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Quando Elijah aveva aperto gli occhi, quella mattina, Allison non era a letto. Allungando la mano sul suo lato si accorse che era freddo, quindi doveva essersi alzata oramai da un bel po'.

Sapeva essere silenziosa quando voleva. Non aveva sentito alcun rumore, né alcun movimento... Non ne sentiva neppure adesso.

"Allison!" la chiamò ad alta voce, alzandosi con un balzo, indossando velocemente i pantaloni. "Allison" ripeté quando lei non rispose.

L'Originale uscì dalla camera col cuore in gola, presa di un senso di impotenza e terrore che non provava da tanti, tantissimi anni. L'ultima volta che si era sentito in quel modo era stato più di mille anni prima, quando Mikael aveva colpito Klaus la prima di una lunga serie di volte.

Ora, però, quella sensazione era anche peggio di allora; Allison non stava bene, da quanto Freya e John gli avevano detto una settimana prima, dopo quello stupido ballo in maschera, era solo una questione di tempo prima che morisse. Quanto tempo però non avevano saputo dirglielo e così, mentre le ricerche di Papa Midnite – che sembrava impossibile da trovare – continuavano, ogni volta che la bella cacciatrice non era dove poteva vederla o sentirla, veniva pervaso dal terrore di trovarla stesa sul pavimento, inerme.

Perduta per sempre.

"Allison!" urlò, stavolta più forte che poteva. L'eco delle sue stesse parole risuonò nella cucina vuota.

La porta si aprì di colpo e lei lo guardò confusa, pronta a qualunque cosa, come sempre.

"Elijah" gli disse raggiungendolo. "Che succede?"

L'Originale tirò un sospiro di sollievo, poi se la strinse al petto cercando di riprendere il controllo. "Mi sono svegliato e non c'eri."

Lei si staccò poco da lui, giusto quel tanto che bastava per guardarlo in faccia, ma gli avvolse la vita con le braccia rimanendo stretta al suo corpo. "Ero sul portico a prendere un po' d'aria. Lo faccio quasi tutte le mattine."

"Lo so, è solo che..." Elijah respirò a fondo pensando bene a cosa dire. Non aveva voglia di litigare, non avevano tempo per farlo. Eppure, ogni volta che nominava Midnite, quel maledetto patto e la sua testardaggine nel rifiutare di farsi guarire, si finiva sempre per discutere.

Non importa se torneranno lupi, Hayley è d'accordo, purchè tu ti salvi, le aveva ripetuto per tutta la settimana.

Non mi importa cosa dice Hayley, lei deve rimanere umana e prendersi cura di sua figlia, era stata l'unica risposta che aveva ricevuto.

"Credevi che mi fosse successo qualcosa, vero?" gli chiese lei distogliendolo dai suoi pensieri. "Credevi che fossi morta, forse?"

Lui annuì piano, sentendosi ridicolo e terrorizzato nello stesso momento.

"Oh, Elijah" riprese lei, le sue mani gli accarezzarono dolcemente il viso. "Sto benissimo, non preoccuparti. Stamattina mi sento davvero magnificamente, così bene che ho fatto un'abbondante colazione a base di yogurt e frutta senza avere la nausea e ho pianificato una fenomenale serata per la cena del Ringraziamento al Rousseau's."

Il vampiro la baciò dolcemente, trasferendo in un gesto tutto quello che avrebbe voluto dirle, tutto quello che sentiva. Le avvolse la vita con le braccia, accorgendosi di quanto fosse dimagrita e sollevandola la mise a sedere sull'isola della cucina. "Raccontami tutto di questa fenomenale serata," le disse staccandosi dalle sue labbra e raggiungendo la sua giacca appesa all'appendiabiti accanto alla porta.

"Per prima cosa" iniziò Allison fissando fuori dalla finestra, come faceva ogni volta che parlava di qualcosa che la rilassava, "darò un aumento a tutti i dipendenti, Camille compresa. Secondo, la cena sarà gratis per tutti quelli che sono soli e non hanno nessuno con cui trascorrere questo giorno di festa. Farò stampare dei volantini e li appenderò in giro per la città. Ne ho una bozza proprio sul mio computer. Vuoi vederla?" gli chiese voltandosi.

The Family Business - The CovenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora