Ludovica e Mattia sono due anime perse....
Il destino gli farà incontrare sulle note di "figli delle stelle".
Molte saranno le prove d'affrontare, molti gli ostacoli da superare...
Nuovi i sentimenti da scoprire.....
Nient'altro che noi ...
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_Amore... ehi ...- la voce di Mattia mi riporta alla realtà, sento le sue mani picchiettare sulla mia spalla. _Ehi- sono per metà ancora nel mondo dei sogni. _Mi prenderesti una pillola per il mal di testa? Ho un dolore atroce...- dice digrignando i denti. Sorrido, pensando alla scena di ieri sera, e mi lascio cadere dal letto, lottando con l'aria fresca. Prendo le pillole in cucina e l'acqua, preparo la moca del caffè e raggiungo il mio uomo affetto dall'intontimento post sbornia. _Ieri ho bevuto tanto?- chiede con lo sguardo basso. _Abbastanza- sogghigno- L'ultima cosa che ti ricordi di ieri qual 'è ? domando divertita. _I tre ragazzi che ballavano intorno a te e Serena. - afferma , accigliato. _Bene. Ti sei perso il meglio...- gli faccio un occhiolino. _Meglio? - sgrana gli occhi. _Tu, Marco, seminudi, sul tavolo, venti donne urlanti...continuo? _Cazzo. -dice dandosi un colpo alla tempia- Scusami eravamo lì per divertirci ... _Parla per te: io mi sono divertita da morire. Vedere Mattia Dorsa spogliarsi dall'abito "sono il professore più antipatico, severo e bello che ci sia" e vestirsi da ragazzo normale è stato straordinario. _Pensi questo di me? - dice un po' deluso e poi aggiunge _sono antipatico e severo? _Penso che tu sia quello di ieri sera e quello che diventi quando sei con me, tutto il resto è un'armatura. _Vieni qui! - picchietta le mani sulle lenzuola. _Dammi un attimo...
Vado in cucina per preparare la colazione sul grande vassoio che usa spesso Annette. Quando ritorno in camera da letto Mattia è di nuovo disteso tra i cuscini, mi rannicchio accanto a lui e mi lascio avvolgere dalle sue braccia. _Dicevamo...- dico dandogli le spalle e tenendo le sue mani strette nelle mie. _Parlavamo di quanto fossi severo ed antipatico e quanto la cosa ti scocci, giusto? - ricorda prontamente. _Non ho detto che mi scoccia- puntualizzo- è solo che non riesco a capire il perchè... _Sai, è difficile crescere senza una madre in casa...- si fa serio e continua- soprattutto quando si è in due uomini: manca la figura più importate, e questa cosa stabilizza un po' . Si è all'oscuro delle cose più semplici e più belle della vita come le polpette calde preparate di domenica, o le fiction romantiche dopo pranzo, o l'albero di natale , o le torte fatte in casa , o i trucchi sparsi nel bagno. Questi dettagli ti segnano. Non è stato facile vivere con un uomo tutto d'un pezzo come mio padre. Lui non ha colpe, è stato lasciato , così, di punto in bianco , ed ovviamente si è chiuso a riccio. Dopo la sua morte, la fine degli studi li ho pagati con i soldi che avevo ereditato ed ho vissuto per un po' a casa di Marco, dove ho imparato a mangiare le polpette di domenica e l'odore delle torte il sabato pomeriggio. Poi ho dovuto puntare al mio obbiettivo senza distrazioni e solo così ho potuto raggiungere la posizione che ricopro adesso...e si, forse hai ragione, sono antipatico e severo, ma ho dovuto crescere in fretta. In lacrime nascondo il viso tra le lenzuola : penso a quelle parole e penso a quanto debba essersi sentito solo e a quante volte abbia pianto di nascosto e a quante volte abbia desiderato di essere amato e penso a quanto lo amo... _Ehi , volevo solo spiegarti – sussurra accarezzandomi il viso- non volevo raccontare una storia strappa lacrime!- sorride si mette sotto le lenzuola , accanto a me , e mi abbraccia forte stringendomi al suo petto. _Scusami! Sono una stupida.- singhiozzo . _Perchè ti scusi? Il mio passato non è un limite per me non deve esserlo neanche per te. Ci siamo intesi?- dolcemente mi prende il mento e sfrega il suo naso contro al mio. _Intesi- sussurro . _Adesso, spiegami bene cosa ha combinato, ieri, questo burbero che hai accanto! Mattia afferra un cornetto e mi osserva , attento e curioso, mentre indosso la sua camicia e maneggio l'ipod. La canzone di ieri sera non riesco a trovarla nella playlist però trovo qualcosa che può rendere l'idea: la colonna sonora di Pretty Woman. Agilmente mi metto in piedi sul letto . Inizio ad imitare il mio uomo che ieri si dilettava a fare lo strip . Mattia diventa un po' rosso quando prendo una sciarpa e me la passo tra le cosce, sbottono un po' la camicia per poi arrivare agli shorts. "Qui ti ho fermato nonostante le tue contestazioni e i boati delle oche in calore. " Dico stizzita "Tu mi hai fermato...'? - chiede sbigottito. Poi si fa serio e con lo sguardo intrigante mi dice:" Tu mi hai fermato...io no...Continua!" sussurra in tono provocatorio. "Non penso di esserne capace..." - sogghigno. "Mettiamola così- dice pieno di adrenalina- ti sto chiedendo un favore personale, se pensi di poterlo fare..." e mentre lo dice si mette dritto sul letto per potersi godere lo "spettacolo".
Mi aggrappo alle staffe del letto al baldacchino e mi lascio scendere lentamente , fino ad arrivare con i piedi sul fresco pavimento. Io e la sensualità abbiamo un rapporto conflittuale, mi sento goffa ed impedita, ma vedo gli occhi di Mattia divertiti e continuo a stuzzicarlo. Gli vado incontro e mi tolgo la camicia e la lascio cadere a terra, poi sbottono il secondo bottone dei pantaloncini e lentamente li abbasso per poi farlo risalire in vita. Mi sembra di aver visto che fanno così le spogliarelliste. Mattia tenta si sfiorarmi ma mi allontano ad ogni suo tentativo e la situazione eccita entrambi. Mi metto a cavalcioni su di lui ,sento afferrare i glutei con forza, mi sbottona il reggiseno , con grazia lo lascia cadere sul pavimento, tiene i miei seni tra le sue mani e li stringe e li pizzica facendomi raddrizzare ogni volta. Mi spinge verso di lui e con la bocca mi circonda i seni. Inizio a toccarlo delicatamente. Non è facile per me approcciarmi ad un altro corpo ma con Mattia è diverso, sembra che quel corpo faccia parte di me , da sempre.. come la panna sta al cioccolato , come le stelle al cielo, come le patatine alla maionese o come Parigi alla torre Eiffel , come due cose belle da sole ma che senza l'altra perdono di valore. Quei due corpi si incontrano in uno solo , si danno un punto di incontro che è a metà strada e che si chiama "Amore". Ci incontriamo sempre lì, ed ogni volta è sempre meraviglioso. Restiamo per un po' sfiniti sul letto, con la musica che si infonde nella camera, il sole che oltrepassa le piccole fessure delle tende e le nostre anime che si tengono per mano. Mattia si accende una sigaretta e me ne offre una. "_Si può fumare in camera?" "_Si può fare tutto quello che vuoi..." Sorrido e accendo la sigaretta. "_Sei impegnato stamattina?" "_No! Oggi pomeriggio ho un piccolo impegno allo studio, ma in mezz'ora sono a casa. Perchè? "_Ti va di accompagnarmi a fare la spesa?" Storce le labbra e sorride. "_Non ho mai fatto la spesa...mi scoccia..." "Mio Dio, Mattia, in trent'anni hai sempre permesso agli altri di scegliere cosa mangiare?" "Si. E penso che con Annette mi è andata bene..." "Bene! - dico provocatoria- è un favore personale..." "Sei disonesta!" - sussurra puntandomi il dito contro , mentre ancora nudo, va a prepararsi per la sua prima volta in un supermercato. Mi abituerò mai a tutta questa ambiguità?
_Amore che bisogna fare? _Nulla di tanto difficile, infiliamo una moneta qui- indico il manico del carrello – ed ecco fatto! Tiro il carrello e Mattia si mette alla guida. Lo prendo in giro spiegandogli come si "usa" un carrello, a cosa serva un carrello e cosa ci si possa mettere dentro. Sorride dandomi delle spinte alla schiena a mo' di rimprovero. _Cosa vuoi mangiare oggi? - domando. _A me piace tutto... non ho preferenze. - borbota alzando le spalle. _Dai, ci sarà qualcosa che ti piace e che non mangi da parecchio. _Ehm... fammi pensare- sorride in modo malizioso ed ispeziona ogni parte del mio corpo.. _Mi riferivo al cibo! - lo richiamo. _Ah...- abbassa gli occhi in modo deluso_ se è così , allora ... pollo con patate? _E pollo sia... Sai dove si cerca il pollo? _Se avessi saputo che venire qui , avrebbe significato farmi prendere in giro per tutto il tempo: sarei rimasto volentieri a casa... _Adesso sai cosa si prova... Sai? È bello avere il comando, mi sa che mi ci abituo...- sogghigno sarcastica. _Ah... ti piace avere il comando? - dice con fare misterioso. Annuisco _Me ne ricorderò stanotte... - sussurra. _Potremmo portare una discussione seria a termine, senza che si sfoci nell'argomento sesso? _Amore, quando sei al comando sei noiosa...- sbuffa. Gli do una pacca sul bacino e ci immettiamo nel reparto carne. Mattia ha un aria disgustata alla vista del fegato e delle interiora di maiale. _Penso che da oggi diventerò vegetariano!- dice , infastidito dalla vista del sangue. _Inizia a fare la fila ai salumi, il pollo e le patate le prendo io . - dico pazientemente _Ok...- E sembra già risollevato. Si dirige al bancone, stacca il numero e si mette in coda... lo osservo, attenta ad ogni movimento, penso che se non lo conoscessi, adesso andrei lì a posta per poterlo guardare da vicino. Il pensiero di non conoscerlo mi mette angoscia, mi capita di pensare a come sarebbe adesso la mia vita se non avessi fatto quest'università, se fossi stata in un un altro corso, se Mattia non si trovasse alla manifestazione quel giorno , ed ogni volta l'angoscia aumenta, mi sento un vuoto allo stomaco e smetto di pensarci... Ettore, la vecchia Ludovica, le serate passate a casa per la noia di uscire,le lacrime, le sere che mi sono ubriacata per dimenticare... ma dimenticare cosa poi? Non avevo una vita, non avevo veri amici, a parte Serena, non provavo vere emozioni, non avevo Mattia... Il destino è un treno in corsa, se in quel dannato vagone non ci sali in tempo, potresti perderti il meglio... o il peggio. Quella mattina, alla manifestazione, mi svegliai in ritardo, indossai cose a caso dall'armadio e corsi a prendere Giada: il mio vagone era rimasto lì ad aspettarmi. Vedo Mattia parlare con una donna sulla trentina, alta , snella, mora, che indossa un vestito bordò attillato e dei tacchi a spillo . "strano modo di vestirsi per andare al supermercato"penso stupita. Mi avvicino senza disturbarli, per sentire cosa dicono: "_Mi ha fatto davvero piacere vederti. Anzi dammi il tuo numero, magari ci si vede per un caffè " _ l'arpia mora che continua a sbattere le ciglia e a sistemarsi il vestito che è un po' troppo scollato sul seno continua a sorridergli con la faccia da ebete. Mattia si guarda intorno innervosito, prende il biglietto da visita e glielo pone, si gira ancora una volta e quando si accorge che sono proprio dietro di lui, mi afferra la vita e mi attira a sé _Ti presento la mia ragazza! -Esclama in modo solenne-. _Piacere ,Claudia.- Sussurra imbarazzata , non mi porge la mano e si allontana da noi. _Ludovica. - dico secca. _Quarantadue ! -risuona la voce della salumiera dal microfono. _È il nostro turno , amore. - mi fa segno Mattia indicando il tabellone. _Ci si vede? - chiede Claudia. _Sicuramente, quando vuoi... - sogghigno stizzita ed ironica . Mattia sorride, annuisce e abbassa lo sguardo , imbarazzato. Lei si allontana, innervosita e sussurrando qualcosa che non riesco a decifrare. Prendo il prosciutto , la mortadella ed il salame. Arriviamo alla cassa e Mattia mi anticipa estraendo la carta di credito, mi aiuta a riporre le buste nel carrello e mi affretto ad arrivare all'auto, sistemando la spesa e chiudendomi in macchina. Se avessi dato io il mio numero a qualcuno in sua presenza avrebbe sicuramente fatto un macello. Rientra in macchina silenzioso e con occhi divertiti. _Sei arrabbiata? _No. Sono incazzata! _Perchè ho dato il numero a Claudia? _No Mattia, perchè la carne non era in offerta, per questo...-urlo stizzita . _Che bimba... sorride. _Tu puoi dare il numero a chiunque , se invece l'avessi fatto io sarebbe successo un casino. - continuo ad avere il tono alto puntandogli il dito contro. _Non è chiunque. - sogghigna- Claudia è una mia ex. _Vaffanculo, Mattia!. Apro la portiera e scendo dalla macchina. Cammino velocemente ed ignoro la voce di Mattia che mi richiama: _Cazzo, Ludovica, risali in macchina, non facciamo scenate. _Sono una bambina, no? Non sono matura come Claudia, posso permettermi di fare le scenate. - la gente penserà che io sia matta ma adesso non è che me ne freghi tanto. Mattia accosta sulla destra , scende dall'auto, mi rincorre tra le macchine e riesce ad afferrarmi con le braccia: _Ehi, la smetti?- si fa serio. _Mi sento presa in giro, mi girano i coglioni, ti è bastato stare un attimo solo in un supermercato...cazzo Mattia , ero dietro d te , non voglio immaginare cosa fai quando io non ci sono. _Ma ti calmi? Pensi che se avessi voluto uscire con lei ti avrei presentato come la mia ragazza? Pensi che se volessi stare con lei non ti avrei già lasciata? Pensi che se volessi scoparmi lei o chiunque altra donna non starei già lì? Quando ti entrerà in questa dannata testa che io voglio te... te e nessun'altra? _Non rigirare la frittata, non sei in un'aula di tribunale: tu hai dato il numero ad una tua ex per rivedervi per un caffè e questo è quanto basta... cazzo Mattia! - perfino una vecchia donna, probabilmente sorda, è riuscita a sentirmi , tanto che preoccupata, cerca di destreggiarsi col bastone per accorrere in aiuto. _Ma perchè secondo te sarei andato al bar con lei? Mi sembrava solo brutto negarle il mio numero. Lei è sposata e si è rifatta una vita, siamo rimasti in buoni rapporti e non si comporta come Carla... _ Tu vacci al caffè con Claudia, ed io... _Tu?- mi interrompe sorridendo. _Ti spacco la faccia... _Ritorna in macchina!- mi afferra per il braccio e mi riporta in macchina. Sono seduta in macchina, con gli occhi di fuoco , il sangue ribolle ed il cuore è accellerato ma Mattia sembra non capire continua ad avere un sorriso stampato sul volto. _Perchè continui a ridere?- dico irritata. _Penso alla scenata di gelosia... - sorride- _Non era una scenata di gelosia! - ruggisco. _Ah no? Giusto, era una minaccia di morte. - dice prendendosi gioco di me.
Arrivati a casa , Mattia mi aiuta a mettere a posto la spesa, ripongo pollo e patate in una teglia, li ricopro di aromi e li inforno. Mattia prepara la tavola, estrae il vino dalla credenza e avvia l'ipod. Continuiamo a non parlare. Lo guardo a malapena ma riesco a vedere i suoi occhi puntati su di me , con le braccia intrecciate ed una gamba sull'altra, segue ogni mio movimento spostando il capo ogni volta he serve e rendendosi utile ad ogni occasione. _È quasi pronto- borbotto. _Perfetto! Stappa la bottiglia di vino, versandone un po' nel mio bicchiere ed un po' nel suo. Distribuisco pollo e patate nei piatti e riempio il mio di maionese. _"Ti farà male tutta quella roba!" - dice indicando la maionese. _"Sono una bimba, e ai bimbi piace mangiare schifezze. " _"Ma ti sei offesa per il "bimba"? - e continua ad avere un sorriso di merda stampato sul volto. _"Mi sono offesa per il "bimba" in relazione a Claudia!" _"Hai frainteso.. Claudia non l'ho messa in mezzo, dicevo bimba perchè ti arrabbi per poco, non perchè Claudia ha trent'anni e tu venti!" - termina, categorico. _"E a te da fastidio questa cosa a quanto ho capito... "continuo a non guardarlo. _"I tuoi vent'anni non mi pesano ... piuttosto a te pesano i miei trent'anni e quelli delle mie ex..."_" è evidente che tu non sia abituato a scenate del genere, probabilmente le donne di trenta anni non le fanno..-" _"Non lo so e non mi interessa... mi interessa delle tue scenate, che per ora, non mi danno noia . Adesso che ne dici di mangiare in santa pace ?" _"Ci provo!" Mi stringe la mano e la poggia sul tavolo, continuandola ad accarezzare. _"Ti sta squillando il cellulare. Claudia non è arrivata neanche a casa?"- Mattia sorride, prende il cellulare e porge verso di me il display: c'è scritto "Marco" . _"Pezzo di merda, dimmi..." "Ieri abbiamo dato i numeri" ride e ascolta cosa ha da dire Marco, poi riprende "Oggi ho un appuntamento..si, verso le cinque,viene Passerelli allo studio, mezz'ora e mi libero..." "Stasera? ....Si, serata tranquilla...Va bene chiedo a Ludo e ti dico." "Ok ci vediamo dopo!" Stacca la chiamata e pone il cellulare sul tavolo, lasciandolo sotto la mia esclusiva e completa osservazione. _Ti saluta Marco. Stasera ti fa piacere cenare da lui? _Certo... vedo un po' di gente simpatica almeno...- borbotto._Ti aiuto a sparecchiare ! - dice prontamente. _Mattia, non ti affaticare. Non ti perdono così facilmente! _Dannazione, amore, ne vogliamo fare una questione di Stato? _Sarebbe un'idea- continuo con la stessa freddezza. _Lo sai che quando ti ci metti... diventi proprio stronza! _Riesce meglio a te, credimi! Getta gli avanzi nei piatti e li ripone nella lavastoviglie, poi toglie le bottiglie e i bicchieri. _Vieni a riposarti con me? - mi sussurra all'orecchio . _No. Mi afferra le anche e mi sistema sulla sua spalla, proprio come fece la prima volta che mi portò al mare. _Mettimi giù...- urlo _Solo se la smetti di fare la stronza. - borbotta. _La smetto! Mi stende sul letto e si aggroviglia su di me, tenendomi il ventre stretto: quasi a farmi mancare il fiato, quasi a trattenere tutto quell'amore che ho in me.
"_Posta!" Urla il postino da fuori al cancello suonando ripetutamente il campanello. Mi sveglio di soprassalto , apro velocemente gli occhi e noto che Mattia non è accanto a me, guardo l'ora e sono le diciassette e cinque, sarà da poco andato allo studio, il campanello suona ancora. "_Un attimo"- ruggisco "Che cazzo!" "_Buonasera...- sussurra desolato il postino, avrà sentito che mi sono incazzata. " "_Salve!" Mi porge delle buste e mi chiede: "_Sa dove vive una certa Ludovica Mancini? " "_Sono io, perchè ?" "_Ah, mi scusi, si è trasferita qui?- domanda divertito- Ho della posta per lei.." me la porge sorridente. "_Per me? " sobbalzo. Annuisce e mi porge la lettera. "_Grazie!" - sussurro stranita ed incuriosita, sarà qualche trovata di Mattia per farsi perdonare. "_Arrivederci". Apro frettolosamente la busta, curiosa di sapere che cosa contenga e... non è nessuna invenzione di Mattia. C'è una foto che ritrae due persone sporche di cioccolato, sorridenti : io ed Ettore... sembra passata una vita... giro la foto e dietro c'è una scritta: <Da una settimana sto aspettando notte e giorno sotto casa tua... ti ho seguita all'uscita dell'università e mi è bastato poco per capire che dormi da quel coglione... ritorna a casa, continuerò ad aspettarti e giuro che farò finta che non sia successo nulla. Ti voglio, tuo Ettore> Porcaputtana! È riuscito a sapere dove sono, dove abito, non sono più al sicuro e nemmeno Mattia lo è ... ho paura! Tutto ad un tratto la torre di cemento che avevo costruito con Mattia si sgretola, ed io mi sento sotterrata dalle macerie. Ho bisogno di Mattia... ma , ma non posso uscire, potrebbe essere ovunque Ettore... ovunque , eccetto che nel mio cuore. Chiamo Serena in preda al panico: _"Sere, corri , vieni da Mattia. Ettore sa dove sono, cazzo, potrebbe essere dovunque. Sere aiutami per favore " e scoppio in lacrime , tremolante, con la marlboro che è l'unica ad essere lì con me. "Sei sola in casa? " "Si , cazzo!" i pianti e le paure aumentano. Sono nel panico più totale, Ettore potrebbe essere qui da un momento all'altro , potrebbe farmi del male, potrebbe aspettare Mattia e farne anche a lui, potrebbe portarmi con sé: ma il mio posto è qui. "Ehi ,amore, calmati! Sono a Piazza Dante tra meno di cinque minuti sono da te. Calmati, chiuditi in casa fino a quando non vengo. Capito?" _"Si... Ma vieni presto! " _"Sono da te tra cinque minuti, promesso! Chiudo gli occhi per qualche istante, la tensione si è impadronita di ogni singola cellula del mio corpo, mi abbandono al pensiero di me e Mattia, distesi sul letto , lo vedo mentre mi coccola tra le sue braccia grandi, mi sento potente ed imbattibile, ma il ricordo della foto di Ettore mi riporta alla realtà: nulla mi sembra più idilliaco, nulla mi sembra perfetto. Mi guardo allo specchio, con dispiacere, noto che la ragazza di qualche settimana fa è tornata: impaurita, sola e senza alcuna speranza di poter emergere. Il rumore del clacson distoglie la mia attenzione dalla "nuova-vecchia me". Il cellulare vibra ed è un messaggio di Serena che mi invita ad uscire. _Tesoro, vieni qui. - allarga le braccia e mi ospita sul suo petto, la stringo forte, perchè solo lei sa quanto io abbia sofferto per Ettore, sa delle scenate nei pub, o degli schiaffi per una gonna troppo corta e sa anche delle bravate fatte a scuola per controllare se stessi con qualcuno, sa di quell'ossessione che mi ha posseduta per tanti anni. _Come ti senti? - mi domanda asciugandomi le lacrime e stringendomi forte le braccia. _Meglio, adesso meglio. Posso chiederti un favore? _Qualunque cosa... _Portami da Mattia. Ti prego! _mi accendo una sigaretta e mi distendo un po' con le gambe che ancora tremano scosse. _Hai intenzione di dirglielo? -sussurra, intimorita dalla mia reazione. _No...- Serena sgrana quei grandi occhi verdi, scuote il capo e con tono rassegnato sospira: _Ludo, perchè non ne parli con lui, non è uno sprovveduto come Ettore, saprà cosa fare. _È una cosa che riguarda me, non posso trascinare anche lui in questo inferno. _Ma siete una coppia- ansima Serena, impaurita per quello che mi accadrebbe se affrontassi Ettore da sola. Le punto il palmo della mano contro imprecandola di non parlarne più. Mi asciugo le lacrime e ricopro il viso con un po' di cipria per nascondere il rossore delle guance. Non voglio pensarci, non adesso, ho solo bisogno di sapere che Mattia c'è e sentirmi , come sempre, al sicuro tra quelle braccia che mi ospitano e che sono sempre apprensive ed amorevoli. Arrivate alla Piazza Centrale , Serena accosta guardandosi intorno e poi sospira: _Penso sia questo lo studio: tu ci sei mai stata? - mi chiede, accostandosi al marciapiede. _No. Ma se la vista non mi ha abbandonata lì c'è un cartello con scritto "Studio legale " - poi sospiro_ mi accompagni? Serena annuisce, scendiamo dall'auto e osservo quell'imponente edificio bianco e marrone , di due piani . Sul cancello ci sono due maniglie una con la forma di una "D", l'altra , invece , è una "S" e sulle due ante ci sono due "M" che si intrecciano formando una linea a zigzag . L'edificio è composto da enormi vetrate che sono coperte da maestose tende beige che stanno in perfetta armonia con l'intera struttura. Suoniamo il campanello e dal citofono risuona una voce femminile: _Studio legale, buonasera!- Serena mi tappa la bocca e mi supera posizionandosi avanti al citofono: _Ho un appuntamento con l'avvocato Dorsa! - dice prontamente. _Un attimo... Il cancello si apre e sia io che Serena esitiamo un attimo prima di entrare: _Forse sarebbe stato meglio se avessimo detto la vera identità- ha la voce tremolante. _Hai paura di quello che potresti vedere? Dai, Serena, stanno in uno studio legale, stanno lavorando, di cosa ti preoccupi? - e sembra strano ma sono io a darle forza. Per la prima volta vedo gli occhi di Serena simili ai miei: impauriti e tremolanti, timorosi di vedere qualcosa che non possono e non vogliono accettare: non adesso. _Tu lo sapevi che avevano personale femminile? - mi sussurra all'orecchio. _No.. la rispondo con lo stesso tono. _Bene, e non dovremmo preoccuparci? - chiede scettica. _Davvero pensi che abbiano un bordello sopra? - dico ironica. _No. Ma quei due , insieme, mi fanno paura. - e la cosa che mi spaventa è che Serena è seria per davvero. All'entrata dello studio ci sono due statue che ritraggono delle gazzelle in corsa. Il portoncino è già aperto e Serena spalanca la porta, forse desiderosa di svelare chissà quale mistero. Entriamo e la sala d'attesa è come quella di tanti studi di professionisti, forse un po' più grande con delle poltrone marroni imponenti . Al centro della sala ci sono due banconi bianchi , sono dei semicerchi che si incontrano in un solo punto: una statua di una venere sinuosa e sontuosa .Intorno ai banconi ci sono dei faretti che ne descrivono il perimetro, e con una pittura marrone scura che richiama le poltrone ci sono i cognomi "Suez" e "Dorsa": "quanto narcisismo " penso tra me e me. Ci sono quattro segretarie , due indossano un tajer nero e altre due blu. Hanno un cartellino sul petto con scritto il nome e l'avvocato che assistono. Ci ospitano con un sorriso freddo e formale. _Prego- ci dice sorridente una ragazza bionda con una coda lunga che le scende sul seno, ha gli occhi stanchi, una fisico minutissimo e le sopracciglia folte e lunghe. Sul suo cartellino c'è scritto: Miranda Pastera ass. Mattia Dorsa. _Come le dicevo- trionfa Serena, con un sorriso falso e beffeggiatore _ abbiamo un appuntamento con i dottor Dorsa. _Mi dia il suo cognome, per favore. Serena si guarda intorno , in cerca di una scusa plausibile e l'unica cosa che le viene in mente è dire il mio cognome: _Mancini, Ludovica Mancini. - la guardo di traverso fulminandola con gli occhi. _Lei non è sulla lista, mi dispiace, possiamo prenotare un appuntamento, ma stasera il dottor Dorsa non la può ricevere. - e continua ad avere un'aria infastidita coronata da un falso sorriso. _Non sono sulla lista? - domanda sbigottita Serena, con una formidabile faccia di bronzo. _No! - sospira spazientita l'assistente. _E mi ci metta.. - ordina. _Serena!- la rimprovero. _Ah, bene! Si chiama Serena. Si è inventata anche un'identità?Le chiedo di allontanarsi. Altrimenti chiamerò il dottor Dorsa e mi creda, non sarà un incontro piacevole. - esclama la segretaria alzando leggermente il tono. _Lo chiami- sentenzia Serena, portandosi le mani ai fianchi e picchiettando il tallone destro sul pavimento. _La invito ad uscire immediatamente da questo studio, se vuole evitare che chiami la polizia. - dice categorica. _Le ripeto, ancora con cortesia, di chiamare il dottor Dorsa, se vuole evitare il licenziamento.- Serena alza ancora di più i toni. _Sarà servita. - l'assistente , spazientita , si sposta dal bancone e si avvicina alla porta a sinistra , bussa e entra , lasciando socchiusa la porta. _Dottor Dorsa, mi scusi, ci sono due ragazze che insistono per incontrarla. Una di loro ha detto di chiamarsi Ludovica Mancini e invece si chiama Serena, chiamo la sicurezza? _Ah... Penso di aver capito. - ridendo esclama: _falle entrare, Miranda! Miranda esce quasi sconvolta dalla stanza e inarcando il sopracciglio con un'aria disgustata afferma: _Prego ! _Oh, ma grazie, Miranda, te lo hanno mai detto che sei gentilissima? - Sogghigna Serena. La spingo velocemente ed entriamo nella stanza. _Signore- sentenzia_ accomodatevi! A cosa devo l'onore? - e sposta lo sguardo su di me. Noto un certo nervosismo e tensione nei suoi occhi, si porta la mano al mento e lo sfrega. _Mattia, scusaci, ma siamo rimaste a piedi a pochi metri da qui, e ricordavo che nelle vicinanze c'era il vostro studio. _Non devi scusarti, Serena. Con la macchina come avete fatto? _Ho chiamato mio zio , che già la sta aggiustando, siamo salite perchè avevo bisogno del bagno. Posso? - ho sempre pensato che Serena avesse l'arte nel raccontare bugie, ma questa volta ha superato sé stessa: ci è cascato addirittura Mattia. _Certo! - sorride. _ Tieni- gli porge delle chiavi e continua _ sono le chiavi del nostro bagno personale, non vorrai certo confonderti tra la massa. -Le fa un occhiolino e le indica la stanza per accedere al bagno. - poi continua- se usi l'altra ti troverai in un batter d'occhio nella stanza col tuo uomo. Serena sorride uscendo dallo studio frettolosamente . Mattia si alza dalla sedia , cammina lentamente verso di me, indaga ogni mio movimento, scruta ogni dettaglio del mio abbigliamento ed analizza ogni singola smorfia, si siede sulla scrivania di fronte a me, mi alza lentamente il mento e mi guarda meglio spostando il capo a destra e poi a sinistra. _Hai pianto? - chiude gli occhi come due piccole fessure e mi osserva più attentamente. _Oh, no!- Abbasso lo sguardo e divento rossa in viso. _Hai il mascara colato e e gli occhi rossi... Hai pianto? _Ho avuto un po' di paura quando si è rotta la macchina, è iniziato ad uscire del fumo. - potevo dire di essere inciampata ed essermi fatta male, o di aver discusso con Serena o per esempio che mi è arrivata una lettera del mio psicopatico ex che mi "invita" a ritornare a casa, ma tra le tante possibilità scelgo quella più assurda: io che piango perchè la macchina si ferma. _Vi siete per caso fatte male? Si è avvicinato qualcuno? È successo qualcosa? _No, no , no... nulla di tutto questo, ci siamo fermate al centro di un incrocio e stavamo rischiando di fare un incidente, tutto qui. "Brava Ludovica, le lezioni di Serena danno i loro frutti" Mattia, infatti , sembra crederci, o almeno fa finta di crederci rilassando un po' i muscoli del viso. _Perchè sei nervoso con me? - chiedo intimorita. _Nervoso con te?Perchè mai? Ero impaurito , pensavo che vi fosse successo qualcosa, vi ho viste entrare di soppiatto un po' sconvolte. Ludovica, mi hai detto tutta la verità? _In che senso?- cerco di prendere fiato. _Non ti vedo solo impaurita, ti vedo sconvolta. _Mattia...ti ripeto, c'era una macchina a pochi centimetri di distanza che ha frenato in un istante, l'ho vista praticamente addosso, è normale che... _Eccomi! - Serena ci salva da quella , ormai, pericolosa conversazione. _Stavo pensando stasera cosa mangiamo di buono? Avevo pensato di ordinare cinese dato che Marco ha espresso il desiderio di mettersi ai fornelli. _Qualsiasi cosa sarà meglio della cucina di Marco, credetemi! - sorride Mattia mi chiede_ A te va bene?- _Si- sussurro. Rialzo la borsa che avevo poggiato sul pavimento mi rimetto gli occhiali da sole e mi avvicino a Mattia stampandogli un bacio sulle gote . _A dopo.- gli dico. Serena alza la mano e si affretta ad uscire per salutare Marco che di tutto ciò non sa ancora nulla. Mattia mi raggiunge sulla porta e la chiude prima che io possa uscire. _Avvicinati. - dice allungando le mani. Le afferro e fa l'unica cosa di cui avevo bisogno: Mi abbraccia delicatamente ma mi stringe con forza, sospira tra i miei capelli e mi bacia sul collo, afferra il mio viso tra le mani e mi dice, fermamente: _Voglio crederti e voglio darti fiducia, a patto che mi prometti che non ti metterai nei guai. Ludovica, voglio che tu capisca quanto sei importante per me, non posso e non voglio immaginare che possa accaderti qualcosa, ne morirei... - tossisce un po' e poi riprende- ho bisogno di sapere che ti fidi di me e dunque che con me condividerai ogni piccola paura, ogni minimo timore anche se a te sembra banale, solo così potremmo puntare all'infinito. Sono stato chiaro? Annuisco. _Non pensare che io possa arrabbiarmi o prendermela con te. È successo qualcosa con Ettore per caso? "Colpita ed affondata" _Non so, ti ha chiamata? L'hai incontrato? Qualsiasi cosa, amore, ho bisogno di sapere che ti fidi e ti affidi a me, ci sono per Qualunque- cosa- scandisce bene le parole. _Niente,amore, non è successo nulla. Mi da un bacio forte sulle labbra e riapre la porta: _Aspetto che finisca Marco e vengo a casa. Ok? _Ok. Sorrido, un po' sforzandomi. Decido di non voltarmi indietro per evitare quello sguardo che riesce a penetrarmi dentro ed è in grado di percepire ogni paura, ogni esitazione: mi sento nuda di fronte a lui.
Mattia non ha fatto altro che chiedermi come mi sentissi e se avessi bisogno di qualcosa. Ha capito, solo dopo ripetuti tentativi, che non bisognava più insistere. Lo guardo , sempre più ammaliata, è accanto a me che guida, strizza un po' gli occhi abbagliato da un faro troppo forte ed è finalmente rilassato e tranquillo. Poggio la mia mano sulla sua e la accarezzo delicatamente. Mi avvicino a lui e inizio a baciarlo delicatamente sul collo e sull'orecchio. Ho un'improvvisa voglia di stare con lui, di "accoglierlo" nel mio caldo grembo e di baciarlo fino alla nausea. _Guarda, che se continui così da Marco non ci arriviamo più.- sorride. _Scusa- sussurrò e mi rimetto al mio posto. _Mi sa che gran parte del "guaio" già lo hai fatto. - dice sorridendo e abbassando gli occhi sulle zone intime. _Mio Dio, Mattia, come sei suscettibile, ti ho baciato solo- sogghigno. _O sono troppo suscettibile io, o sei troppo "scoperta " tu. - dice indicandomi il vestito. _O troppo noioso tu. _O troppo bella tu. Continuiamo a fare questo giochetto fino a quando non arriviamo a casa di Marco. Indosso degli shorts di jeans , degli stivali , una canottiera bianca ed una giacca nera lunga quanto gli shorts , Mattia invece ha optato per il jeans , una camicia azzurra e le Timberland al piede. Entriamo in casa di Marco. All'entrata siamo accolti da dieci statue disperse in modo casuale nel viale che conduce all'ingresso, sono di resina e tra le più belle noto un soldato con una lancia tra le mani e con lo sguardo puntato verso il cancello, una donna seminuda piegata che raccoglie un cesto e poi ce n'è un'altra, forse la più bella, che raffigura un uomo alto e robusto che cerca di strapparsi il cuore. Subito dopo il viale c'è un enorme spiazzato: la villa di Marco è bassa e grande, è di colore bianco e ci sono due entrate. Come la casa di Mattia anche Marco ha le vetrate, da un ingresso si intravede un tavolo nero con delle sedie trasparenti , arredato in stile moderno, l'altra entrata è a forma di semicerchio che si affaccia su una piscina dalla forma irregolare ed arrotondata. Le vetrate sono aperte e c'è un tavolo basso come quelli che si trovano nei ristoranti cinesi, bianco con dei cuscini nieri e bianchi posti su un tappeto largo con delle foglie che sembrano quasi emergere dal pavimento , sembra vedere un film in 3 D. Marco ci accoglie all'entrata, Mattia gli porge il vino e i dolci , si salutano e poi Marco afferma quasi in tono melodico : _Ehi, amico, tienimi i tuoi doni, fammi salutare questa donna meravigliosa che ha varcato l'entrata della mia casa . - allarga le braccia e mi stringe affettuosamente , stringendomi una guancia. _Come va? Ti da fastidio? Ti molesta? Russa? Dimmi tutto che lo denunciamo. - dice prendendosi gioco di Mattia. _Marco, in realtà voglio il divorzio. - dico sarcastica. _Benissimo, prepariamo i documenti. - _Sento odore della mia migliore amica,giusto?- risuona la voce di Serena da una delle camere più interne. _Serena, almeno tu fai finta di interessarti a me. Visto che da quando sono entrato sono stato ignorato. - Mattia imita un tono infastidito e da un pacca sulla spalla a Marco. _Oh, mio amato e dolce Mattia, vieni qui e fatti salutare.