missione me l'aveva lasciata. Diceva che ormai non faceva più per lui. Apparteneva ad una vita passata che non sentiva più sua.
Era una Dodge Charger srt8, un vero splendore. Per un lungo periodo mio fratello era stato una testa calda. Quando era entrato in un circuito di corse illegali, l'aveva acquistata senza pensarci su due volte. Era il suo sogno da sempre possederne una. Era una macchina molto costosa, quindi mi domandai dove avesse preso tutti quei soldi. A volte mi ero detta che forse era meglio non sapere.
Un giorno senza che ne avessi capito il motivo, decise di arruolarsi nei marine. Lasciò stare le corse e tutte le follie che aveva fatto in passato. Così di punto in bianco. Spesso gli avevo chiesto il motivo di questa sua decisione. Diceva sempre che un giorno, quando se la sarebbe sentita, me ne avrebbe parlato. Mi regalò la macchina facendomi promettere che l'avrei trattata bene.
Vivendo con due fratelli, avevo imparato tutto quello che si poteva sapere sulle auto. Come aggiustarle e con il tempo anche a modificarle. Ero un po' un maschiaccio in questo. Crescere con la sola presenza maschile, mi aveva portato ad avere questo tipo di interessi.
Di nascosto da tutti avevo fatto una piccola modifica al motore. Aggiungendo qualche cavallo in più a quelli che già aveva. Non era stato poi così difficile. E in più avevo migliorato i consumi di carburante. Non sapevo bene perché l'avessi fatto. Era stato così semplice seguire la modifica che avevo trovato su internet. Ne avevo sentito il bisogno, anche se non avevo mai sfruttato appieno le sue potenzialità.
Quando sentii qualcosa sfiorarmi il ginocchio, tornai alla realtà. Brian mi stava accarezzando, per attirare la mia attenzione. Dovevo essere rimasta imbambolata come una sciocca.
Incrociai il suo sguardo. Mi fidavo di lui, senza avere un motivo reale. Mi faceva sentire protetta la sua presenza. Come se con lui vicino, non sarebbe potuto accadermi niente di brutto. In realtà io sapevo poco o niente di lui, quindi razionalmente non avrei dovuto fidarmi.La macchina si fermò lentamente. Senza frenate brusche. Eravamo nel parcheggio di un locale, in cui ero andata qualche altra volta. Non era niente di troppo pretenzioso. Solo in quel momento mi accorsi di avere una gran fame. Il mio stomaco iniziò a farsi sentire con prepotenza. Arrossii per i rumori che emetteva. Di sicuro dovevano essere arrivati anche alle sue orecchie.
Brian mi sorrise, incoraggiandomi a scendere. Nessuno dei due aveva ancora proferito parola. Da quando eravamo usciti dalla suite dell'albergo, non ci eravamo parlati.
Lo osservai scendere dalla mia macchina. Mi aspettò all'entrata del ristorante, tenendomi la porta aperta. Per un attimo mi lasciò perplessa. Il Brian che avevo conosciuto all'inizio non era così. Forse l'avevano rapito gli alieni? Gli avevano fatto un qualche lavaggio del cervello? Non riuscivo a credere ai miei occhi.
Lo seguii all'interno, dove aleggiavano dei profumini invitanti. Come avevo potuto dimenticarmi di avere fame? Quando era stata l'ultima volta che avevo toccato cibo? Ci riflettei su. A colazione, ma forse la spremuta d'arancia da sola, non poteva essere considerata come pasto.
STAI LEGGENDO
Mai più come prima (#Wattys2016)
ChickLitAllison Martin. Occhi verdi come smeraldi. Pelle candida come la neve. Un'infanzia difficile alle spalle che l'aveva resa più forte. Non aveva perso la fiducia nelle persone, come avrebbe fatto chiunque. Ma in se stessa. Imparò troppo presto che un...