Ludovica e Mattia sono due anime perse....
Il destino gli farà incontrare sulle note di "figli delle stelle".
Molte saranno le prove d'affrontare, molti gli ostacoli da superare...
Nuovi i sentimenti da scoprire.....
Nient'altro che noi ...
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Annette si avvicina fa in modo di abbracciarmi ma mi metto dritta velocemente scansando quel tocco. Ho gli occhi sgranati come se avessi visto un fantasma, continuo a piangere e a disperarmi ma Annette sembra non capire. Fa cadere le valige per terra e lentamente mi porge la mano per tranquillizzarmi . Non riesco a toccarla né ad abbracciarla, anche se vorrei... Ma adesso ha un'altra luce, ha un altro sapore, adesso non è la donna che pensavo che fosse: avanti non ho la donna delle pulizie: avanti a me c'è Angela, la madre di Mattia. Quella madre che ha desiderato ardentemente, che gli è mancata da sempre, quella madre che non gli ha permesso di provare amore per altre donne... Prendo la lettera che avevo messo in tasca e la poggio , aperta, sul tavolo. Annette non la afferra, si avvicina al tavolo, la legge da lontano. Appena lette le prime righe inizia a tremare ed ha bisogno di sedersi per continuare la lettura. Stringe le mani in due pugni e se li da, con tutta forza , nel ventre. Mi guarda ormai in lacrime ma non emette alcun suono. È abituata da molto tempo a piangere in silenzio, fingendo che tutto vada bene. Si schiarisce un po' la voce e si asciuga le lacrime sulla pelle scura. "_ Mi... mi dispiace che sia sta tu a leggere questa lettera. Non posso chiederti di appoggiarmi né di fingere nei confronti di Mattia, avrà bisogno di te quando lo saprà. - si prende una breve pausa , sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio e poi riprende, con gli occhi di chi sa che sta per finire qualcosa- _Ti chiedo solo ventiquattro ore di tempo. Da ventisei anni aspetto questo momento e non voglio che succeda così,- si guarda intorno , poi riprende- senza usare le giuste parole ed i toni adeguati. Per domani pomeriggio io non sarò più qui, Mattia mi caccerà, e non vorrà più sapere di me... Abbassa gli occhi ed i jeans si macchiano di grandi goccioloni, poi rialza lo sguardo e guardandomi dritta negli occhi, con una lucidità e fermezza tale da mettere soggezione, mi dice: _ Ludovica, sei la mia sola speranza. Promettimi che lo amerai per sempre come lo ami adesso, che ti prenderai cura di lui e che non lo farai soffrire. Per favore, promettimelo. - la sua voce è rotta dal singhiozzo. _Annette... Angela,- mi correggo imbarazzata- Mattia capirà, l'ha detto anche tua sorella, dagli un po' di tempo e lui capirà. - continuo a non fissarla negli occhi. _Non capirà ed avrà ragione. L'ho ingannato per quattro anni,senza pensare a quanta sofferenza gli avrei portato, mi dicevo: domani sarà il giorno giusto, ma non ho mai trovato il coraggio, avevo paura di perderlo e non potevo permetterlo. Adesso le cose sono diverse, ci sei tu di mezzo, e in te vedo i miei occhi quando scappai lontano da tutti con il mio adorato marito Pietro. Oh, piccola, adesso che posso condividere questo amaro segreto con te , vieni qui e fatti abbracciare come avrei voluto fare da tempo. - dice allargando le braccia. Cado in ginocchio avanti al suo ventre e appoggio la testa su di lei, mi accarezza delicatamente e mi da lievi baci sulla fronte , le cade una lacrima dal viso che si poggia sul mio , mischiandosi con le mie lacrime , adesso condividiamo lo stesso dolore: la paura di perdere l'unico uomo della nostra vita. L'abbraccio e mi sembra diverso: sapere che è la madre di Mattia che mi sta accarezzando, sapere che quello stesso ventre ha custodito per nove mesi il mio unico grande amore, sapere che quelle braccia hanno accolto quelle labbra belle come il sole e quegli occhi neri come il carbone mi fanno sentire onorata e piena.
_Ho troppa paura. -mi sussurra Giada, guardando la commissione. _Non dirlo a me, non ho combinato un granché . _L'esame con Dorsa lo sosterrai alla prima data? "Cavolo! Ho l'esame con l'uomo con cui ogni notte dormo insieme, quello di coscienza sicuro nessuno dei due lo passerà" -dico tra m e me. _Non so, pensiamo a non essere bocciate qui, po si vede. - cerco di cambiare discorso. Ripasso ancora un po' le ultime cose, Federico Barbarossa , gli aragonesi , Don Pedro di Toledo, ho la mente offuscata, non riesco a ricordare nulla, penso solo a Mattia ad Annette e a quello che accadrà, dovrò tornare a casa e fingere che non sia accaduto nulla, come farò? Mi assale , improvvisamente, un senso di colpa misto a paura. _Già, io me ne vado! Non posso sostenere l'esame, sto messa male. _Ludovica- sussurra Giada incazzata_S.I.E.D.I.T.I. Scandisce bene ogni singola lettera.- immediatamente! _Mancini! È lei? -Chiede l'assistente del professore. Dannazione , ho trovato il momento meno adatto per alzarmi. Ormai , senza speranze , chino il capo in segno di assenso e cammino nel corridoio dell'aula per avvicinarmi alla cattedra. Mi siedo, un po' tremolante e a momenti rischio di cadere. _Attenzione, Mancini. - sorride l'assistente. Le gambe picchiettano vicino al tavolo e cerco di asciugare le mani sudaticce sui pantaloni. L'assistente mi pone la prima domanda, tentenno un po' prima di cominciare, per fare mente locale, inizio a parlare e tutto mi sembra non avere più senso, scompare Mattia ed Angela, scompaiono le ultime settimane della mia vita e gli ultimi otto anni con Ettore, scompare l'assistente, e resto io, Ludovica, e per la prima volta sono orgogliosa di me, in tutta la mia vita non mi sono mai sentita così sicura e forte. "Ludo, ancora una domanda e sarai fuori da qua, sta andando tutto bene" mi ripeto, scalcio ancora contro la cattedra e giocherello con un anello che ho al dito. Ad ogni domanda che fa , mi appare in mente, la pagina degli appunti con mille sottolineature, focalizzo l'argomento e parlo, parlo come un fiume in piena, come un vecchio saggio, come un matto innamorato. Il viso dell'assistente mi sembra rilassato e gentile, ogni tanto abbassa un po' il capo, per acconsentire a quello che sto dicendo, afferra il libretto , legge il mio nome e cognome e li trascrive con la mia data di nascita su un foglio e poi firma il libretto, scrive un bel trenta e l'ansia sembra svanita, per lasciare il posto all'eccitazione. Mi brillano gli occhi e quando il professore mi pone la penna per firmare la faccio cadere, la riprendo ma a stento riesco a tenerla in mano: _Signorina, non esca fuori dal rigo! - mi rimprovera dolcemente l'assistente, indicandomi la linea da non superare. Annuisco , gli stringo la mano e gli volto le spalle non solo a lui, ma un po' a tutti i casini che ho in testa. Per la prossima ora voglio essere la protagonista della mia vita, co nessun altro. Saluto Giada ed esco a fumarmi una sigaretta. Trovo due chiamate di Mattia ed un messaggio: "Ho appena incontrato Serena, in giro, con Marco. Non aggiungo altro, torna a casa!" Mi scappa un sorriso e penso a quanto sarà incazzato per la bugia che gli ho detto. Se leggessi un messaggio del genere dal cellulare di uno sconosciuto, direi che il mittente è il padre. Forse anche questo mi ha fatto innamorare di Mattia, una figura così imponente e protettiva che va a "sostituire" quello che non ho avuto abbastanza: un padre. Torno a casa e Annette (preferisco ancora chiamarla così) è in cucina che sforna il polpettone , nella casa arieggia un odore di torta al cioccolato, di paura di Annette, della mia eccitazione, ma soprattutto l'odore dell' incazzatura di Mattia... Sbatto la porta in modo che lui si accorga della mia presenza ed infatti sento il rumore delle scarpe che si avvicinano sempre di più. "_Bene. Brava.- batte le mani venendo contro di me. _ La pecorella smarrita è tornata a casa?" Sorrido. Non riesco a dire nulla. Lo guardo ed è infuriato ed anche sollevato per il mio ritorno, gli vorrei saltare al collo e baciarlo, ma mi piace vederlo incazzato, da il meglio di sé. _Perchè ridi? Ho la faccia da stronzo, per caso?- domanda con la voce tremolante. _Oh no, la tua faccia è bellissima! - continuo a tener stampato un sorriso in viso, non riesco a smettere di pensare al mio esame. _Ah bene, mi prendi anche in giro? Posso sapere perchè mi racconti delle cazzate? - dice con fare sospettoso. _Ero con Ettore! - dico senza un reale motivo senza controllare la mia voce. Volevo farlo incazzare? Brava Ludovica, ci sei riuscita! penso tra me e me. Annette sbuca dalla cucina un po' sconvolta e con fare guardingo cerca di interrogare il mio sguardo. Mattia sbianca visibilmente e sgrana gli occhi ,corre nello studio e sbatte la porta. Annette mi guarda incredula, le faccio un occhiolino per farle capire del mio scherzo ma scrolla il viso con disapprovazione. Raggiungo Mattia e tiro pugni alla porta. "_Apri, Mattia!" - dico piena di emozione. "_Ludovica, vattene da lì, potrei fare qualcosa di irrimediabile!"- urla tremolante. "_Amore, apri! Devo parlarti per un solo istante. Ti prego!" "_Ludovica, lo ripeto per l'ultima volta, vattene da lì!"- urla nervoso ed un po' affannato. "_Non sono stata con Ettore, ti basta? Cosa ti passa per la testa?"- dico un po' preoccupata. "Dove sei stata?" Apre di scatto la porta,alla quale ero appoggiata e quasi scivolo a terra. Riprendo l'equilibrio e lo guardo dritto negli occhi, le labbra carnose e marcate tremano, ha gli occhi lucidi e nervosi. "_Scusami, scusami davvero!" - dico con le mani incrociate. "Era uno scherzo , non pensavo ci credessi davvero, mi dispiace, Mattia!"- abbasso lo sguardo. "_Te lo chiedo l'ultima volta, dove sei stata?" - e questa volta è categorico. Estraggo il libretto universitario dalla tasca posteriore dei jeans , lo apro e mostrandoglielo dico: "_Sono andata a prendermi un bel trenta, nonostante le distrazioni imperterrite e disarmanti del mio amato professore!" Mattia inghiottisce quel peso troppo duro , sorride e mi prende in braccio, mi fa roteare per le stanze della casa ma mi rimprovera per lo scherzo di cattivo gusto. "_Ti amo! E...si, sei davvero stronza!" "_Nel nostro caso gli uguali si attraggono, mio caro bel professore"- dico accarezzandogli il viso. "_Bisogna festeggiare! Mancini,- dice sbattendo le mani- stasera si metta in tiro!"ordina "_Dorsa, cosa ha in mente?"domando arricciando le labbra , incuriosita. "_Una serata très chic, pour ma dame" "_Je ne peux pas attendre!" Guarda i suoi occhi e sono gioiosi e fieri, come quelli che avrebbe il mio papà se fosse presente. Straparla , dio quanto parla... parla ininterrottamente per l'eccitazione e la felicità. Chiama Miranda e fa disdire tutti gli impegni dopo le diciotto , mi guarda ogni volta in modo sempre più amorevole e gentile. Continua a riempirmi di complimenti e a chiedermi ogni singolo dettaglio dell'esame... Continua a sorridere mentre il mio cuore va in frantumi. Mattia, non sai quanto mi sento in colpa, sono venuta a conoscenza di un segreto così importante, così duro, che ti cambierà per sempre, che ti farà credere ancora in meno negli altri e forse ti rimpicciolirà il cuore. È un groppo alla gola, un razzo nel corpo, una meteorite nell'anima, è qualcosa di talmente forte che mi fa perdere le parole e quella serenità tanto attesa. Cammini per casa, allego e spensierato, ad ogni passo, ad ogni parola io ed Annette ci guardiamo con uno sguardo di intesa, abbassiamo gli occhi e sono sicura che a lei , come a me, sale un brivido lungo la schiena che si ferma al cuore, evitiamo di guardarti negli occhi e di toccarti, perchè adesso che condividiamo questo segreto, non posso fare altro che sentirmi in colpa. Ho una voglia matta si chiederti scusa. Scusa per quello che proverai e che non potrò capire , scusa per quello che vorrei dirti ma non ti dirò , scusami se quando lo saprai non sarò lì accanto a te ma non sono abbastanza forte, scusami se non ti asciugherò le lacrime , non potrò sopportarlo, scusami quando ti sentirai solo e non sarò lì a reggerti la mano, scusami se non farò tutto quello che tu faresti per me, scusami perchè non so amarti abbastanza, scusami per non essere perfetta quanto te.
"_Dai, Annette! Un po' più di forza!" la imploro in preda al panico. "_Ho paura di romperlo!"- è dietro di me e mi guarda dallo specchio, mentre, disperata, cerca di alzarmi la zip del vestito. È l'abito più elegante che ho, ed è l'unico adatto alla serata. È un vestito lungo, con la scollatura a forma di cuore, scende stretto sui fianchi e si allarga a partire dalle caviglie, un po' come la coda di una sirena, è di colore rosso porpora e sul ventre porta dei veli brillantanti che si incrociano e la caratteristica più importante del vestito è : che non mi entra. Sono sudata sulla fronte: ci siamo dovute spostare dall'armadio alla cucina, perchè dal nervosismo irrompente non potevo fare a meno di fumare. Mattia è in giardino a fumare... Non ho ancora indossato i tacchi e , dai capelli raccolti, con tanta cura , da Annette, pende già una ciocca sui miei occhi. "_No, che non lo rompi... è una dannata quarantaquattro e se non mi andrà a perfezione da domani farò il digiuno!"- sono sull'orlo di una crisi di nervi. "_Oh no, figlia mia! Aspetta che tiro ancora un po'! Trattieni forte il respiro!"- sussurra pazientemente. "_Forse dovrei togliere la sottana..."- provo a farle cambiare idea. "_No!"- urla sconvolta. "La sottana non puoi toglierla!" "_Io non capisco questa fissa che hai per la sottana, mi andrebbe bene senza questo dannato straccio!" spazientita e stizzita, faccio un lungo respiro, tirando il ventre e trattenendo il respiro. "_La sottana deve esserci, è quella che fa di una femmina una donna! Al mio tre, trattieni il fiato..."ordina convinta. "_Sto per morire"balbetto. "_Ecco fatto!" sorride e mi accarezza i fianchi, mi guarda orgogliosa e soddisfatta! "Ti metto un'altra forcina tra i capelli ed è tutto a posto""_Annette..."- sussurrò, indossando i tacchi con la testa ferma verso l'altro! "_Dimmi!" "_Domani... Domani, quando glielo dirai ..." "_Si? ! "_Io non ci sarò! Non ce la faccio! Tornerò nel tardo pomeriggio!Mi spiace " "_Non devi preoccuparti. È un problema mio... non devi avere alcuna responsabilità. Hai avuto la sfortuna di saperlo per prima e questo non ti rende colpevole."dice con fare amorevole. " Vieni qui."- borbotta allargando le braccia e socchiudendo gli occhi. " Fatti abbracciare e non far aspettare neanche per un altro minuto, quell'uomo stupendo che non vede l'ora di averti tra le sue braccia!" dice con fare esigente picchiettandomi i fianchi. Mattia è già fuori al cancello, mi vede dallo specchio retrovisore e scende dall'auto, in smoking blu scuro e camicia bianca, mi guarda sbalordito , velocizzando il passo. "_Sei uno spettacolo della natura!" - mi afferra per le spalle e mi bacia , comprendo con quelle grandi braccia la mia schiena nuda. "_Ti sei macchiato di rossetto rosso!" sorrido cacciando un fazzoletto dalla pochette . "_Ti consiglierei di tirarlo fuori solo quando avrò finito di baciarti... quindi, non ti servirà per un bel po'!"- dice indicando il fazzoletto. Mi bacia con fervore , quei sospiri mi deliziano, quelle mani mi stringono e mi fanno sentire donna , quel corpo così caldo accanto al mio mi elettrizza, e quelle labbra mi fanno scordare che il mondo esiste. _Faremo tardi... sussurro. Gli pulisco l'angolo della bocca con delicatezza e mi accompagna alla portiera dell'auto. _Sai che oggi ho avuto paura per la prima volta? - tossisce un po' ed evita il mio sguardo per non sentirsi imbarazzato. _Paura di cosa?- chiedo incuriosita. _Paura di perderti! Mi fido di te ciecamente. Quando ho incontrato Serena e Marco che mi hanno detto che si erano entrambi presi la giornata libera per stare insieme, mi è caduto il mondo addosso. Pensavo ti fosse accaduto qualcosa, ho temuto per te, poi ho pensato che mi avevi detto di stare con Serena, ma con lei non avevi nessun appuntamento, allora ho pensato ad Ettore, a te, a voi... - chiude gli occhi e scuote il capo, forse disgustato da quei pensieri. Gli pongo la mano avanti alla bocca, contrariata: _Mattia , no, non c'è nessun noi. A parte io e te, intendo. Non ne voglio più parlare, Ettore fa parte del mio passato, nel presente ci sei tu, solo tu! - dico convinta. Non puoi pensare che non ti amo, né che potrei stare con un altro, non potrei tradirti, né scordarti, non vorrei perderti, né lasciarti andare via, se solo sapessi che il mio unico problema è qualcosa che riguarda te, la tua infanzia, tua madre, Mattia vorrei che non ce l'avessi mai con me... _Eccoci! Siamo arrivati! - Mattia indica sulla destra un grande portone. Scendiamo dall'auto parcheggiata in degli appositi spazi sulla destra . _Dorsa! - dice prontamente Mattia al citofono . Il portone si apre ed una villa imponente si propone come scenario, preceduta da un lungo viale illuminato da alcune lanterne appoggiate a degli alberi alti e robusti che ne delineano il sentiero. Al centro del viale è posizionata un'enorme fontana a cascata con quattro vasche interne in resina e dei fiori maestosi che ne decorano il circuito. All'interno delle vasche ci sono dei faretti luminosi e gli spruzzi d'acqua che si incontrano e si scontrano vanno a formare , quasi, un arcobaleno. Resto incantata da tanta maestosità e perfezione. Entriamo all'interno della villa, la prima cosa che noto è un'enorme scala di gesso, posta al centro , con un tappeto rosso, che arriva fino ai miei piedi, ai lati della scala ci sono tre porte per parte, sono chiuse e c'è un'etichetta che porta il nome della sala ed il numero corrispondente. _Un grande sospiro! - dice Mattia indicandomi la scala da percorrere. Un uomo alto e robusto, vestito di nero, saluta Mattia, mi prende la mano e si inchina: _Sono Roberto, madame , spero che trascorrerà un'ottima serata . Ci accompagna alla fine delle scale e c'è un cameriere, pronto ad accoglierci . Fa un inchino e allunga la mano per prendere i soprabiti. Ci conduce verso la veranda che presenta un ampio terrazzo che si affaccia su un lago illuminato. Tre artisti suonano musica dal vivo, Mattia non ha sbagliato un colpo: terrazzo, lago, musica jazz , niente di meglio. Il waiter ci pone dei flûte , con del prosecco , dolciastro e frizzante. _Spero che apprezzerete il raffinato gusto.- ci dice. -Avete qualche melodia che preferite ascoltare? _Oh si! - dico , senza accorgermene. - Mi dica! - si volta verso di me, con tono affabile e gentile. Mattia mi guarda incuriosito. _Corcovado, Adderley Cannobal. _Balliamo? - Certe domande non me l'aspetto , mi colgono sempre di sorpresa. _E se dovesse venire qualcuno? L'uomo di ghiaccio continuerebbe a ballare?- chiedo sorpresa. _L'uomo di ghiaccio ha prenotato tutta la sala, per ogni evenienza. - dice fiero _Con così poco anticipo?- resto sbalordita. _Roberto è un mio carissimo amico, nonché cliente, sa sempre come fare...- fa un occhiolino. _Sempre? Con quante sei venuto fin qua su? - tengo le mani conserte in attesa di una risposta. _Con una sola, a parte te...sussurra. _Carla?- domando. _No. _E con chi, Mattia? _La mia donna preferita. Suez, Marco Suez. - sorride , mi prende la mano e mi porta in pista. Mattia mi tiene stretta , accenniamo dei passi, ma sulla pista i protagonisti sono i nostri occhi, che stanno facendo l'amore con persuasione e devozione: i suoi, neri come il carbone, irrompono nei miei, che sono grandi ma timidi, increduli, diffidenti. Un vento leggero e caldo copre la mia schiena , le luci soffuse rendono tutta l'atmosfera più dolce e sensuale, i musicisti suonano a meraviglia e quelle note sembrano entrare dentro come fardelli di ghiaccio. _Come mai hai scelto questa ? dice riferendosi alla melodia. _È una delle mie preferite!- sussurro- _Io la adoro!- mi parla , sussurrando, tra il collo e l'orecchio.
Poggio il capo sulla sua spalla e tengo le mani sul suo petto, posso sentire le sue pulsazioni, i suoi respiri, e l'odore del sesso che pervade il suo ed il mio corpo. Oh Mattia, se solo sapessi quanto è grosso il segreto che ho qui, in questo cuore troppo pesante, mi si raggela l'anima a pensare a domani, alla sua reazione, a quanto gli verrà strappato, a quanto starà male. _Ludo... mi sussurra all'orecchio. _Dimmi- e vorrei che mi dicesse "Ludo, so tutto, non preoccuparti, è tutto a posto," vorrei ma non è possibile... _Mi capita di pensare a noi, a cosa sta capitando in così poco tempo: mi hai stravolto. Di notte , quando chiudo gli occhi e ho te accanto, qual calore che emani, quei respiri così intensi, nella mia testa , in rewind riesco a vedere ogni cosa di noi, quella mattinata al parcheggio, quando ti vidi pensai di uscire con te, solo per passare del tempo piacevole, no perchè mi avessi dato una cattiva impressione, ma perchè quando ti guardai per la prima volta, bella come il sole, ti giuro che io...- si ferma un attimo ed accenna un sorriso. -Ti giuro che non mi è successo- dice un po' imbarazzato- mi immaginai di fare l'amore con te e mi sentivo bene. Ogni volta, il pensiero mi rendeva pieno, sentivo che non sarebbe stato come le altre volte. Ci siamo conosciuti, siamo stati insieme, e parlare con te mi sembrava già tanto, troppo... mi bastava quello e nient'altro. Quando la notte del mio compleanno abbiamo fatto l'amore, guardavo il cielo, e mi sembrava nulla a confronto di me e te in quel letto, l'universo , la luna, la Terra, potevano solo invidiare quell'immensità che solo noi abbiamo, che solo io ho quando sto con te, perchè da solo, credimi, non valgo un granché .. _Mattia, io ti amo. Ti amo per quello che sei , amo il Professor Dorsa, bello e severo da far paura, amo Mattia l'amico di Marco, sorridente e spensierato, amo l'avvocato Mattia, professionale e rigido, amo quello sconosciuto che incontrerei per strada e che noterei tra mille, amo il bimbo che mi lancia i cuscini e si stende sul pavimento per spalmarmi la panna, ma più di tutti amo il mio uomo, non so dirti di preciso il perchè, perchè sei bello, colto, intelligente, distinto, e sai fare l'amore come nessuno a questo mondo? Mi sembrano spiegazioni troppo banali. Io so che ti amo, e questo e quanto basta! Mi afferra il collo e mi bacia con cura, moderatamente, come il mare si incontra col cielo, così', quella linea d'orizzonte unisce me e lui, così distanti, ma sempre attaccati. Due camerieri irrompono sul terrazzo con dei carrelli e riempiono il tavolo di pietanze, i vassoi quasi cadono, guardo Mattia con dissenso, "non ce la faremo mai a mangiare tutto questo ben di Dio" penso. Il sommelier serve una bottiglia di brunello , la stappa e ne versa gran parte, nel mio calice ed in quello di Mattia. Cerco di non pensare a domani, alla casa, ad Annette, a me, penso a questo momento e vorrei che l'orologio del tempo si fermasse qui, in questo preciso istante, in cui due ragazzi innamorati, stanno sorseggiando un vino, si guardano come se si stessero spogliando, sorridono come se si conoscessero da una vita, e si osservano come se non si fossero mai visti, vorrei che quest'amore che mi sfonda gli organi rimanesse eterno, vorrei...ma ho paura che non sarà più così. Parliamo per gran parte di noi... In modo delicato e discreto mi chiede di andare a vivere da lui per sempre, nello stesso modo mi chiede di conoscere mia madre appena tornerà, ha espresso il desiderio di voler far parte della mia vita come se ci fosse sempre stato, e mi ha detto di aver affittato una casa in montagna dove potremmo andare per i prossimi weekend con Marco Serena: così, finalmente potrò vedere la neve e giocare come avrei sempre voluto fare da bambina, ha promesso di creare con me un pupazzo che chiameremo Malo, "avrà le nostre iniziali " ha detto... ma ha tralasciato una cosa , che da domani cambierà tutto, e tutti questi piani, saranno solo fantasie.... Sussurra una cosa al cameriere, questo fa cenno di sì, si allontana e Mattia si alza, si avvicina a me e mi porge la mano, ed io mi alzo, parte una canzone, una melodia conosciuta, ma non riesco a capire qual è . Mi avvolge i fianchi con quelle grandi e larghe braccia, accolgo il suo collo nelle mie, mi sposta i capelli e sussurra: _Sei mai stata a Napoli? _No. - mi lascia stupita quella domanda. Poggiò una mano sulla mia spalla ed aggiunse _Sai...io ho girato il mondo, ma Napoli è una città che ti resta dentro. Una sera, tornato da New York, mi fermai a Napoli, stavo al Porto, e bevevo una birra prima di ritirarmi , due uomini , uno col violino e l'altro con l'unico strumento della voce , mi tenero compagnia intonando questa canzone, la ascoltai attentamente strofa per strofa, verso per verso: era la prima volta che l'ascoltavo, cominciai a piangere, per quelle parole. Uno di loro mi disse che nei miei occhi ci vedeva il grigio, non riusciva a vedere colori.. Non capii bene immediatamente. Poggiò una mano sulla mia spalla ed aggiunse "Ascolta sta canzone quando sarai innamorato, solo allora , le parole ti faranno bene!" Vorrei incontrarlo quel tizio, per stringergli la mano e dirgli quanto aveva ragione! " Dice rammaricato, con un leggero sorriso ... Mattia canticchia una frase , con la voce tremolante ed emozionata che recita: "Guardò negli occhi una ragazza, due occhi verdi come il mare, poi all'improvviso uscì una lacrima, e lui credette di affogare... " _Devo ritornare a Napoli, e devo ritornarci con te! - esordisce convinto. Inevitabilmente , mi sento sopraffatta dagli eventi che hanno sconvolto la mia giornata, si riempiono gli occhi di lacrime, e senza riuscire a controllarli, esplodono nella tristezza, urlano di paura, piangono d'amore, piango... piango perchè tutto questo è quello che ho sempre voluto e ad un tratto mi sembra così lontano... piango perchè vorrei che non mi venisse portato via... piango perchè so cosa vuol dire amare... piango perchè Ettore sta ritornando e Mattia forse se ne andrà... piango perchè non voglio dormire in nessun altro letto,non voglio fare l'amore con nessun altro, non voglio toccare nessun altro, e piango perchè questi occhi non sapranno più guardare, come guardano lui...Questa notte, sarà per sempre impressa nella mia vita , la scriverò nel cuore , col pennarello indelebile, e si chiamerà La notte... La notte dei sensi di colpa, dell'amore che scoppia dentro e fuori, delle finzioni , delle maschere tolte a metà, del sesso puro , dei balli, la notte che porterà con sé tutto, La notte che porterà con sé anche noi...!