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Aprii il rubinetto dell'acqua lasciandola scorrere, in attesa che si scaldasse. Quando raggiunse la temperatura giusta, chiusi il tappo della vasca e lasciai che si riempisse.

Se andavo di fretta preferivo di gran lunga fare la doccia, per questioni di tempistiche. Mentre se avevo tanto tempo a mia disposizione, preferivo oziare senza preoccuparmi di ore, minuti e secondi. Potevo rilassarmi in tranquillità, poltrendo immersa nell'acqua.

Quando mancava poco più di un palmo dal bordo che l'acqua traboccasse fuori, la chiusi. Presi dei sali da bagno e ne sparsi un po'.

Mi sfilai la maglia e il pantaloncino del pigiama, li lasciai cadere a terra insieme al resto che indossavo. Immergendomi nell'acqua fino al collo. Mi infilai le cuffiette dell'iPod alle orecchie e feci partire la musica. Avevo impostato una playlist di brani soft e rilassanti. Presi il libro che avevo poggiato sul bordo della vasca. Scorsi alcune pagine, prima di riuscire a trovare il punto dove ero arrivata.

Con la musica nelle orecchie, iniziai a leggere indisturbata. Girai una pagina dopo l'altra. Ero arrivata alla parte clou della storia e la stavo letteralmente divorando.

Quella mattina la mia tabella di marcia, non prevedeva nulla da fare. Non avevo da studiare, ne nessun compito da svolgere. Così mi ero presa del tempo per me, cosa rara, dedicandomi a quello che preferivo fare. Cioè leggere senza nessuno a minare la mia quiete.

Ad un tratto le parole scritte sul libro, iniziarono a sfumare sotto i miei occhi. Perdendo la loro forma e il loro significato. La mia attenzione era concentrata su altro. Pensavo di nuovo alla sera prima, come mi era capitato di fare spesso durante la notte.

Brian era stato una sorpresa inaspettata. Una persona completamente diversa, per come si era mostrato all'inizio. Quel ragazzo sgarbato e arrogante, era mutato sotto il mio sguardo. Dimostrandomi che avevo sbagliato a fare le mie valutazioni con troppa superficialità. Avevo ricevuto un grande insegnamento: mai fermarsi alle apparenze. Bisognava scavare sempre in profondità, prima di poter dare un proprio giudizio.

Ripensai a tutto quello che gli avevo raccontato. Mai mi ero aperta così tanto con una persona, senza conoscerla fino in fondo. Mai avevo sentito così incondizionatamente di potermi fidare di qualcuno. Eppure era successo.

Mi piaceva molto più di quello che volessi ammettere, stare in sua compagnia. Chiacchierare piacevolmente con lui, raccontargli della mia vita mi riusciva quasi facile. Era riuscito a penetrare in quel muro che avevo eretto negli anni.

Posai il libro a terra, stando ben attenta che non si bagnasse. La musica continuava a riempirmi le orecchie. Ogni altra cosa scomparve dalla mia testa. Ripensai alle sue carezze sulla mia pelle. Ogni volta che mi aveva sfiorata, un brivido era corso giù per la mia schiena. Quasi mi appisolai, presa da quei pensieri.

Un forte rumore in disaccordo con le note del brano che stavo ascoltando, mi fece sobbalzare dallo spavento. Sfilai le cuffie all'istante e rimasi in ascolto. Un altro colpo più forte del precedente, quasi buttò giù la porta.

Qualcuno stava bussando.

«Chi è?» chiesi particolarmente allarmata.

«Sono io!» rispose Beth dall'altra parte della porta. Entrò senza aspettare che le dicessi di farlo. «Ma si può sapere cosa stai facendo qua dentro?»

«Non si vede...?» indicai con un gesto le cuffiette che tenevo ancora in una mano e il libro poggiato a terra. Scosse la testa con incredulità.

«È più di mezz'ora che il tuo cellulare squilla, vai a vedere chi è...» il suo fu quasi un ordine e la cosa mi infastidì.

Mai più come prima (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora