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LOS ANGELES – CINQUE ANNI PRIMA

Stasera vorrei portarti a cena, le aveva detto. Ed Allison aveva accettato con piacere. Le aveva fatto capire che gli sarebbe piaciuto vederla chiusa in un bel vestito elegante e lei lo aveva accontentato.

Era uscita e si era comprata quel vestito beige che la faceva sentire una signora per bene e allo stesso tempo una femme fatale e si era accorta che mai per nessun uomo aveva fatto quello che stava facendo per Elijah Mikaelson, non con quell'entusiasmo da ragazzina.

L'Originale le aveva dato appuntamento alle otto in punto in un bellissimo ristorante che stava al centro della città, al secondo piano di un palazzo meraviglioso e di nuova costruzione. Allison aveva pensato che fosse strano che non si fosse offerto di andarla a prendere, ma aveva preso la sua auto e si era diretta al posto stabilito.

Era salita su un ascensore tanto nuovo quanto lussuoso e una volta raggiunto il piano le porte si erano aperte direttamente sulla sala.

Era vuota, eccetto per Elijah che la aspettava in piedi vicino a un tavolo a ridosso della vetrata con vista su un bellissimo parco. Quando la vide, la raggiunse sorridendole dolcemente col suo completo blu addosso.

"Sei puntualissima" le sussurrò porgendole la mano. "E bella da togliere il fiato."

Lei sorrise spostandosi una ciocca di capelli mossi dietro l'orecchio, quelle fossette sulle guance comparvero quasi prepotenti ed Elijah notò che quella destra era più profonda dell'altra.

"Anche tu non sei niente male" gli disse lei afferrando la sua mano. "Ho solo una domanda."

"Cosa?"

"Perché la sala è vuota?"

"Perché ho voluto che fosse solo per noi" le spiegò il vampiro accompagnandola al tavolo e facendola sedere, prendendo poi posto all'altro capo dello stesso.

Allison annuì, poggiò la borsa per terra e poi si alzò. Spostò la sedia sul lato del tavolo e gli si avvicinò. Con le mani prese a slegargli la cravatta e una volta snodata la tirò via e la ripiegò ben bene per poi poggiarla sul tavolo.

"Così va meglio" gli sussurrò. "E dopo cena avrò una cosa in meno da toglierti quando mi riporterai a casa per il dessert."

Gli fece l'occhiolino ridacchiando ed Elijah la seguì a ruota. Pensò che lasciare Los Angeles, lasciare lei, sarebbe stato complicato.

Elijah poggiò due dita sulla guancia destra di Allison, sul punto esatto in cui nasceva quella fossetta profonda che gli aveva preso il cuore tanti anni prima.

Pensò che era stato uno stupido, un egoista maledetto. Aveva più di mille anni e mai nessuno era stato capace di dargli l'amore incondizionato che lei gli aveva offerto.

Eppure tutto quello che aveva fatto per ricambiare quell'amore, era stato praticamente nulla. La sua bella Allison se ne era andata con ancora l'ombra di un dubbio a farle compagnia; il dubbio che lui non la amasse davvero, non con tutto il cuore come faceva lei.

Ma lui la amava, disperatamente. Come mai prima e come mai avrebbe fatto dopo.

E Klaus gliel'aveva portata vita.

"Ti amo tanto" le sussurrò baciandole ripetutamente il viso che stava perdendo calore e colore. Con delicatezza se la strinse di nuovo al petto, poi lasciò che Marcel prendesse il suo posto mentre lui si alzava.

Il freddo che sentì lontano dal corpo della donna lo fece quasi rabbrividire, la vista di Klaus lo fece infuriare.

La Strige era andata via oramai da quasi un'ora, lasciando Marcel indietro, ma a lui non importava nulla. Guardò Tristan chiuso dentro quella scatola di ferro, le mani tra i capelli, piegato sulle sue ginocchia, gli occhi bassi mentre mormorava qualcosa.

The Family Business - The CovenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora