Ludovica e Mattia sono due anime perse....
Il destino gli farà incontrare sulle note di "figli delle stelle".
Molte saranno le prove d'affrontare, molti gli ostacoli da superare...
Nuovi i sentimenti da scoprire.....
Nient'altro che noi ...
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_"Ludovica, sveglia!" Una sfera di sole invade la stanza , apro gli occhi ma li richiudo velocemente, la luce è troppo forte. Mi sembra di aver visto Annette. Tocco il cuscino che è accanto a me: non c'è nessuno. Mi porto su con la schiena e con ancora qualche sforzo riesco ad aprire gli occhi:Annette ha il vassoio della colazione tra le mani, raggiante e sorridente si avvicina a me poggiandolo sul letto. _Mangia tutto! Ti aspetto di là per la sigaretta!- Mi strizza l'occhio, piena di entusiasmo , preme un pulsante di uno stereo sottilissimo riposto sul comò e richiude la porta alle sue spalle. Le note di Love cantata da Joss Stone disegnano sul mio volto un'espressione malinconica , nostalgica, provo una sensazione di impotenza: un po' come se tutto quello che sto vivendo non lo meritassi, un po' come se tutto quello che sto provando non sapessi goderlo appieno . Mi alzo per andare in bagno, entro e Mattia non è lì. Provo a chiamarlo con una voce rauca e traballante ma lui non c'è. Ritorno in camera, mi metto a sedere sul letto ancora mezza addormentata: c'è un biglietto poggiato sotto la tazza del caffè. Lo afferro. " Spero che sceglierai per prima il caffè, e leggerai tutto in ordine" c'è scritto sopra. Apro il biglietto , noto una grafia ordinata e comprensibile: "Purtroppo il lavoro mi chiama e a malincuore, ho dovuto lasciarti sola, in quel letto troppo grande. Non ti ho svegliata ,perchè eri troppo bella tra quelle lenzuola che potevano abbracciarti ancora un po' , ancora per qualche ora. SEGUE IL THE → "
Alzo la teiera e trovo un altro biglietto, estraggo il foglio all'interno è leggo: " Dormire con te è stato bellissimo e vederti dormire , ancor di più. Prendi tutto quello che ti occorre per la doccia, i miei vestiti sono a sua disposizione: so che ne vai matta..." SEGUE LA PREMUTA → "
Il terzo biglietto, è un po' macchiato d'arancia , lo apro delicatamente, per non farlo strappare: "Basta smancerie! I libri che ti occorrono per studiare sono nel mio studio, aspettami per pranzo, sarò con te tutto il pomeriggio.. Segue → il libro di diritto privato! "
Non riesce ad essere costante ed equilibrato neanche tramite degli scritti. Mi scappa un sorriso. Me lo immagino prima di uscire, che va di fretta,con una sigaretta tra le dita , la valigetta tra le mani e il telefono che squilla, lo vedo mentre mi scrive questi biglietti accigliato e pensieroso. Riesco a vedere anche Annette, che accondiscendente accetta, come sempre, di assecondarlo e la vedo preparare la mia colazione poggiando con cura tutti i biglietti al posto giusto, con premura , leggendo più volte le indicazioni di Mattia... e poi immagino me, forse la cosa più strana di tutte, su un letto troppo grande, grande quanto la paura che ho dentro, ed una voglia matta di tornare a casa. Bevo il caffè velocemente ,controllo l'orologio e sono le dieci: ho tempo per una doccia, magari con una sigaretta tra le dita che mi impedisce almeno per ora, almeno qui, di piangere. Tutto mi sembra più familiare,il ripostiglio degli asciugamani, il bagnoschiuma, il dentifricio. Questa sensazione mi spaventa. Tutto mi sembra più familiare perché lo sto vivendo, perché mi ci sto abituando, perché sono maledettamente innamorata di quest'uomo. Ma finito il "periodo di prova" cosa succederà? Mattia vorrà stare ancora con me? E se dovesse finire ancor prima? Ettore mi cercherà e mi troverà, certo ce lo farà! Lui sa sempre come fare... Chi mi aiuterà a scappare per l'ennesima volta da colui che un tempo era il più bel dono che la vita potesse farmi e poi si è trasformato nel più brutto dei miei mali? E se Mattia dovesse subire la stessa trasformazione di Ettore? Ieri è stato così duro, categorico, insensibile : quasi non lo riconoscevo... "Non vedo il motivo della tua presenza qui..." Mattia, la verità è che eri già pronto a cacciarmi dalla tua casa e dalla tua vita da un momento all'altro. Ieri eri pronto a mettere fine al nostro domani: oggi io ti dico addio. Addio, perché non so stare senza te. Addio, perchè sei la cosa più bella che mi sia capitata. Addio , perché sei perfetto. Mattia, Addio perché ti amo troppo. Tra gli indumenti di Mattia, fortunatamente, trovo una tuta con l'elastico in vita :è l'unico capo che non mi lasci il sedere scoperto. La infilo velocemente e raggiungo Annette in cucina, nervosamente, non guardandola negli occhi , sospiro: _"Annette, ritorno a casa, non mi sento bene, puoi avvisare tu Mattia?" Sgrana gli occhi , lascia socchiusa la bocca: il rammarico e la delusione segnano il suo volto, si tocca il mento e piega il capo, proprio come fa Mattia. _"Se hai bisogno di medicinali posso andarli a comprare... L'unico medicinale di cui ho bisogno è casa mia, il mio letto, le mie coperte, le mie contraddizioni, vorrei dirle... "Nulla di grave- sorrido-ma mi sento più a mio agio a casa mia, fatti salutare!" "Ti accompagno con la macchina! Su questo, non ti lascio ribadire!" - dice in modo categorico. Si toglie il grembiule, afferra dall'attaccapanni una giacca e la indossa, prende le chiavi della macchina nel cassetto dietro di lei e mi accompagna all'uscita. Inserisce un codice su una centralina, fuori la porta, penso sia l'allarme, apre il cancello e mi invita a seguirla in macchina. Non sembra lei, vederla guidare, con i capelli sciolti, e senza grembiule la rende giovane , diversa, bella. _Perchè te ne stai andando? - chiede quasi esausta. _Non mi sento bene.- cerco di essere più convincente possibile, non posso dirle che ho più intenzione di rompere con Mattia. Non riuscirei comunque a dirlo: il mio cuore non ha alcuna intenzione di rompere con lui. _Ludovica, pensavo ti fidassi di me... - dice rammaricata. _Hai paura?- chiede decisa. Quelle parole mi cadono addosso come una pioggia violenta, come una valanga , come un ammasso di terra: evito di guardarla e continuo sistemarmi in lacci della tuta. _Non è per questo...- evito il suo sguardo _Qualsiasi cosa sia, ti consiglio di non tenerti tutto dentro. Mattia appare duro a volte, ma ha tanta paura ... Se solo riuscissi ad aprirti con lui, avresti in mano la chiave per il vostro rapporto. - mi dice in modo gentile e paziente.
_Annette, grazie per tutto questo. Insomma, potresti continuare a fare il tuo lavoro, ignorandomi, evitandomi, ed invece stai facendo tutto questo per me... Grazie. _Qualsiasi scelta tu voglia prendere, assicurati che sia quella che non ti farà mai avere rimorsi nella vita... E sento che lei ha capito tutto, forse perché una donna le sente certe cose, sente quando qualcosa sta per iniziare o sta per finire ancor prima che ci siano segnali decisivi, una donna sa quello che sta per accadere, una donna sa quante forze le servono per superare un ostacolo, una donna sa sempre sentire perché una donna sa soffrire come uno schiavo ma mostrarsi da padrone. D'altronde con me non è poi così facile capire: mi si legge in faccia che il lieto fine non fa per me. La quotidianità non l'ho mai condivisa con nessuno e ho paura, dannatamente paura, che tutto questo finisca da un momento all'altro. Preferisco i rimpianti ai pianti, perchè non ho paura di legarmi, non è quello, la mia paura è di non riuscire a staccarmi . Con lui sto facendo il tour delle prime volte. Prima volta che un uomo mi porta a casa sua, casa ufficiale, intendo; prima volta che vivo la quotidianità , l'unica quotidianità , intendo; prima volta che dopo una discussione un uomo mi chiede delle scuse , scuse sentite, intendo; prima volta che un uomo mi vede seminuda e non mi costringe a fare sesso, non mi sfiora nemmeno, intendo; prima volta che mi sono fottutamente innamorata, e forse questo è meglio non intenderlo... Ettore ha fatto si che ogni cosa bella mi facesse stare male. Ed è un po' come chi per paura di vivere decide di morire... Io in questa vita sono morta troppe volte, più dei gatti, più dei maghi, più di quanto fosse possibile. Sono morta ogni volta che Ettore mi ha picchiata, sfuriandosi contro di me, sono morta ogni volta che ho abbandonato le persone intorno a me, per paura di una reazione di Ettore, sono morta ad ogni bugia che ho raccontato a mia madre quando scorgeva i lividi, "per scherzo" le dicevo, sono morta ogni volta in cui fingevo un sorriso per nascondere il pianto, sono morta quando ho visto Ettore con in braccio la moglie, sono morta quando sono stata mortificata ed umiliata pur non meritandolo, e forse morirò nuovamente, per altre mille ragioni, ma se dovessi perdere Mattia, se dovessi lasciarlo andare per paura di Ettore: sarà l'ultima volta che morirò. Dal paradiso non si ritorna all'inferno come se niente fosse.
Oggi è la giornata dei biglietti. Mamma me ne ha lasciato uno attaccato al frigo: "Come al solito è sempre Serena a dovermi avvisare che sei da lei! Ti ho preparato la pasta all'insalata in frigo ed una torta. Sono a lavoro ci vediamo stasera. Ps:devi assolutamente esserci, devo parlarti. "
Sia benedetta Serena e la sua previdenza! - penso tra me e me per avermi salvato da un'altra scenata di mamma. Spero di non aver fatto nulla di male. Sicuramente vorrà rimproverarmi perchè non ci sono mai e perchè non avviso in tempo, e perchè faccio tardi e perchè sono io... ma cerco di non pensarci. Accendo il televisore, mi stendo sul divano e tutto mi sembra familiare. Nessuna intrusione, solo io e il mio dannato senso di colpa. In tv danno "Orgoglio e Pregiudizio" , mi scappa un sorriso, forse malinconico , forse nostalgico, ma è uno di quelli veri. Ripenso al nostro primo bacio, al mare , alla lotta con la sabbia, e alle sue parole. Quello sguardo che mi entrava dentro senza chiedere permesso e quelle braccia che mi fanno sentire al sicuro, più di quanto mi senta sicura adesso, a casa mia. Mi squilla il cellulare: è Mattia. Un brivido mi attraversa tutto il corpo. Paura della sua reazione mista ad una voglia matta di sentirlo. _Ehi! - sospiro _Ehi. Dove sei? _Sono a casa! _Bene. Esci... _Mattia, ma .... ehm...io sono a casa mia. _Anche io! Sotto casa tua , intendo! E non me ne andrò fino a quando non uscirai o aprirai per farmi entrare. Stacca la chiamata. E non posso fare altro che odiarlo, lo odio all'ennesima potenza, lo odio perchè sa sempre cosa fare, sta sempre al posto giusto al momento giusto, nei dintorni del cuore giusto. Tiro un grande sospiro, allargo le dita delle mani quasi per afferrare tutta l'energia che mi servirà per quel confronto e mi avvio all'inizio o forse alla fine di una grande storia. Apro la porta è lui è davanti a me che sorride: un po' teso e impacciato si avvicina. Gli vado incontro, saltandogli al collo , lo bacio con passione, come un'ape farebbe col suo fiore, come un ramo alle sue foglie, come la terra al suo cielo. Il desiderio che ho di stare con lui mi travolge ed allo stesso tempo è inquietante, ho dormito con quest'uomo la notte scorsa e mi sembra di non vederlo da una vita: è una droga. Chiude la porta alle sue spalle, mi prende in braccio avvolgendo le mie cosce intorno al suo giro vita si guarda intorno, cercando di capire se c'è qualcuno in casa. _Siamo soli! - gli dico , mettendo i piedi a terra. _Ah, ok. - guarda il televisore e sorride. _Ho sorriso anche io. Vieni qui!- gli faccio cenno di raggiungermi sul divano!Ho un'aria malinconica ed anche lui: non siamo bravi con i discorsi personali. _Cosa ti è successo? Annette mi ha detto che non ti sei sentita bene. Prendo dei succhi , degli alcolici, li sistemo sul vassoio e ritorno a sedermi accanto a Mattia che si versa un po' di bayles e fa lo stesso nell'altro bicchiere, porgendomelo. Forse è l'atmosfera, forse è il film, forse è lui , o forse sono io: scelgo di seguire il consiglio di Annette e raccontargli tutto. La scelta è tra la verità o la fine del rapporto. _Vuoi che sia sincera?- chiedo retoricamente. _Non desidero altro... - Mi tira con le caviglie e fa in modo che i nostri corpi si incastrino: siamo faccia a faccia, mi guarda senza staccarmi gli occhi di dosso . _ Mattia, io ho paura. Una paura marcia. Non mi segue , resta accigliato quasi interdetto. Riprendo il discorso: _Ho paura di deluderti, di perderti, ho paura che Ettore ci faccia del male, ed ancor peggio che tu faccia del male a me. Non posso permettermelo ancora, non più. Sono solo un corpo che cammina, ho regalato l'anima troppe volte e forse non mi è stata più restituita. Con te sento che è diverso,ma le mie sono sensazioni. Non voglio soffrire ancora, non voglio perdermi ancora, sono consapevole, di non potermi più ritrovare. Stanotte è stata la notte più bella. Ma ho paura che io non possa bastarti, ho paura di non meritarti, ho paura di Carla, ho paura di me.... Faccio una pausa, bevo un po' e lui sembra confuso, come dargli torto? Quando sono ansiosa lascio scorrere un fiume di parole una dietro l'altra senza alcun nesso logico. Ma poi riprendo più lentamente: _Io non sono brava con gli uomini. La mia paura è dovuta ad un episodio che mi ha segnato la vita per sempre. Deglutisco un po' e finisco il liquore che ho nel bicchiere per aiutarmi a parlare senza che l'emozione mi aggredisca. Mattia resta in silenzio, quasi pendendo dalle mie labbra, quelle labbra che devono spiegargli perché sia tutto così complicato. _Ero piccola ed avevo voglia di andare al parco. Esasperai mio padre con i continui pianti e strilli . Nonostante mi avesse detto più volte di no, lo convinsi, alla fine, ad accontentarmi. Passeggiavamo , mano nella mano, innamorati della vita, dell'amore, di noi...si avvicinarono due malviventi, chiedendogli i soldi, gli diede tutto quello che aveva, ma non bastava. Mi presero per costringerlo a dargli altro. Li strattonò e mi tirò dalle loro braccia, urlandomi di scappare. Furono le sue ultime parole, prima che lo uccidessero, avanti ai miei occhi... Dio , è ancora tutto impresso nella mia mente. - dico inorridita riprendendo fiato e versandomi dell'altro liquore nel bicchiere. _La colpa è mia, se non avessi fatto i capricci per uscire, se non lo avessi costretto a portarmi al parco, se non fossi mai nata...- dico in preda al panico. _Il mio unico uomo, morto per un capriccio, per un mio capriccio. Da allora ho cercato di colmare quel vuoto con ragazzi , rigorosamente più grandi, che via via ho avuto accanto: ad ogni storia finita il senso di colpa aumenta. "È tutta colpa tua" mi ripeto "ancora una volta, ancora per niente, ancora tu" . Ogni mio respiro mi fa sentire in colpa, ad ogni mio sorriso, mi sento una merda, "lo stai rubando a tuo padre, dovrebbe ridere e vivere lui adesso"mi dico . Forse è per questo che con gli uomini mi sento sempre in difetto, sempre in colpa, sempre con una marcia in meno. L'unico che mi ha aiutata è stato Ettore. All'inizio con lui era tutto perfetto. Mi dava quello che cercavo era amorevole e per certi punti di vista era un po' padre con me. Fino a quando non ho iniziato a chiedere qualcosa in più, fino a quando non si è trasformato in un orco e se iniziassi a pretendere troppo anche da te? Se ti stufassi di me? Anche ieri... - le lacrime solcano il mio viso e non riesco più a parlare. _No, no , piccola, non è come dici tu. Si avvicina un po' di più a me e comincia a parlarmi immobilizzando la mia mano sul suo petto. _Voglio che tu stia bene attenta a quello che sto per dirti. Solo Marco sa di questa storia, è voglio parlarne anche a te. Beve ancora un po' e poi riprende... _ Avevo quattro anni ed un giorno, senza una ragione senza un motivo, senza una spiegazione mia madre ha deciso di andarsene di casa. Non un biglietto, non una chiamata né un avviso: abbiamo perso ogni traccia di lei. Mi sono colpevolizzato e ho odiato mio padre per anni. Davo la colpa a noi due per il gesto di mia madre: non eravamo abbastanza forse o forse non la meritavamo. Mio padre non riusciva a darsi una spiegazione, mi giurò di non averla mai picchiata e di non aver mai abusato di lei, di non averle mai fatto mancare niente e di amarla da sempre come il primo giorno. Solo più tardi , con l'esperienza, e ce n'è voluta tanta, ho capito che le cose, a volte, accadono senza nessuna ragione. Se ne è andata, forse per un altro uomo, forse per mancanza d'affetto , forse per noia, ma non sempre quello che accade dipende da noi. E credimi che se quel giorno non avessi insistito tanto per andare al parco, tuo padre sarebbe uscito comunque, forse da solo, e ti saresti incolpata di non averlo seguito. Quando ti ho detto di aver amato un'unica donna nella mia vita, mi riferivo a mia madre. Ed io non sono perfetto, ho le tue stesse paure, ho paura che te ne andrai, proprio adesso che mi sembra di risorgere, ma non scappo. Io sono qui, pronto ad andare fino in fondo e se non dovesse andare bene... tornerò il "riccio" di prima, chiuso nelle mille spine. Ma se c'è una possibilità, anche una sola che tutto questo vada avanti, non voglio sprecarla. Non posso prometterti che staremo sempre insieme, e non posso neanche giurarti amore eterno, perché io non so come andranno le cose, posso, però , prenderti per mano e darti il coraggio necessario per intraprendere con me questo viaggio che sembra fatto di carboni ardenti. Non voglio giurarti cose che non dipendono da noi, ti assicuro però che non permetterò a nessuno di farti del male, tanto meno a me. - Ormai in lacrime mi distendo su di lui, tenendolo stretto abbracciandolo quasi a soffocarlo e lui fa lo stesso con me. Lacrimo ancora e Mattia mi asciga il viso accarezzandomi con dolcezza. Si alza di scatto, spostandomi dal suo corpo,si mette con le ginocchia sul tappeto , tra le mie gambe. Assume un'aria altezzosa e buffa allo stesso tempo, mi punta il dito contro, alzando il sopracciglio e guardandomi a mo' di sfottò , ripetendo le parole di Mr Darcy: _Mi avete stregato anima e corpo, e vi amo, vi amo, vi amo... Scoppio in una risata agonizzante, Mattia che fa lo scemo è inusuale, soprattutto in queste situazioni, ma è straordinariamente divertente. "Ah, Mattia, se mi amassi!" _Hai fame? - gli chiedo ancora ridendo- asciugandomi le lacrime con la sua felpa. _Si, ti porto a casa? _No, mamma ha preparato la pasta qui. Apparecchio la tavola, e Mattia mi guarda quasi a volermi aiutare ma non sa da dove cominciare. Distribuisco la pasta nei piatti , mentre Mattia stappa una bottiglia di vino, ci accomodiamo uno di fronte all'altra pronti per mangiare. _Che fai lunedì sera? - irrompe. Probabilmente vorrà invitarmi a trascorrere il compleanno con lui, quindi invento una scusa: _Ho una cena a casa di mia zia, perché?- chiedo fingendo disinteresse. _Nulla...- dice rammaricato. _Neanche stasera ci sono...- dico a mo' di scuse. Sgrana un po' gli occhi, è turbato attende che io aggiunga qualcosa. Afferro il biglietto appiccicato sul frigo e glielo mostro... _Sembra essere la giornata dei biglietti! - dico sorridendo _Sembra che ti aspetti una grossa ramanzina .- digrigna i denti. _Dici? _Non io,ma lui- fa segno al biglietto- traspira minaccia. _Darò la colpa a te! - dico sicura. _Se ti occorre una mano io ci sono... - dice serio- potrei parlarle io. - L'idea di Mattia che spiega a mia madre che ero tra le sue coperte mi fa venire i brividi. Sorrido. _Se ti dico una cosa, mi prometti di crederci? si fa serio. _Certo! _Sei bella da far paura! Arrossisco, abbassando gli occhi , imbarazzata e con una voglia matta di sparire. Uno come Mattia non può dirmi queste cose. _Mattia, ho paura di non meritarti. Te lo giuro!- dico esausta. Oggi sembra essere la giornata delle cose non dette, delle parole non scritte, dei gesti mai fatti... _Non meritarmi? - dice incredulo. _Dai, voglio dire, guardati. Sei bello da far paura, hai un lavoro rispettabile, anzi due, sei una persona distinta e rispettata da tutti e Mattia... tu... tu hai degli occhi che fanno invidia... ed io? Cosa ho da offrirti?- sospiro in preda al panico.. _Oh Dio, Ludovica... - dice quasi deluso- Non starò qui a dirti quanto sei bella perché a farlo sono i milioni di occhi che hai puntati addosso quando cammini. All'università andrò di matto a vedere sempre la stessa scena e non poter fare nulla... Non starò qui a dirti che hai carattere, perchè contro la mia arroganza ti sei battuta forte fino a ieri sera. Ti dico solo che quando stai con me non ne ho mai abbastanza. "Ludovica", penso tra me e me, "non imparerai mai a non fidarti degli uomini, lui ha gli occhi che gli brillano e tu..tu non puoi fare altro che credergli..." _Buona la pasta! - dice Mattia mangiando l'ultimo boccone. _Non l'ho preparata io , per questa è buona! - strizzo l'occhio. Estraggo la torta dal frigo, ma continuo a sorridere per i buffi tentativi di Mattia che prova a sparecchiare facendo cadere qualche posata o qualche fazzoletto sul pavimento. Si accorge che sto ridendo di lui e difatti viene verso di me bloccandomi al centro della stanza baciandomi in modo ardente, mordendomi le labbra e tenendomi tra le braccia. Rotea il capo e tenendomi i capelli, mi fa seguire il suo stesso percorso. Invade con vigore la mia bocca ma poi mi accarezza in modo delicato lasciando scivolare le sue mani dietro la mia schiena e facendomi risalire ad ogni tocco. _Basta! Che poi ti abitui...- sbotta sorridendo e lasciandomi senza parole, un po' delusa. _Per favore, solo l'ultimo- dico fingendo sconforto. Mattia si avvicina e mi prende con forza, mi scosto un po' , giusto lo spazio che mi serve per raggiungere la torta che è alle mie spalle. Afferro della panna all'apice della torta e gliela spalmo, con tanto di glassa, sul suo viso , che anche pasticciato mi sembra maledettamente bello. Sobbalza per la sensazione della panna fredda, apre gli occhi e li sgrana , sono vendicativi , Mattia diviene improvvisamente serio ed ha lo sguardo più sensuale che io abbia mai visto. Prende la panna tra le sue mani e me la spalma sul viso, ed io faccio lo stesso sul suo collo e poi inizia la lotta: lui con la torta da un lato del tavolo ed io con il barattolo di panna dall'altro lato, panna e cioccolato volano per la stanza, e tra colpi sul viso ed altri sul corpo, finiamo entrambi a terra, sporchi sfiniti e con la voglia matta di restare lì, senza muoverci, solo noi due, per un'intera vita ...o anche due. _Sei il Sole dopo la tempesta. Il mio Sole- mi dice abbracciandomi e tenendo stretta la mia testa tra il suo petto. _Vorrei fermare il tempo. Gli sussurro avvicinandomi all'angolo delle labbra e baciandolo delicatamente. Sono su di lui , lui è sul pavimento, tra noi c'è panna cioccolato e ... amore?
_È ora di andare? - chiede guardando l'ora. Sono le diciotto, siamo stati a baciarci e ad abbracciarci per ore, ma a me è sembrato un attimo. Le sue mani su di me si muovono esperte e vorrei che non andassero ad esplorare nessun posto se non il mio corpo. Annuisco, rammaricata mettendo il broncio. Mattia sorride. _Non farmi quel visino, che poi resto e se viene tua madre le chiedo la tua mano. "Allora resta!"vorrei dirgli. _Ok, meglio che fili dritto a casa. - dico spiritosa. _Appena sei libera mandami un messaggio che ti chiamo: è la prima sera che non stiamo insieme. - abbozza un sorriso nostalgico. _Anche a me fa strano! Non prenderci l'abitudine.- dico scontrosa. _A domani, donna! _A domani, uomo! _Verrò a prenderti verso le dieci! Sei libera? Annuisco. Sono contenta. Parlare con lui non è stato tragico come mi aspettavo. Parlare con lui è stata l'unica cosa giusta. Lo accompagno all'uscita, già nostalgica. Mi blocca la testa tenendola contro la porta, mi bacia , violentandomi l'anima e spogliandomi anche della pelle: è padrone del mio corpo, al suo tocco non resisto. _Non ne ho mai abbastanza di te. - mi sussurra, e se ne va. Lasciandomi sull'uscio della porta, colma di voglia di lui, con il suo sapore in bocca ed il suo sorriso nel cuore. Mette in moto, e già mi manca. Ripenso un po' a questa giornata iniziata da schifo e diventata meravigliosa grazie a lui. La donna alla quale si riferiva era la madre... Ho un groppo in gola, non riesco ad immaginarmelo piccolo e indifeso, con la rabbia dentro, forse la stessa che ho io. Da un giorno all'altro le cose cambiano, senza che tu te ne accorga, senza che tu abbia fatto nulla, senza nessuna spiegazione: a volte il tempo corre più veloce di te, lasciandoti l'amaro in bocca... Sembravamo così diversi in quel parcheggio, eravamo così simili oggi su quel divano... stesse paure, stessi rimproveri, stessi scheletri che ci perseguitano. _Ludo, ci sei? La voce della mamma risuona dal corridoio. Mi vede mi butta le mani al collo, abbracciandomi calorosamente, poi guarda attentamente e dice: _La torta non ti piaceva? _Si, era buonissima, grazie. _E perchè l'hai spiaccicata tra i capelli?- sospira a mo' di rimprovero. Sorrido, abbassando lo sguardo, imbarazzata e impacciata: _ Ho pranzato con Serena, abbiamo iniziato a tirarcela addosso, ma ho ripulito tutto.- abbasso gli occhi. _Siete amiche ormai da quanto? Sette , otto anni? Mai, e dico mai, che vi avessi visto fare cose normali.-dice esausta e sorridente. Ma adesso vieni qui- indicando il divano- devo parlarti. Verso del Bayles in due bicchieri, e gliene porgo uno, mi guarda esterrefatta e stranita: mi rendo conto che Mattia sta influenzando ogni mio comportamento, non ho mai bevuto in presenza di mia madre, ma ormai tutto mi riconduce a lui. _Quale novità è questa?- dice sbigottita. _Mi è sembrato che dovessi fare un annuncio importante... no?- dico a mo' di scuse. _Sono stata invitata ad un convegno , è molto importante per me andarci e parto domani. - dice in segno di scuse- L'ho ricevuto solo adesso l'invito. Mi farebbe piacere che venissi con me, ma so che per gli impegni che hai con l'università, non puoi farmi compagnia. -si interrompe tossendo e poi riprende- _ Quindi starai da zia ... per due settimane. Non accetto obiezioni!