Capitolo -6-

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_Giorno, bella gente! – esordisce Daniele.
Daniele è un mio amico di università, sciocco e privo di galanteria, sarebbe capace di provarci anche con una bambola, magari gonfiabile.
Sprofonda sul comodo divano del bar , tra me ed Angela ed appoggia i piedi sulla sedia accanto a noi.
_Giorno Dany- rispondono Giada ed Angela all'unisono , alzo la mano facendo un cenno con la testa.
Mi avvolge una mano dietro la schiena tentando di stamparmi un bacio sul viso.
_Levati! -dico sgarbata. Odio quel suo modo di fare, così appiccicoso e così poco garbato.
Stefano e Gianni, altri due nostri amici del primo anno , ci raggiungono a passo di formica. Hanno l'aria di chi non ha ancora capito dove si trova.
_Salve ! – dicono assonnati , strofinandosi gli occhi, poi Stefano aggiunge:
_Ragazzi, ordino sei caffè? _tutti annuiscono.
_Per me macchiato! –dico strizzando l'occhio.
_Ludo e quanti vizi c'hai?
__Mi compreresti le sigarette?_ gli chiedo , con il viso di una bambina che chiede un gelato.
Annuisce.

Nel bar dell'università c'è confusione già di prima mattina, starnazzi , urla, risate , rimproveri, non si fanno mancare nulla. Al nostro tavolo nessuno parla, c'è Giada che gioca col telefono, Angela che controlla che lo smalto sia resistito, Gianni che non fa altro che sbadigliare e appoggiare la testa sullo zaino e Daniele che scalcia senza ragione. Risultato? Sembriamo la banda degli zombie.
_Ma sta gente si sveglia con tutta sta voglia di parlare?- dice indispettito Stefano, lanciandomi le sigarette e sedendosi imbronciato .
_Ma quante ore di lezione abbiamo oggi, Giada?
_Cinque, Gianni! Non ricordi mai nulla? - Giada è solo arrabbiata per aver perso all'ultimo livello del gioco.
_Abbiamo anche lo stronzo? – domanda Stefano.
_Chi, Dorsa? – chiedo sorridendo.
_Si, proprio lui.C'è oggi?
Annuisco.
_Ragazzi, a proposito di Dorsa. – ci interrompe Daniele sbattendo le mani e scuotendo il capo.
_Ieri, l'ho visto passare a piazza Giordano, indovinate con chi?
Comincio a muovermi tutta, mi tremano le gambe e divento rossa in viso, abbasso lo sguardo e respiro sempre più velocemente, potrei svenire: no, Dany no, non dirlo. Ti prego...Accendo una sigaretta continuando a toccarmi il lobo delle orecchie , a tenere le mani occupate insomma, per evitare di ucciderlo. Stefano mi guarda accigliato, chiedendomi se è tutto apposto, abbozzo un sorriso ma non sono credibile.
_Con chi, Dany?- chiede Giada, tutta d'un fiato.
_Con l'assistente Boulevase ! Dice di scatto.
Io tiro un sospiro di sollievo e mi sento rilassata. Almeno per i cinque secondi successivi.
Penso però , che ieri sera era con me e siamo stati per tutta la serata insieme, mi tornano alla mente i messaggi dell'assistente, la sua reazione, e il suo disagio: o Dany mi ha confusa con l'assistente o Mattia è un grande stronzo.
_A che ora li hai visti? -Fingo disinteresse
_Avevo appena riaccompagnato Gianni a casa, era l'una più o meno.
Controllo il suo messaggio della buonanotte e noto che l'ha inviato a mezzanotte, mi nascondo nella felpa alzando il cappello, guardo Stefano negli occhi che cerca di capire cosa stia succedendo: intanto,io vorrei solo sparire. Stavo per ricascarci e l'ho capito in tempo, per fortuna, Mattia si è mostrato per quello che è: un uomo. Come ogni uomo che si rispetti deve essere: vigliacco, falso, bugiardo e maledettamente irresistibile. Ma d'altronde dovevo aspettarmelo, tutte quelle belle parole per un solo scopo: portarmi a letto. Ed io che pensavo per fortuna che c'è lui, per fortuna che capisce il mio umore, per fortuna che mi vuole bene, per fortuna un cazzo, Mattia.
Dopo aver chiacchierato per circa una mezz'oretta , chiacchiere alle quali io non ho partecipato, perché troppo intenta a spezzarmi le unghie per il nervoso, i ragazzi si alzano . Ripongono portafogli, chiavi, telefoni, appunti e quanto altro nelle borse ed io non vedo l'ora che mi lascino sola, almeno per un po'.
_Ludo, sveglia.- mi dice Giada dandomi dei colpetti sulla spalla.
_Già- le dico- la prima ora di Dorsa la salto, resto qui.
_Qualcosa non va?
_No, è tutto ok. - cerco di essere il più convincente possibile,alzo il pacchetto di sigarette per farle capire che ho solo voglia di fumare un po'.
Giada si avvicina e mi da un bacio sulla guancia, la rassicuro dandole una pacca sulla spalla.
Se ne vanno lentamente, appoggiandosi l'uno all'altro maledicendo Mattia.
Tiro fuori un libro dalla borsa e mi metto le cuffie alle orecchie, non ho voglia di ascoltare nessuno, tanto meno i ragazzi intorno a me che urlano.
Orgoglio e pregiudizio: lo porto sempre con me, l'avrò riletto circa una decina di volte, e quando mi sento delusa o fregata, come in questo caso, rileggo le parti che ho sottolineato.
Ogni volta mi innamoro in modo diverso di Mr Darcy, del suo orgoglio, della sua costanza, della sua severità, impenetrabile e perforabile allo stesso momento. Ce ne fossero di uomini come lui, tutto d'un pezzo, con idee chiare e coerenti, che puntano ad un solo obbiettivo e non mollano.
Mattia sembrava un po' Mr Darcy ad essere sincera, austero e controllato, ma Darcy non è un traditore. Mr Darcy sa amare, amore vero, intendo.
Ascolto delle musiche rilassanti che mi permettano di leggere, e mi sistemo meglio sul divano.
"Solo il vero amore può condurmi al matrimonio, ragion per cui morirò zitella" , leggo queste righe e le sento mie, provo solo ad immaginare cosa possa essere l'amore, ed in questo libro sento che è una cosa bella, bella da far star bene. Io, invece, sono sempre stata male. Non è per fare la dura il problema è che io davvero non ci credo più all'amore. Ogni volta, come questa volta, mi lascio convincere che invece esiste, che l'amore c'è, che magari è di fronte a me, ma ogni volta , come questa volta , è sempre più doloroso rialzarsi.
Vedo delle dita tamburellare sulle mie pagine, alzo lo sguardo e c'è Giulio , il ragazzo del "siamo unici e perfetti" di fronte a me, bello come sempre. Il metro e ottanta di bellezza e bastardaggine, per intenderci.
Tolgo l'auricolare, mi guardo intorno e vedo che oltre a due signori che discutono, sono l'unica rimasta al bar.
_Ciao! Mi guarda e si accomoda accanto a me.
_Ciao! Sospiro impietrita ed anche meravigliata , visto che non mi ha mai degnato di uno sguardo. Che io sia stata sempre "troppo poco" anche per lui?
_Niente lezione? Chiede, osservando il titolo del libro.
_Non avevo voglia...
_Ah , capito. Come ti chiami? Scusa non mi sono ancora presentato, piacere, Giulio!
Giulio. Lo conosco bene questo nome. Giulio, sapessi quante volte io e Giada abbiamo parlato di te, di quanto sei bello e stronzo. Tra un capitolo e l'altro, t'abbiamo dedicato quei cinque minuti di pausa, sacri per noi, e tu non sai nemmeno il mio nome.
_Piacere, Ludovica.
_Stai al primo anno te?
Annuisco e sorrido.
_Ti vedo spesso in giro, ma tu e le tue amiche siete sempre molto indaffarate! Dice ironicamente
_Indaffarate ? Domando perplessa ed incuriosita.
_Si, indaffarate a tirarvela e a non dare confidenza. E mentre lo dice, fa penzolare la mano, con un'aria snob e un tono altezzoso, quasi imitandoci.
Eccone un altro che non ha capito un cazzo di me! Io tirarmela ? È circondato da dee , tutte belle e ben vestite , con modi galanti e comportamenti fini: con quale coraggio potevo avvicinarmi?
_Addirittura? Sei sulla strada sbagliata.- sorrido malinconica.
_Non penso. Organizziamo le feste e non ci sei mai, al bar non saluti nessuno e poi te ne stai qui tutta sola che solo a vederti quasi metti timore .
Ah, quindi nota la mia assenza. Sai, Giulio, anche io noto quando tu non ci sei, o quando tu baci le altre mentre io passeggio nel corridoio, ma non ti accuso di essere snob o emarginato. Capisci quale è la differenza? Siete tutti bravi a giudicarmi, tutti sapete come sono io, quello che penso io, quello che voglio io, peccato che nessuno di voi si preoccupi di far uscire la vera me, quella che nemmeno io conosco.
_Mi definirei riservata, no antipatica.
_Riservata, ti è arrivato un messaggio.- fa segno al mio telefono sorridendo.
Guardo il cellulare e accanto alla bustina esce il nome Mattia:
"Non ci sei a lezione...è tutto ok?"
Gli spaccherei il cellulare in testa... "Tutto ok" un corno, Mattia. Spengo il cellulare , senza risponderlo, sorrido e lo metto in borsa.
_Se ti va, Sabato diamo una festa al Molo, è organizzata dall'università per il Consiglio degli Studenti.
_Ma ci sono anche i professori?- chiedo indispettita.
_Si! Almeno penso...
_Ok, vengo.- E l'idea di andarci e poter guardare Mattia senza rivolgergli la parola mi elettrizza tutta.
_Invaghita di Dorsa anche te? - chiede, seccato.
_Oh, no! Lo trovo superbo ed arrogante.- perfino le mie orecchie si rifiutano di ascoltare la cazzata che ho appena detto.
_Lo sospettavo che fossi intelligente.- dice in modo ammiccante.
Alzo le spalle, sorrido e cerco di non tradirmi con gli occhi.
Cerco di non tradirmi anche se LORO lo fanno sempre: fingo di essere serena e mi tradiscono, fingo di essere calma e mi tradiscono, fingo di non provare interesse e mi sotterrano. Quegli occhio bui , come li definisce Mattia, in realtà sono delle finestre che mettono in bella vista le mie paure, i miei sentimenti, le mie emozioni...Quegli occhi mi mettono nei guai, perchè mostrano Ludovica, quella vera, quella nuda, quella spontanea, quella che non conosco.
Squilla il cellulare di Giulio , gli arriva un messaggio, lo legge e lo rimette in tasca:
_Mi dispiace, devo andare! Spero di vederti Sabato!
Mi stringe la mano , mi stampa un bacio alla guancia e si alza.
_Contaci!- sorrido- e il viso mi si colora di rosso per quel bacio tanto ingenuo e tanto desiderato.
_Io ci conto per davvero! -Si volta e se ne va lentamente, atteggiandosi a super star, come sempre, alzandosi il colletto della camicia e tenendo il capo alto.
Mi rimetto gli auricolari nelle orecchie e scivolo sul divano , chiudendo gli occhi e coprendoli col cappuccio della felpa. Bob Marley risuona nella mia mente, quel reggae che sta sempre bene e mi tira su.
"Could you be loved and be loved " l'ascolto e mi ci perdo in quelle parole:" Non permettere che si prendano gioco di te oppure che tentino di ammaestrarti" , fosse cosi semplice...
Come se volontariamente ci si volesse far prendere in giro, come se si potesse decidere, o come si potesse prevedere la fregatura. Nella vita come nell'amore, chi gioca a carte scoperte è fottuto. Ed io quelle carte, proprio non riesco a coprirle.
Penso a quella storia, la nostra, quella che non è nata e che non nascerà mai. Provo ad immaginarmi come sarebbe stato se solo avessimo provato a starci insieme, se solo Mattia avesse provato ad essere diverso, se solo si fosse impegnato a conoscere la vera me.
Sono angosciata ma allo stesso tempo l'angoscia mi provoca un senso di pace, adesso che so che anche Mattia è come tutti, non ho più l'ansia di cosa accadrà.
E mentre tutto sembra ormai passato, ormai lontano, sento il cappello che viene tirato giù e una delle cuffie cade.
_Apri gli occhi!
Obbedisco al professor Dorsa, lucente più che mai, con i capelli gelatinati e un odore ammaliante.
_Che c'è?- dico indispettita.
_Devo parlarti. La mia macchina è dietro il cortile dell'università, vai lì, ti raggiungo tra un po'.- dice con un filo di voce ma in modo categorico, che non lascia spazio a contraddizioni.
_ Io non sono un tuo suddito, Mattia!
_Te lo chiedo per favore,- dice in modo pacato, abbozzando un sorriso anche se nervoso- non facciamo sceneggiate qui fuori.- si guarda continuamente intorno.
Annuisco e mi alzo, lui mi stringe la mano e aggiunge, alzando il tono della voce:
_Non si preoccupi, l'orario di ricevimento è affisso in bacheca, per qualsiasi dubbio, l'aspetto!
Lo guardo disgustata e non lo rispondo, mi libero velocemente da quella presa con sdegno . Cammino velocemente tra le macchine, guardando i miei piedi muoversi in modo scoordinato , vedo Giulio e gli amici, incamminarsi verso il bar, faccio una piccola deviazione per evitare di incontrarli. Cosa vorrà Mattia? Cosa ha in mente? Era piuttosto agitato, ed io sono piuttosto incazzata, ho la sensazione che non ne uscirà nulla di buono. Riconosco il fuoristrada , tra le auto parcheggiate, e mi avvicino. La tocco lentamente e mi sembra di rivederlo accanto alla portiera, intento ad aprirla, fingendosi un gentiluomo. Mi ritornano alla mente le parole di Daniele, lui, l'assistente: all'una insieme. Mi irrigidisco e non capisco perchè lo stia aspettando accanto a questa dannata auto, tiro un pugno e scatta l'allarme. Mi tappo le orecchie e quel rumore mi mette solo più ansia.
Lo vedo arrivare, da lontano, con le braccia aperte, scuotendo la testa.
_Non posso lasciarti un attimo sola che combini guai. Dovevamo solo passare inosservati, non era complicato!
Dice in modo spiritoso ed io lo guardo di traverso.
_Dai, sali dietro, solo il tempo di oltrepassare l'università.
Lo guardo sconcertata.
_Vuoi che ti vedano con me? D'accordo! _ E apre la portiera anteriore dell'auto.
Io non gli do retta e mi infilo dietro, come mi ha detto lui. In realtà lo trovo anche io giusto, la mia reputazione andrebbe a puttane per tutti sarei solo l'amante del professor Dorsa.
Sale in macchina, mette in moto camminando lento , dimenandosi tra le auto parcheggiate e i ragazzi che oltrepassano ed io mi accovaccio un po' , fortunatamente l'auto ha i vetri oscurati e non c'è il rischio che mi vedano.
_Posso sapere come mai non sei venuta a lezione?
Mi scappa un sorriso, pensando a cosa vorrei rispondergli, al fatto che lui sia stato con lei dopo avermi accompagnata e che mi sento tradita. Ma tradita da cosa? Io e Mattia non siamo nulla, non mi ha promesso amore eterno, non abbiamo una relazione. Sorrido perchè sono incazzata con quest'uomo bello da morire. Sorrido perchè sono gelosa di qualcosa che non è mio. Sorrido perchè sono una sciocca. Sorrido perchè lo guardo e non penso più a nulla.
_Diamine! - dice disperato. Da un colpo sul manubrio ed aggiunge:
_Piccola, nasconditi meglio.
Immediatamente mi precipito, distendendomi.,
Mi hai chiamata piccola ed hai ragione Mattia a chiamarmi così. Perchè io sono proprio una persona piccola, destinata a rimanere tale. Sono talmente piccola che ancora una volta mi nascondo, con te, proprio come con Ettore. Non potevo sedermi accanto a lui, non potevo parlargli fuori ad un bar, non potevo fargli una carezza in pubblico, non potevo viverlo. Perchè ero piccola, e le persone piccole non chiedono di più, si accontentano, e stanno in silenzio e ubbidiscono e hanno paura e tremano e soffrono e sognano e si illudono e si deludono e rimpiangono e... sono piccole,talmente piccole da non poterle vedere. Piccola, quasi come una sgualdrina...
_Perchè, dimmi il perchè!
Urla una donna entrando in macchina e sbattendo furiosamente la portiera.
_Carla, calmati, cazzo!
Capisco che è l'assistente e sento il tono di Mattia innervosito, diverso, teso, sento il Mattia "di tutti" , non la persona che è con me.
_Ti ho detto che è finita, siamo entrambi adulti e vaccinati, ci rifaremo una vita!
Mi sento il cuore sollevato, leggero, eccitato, non pulsa sangue nelle mie vene ma adrenalina allo stato puro.
È finita, Carla, suvvia ! vorrei dirle.
_Ci rifaremo una vita? Mattia, tu sei la mia vita, tu sei il mio tutto, tu sei mio, non posso farmene una ragione. - batte le mani sul cruscotto .
_Carla, ti stai rendendo ridicola. È finita, non puoi trattenermi.
_Dimmi solo chi è lei!- dice piena di rabbia, quasi in lacrime.
_Piantala!- Mattia è seccato, sembra di non conoscerlo, riesco a vedere il suo volto ed ha gli occhi che quasi fanno paura.
_Ieri mi hai detto che finiva definitivamente tra noi, perchè non hai interesse per me. Mi hai detto che stavi rinascendo, e lo dovevi ad una persona. Dimmi chi è lei.- lei sembra quasi più calma.
_Non la conosci.- ruggisce Mattia.
_Voglio sapere il nome, dimmi il nome, Mattia!- Carla ritorna ad essere nervosa.
_Cosa concludi sapendolo?Carla, te lo dico per l'ultima volta, esci da questa macchina e dalla mia vita!- urla Mattia.
Si accosta e aspetta che scenda.
_ Ho bisogno di dare un'identità alla donna che mi sta distruggendo la vita. Che ti sta portando via da me. Mattia, è l'ultima cosa che ti chiedo. Per favore, dimmi come si chiama? - da pugni fortissimi al petto di Mattia, scoppia in lacrime e urla ancora più forte: Dimmelo!
_Ludovica.- Grida forte lui, quasi liberandosi di un peso.
Mi trattengo il respiro, sto esplodendo, mi sento morire, vorrei chiedergli di ripetere il nome.

Sono ubriaca, totalmente ubriaca: delle sue labbra, della sua voce mentre ha pronunciato quel nome, del suo odore, di lui, di lui e me , di quel noi che non c'è ... Mattia, ho bisogno di andare all'ospedale.Questa è overdose. Sono drogata , drogata di te, la droga più bella mai provata...

Scende dall'auto, sbattendo in fretta la porta ed urla:
_Vaffanculo , Mattia! Vaffanculo!
Mattia svolta a destra , accosta un attimo e mi dice:
_Vieni avanti, su.
Mi tiro su, e vedo che non c'è gente per strada, alzo la gamba , la porto sul sedile anteriore , poi faccio lo stesso con l'altra e mi metto composta velocemente.
_Forse, mi ero accostato per farti scendere e risalire in avanti. - osserva Mattia.
Divento rossa e penso che un giorno, non molto lontano, vorrei acquisire un po' di femminilità.
_Scusa! -Sussurro.
_Lo dico per te . Sogghigna . _Dove andiamo?
_Non ne ho idea. Perchè, dovevamo andare da qualche parte?
_Avvisa le tue amiche che non torni presto: ti porto in un posto.
Spalanco gli occhi e penso all'università, a Giada , a quale cazzata inventare ma tutto passa guardandolo e capendo di non aver voglia di nulla tranne che di stare con lui.
Cerco il cellulare in borsa e noto che non si riaccende più, è scarico.
Lui mi guarda, con gli occhi che mi accusano di essere sbadata, estrae il suo dalla tasca e me lo porge.
_Scrivi tu il numero? - gli chiedo.
_Ok! Dimmi!
Gli detto il numero, continua ad avere il telefono in mano azionando il viva voce, restiamo fermi in una stradina piccola, aspettando che Giada risponda.
_Pronto.
_Giada, sono Ludovica.
_Che fine hai fatto?
_Scusami Già, ho incontrato mamma e mi ha chiesto di accompagnarla a fare la spesa, non è che potresti ritornare con i ragazzi?
_Ok, non preoccuparti! Non sai cosa ti sei persa..
_A lezione?- domando
_Si, Ludo. Dorsa , lo so che lo odi, ma non puoi negare che è strafigo. Avresti dovuto vederlo.
Lo guardo , ormai morta di vergogna e sorridiamo insieme con uno sguardo d'intesa.
_Mah, io non lo vedo così bello, a presto Giada, poi mi racconti.
Attacco e appoggio il cellulare sul cruscotto.
"Lo so che lo odi" ripete indispettito .
_Non mi vedi così bello ? - si volta e alza il sopracciglio in modo interrogatorio .
Bello? La tua bocca la immagino talmente morbida da poterla modellare sulla mia, e quegli occhi che mi entrano dentro, scrutando ogni singolo organo, e quelle sopracciglia che ti rendono così sensuali, e quelle tue mani delicate e insistenti... Tu , Mattia, la contraddizione divina, il compromesso perfetto, la seduzione in carne, tu, l'amaro col retrogusto dolciastro...
_Non come ti descrivono. Ma voglio chiederti altro.
Quando a Carla hai risposto "Ludovica" ti riferivi a me?
_No. - dice prontamente e turbato.
Abbasso gli occhi e abbozzo una smorfia contrariata, avrebbe potuto dire qualsiasi nome, fingendo, ha detto il mio, e sapeva che ero dietro , ha detto il mio nome e sapeva che l'ascoltavo, ha detto il mio nome perchè non aveva altro modo per dirmelo.
Caccio il libro dalla borsa, e inizio a leggerlo.
_Orgoglio e pregiudizio? Mi domanda incuriosito.
_Si.
_ È la prima volta che lo leggi?
_Se non consideri le dieci precedenti, si.
Sorride e mi stringe la guancia, lo stomaco sobbalza e mi parte un brivido lungo la schiena le farfalle svolazzano tranquille spostandosi dal pancreas alla milza! "Stupide, attente a non toccare il cuore" - gli ordino.
_Ti piace Darcy? - domando strofinandosi il naso con l'indice.
_Da impazzire.
_Cosa ti piace di lui?
_La sua determinazione, la sua compostezza, il suo orgoglio, la sua impenetrabilità, lui è ...è eccezionale.
Aggrotta la fronte, scuote il capo e aggiunge:
_Sono io, praticamente.
_No, tu non sei Darcy, lui ha coraggio e sa amare..
_Ma solo dopo che incontra Lizzy, prima non ne era capace.- obietta
_E tu, la tua Lizzy , hai voglia di incontrarla?
_Forse già l'ho incontrata, ma devo lavorarci.
Evita il mio sguardo, si morde il labbro inferiore e accende la radio.
Danno uno dei miei pezzi preferiti "Fidelity- Regina Spektor" , alzo il volume e canticchio soddisfatta.
_"I never loved nobody fully " "Non ho mai amato nessuno completamente" Ti ritrovi in questa frase?-mi domanda.
Ed io ci penso un po' prima di rispondere, non avevo mai letto il testo, la canticchiamo sempre io e Serena , sbagliando completamente le parole, ci piace il ritmo e ci mette di buon umore.
_Si, mi ritrovo! - rispondo, senza controllare la mia voce.
Si immette sull'autostrada e corre, corre abbastanza, ogni tanto mi guarda furtivamente ma non parliamo.
Si allunga verso di me, apre il cruscotto e tira fuori gli occhiali , li indossa e il mio cuore ha superato il fuoristrada di Mattia, andrà a centosessanta orari ormai.
_Il tuo problema- interrompe il silenzio- è che non riesci a fidarti delle persone. -Lo dice con disprezzo ed amarezza ed io mi sento offesa
_Mattia quale è il tuo colore preferito? E il tuo piatto preferito? E il tuo cantante preferito? Io non so nulla di te, neanche le cose banali , eppure mi sto fidando, sono in macchina con te, senza fare obiezioni, non è fidarsi questo?
Alza le mani in segno di difesa, ne poggia una sulla mia coscia, mi guarda, e mi accarezza :
_Forse basta solo prenderti nel modo giusto. Scusami, non roviniamoci la giornata.
Acconsento dolcemente e riprendo la lettura, dando qualche occhiata all'uomo che mi è accanto. Sorrido rumorosamente, mettendo una mano accanto alla bocca e voltandomi verso il finestrino.
_Perchè ridi?
_Perchè Jane Austen parla di te.
Lui comincia a ridere e mi invita a leggere le righe scritte "per lui".
_"Da quel momento fu giudicato per sempre: era il più orgoglioso, il più antipatico uomo che si potesse vedere, e tutti speravano che non sarebbe mai più tornato." leggo e ad ogni parola lo guardo intensamente, ed i suoi occhi ardono fino ad intimorire.
_Tutti pregiudizi , solo pregiudizi.
Svolta in una strada lunga e appena asfaltata ed io non vedo l'ora di arrivare perchè ho bisogno di fumare. Tutte queste emozioni in una sola volta non posso viverle senza la mia Marlboro.
Attraversa la strada e intravedo il mare, mi brillano gli occhi, come un bambino appena scarta il regalo sotto l'albero. Lo guardo e lui fa lo stesso, sorride appena, storce la bocca e mi fa l'occhiolino.
_Grazie, Mattia! Adoro il mare.
_Io adoro i tuoi occhi in questo momento.
Scendo dall'auto e lui mi raggiunge immediatamente, ho le mani conserte e mi strofino le spalle per riscaldarle, lui mi avvolge con le sue braccia e camminiamo lentamente verso il mare.
Quell'odore mi attraversa interamente, respiro profondamente per fare in modo che mi entri nei polmoni, sento il rumore del mare agitato , che fa sfoggio della sua incazzatura, e intimorisce i passanti, la sabbia luccica e sembra disposta in modo ordinato.
Noto che ci sono gli scogli e l'idea del mare non mi alletta più, quattro punti di sutura avuti tre anni fa bastano a trattenere il mio entusiasmo. Arresto la camminata e guardo tentennante gli scogli.
Lui si volta non vedendomi più al suo fianco e aggrotta la fronte:
_Cosa c'è che non va?
_Ho paura degli scogli.
_Come si fa ad avere paura degli scogli? - sorride sconcertato.
_ Tre anni fa caddi e ebbi i punti di sutura- dico impaurita.
Poi aggiungo: No, non ce la faccio.
Lui ritorna indietro pazientemente, sospira , mi sposta i capelli e mi dice:
_Sei proprio una bambina.
In un attimo mi ritrovo penzolante sulla sua schiena e mi tiene le gambe strette tra le sue braccia.
_Mattia mettimi giù, cadiamo entrambi, mi spacco il viso, Mattia!-Urlo scalciando.
Vedo gli scogli a pochi centimetri dalla mia testa e ho la sensazione che cadrò di lì a breve.
Non muoverti che cadiamo per davvero.
Io sto ferma e sento di svenire.
_Lasciati andare.
Respiro lentamente e cerco di rilassarmi. Lui riprende:
_Adesso ti stai fidando completamente di me. - dice soddisfatto.

Mattia si diletta , abilmente, tra uno scoglio e l'altro, facendo , subito dopo i salti, dei piccoli passetti per riprendere l'equilibrio, ultimo salto e vedo, finalmente, solo la sabbia sotto i suoi piedi.
Mi mette giù e io lo spingo imbronciata, lui mi afferra la mano e mi accompagna quasi a riva.
_Ci sediamo? - gli chiedo
_No, ci sporchiamo.
_Che palle, Mattia!- dico stufa. Amo guardare il mare seduta tra la sabbia ma non sarà Mattia ad impedirmelo-
_Facciamo una passeggiata!- propone.
Mi accendo una sigaretta e lui fa lo stesso, ci incamminiamo , guardandoci negli occhi e sospirando.
_Ho qualcosa nella scarpa.- dico lamentosa- Dio, che male.
_Toglila. - mi ordina.
Mi siedo a terra e faccio quello che lui mi dice.
_Mi esce il sangue! Dannazione !- fingo spavento
Lui si abbassa , cercando di vedere la mia gamba, e io lo spingo facendolo cadere accanto a me sulla sabbia.
_Ottengo sempre quello che voglio! Gli dico soddisfatta.
Contrariato mi guarda male e mi spinge facendomi distendere, riempie i pugni con a sabbia e la lascia cadere tra i miei capelli.
_No! urlo. _I capelli no!
Prendo un bel po' di sabbia e gliela infilo tra i capelli gelatinati , in pratica resta attaccata lì.
Lottiamo e ridiamo come due bambini fino a quando non ci ritroviamo sdraiati uno accanto all'altra.
Mi stringe la mano accarezzandola con il pollice, ci voltiamo entrambi e ci guardiamo dritto negli occhi.
_Come mai hai lasciato Carla? - gli chiedo affannosamente.
Lui appoggia il viso sul gomito destro , si volta su un fianco , girandosi verso di me , e dice:
_Carla è rigida, a volte è frivola ed artefatta. Se ti chiedi perchè stavo con lei , la risposta è semplice: acconsentiva a tutto quello che dicevo o facevo. Sapeva che non ero fedele, ma a lei stava bene ed anche a me. Poi tutto questo ad un certo punto non mi è bastato più..cerco altro...
_Altro? Tipo?
_Sei sicura di volerlo sapere?- mi dice serio.
_Assolutamente.
_Cerco una persona che mi insegni a magiare un'intera busta di crocchè in macchina, e che mi faccia ballare in un parcheggio, e che dica di odiarmi, e che mi paragoni a Darcy, e che abbia paura degli scogli, e che salti da un sedile all'altro senza scendere dall'auto, e che mi strattona sulla sabbia nonostante io abbia detto di no, e che mi insegni e si faccia insegnare ad amare.
Io lo guardo incredula, coprendomi il viso con la sciarpa, imbarazzata e felice, felice e beata.
Lui si avvicina al mio viso, mi sposta i capelli e mormora:
_E tu cosa cerchi?
_Io non cerco più, quello di cui ho bisogno è accanto a me.- e non so dove io abbia trovato il coraggio per dire certe cose.
Mattia si avvicina di più, si mette a cavalcioni su di me, e mi afferra entrambe le mani con la sua unica mano destra.
Fa dei brevi sospiri sul mio collo, odora il mio corpo , e dopo averlo toccato col naso, appoggia la bocca e la lascia scivolare lentamente giù fino al ventre ,tirandomi su la maglia, trascinando le labbra e delineando delle scie irregolari, dal ventre sale sul petto continuando quel movimento , sento il suo respiro su tutto il corpo e subito dopo il corpo umido che mi lascia la sua bocca. Sale sempre più su, arrivando , parallelamente, alla mandibola , dando dei piccoli morsi e assorbendo la mia pelle tra le sue labbra morbide e carnose, terminando tutto con dei baci fugaci. Arriva all'angolo delle mie labbra descrivendo dei piccoli cerchi con la lingua, poi si sposta a tocca le mie labbra, preme con forza ed inizia a baciarmi con decisione. Entra con determinazione nella mia bocca, e affonda la sua lingua contro la mia, accompagnando il tutto con delle carezze sul mio capo, afferrandomi i capelli e poi lasciandoli cadere tra la sabbia. Mi morde le labbra incorporandole alle sue e si intrufola ancora nella mia bocca con vigore , da maestro esperto. Si stacca , lentamente, lasciandomi il suo sapore in bocca.
Ci guardiamo per alcuni istanti e lui mi abbraccia, appoggiando il capo sul mio petto.
Scuoto il capo e sogghigno.
_Ci siamo messi in un bel guaio , professore. -Ricordandogli che dovremmo incontrarci all'università, fingendo di essere estranei.
_Lei lo chiama guaio, io la chiamo fortuna, è questione di punti di vista.
Mi stampa un altro bacio spostandosi dal mio corpo , sedendosi accanto a me.
_Vieni qui. - mi indica di sedermi tra le sue gambe.
Mi avvicino e mi distendo, lui mi avvolge con le sue braccia e mi bacia sul collo, e quel profumo, il suo profumo mi sta estasiando. Mi tiene stretta e ha la sua testa appoggiata alle mie spalle, affondando il suo naso nel mio collo.
_Blu, spaghetti al sugo, Jim Morrison. - borbotta, tra i miei capelli.
_Cosa? -Chiedo , senza capire
_Il mio colore preferito, il mio piatto preferito, il mio cantante preferito... Cos'altro hai bisogno di sapere?
Magari potessi davvero chiedertelo! Vorrei chiederti un'infinità di cose, e soprattutto vorrei sapere chi è quella donna che hai amato tanto. Cosa ha fatto per ridurti così, rude e cinico. Con me sei dolce, affettuoso, ma cambi: tu chi sei davvero, Mattia? La testa è piena, vorrei chiederti tante cose, vorrei sapere cosa ne sarà del nostro rapporto all'università, cosa ne farai di me, se ti stufi presto, se sei leale e se anche tu , come Ettore, non mi permetterai di scegliere: scegliere per me , scegliere per noi, scegliere se amare...
Ma tu mi dici di non mettere etichette e certe cose, si sa, non si domandano, vengono da sé, se vengono...
E quindi mi limito a chiederti :
_In un rapporto di coppia come sei?
_Ah, siamo una coppia?
Ed io divento rossa, rossa come un peperone e vorrei sotterrarmi all'istante... guardo il mare e vorrei solo una via di fuga.
_Mattia, io ho detto di descriverti in un rapporto di coppia, non ho aggiunto altro.
_Ma vorresti, che fossimo una coppia ?
_Io non ci sono mai stata in un rapporto di coppia fisso, non so nemmeno come ci si sta ! Non mi elettrizza l'idea e con tutta franchezza : ritengo che sia impossibile che due persone stiano insieme costantemente...
_Si sta bene, sai? Anzi, facciamo un patto- dice divertito, con l'entusiasmo di un bambino- proviamo ad essere una coppia, per un periodo di tempo!
_Non ti seguo !
_Mi dai tipo... ehm... - ci pensa un po' toccandosi il mento e poi dice- trenta giorni di tempo per mostrarti che si può stare , assiduamente , con una persona, senza scappare a gambe levate. Accetti ?
Lo guardo sconcertata ed incuriosita. Stare con Mattia per un mese? Un mese intero? Come si fa a non accettare?
_Si!
_Bene- dice accarezzandomi i capelli e guardandomi negli occhi in un modo così intenso, così insolito, così da "Mattia"!- Allora stasera , come qualsiasi coppia che si rispetti- sorride e diventa un po' rosso in viso- ceniamo insieme?
Acconsento , mi stringe la mano. Si alza e mi porge la mano per aiutarmi, ci scrolliamo la sabbia di dosso, ci incamminiamo verso gli scogli, mi afferra agilmente sulle sue spalle e mi accompagna in macchina tenendomi ancora tra le braccia. Mattia, quanto resisterò ancora, prima di perdere la testa per te?


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