Mi scuso in anticipo per eventuali errori grammaticali. Buona lettura!
Miami - 6:45 a.m.
Sentii suonare la sveglia, così la presi e la lanciai dall'altra parte della stanza.
"AAAMBEER", urlò qualcuno, mentre continuavo a dormire tranquillamente. Quel qualcuno iniziò a scuotermi. Aprii gli occhi accigliandomi e per poco non rimasi accecata da tutta la luce che filtrava dalla finestra. Pian piano provai a mettere a fuoco l'immagine sfocata di Kate, che continuava a saltellare sul mio letto.
"Sono viva", mormorai, tirandomi la coperta su fino alla testa. La mia sorellina se ne andò via ridendo.
Kate aveva compiuto dieci anni il mese prima, mentre io ne avevo diciassette.
"Sbrigati, sei in ritardo. Perderai di nuovo il pullman", disse mia madre, piombando in camera mia. Ma la privacy dov'è finita?
"Adesso mi alzo!", risposi sbuffando. Uscì da camera mia lasciando la porta spalancata. Perché nessuno in questa casa riusciva a capire che, dopo essere entrato in camera mia, quando se ne andava doveva ricordarsi di chiudere la porta? Non era così difficile. Calciai via la coperta e controllai l'ora: 7:05 a.m. Oh no.
Corsi subito in bagno e guardai il mio riflesso allo specchio: avevo due occhiaie spaventose, i capelli scompigliati e il trucco del giorno prima sbavato sotto agli occhi. Avrei voluto farmi una doccia, ma non c'era più tempo, quindi mi sciacquai il viso, mi sistemai i capelli e misi solo uno strato di mascara sulle ciglia.
Tornai in camera mia e optai per una semplice t-shirt bianca e dei jeans strappati alle ginocchia. Per infilarli, cominciai a fare dei movimenti strani e persi anche l'equilibrio finendo con il sedere per terra. Dopo aver finito di vestirmi afferrai subito lo zaino, uscii di casa e iniziai a correre velocemente verso la fermata del pullman. Ovviamente il pullman era appena partito, e mi ritrovai costretta a dover andare a piedi.
Cominciai a correre per le strade di Miami, mentre mi stavo sciogliendo sotto quel sole bruciante. Amavo quella città, anche se non avevo molti amici. Nonché fossi una ragazza timida o introversa, ma perché preferivo starmene per conto mio ad osservare le persone attorno a me. Mentre frequentavo la quarta liceo, avevo una migliore amica, Samantha White. Lei era una di quelle amiche che, nonostante tutto, sarebbero sempre rimaste al tuo fianco.
Girai una curva e per sbaglio inciampai sul marciapiede, spingendo un povero signore anziano che stava leggendo il giornale.
"Mi scusi", urlai.
Una cosa che avevo ereditato dai miei genitori era proprio l'essere un'imbranata. Ma caratterialmente somigliavo più a mia madre, soprattutto per il fatto di essere una maniaca del controllo e riempirmi la testa di brutti pensieri inutili.
Ero così presa dai miei pensieri che non mi resi conto di dove stessi andando, e ad un tratto finii per sbattere contro un petto tonico e caddi a terra. Accidenti.
"Ehy, ma guardi dove vai?", sentii dire. Mentre mi alzavo con fatica da terra, alzai lo sguardo dalle sue scarpe alla maglietta e notai di avergli rovesciato il caffè addosso.
"Scusa, mi dispiace tantissimo", mormorai alzando lo sguardo per poterlo guardare in faccia. In quel momento mi bloccai. Di fronte a me c'era Mason Davis, uno dei ragazzi più popolari della scuola. Com'era potuto succedere?
"Emh.. i-io..", provai a dire qualcosa di sensato. Improvvisamente il suo cellulare squillò, così ne approfittai per scappare e correre il più lontano possibile.
Quando giunsi a scuola ed entrai in classe, mi ritrovai lo sguardo dei miei compagni puntato addosso, cosa che mi irritava particolarmente.
"Signorina Smith, è di nuovo in ritardo", mi fece notare il professore.
"Mi scusi." Andai a sedermi al mio posto. In realtà non mi dispiaceva affatto di essermi persa un'ora noiosa di storia.
Dopo aver terminato le lezioni, uscii da scuola sperando di non incontrare il ragazzo del caffè. Avevo combinato proprio un bel disastro.
"Ehy ritardataria", disse Sam alle mie spalle, facendomi sussultare per lo spavento. Le lanciai subito un'occhiataccia.
"Non è divertente."
"Uh, qualcuno si è svegliato con la luna storta oggi", commentò. "Che è successo?"
Senza volerlo i miei occhi si soffermarono sull'ultima persona che volevo vedere. Eccolo. Lì sul muretto della scuola si trovava Mason Davis insieme a Tiffany, la sua ragazza.
"Sbaglio o stai puntando Davis?" Sam si posizionò di fronte a me, coprendomi la visuale. Scossi la testa tornando in me.
"Cosa? No, mi ero solo incantata", mentii per evitare di parlarne. Volevo solo dimenticare ciò che era successo per evitare problemi di ogni genere, quando ne avevo già abbastanza.
/Angolo autrice/
Ciao ragazzee!
Questa è la prima storia che scrivo e spero che l'inizio vi sia piaciuto. Scusate se questo capitolo è così corto, ma è l'introduzione. Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.
Grazie!xCloe💓
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I Want You To Stay [in revisione]
RomanceL'aveva spinta a lasciarsi andare, a essere la vera lei che non si era mai permessa di essere. /Estratto dal libro/ "Ho portato le mani in aria e ho detto, mostrami qualcosa. Lui ha detto, se hai coraggio vieni un po' più vicino. Non ero proprio sic...