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Prima di andare alla festa, passammo a casa di Brian e Josh. Avevo scoperto che abitavano insieme, si conoscevano da anni. Andavano a scuola insieme dal liceo. Un po' come me e Elizabeth.

Dovevano lasciare i borsoni e mettere il costume da bagno, quindi salirono in casa.

Nel frattempo mi ero imposta di non pensare che avrei dovuto indossarlo anche io. Contavo sul fatto che Beth avesse pensato ad un copricostume, un pareo o qualcosa di simile per coprirmi almeno un po'. Non ebbi il tempo di continuare a rifletterci su che i ragazzi tornarono. Ci avevano impiegato pochissimo a cambiarsi.

Per fortuna eravamo sulla mia macchina, così potevo distrarmi concentrandomi sulla guida.

Quando mi dissero dove era la festa, non riuscii a trattenere qualche commento sarcastico. Quel tale Tim era il proprietario della villa sulla spiaggia. Me l'avevano taciuto fino all'ultimo momento, sapendo che l'ultima volta da lì me n'ero andata correndo. Era stata una mossa astuta da parte loro non dirmelo, se l'avessero fatto non ci sarei andata di sicuro.

Arrivata davanti al viale d'accesso, cercai un posto per la mia auto. Quella sera ci sarebbero stati solo i ragazzi della squadra e qualche ragazza della squadra delle cheerleader.

Non fu difficile posteggiare. In tutto c'erano una decina di macchine lì fuori. Scesero tutti dall'auto appena mi fermai, tranne Brian che restò seduto di fianco a me. Restò in silenzio, finché non fui io a romperlo.

«Tu non mi volevi qui...» sussurrai. Non era una domanda, ma una semplice constatazione.

«È vero in parte...» prese un bel respiro prima di continuare. «Volevo che venissi, ma devi sapere che si sarà anche Victoria. Mi ero convinto che se non fossi venuta avresti evitato le sue cattiverie...» capivo cosa voleva dire. Forse aveva ragione e non sarei dovuta andare.

«Cos'è lei per te?» non ero nella condizione di pretendere una risposta, ma nessuno mi vietava di chiedere anche se per lui non ero nulla. Non mi aspettavo che mi rispondesse, non era tenuto a farlo. Stavo per scendere quando sentii la sua voce.

«Lei per me non significa niente. Un giorno quando me la sentirò ti racconterò tutto, per ora penso che questo può bastarti...ora scendiamo?» annuii scendendo dall'auto. La sua voglia di tagliare di netto quel discorso mi aveva stranita. C'era certamente qualcosa che lo legava a quella ragazza, ma non me ne voleva parlare. Era chiaro. La mia voglia di entrare lì, era diminuita ancora di più. Sarei voluta tornare sui miei passi, fare dietrofront e tornare sull'auto, guidando finché non fossi arrivata a casa.

Ignorando ogni sensazioni mi avviai all'entrata.

Dentro la casa non regnava la stessa atmosfera della volta precedente. Il salone era ingombro di mobili e non c'era traccia di alcun dj. Era quasi troppo silenziosa, per come la ricordavo.

Dei rumori attutiti venivano da fuori nel giardino. Mi guardai attorno, alla ricerca di Beth. Non c'era traccia della mia amica.

«Al piano di sopra, seconda porta a destra...» rispose alla mia domanda mentale.

Lo vidi uscire di fuori dalla portafinestra. Prima di richiuderla dietro di se mi sorrise incoraggiante.

Mi avviai alla grande scalinata che portava al piano di sopra. Bussai alla porta che mi aveva indicato Brian e sentii una voce familiare invitarmi a entrare.

Beth aveva tirato fuori l'intero contenuto della borsa che si era portata. Poggiando tutto con cura sul letto. Guardando bene i due costumi, sapevo già quale sarebbe stato il mio e quale il suo.

Il mio era un due pezzi rosa pallido con una stampa floreale in tinta. Era davvero delizioso, si incrociava davanti al seno e non aveva bretelle. Lo slip era molto semplice. Il suo era praticamente uguale, ma aveva una fantasia maculata sui toni del nocciola. Da qualche tempo l'animalier era diventato una sua fissa.

Mai più come prima (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora