Capitolo -9-

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_Ludo, sveglia. -

Una voce mi riporta alla realtà. Non sono ancora sicura di chi sia né da dove provenga. Apro appena gli occhi ma la luce del sole mi acceca li richiudo infastidita. Non riesco bene a definire i colori, strofino un po' gli occhi e cerco di riaprirli, intravedo il volto di mia madre irritato: è intenta a sballottarmi tra le lenzuola.

_Dai mamma, lasciami dormire ancora un po'! Per favore!- tiro le coperte fin sopra al viso: non posso svegliarmi così presto.

La voce di mamma diventa più dura e decisa:

_Non sei andata all'università, sei stata al poltrire tutta la giornata! Sono le quattordici e Serena ha appena chiamato . Avevi un appuntamento con lei!

_Cazzo!

_Ludovica. - urla mamma a mo' di rimprovero.

Mi alzo velocemente dal letto, perdo l'equilibrio e mi risiedo, afferro il cellulare per scusarmi con Serena: dovevo accompagnarla dal parrucchiere.

Diciotto chiamate perse. Spalanco gli occhi , Serena sarà incazzatissima. Noto però che solo due sono sue: dodici di Mattia e altre quattro di un numero che non conosco.

Quattro messaggi di Mattia.

<Rispondi !>

<Voglio solo sapere se sei arrivata a casa>

<Ho bisogno di parlarti, per favore!>

<Cazzo, Ludovica, perchè non sei a lezione? Mi sto preoccupando! Rispondi , sto impazzendo! >

Mattia , non mi va di parlarti nè di risponderti! Ti stai preoccupando, forse... Stai impazzendo , hai detto.

Beh , caro Mattia, anche io ieri sono impazzita, anche io stanotte ho delirato , io stanotte ero quasi niente...

Richiamo Serena e le chiedo scusa per il ritardo e per fortuna non è incazzata.

Devo raggiungerla al Royal : indosso i primi stracci che trovo nell'armadio e poichè la macchina serve a mamma dovrò usare le ali al posto dei piedi.

Serena è seduta all'esterno del Royal proprio come me qualche settimana fa quando ascoltavo un uomo che mi accusava di essere una sgualdrina. Ma lei non è me, è sicura di sé , è bella come il sole con quei capelli mossi, appena sistemati che le stanno a meraviglia, con il suo mini abito colorato, che scopre le dritte e magre gambe e il cellulare tra le mani. Mi vede, finge un'espressione imbronciata, ma dura per cinque secondi, perchè poi si alza e corre ad abbracciarmi.

_Perchè hai fatto tardi? Hai fatto un corso intensivo col tuo professore? O sei andata all'università per studiare, almeno una volta? - scherza .

_Non sono andata, mi sono svegliata pochi minuti fa.- borbotto

Spalanca gli occhi e sbatte più volte le palpebre è un chiaro segno che sta ad indicare " dimmi, immediatamente, cosa ti è successo".

"Entriamo e ti dico! " - la anticipo, prendendola per il braccio!

Ci accomodiamo al solito tavolo, che stavolta dovrà ascoltare quello che proprio non si aspetta, quello che non vuole sentire...

Ordiniamo un cocktail che come colazione non penso sia l'ideale ma è quello di cui ho bisogno!

-Dimmi.. Mi prega Serena, accavallando le gambe e sistemandosi il vestito , per essere sicura che non si veda nulla.

Anche io mi sistemo: porto i piedi sulla sedia , portandomi le ginocchia al petto!

E comincio:

_Ieri sera.... Io, Mattia e gli amici eravamo lì , il famoso aperitivo anche, la serata procedeva alla perfezione, quando , improvvisamente , entra lei: Carla , tenta prima di uccidermi con lo sguardo, le facciamo credere che sono la ragazza di uno del gruppo , si calma, vede Mattia, gli salta addosso e lo bacia avanti ai miei occhi.

Termino.

Ho sempre avuto il dono dei riassunti. Ho imparato a riassumere la storia con Ettore in cinque minuti ed in realtà c'è poco da dire: è sposato, ha un figlio, ho sprecato otto anni della mia vita a dare il meglio di me, ma il meglio non è bastato" tre passaggi ed il gioco è fatto. Anche la mia vita è un riassunto, non ci sono storie lunghe nella mia vita. Io sono una metropolitana: le persone salgono, restano per due o tre fermate e poi scendono. Ci sarà mai qualcuno che arriverà al capolinea con me? No. Perchè io come la mia vita sono un riassunto: di quelli difficilmente reperibili, i preferiti di tutti gli studenti, lo ritengono "semplice" sperando che possa aiutarli, poi arriva l'interrogazione e si sentono dire " hai studiato dal riassunto? Bisogna approfondire. Hai tralasciato le cose più importanti" ... e chi sta con me, fa proprio questo: tralascia le cose importanti, credendo che quello di cui ha bisogno sia io: l'essenziale. Ma quando capiscono che sono solo una piccola parte del tutto, mi lasciano per "approfondire" altri argomenti. Io , un riassunto, io, la nozione, io, la frase minima, io , l'esposizione sintetica , io :quello che non serve.

Serena resta sbigottita, accigliata scuote la testa incredula, le dico di aver trovato delle chiamate, di un numero che temo sia di Ettore, trascrive sul suo cellulare, il numero ignoto.

_Adesso chiamo e se è il coglione andiamo immediatamente in caserma! Non deve più chiamarti! - dice decisa.

Annuisco e termino gli ultimi sorsi del mio mojito .

Serena si mette dritta sulla schiena e comincia a parlare con l'interlocutore:

_Ciao, ho trovato diverse chiamate sul mio numero, sono Ludovica posso sapere chi sei?

Dice scontrosa e pronta all'attacco.

Per un attimo si morde il labbro abbassando il capo, il volto è visibilmente imbarazzato, poi continua:

_Ah , Marco, l'amico di Mattia...

Mi guarda pietrificata, non sapendo cosa rispondergli.

_Un attimo solo... - cerca di prendere tempo e mentre io le faccio segno di non passarmi il cellulare, lei lo avvicina al mio orecchio costringendomi a parlare.

"Marco?"- dico impreparata.

"Ludovica, è tutto ok? Finalmente tue notizie..." sogghigna "Ehm, non è che potremmo incontrarci , devo parlarti di una cosa importante..." ha un tono ansioso, caldo, teso.

Non credo di aver voglia di incontrarlo, temo che ci sia Mattia con lui e non sono sicura di esserne pronta, non ancora...

Quindi domando:

"Marco, saremo soli?"

"Soli!"- mi risponde in modo solenne.

"Posso fidarmi?"- chiedo nuovamente.

"Ho un solo pregio" mi dice serio "la mia parola vale più di tutto!"

Sorrido , fingendo di crederci e aggiungo:

"Sono al Royal, conosci?"- e penso alla prima sera che Mattia venne qui con lui.

"Sono lì tra dici minuti" Attacca, e ancora incredula guardo il cellulare.

Cosa vorrà dirmi? Perchè vuole parlarmi? E se Mattia fosse tornato con... no, non voglio pensarci.

Serena cerca di calmarmi, mi tiene stretta la mano e mi dice:

"_Stai tranquilla! Vedrai, vuole fare da intermediario tra te e Mattia: non disperare!"

Ma non so se crederla. Non so se riesco davvero a credere a quelle parole, la paura di perdere Mattia è troppo forte e l'unica cosa che riesco a sussurrare è :

"_Mi prometti che mi proibirai di piangere avanti a Marco?"

"_Fosse l'ultima cosa che farò!" - mi dice seria.

Mi accendo l'ennesima sigaretta ed il tempo sembra non passare mai, non sono pronta a perdere Mattia , penso alla scena di ieri e continuo a rabbrividire al pensiero di quel bacio. Faccio poi, un tuffo nel futuro e già mi vedo tra i corridoi dell'università, sono triste e angosciata, cerco di evitare di incontrare Mattia e Carla ma appaiono ovunque : sono felici , si baciano, proprio come ieri ed hanno gli occhi amorevoli, quelli che io riservo a Mattia... scuoto il capo e scaccio quegli assurdi pensieri.

Vedo, arrivare Marco da lontano: quegli occhi freddi come il ghiaccio che di giorno sono ancora più penetranti, i suoi capelli folti e lunghi che sposta di lato scuotendo il viso e quei lineamenti marcati che definiscono il confine tra la mora carnagione e i capelli scuri. Veste in modo semplice ed è spettinato : molto attraente , si avvia verso di noi, con un passo incalzante, alzando il sopracciglio e inarcando le labbra in modo da abbozzare un sorriso. È incredibilmente sexy e a tratti somiglia molto a Mattia, soprattutto nel modo di muoversi e nelle espressioni facciali.

_Ludo, guarda che bello quel tipo?- Serena si riferisce a Marco e lo osserva incantata e adulata.

Ma Marco è troppo vicino per rivelargli la sua identità. Mi alzo e vado verso di lui per evitare qualche altro commento di Serena: sarebbe imbarazzante. Con mio stupore, Marco mi abbraccia affettuosamente e mi stampa due baci sul viso, pizzicandomi un po' le guance.

_Marco: lei è Serena, una mia amica!- Serena , impacciata e silenziosa, gli stringe la mano e tiene lo sguardo basso.

_Cosa prendete?- chiede sorridente.

_Già abbiamo fatto! - sussurra Serena. Marco sorride, insiste un po' per offrirci qualcosa ma poi si arrende. Ordina un caffè , estrae una sigaretta da un cofanetto d'argento , porge il cofanetto verso di noi, per invitarci a fumare e si sistema sulla sedia accavallando le cosce e poggiando cellulare e accendino sul tavolo.

Si porta la mano ai capelli spostando quel ciuffo bruno che copre quegli occhi così chiari e comincia:

_Innanzitutto, mi fa molto piacere che tu stia bene! Dato le condizioni in cui ieri hai guidato .

Serena si mette dritta sulla sedia ed assume un'aria interrogatoria, rimproverandomi con gli occhi: pensa che io le abbia nascosto qualcosa.

_Piangevo, con un Martini nello stomaco- le spiego. - sospira e si rilassa.

Lancia uno sguardo evidentemente annoiato a Marco per la assurda ed ingiustificata apprensione, poi porta gli occhi al cielo.

_ Fortunatamente sono qui. - dico ironica- Come è finita la serata ieri?- fingo noncuranza anche se muoio di curiosità.

_ È proprio di questo, che volevo parlarti... - si fa serio, Serena incastra le sue gambe tra le mie , cercando di darmi forza ed io sento di svenire.

Il cameriere serve il caffè, lo gira lentamente , versando solo metà della bustina di zucchero e lo beve: non penso di poter aspettare tanto. "Sbrigati Marco" vorrei dirgli.

_Ieri, quando Carla ha ... si interrompe un attimo e poi riprende- insomma ha fatto quel che ha fatto, chiese dove fossi andata e non essendo una- si guarda intorno , cercando le parole- stupida, mi chiese , cosa ti fosse preso. Mattia, era ben intenzionato a dirglielo. Fortunatamente, è tornato lucido e non ha creato ulteriori danni. Quindi se dovesse capitarti di incontrarla e dovesse cercare di tirarti qualcosa da bocca, con l'inganno, sappi che sia io che Mattia, non abbiamo assolutamente , rivelato nulla.

_Perchè Carla non deve saperlo?- domanda in modo provocatorio Serena e conoscendola so che vorrebbe fargli il quarto grado.

_Ludovica può dire tutto quando le fa più comodo. - spiega con dolcezza- Anche se a breve Carla avrà una cattedra a parte e potrebbe crearle problemi circa la carriera universitaria. Ma quando ritiene opportuno, può dire tutto quello che vuole. Nè io, né Mattia abbiamo nulla da giustificare a Carla.

_Fa come dice lui! -Sussurra , decisa, Serena, a mo' di obbligo.

Marco ricambia con un sorriso cordiale , giocherella un po' con le chiavi dell'auto ma poi mi guarda con l'aria di chi sta trovando le parole giuste da dire

_Posso chiederti una cosa, se non sono indiscreto?- domanda impacciato.

Annuisco, un po' impaurita in realtà, Marco mi sembra molto sicuro di sé e sembra poter avere il mondo ai suoi piedi, mi sento in svantaggio prima di partire in questa sfida "chi merita un posto nel cuore di Mattia".

_Hai intenzione di non sentire più Mattia? Penso che... giocherella ancora un po' con le chiavi e riprende-..che sia evidente, che ieri abbia fatto tutto Carla. No?- domanda cercando approvazione.

_No! Non sono queste le mie intenzioni!

_Bene. - dice soddisfatto. Restiamo in silenzio per un po' ...

Signore, scusatemi, ho bisogno del bagno. Permettete? - domanda gentilmente.

Serena annuisce, Marco si alza, ed elegantemente si dimena tra la folla.

Osservo il cellulare di Marco e mi si illuminano gli occhi.

_Ludo, no! -Mi ammonisce Serena che ha già capito le mie intenzioni.

_Dai- dico con fare infantile, cercando di convincerla- dò un'occhiata ai messaggi e lo riposo. Per favore- la prego.

Lei sorride anche se è contrariata, scuote il capo, si alza, con fare guardingo osserva bene la porta del bagno e appoggiata al tavolo , finge di aggiustarsi la scarpa, in modo da coprirmi.

Afferro, immediatamente , il telefono. Ho il cuore a mille .

Apro la cartella dei messaggi, il primo nome è quello di Mattia: proprio quello che cercavo.

Riesco a leggere tre messaggi prima che Serena mi faccia segno di riposare :

<La sto chiamando ma non mi risponde.>

<Non è venuta all'università, sono preoccupato! Ti allego il numero, vedi se a te risponde!>

<Se vado a casa sua?>

Ne arriva un altro di Mattia, mentre sto posando il cellulare sul tavolo , Serena finge di sistemarsi ancora un po' e si risiede lentamente , Marco torna al tavolo sorridente ed ignaro.

_ È suonato il cellulare, mentre eri via.- dico noncurante.

Annuisce, accomodandosi, legge e sorride.

_Mattia mi ha chiesto dove sono, ti fa piacere, se viene per un caffè? O gli do appuntamento altrove?

_Oh, si! Ci fa molto piacere.- interviene Serena, puntando gli occhi minacciosi verso di me e obbligandomi a non aggiungere altro.

_Ok! - afferma divertito- Lo chiamo?-

_Si- risponde Serena prontamente, bloccando ogni tipo di possibile risposta che non sia conforme alla sua.

Compone il numero, attende che lui risponda guardandosi intorno e giocherellando con l'accendino.

_Mattia, dove sei?... Ah, bene! Vieni al Royal, sto con ... - tossisce, divertito, ed aggiunge – sto con Ludovica ed un'amica.

Mattia avrà fatto qualche commento o domandato qualche cosa perchè Marco si affretta a terminare la chiamata e continua ad avere un viso divertito quasi a voler nascondere qualcosa.

_è a Piazza Dante, tra due minuti, penso sia qui.

La mia carissima amica Ansia non può mancare, e con lei anche Agitazione, Tensione, Adrenalina, Nervosismo e Paura: tutte insieme , che passeggiano tra la testa e poi si fermano al cuore.

Cerco di non guardare l'entrata perché ogni persona che vedo è un tuffo al cuore. Lo sto aspettando a braccia aperte ma ancor di più è il mio cuore ad essere aperto. Nonostante io sia maledettamente incazzata con lui e non penso di rivolgergli al parola, ho , comunque, tanta voglia di vederlo. Un vecchietto col bastone entra al bar , poi segue un ragazzino col pallone sotto al braccio ed una giovane donna con un cane, un'altra donna ancora intenta a parlare al cellulare e poi entra un Dio sulla trentina con gli occhiali da sole, un cardigan di lana grigio lungo fin sotto al sedere tondo, una maglia bianca ed un jeans, nervoso e teso e maledettamente figo. Ha il cellulare tra le mani, si guarda intorno, Marco alza una mano, e lui ricambia in segno di aver capito. Si avvicina, si toglie gli occhiali ed ha il viso irrigidito che abbozza un sorriso forzato. Saluta prima Marco, si presenta a Serena, poi mi guarda, alzando il sopracciglio , guardandomi arrabbiato e pieno di sdegno, mi afferra la mano e mi attira a sé con forza , tanta forza : mi ci vuole un attimo a ritrovarmi in piedi accanto a lui , mi tiene stretta la mano e sussurra: "Finalmente! "

Si siede accanto a me , ordina un caffè ed insiste affinché tutti noi gli facciamo compagnia.

Afferra il bicchiere avanti a me, dove c'era il cocktail , lo porta vicino al naso, guarda poi l'orologio e a mo' di rimprovero dice:

_Sono solo le tre del pomeriggio! - mi guarda con disprezzo.

Evito di risponderlo perché qualsiasi cosa che mi venga in mente contiene la parola "puttana" ed è riferito a Carla. Quindi ammutolisco e guardo Marco in modo impassibile.

_Serena, anche tu sei a Giurisprudenza?- domanda Mattia per smorzare la tensione evidente.

_Oh, no! Si dice che ci siano troppi casini lì- sorride Serena e poi riprende: frequento Psicologia.

_Fantastico! Ho bisogno di un appuntamento appena potrai esercitare la professione...è per una mia allieva... - aggiunge , con severità.

_D'accordo!- acconsente Serena.

_Io inizio a mettermi in fila! Ne avrei tanto bisogno!- afferma impietosito Marco.

_Quando vuole!

Il cameriere porta i caffè e Mattia sposta il cellulare che aveva poggiato sul tavolo si volta verso di me e chiede:

_Puoi tenerlo in borsa, per favore?- continua ad essere distante ed impenetrabile.

Con la stessa severità lo rispondo in modo allusivo:

_Non vorrei che ti arrivassero chiamate di persone importanti, magari è meglio se lo tieni in tasca...

_Non penso di correre questo pericolo. Quello di cui mi importa è qui!- dice brusco e mi porge il telefono.

_Che noia eh?- ci interrompe Marco rivolgendosi a Serena. _Sono insopportabili...

_Non potrei essere più d'accordo, e non posso non aggiungere, che – si avvicina al suo orecchio e sussurra- siamo solo invidiosi!

_Ah, deduco che non sei fidanzata!- e Marco è visibilmente divertito e più interessato alla conversazione.

_No,proprio fidanzata no.

_Emblematica la risposta! - aggiunge Mattia.- come tutte le risposte di una persona di mia conoscenza.

Marco spinge le labbra in avanti , arriccia il naso e si guarda intorno pensando meglio alla risposta di Serena.

Poi aggiunge:

_Ehm, storia altalenante?

_Già...suppongo che ne sai qualcosa per beccare al primo colpo! - dice Serena in modo provocatorio.

_Sono un professore delle storie altalenanti!- Marco è soddisfatto e visibilmente orgoglioso.

_Wow! Allora io ho incontrato uno dei tuoi allievi...Magari laureato con il massimo dei voti!-dice spiritosa.

Marco scuote il capo e spiega meglio:

_La mia università è speciale...

_Cioè? - chiede Serena, sempre più incuriosita.

_Nella mia università, l'allievo non supera mai il maestro! -Strizza un occhio ed è evidente che già sta pensando a come Serena stia bene nelle sue lenzuola. Marco la laurea ce l'ha ma in cinismo e mi ricorda tanto "una persona di mia conoscenza"...

_Che ne dite, se stasera ci mangiamo tutti e quattro una pizza? - Propone Mattia divertito dalla discussione di Serena e Marco: al tavolo, ormai sono un'intrusa.

Serena mi guarda pietrificata, so che sta pensando a Samuele, a cosa dirgli e cosa inventare. Non stanno insieme e forse stasera neanche si vedranno ma lei è così: non ce la fa a nascondergli qualcosa. Sa che mente e che probabilmente Samuele la fregherà di nuovo. Io l'ammiro per questo. Lei non applica "occhio per occhio, dente per dente" , Serena è più per "il mio cuore e la mia anima , in cambio di niente" . Oh, Serena, quanto ti invidio! Sei un treno in corsa, ti ci butti a capofitto e dai il meglio di te, chi decide di abbandonarti è un fottuto fesso . Io sono un riassunto e tu invece sei una virgola ma di quelle importanti, di quelle che se non le metti , cambia il senso della frase... Anche io vorrei cambiare il senso della vita di chi mi sta intorno...Sere , mi insegni ad essere virgola?

"Sarebbe l'ideale!" - dice eccitato Marco! "Non trovi? " - si rivolge a Serena.

_Tu che ne pensi?- Mattia interrompe i miei pensieri.

_Si, va bene! - dico accondiscendente .

_"Adesso devo proprio lasciarvi! "- dice Serena frettolosa e dispiaciuta. Avrà, forse un appuntamento con Samuele .

_"Sere , sei a piedi?" le domando.

Annuisce.

_Ti accompagniamo . - dice sentenzioso, il mio insegnante, senza lasciare spazio di ribattere .

_Serena, vuoi che ti accompagno io? Penso che loro abbiano bisogno di parlare un po'. Devo comunque andare anche io....- Marco cerca un appoggio...

_Posso anche andare a piedi, non voglio creare problemi.- Serena è preoccupata.

_Affatto! - si affrettano a rispondere i due.

Ci incamminiamo quindi tutti alle macchine e Mattia scruta ogni mio movimento : teme che io mi avvio con Marco.

E difatti è proprio quello che faccio, mi avvicino alla macchina di Marco per vedere come reagisce: si avvicina, mi prende per il polso, e con aria severa e di intesa mi dice:

"_Vieni con me, no?"

Non lascia spazio a obiezioni.

_Si!- dico scontrosa, liberandomi da quella presa.

Serena mi saluta e mi sussurra "sii morbida, non ha fatto altro che cercare il tuo sguardo".

Saluta Mattia e si posiziona in macchina appena Marco le apre la portiera.

Saluto Marco e noto che anche lui sta sussurrando qualcosa a Mattia.

Mi avvicino alla macchina di Mattia , non aspetto che venga ad aprirmi la portiera, mi siedo in macchina , chiudo fortemente la portiera e aspetto che entri anche lui.

Si siede accanto a me, accende la radio e danno "Fast Car di Tracy Chapman " e il caso vuole che questa sia la canzone che ho ascoltato ogni volta che sono scappata da Ettore.

Alzo un po' il volume, Mattia poggia la mano sulla mia e gira la rotella dello stereo dalla parte opposta, obbligandomi ad abbassare il volume.

"Non permettiamo che lei- si riferisce a Tracy Chapman- parli per noi..."

poi aggiunge

"Puoi riascoltarla quando vuoi, le mie spiegazioni no..."

"Sentiamo..." dico nervosa.

"No. Partiamo male"- a me sembra di non riconoscerlo. Non un sorriso , non un'emozione, mi sta trattando , forse, come trattava Carla, questo non è il mio Mattia. Che tutto sia finito per un bacio?-

"Hai dei pregiudizi nei miei confronti, se hai questo atteggiamento è inutile che io stia qui a tentare di spiegare chissà cosa, se non abbassi l'armatura non mi dai modo di parlarti".

E forse non è lui a cambiare. Forse sono io che non sono mai stata abituata ad ascoltare, ascoltare per davvero...

Abbasso la muraglia che mi ero creata e cerco di ascoltarlo, per davvero.

"Dimmi..."

"Cosa vuoi sapere? Se ho provato qualcosa durante quel bacio? Si, ribrezzo. Cosa pensavo mentre la baciavo? A te. Cosa ho sentito ? Il rumore dei tuoi tacchi ! Se c'ho pensato stanotte? No, ero preoccupato per te ! "

"No... Mattia . Ieri eravamo io e Marco da una parte e Carla da un'altra. Ho bisogno di sapere perché quando ci hai viste lì, hai deciso di andare verso di lei"- dico in preda alle lacrime.

" Temevo che ti avesse fatto qualcosa... Temevo che avevate litigato , che ti avesse fatto del male, sono andato da lei per difendere te, Ludovica!" - dice urlando. "Non pensavo che a te ..."

Si fa più dolce e poi aggiunge :

"Non andremo più lì... magari usciremo al Royal..."

"No, questo mai..." . dico prontamente. Ettore sa che esco lì e se mi vedesse con Mattia... io.... non voglio neanche immaginare!

_è per Ettore? - mi chiede nervoso.

Annuisco.

_Non è un problema mio. Lui ha un problema, non io! Usciremo qui...

_No , Mattia, non voglio !

_Allora , Ludovica, dillo una volte per tutte...Non posso continuare così, cazzo! Il problema non sono io, non è Carla, il tuo vero problema è Ettore. Non vuoi accettare l'idea che magari al mondo esiste qualcuno che non faccia schifo quanto lui! - mi urla contro.

_Non hai capito un cazzo. Tu non hai capito niente di me, Mattia.- ruggisco- Forse perché non mi guarda abbastanza, forse perché hai la testa altrove, forse perché sei troppo preso dai tuoi giocattoli me compresa, perché se ti impegnassi solo un po' , capiresti che la mia è solo una fottuta paura di perderti, capiresti che non è Ettore che mi preoccupa ma uno scontro tra voi due... e se tu vuoi fare il ragazzino , se vuoi fare i capricci ed intendi uscire al Royal, fai pure, fai con comodo... Ma lo farai da solo. Io non vado a cercarmi i guai... e sopra ogni altra cosa non metto nei guai chi invece ho nel cuore.

"Non ti azzardare più a dire che sei un giocattolo per me! "- mi punta il dito contro.

"Non azzardarti più a dire che preferisco Ettore!" rispondo a tono.

"Non azzardarti più a metterti in macchina in quelle condizioni" - dice con fare paterno.

"Non azzardarti più a farmi assistere ad uno spettacolo del genere!"

"Non azzardarti più a sparire dalla mia vita per più di un'ora, ne morirei ..."

Mi afferra prepotentemente , mi attira su di sè, e mi bacia con la stessa passione con cui il mare sbatte contro gli scogli, e quella con cui il sole entra nelle fessure, e quella con cui la pioggia batte sull'asfalto : mi bacia con la stessa passione della luna quando fa l'amore col il sole.."

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