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"Damon" Bonnie entrò dentro la casa ripensando a quanto fossero diverse le loro vite da quando gli Eretici avevano preso il comando della città. Nessuno di loro aveva potuto fare ritorno alle proprie radici, alle proprie abitazioni.

La casa di Tyler Lockwood era diventata il rifugio per tutti, tranne per lei che passava la maggior parte del tempo al college, nel dormitorio che aveva diviso per tanto tempo con le sue due migliori amiche.

Il pensiero volò ad Elena, chiusa in una bara, nascosta chissà dove perché lì a Mystic Falls non era più al sicuro. Condannata a un sonno che sarebbe finito solo quando il suo di sonno eterno fosse cominciato. Anche se si sentiva un po' egoista a pensarlo, era grata che lei e Damon avessero legato così tanto nel corso della loro permanenza nell'altro lato.

Di quell'esperienza Bonnie doveva ancora scoprire chi era il tizio che aveva visto diverse volte, solo per pochi secondi, l'ultima volta prima di tornare a casa.

"Damon!" chiamò di nuovo.

E lui comparve, con quella sua espressione annoiata e in mano l'attizzatoio. "Cosa vuoi, streghetta?"

"Stamattina ho ricevuto una telefonata da qualcuno che non mi sarei mai aspettata di sentire..." la ragazza si mise a sedere sul divano e si girò di lato per guardarlo in faccia.

"Chi? Un magico essere che può risvegliare l'amore della mia vita senza che ti succeda nulla?"

Lei alzò un sopracciglio, poi scosse il capo. "No. Elijah Mikaelson."

Il vampiro si voltò di scatto, per guardarla negli occhi. "Elijah Mikaelson il vampiro Originale in doppio petto?"

"Conosci qualche altro Elijah Mikaelson, per caso?"

"E cosa diavolo voleva?" Damon la raggiunse e si mise a sedere accanto a lei.

"A quanto pare ha bisogno del mio aiuto. Sto partendo ora per New Orleans e tu verrai con me."

Il maggiore dei Salvatore rise, si alzò e camminò lento fino al mobiletto bar. "Non credo proprio. Le battaglie dei vampiri Originali non sono un mio problema e non dovresti averci a che fare nemmeno tu. Quei tizi sono pericolosi e hanno nemici terrificanti."

"Si tratta di Allison" tagliò corto lei. "È a New Orleans ed è nei guai."

Damon si voltò di scatto e la fissò, sul viso un'espressione preoccupata. "Che tipo di guai?"

"Sta morendo, Damon."

Lui rimase in silenzio per un attimo; mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime si abbandonò contro la parete lì accanto. "Guido io" disse infine incamminandosi verso la porta.

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John arrivò alla tenuta all'alba, in compagnia dei Winchester e di Castiel.

Notò subito che la casa era silenziosa, forse troppo silenziosa e si chiese cosa diavolo stesse succedendo. "Ehilà!" urlò. "C'è nessuno?"

Il primo a rispondergli fu Klaus. L'Originale scese lungo la scala di legno e incrociò le mani dietro la schiena, raggiungendoli.

"John Constantine insieme ai Winchester e al loro Angelo custode" mormorò. "Allison sarà qui a minuti, si sta preparando per la funzione."

Dean corrugò la fronte. "Quale funzione?"

"Un suo caro amico è morto recentemente. Stiamo per dargli degna sepoltura."

"Quale amico?" chiese Castiel.

The Family Business - The CovenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora