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Allison sospirò un'altra volta mentre si guardava intorno in attesa che il suo ospite arrivasse. Sperò di essersi sbagliata quando aveva pensato che Will non sarebbe arrivato vestito nel modo giusto per una serata come quella, ma non credeva ci fosse abituato.

All'inizio, in fondo, non lo era nemmeno lei. Si ricordò di quante ore avesse perso davanti all'armadio la prima volta che l'avevano invitata subito dopo la morte dei suoi genitori. Una serata di beneficienza a Los Angeles alla fine della quale era stata proclamata quale ala dell'ospedale avrebbe preso il nome di suo padre.

A differenza di quello che tutti credevano, non era stata quella di neurochirurgia, che era la specializzazione dell'uomo, era stata l'ala di pediatria, perché negli anni la famiglia Morgan aveva elargito grosse donazioni per le cure dei bambini e perché la madre di Allison adorava andare a leggere per loro ogni fine settimana.

Era stata una serata bella e commovente, in cui tutte le qualità di suo padre erano state messe in luce da un lungo discorso tenuto dal capo di chirurgia e da vari aneddoti raccontati dai colleghi, persino dalle infermiere. Ma per la prima volta da quando partecipava a quegli eventi, sua madre non era lì con un vestito già pronto per lei, perfetto e bellissimo come solo lei sapeva scegliere.

Ricordava Victor, i suoi consigli che non erano consigli.

Sarai bellissima qualunque cosa indosserai, continuava a dirle, ma lei non ne era sicura. Era solo una ragazzina allora e per quanto le piacesse la moda, la cosa più bella che credeva di possedere era una discreta collezione di jeans. Non esattamente adatti per una serata di beneficienza.

Era strano, pensò mentre un'auto entrava nel parcheggio e si fermava a poca distanza da lei, anche pensandoci bene non riusciva a ricordare cosa avesse indossato alla fine. Ricordava solo che una volta dentro si era sentita fuori posto e non dipendeva dal vestito.

Si strinse nelle spalle facendo un grosso respiro, poi sorrise a Will mentre lui scendeva da quella sua vecchia automobile sporca di fango. Come lei aveva previsto indossava un paio di pantaloni scuri ed una camicia azzurra, senza giacca né cravatta, in piena modalità detective pronto a fare domande non adatte ad un evento come quello.

"Ah!" esclamò aprendo lo sportello della sua auto e tirando fuori una giacca scura ed una cravatta. "Qualcosa mi diceva che non saresti venuto vestito nel modo giusto, quindi ci ho pensato io" gli fece sapere tendendo il braccio verso di lui.

Will, fermo a pochi metri da lei la fissò con espressione stupita; sembrava quasi che non avesse mai visto una donna in un bell'abito prima. Rimase a guardarla per un lungo istante, prima di riprendere il controllo e schiarirsi la voce.

"Non sono qui per fare l'ospite, sono qui per fare domande al dottor Harrison, avere le risposte di cui ho bisogno e poi andarmene via" le disse.

Allison annuì arricciando poco la bocca; sperava di essere riuscita a nascondere la delusione che provava. Si diede della stupida per aver anche solo pensato che sarebbe rimasto per farle da sostegno morale. Perché avrebbe dovuto? Non erano amici e lui aveva un caso da risolvere.

Non era di Will Kinney il compito di stare seduto accanto a lei mentre le consegnavano un premio per suo padre, non era suo il dovere di stringerle la mano per farle coraggio pochi secondi prima che lei facesse un discorso che non aveva preparato, accettando quel riconoscimento alla memoria straordinaria di Cristopher Morgan.

Tutte quelle cose avrebbe dovuto farle Elijah, ma lei era da sola. Come sempre. 

Senza accorgersene alzò gli occhi e fissò lo sguardo sulla luna piena per qualche secondo, poi lo riabbassò e pensò all'incontro che tra qualche ora avrebbe avuto con Papa Midnite. Non sapeva perché, ma credeva che in qualche modo le cose avrebbero finito per essere collegate.

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