- esclama con tono civettuolo Serena. _Almeno renditi credibile- sogghigna Ci salutiamo ci sediamo sui grandi e comodi cuscini, la tavola è apparecchiata sia con le bacchette che con le forchette, Marco mi ha spiegato che Mattia ogni volta che lo accompagna al ristorante cinese ritorna con gli abiti macchiati e lo stomaco vuoto. Serena porta le pietanze a tavola e Marco apre il vino versandolo nei grossi calici di cristallo. Poi , proprio come farebbe Mattia, si avvicina allo stereo e mette una sottofondo jazz molto gradevole: Louis Armstrong - We Have All The Time In The World. Per la prima volta assaggio il sushi, gli involtini e un arrosto agrodolce, non posso dire che la cucina cinese sia una delle mie preferite ma non è così disgustosa come me l'aspettavo. Mattia prende in giro Serena, raccontando a Marco della discussione avuta con la segretaria. Marco finge, inizialmente, disapprovazione e amarezza ma alla prima occasione avvolge Serena tra le sue braccia ed orgoglioso afferma:" è la mia donna: sa come farsi rispettare". Noto gli occhi di Serena timidi e luminosi, le gote scarne e arrossate e le mani picchiettanti sul tavolo. Immagino i suoi percorsi mentali :adesso starà pensando "la mia donna... sono la sua donna? Sono sua? Ma sua come lo è una penna, un'agenda una giacca o sua come è un organo vitale come il cuore? Ed infatti mi sorride, quasi vergognandosi dei suoi pensieri che sono per me ormai chiari. " Sere,lo sai che non sono la persona giusta per darti consigli e quindi non so se ti considera sua come il suo cuore o magari il suo fegato o il suo cervello, ma una cosa posso dirtela, probabilmente non sarai vitale come un organo, ma sei quella spinta che fa battere il cuore, funzionare il fegato e attivare il cervello. Sei "quel qualcosa in più" senza la quale gli organi sono solo organi , e la vita è solo una somma di respiri, e le lacrime solo acqua, e l'amore solo sesso. Continua a guardarmi le faccio un cenno col capo ed accenno un sorriso , Serena ricambia e scuote il capo quasi incredula. Mattia e Marco non si accorgono di nulla, si divertono pensando ai commenti delle assistenti e ai pettegolezzi e alle fantasie che faranno creando castelli di sabbia. _Sara mi ha chiamato, ha detto che domani vanno tutti al mare, ci aggreghiamo?- domanda Marco con le spalle alte e le braccia conserte. Gira il capo verso Serena e Mattia verso di me , guardo la mia amica negli occhi e mi viene da sorridere perchè nessuno risponde. _Avete perso la lingua? - domanda Mattia. _Ho perso il numero dell'estetista per la ceretta! - borbotto. Serena mi picchietta sulle gambe per controllare che stessi scherzando poi dice: " Speravo che dicessi di no , non sono pronta per la prova costume...è troppo presto." _Ma se porti una 40... preparati a non farmi sfigurare , piuttosto! - dico sorridendo. Serena si incupisce e abbassa lo sguardo , toccandosi i fianchi e pizzicandoli. Si alza cominciando a sparecchiare, per aiutarla raccolgo sia i miei piatti che quelli di Mattia che mi sono accanto. _Ferma, faccio io! Devi rilassarti! -Serena quasi mi minaccia, spalanca gli occhi obbligandomi a posare i piatti. _Mi sono perso qualcosa? Sei incinta? - Sogghigna Marco che ama prendermi in giro. _No. Da quando sta con te- dico facendo un cenno verso Serena, con il capo- siamo due estranee. _Vedi allora che con me sta migliorando?- ridacchia. Arrotolo un po' di pane e glielo lancio, ma Marco, prontamente si scosta. _Amore, ti sta squillando il telefono-Mattia, ancora divertito , mi pone la borsa e l'attenzione ricade tutta su di me. Il cellulare continua a squillare ma , ovviamente, tra chiavi , portafogli, sigarette, fazzoletti , occhiali, penne e tante altre cianfrusaglie non riesco a trovarlo. Quando, finalmente , riesco ad afferrarlo, il display si illumina ripetutamente con sopra scritto "sconosciuto" , il mio battito accelera a ritmo della lucetta . _Scusatemi, è mamma! Sarà meglio che vado fuori a rispondere. Sono seduta su una piattaforma semicircolare di cemento , che affaccia sul bordo piscina , il cuore batte all'impazzata e decido di rispondere, immaginando che gli altri ospiti mi stiano guardando e se ignorassi la chiamata di mia madre assumerei un atteggiamento sospettoso. "Pronto... – sospiro tutto d'un fiato, stringendo gli occhi e mordendomi le labbra. " "Sono fuori casa tua, come ogni sera, da una settimana a questa parte, ma tu non ci sei... " "Ettore, devi lasciarmi in pace, devi dimenticarmi, mi hai rovinato la vita ed io nella merda con te non ci ricasco. " "Davvero pensi che questo coglione ti voglia? Oh, Ludovica, piccola ed ingenua- accentua quest'ultima parola- e forse anche stupida Ludovica, sei un passatempo per lui e nient'altro... Da uomo quale sono , ancora innamorato e generoso, ti sto riaccettando nella mia vita come se quest'intervallo non ci fosse mai stato... quando ti lascerà, perchè ti lascerà, tornerai da me, e allora? In quel momento poi non sarò più così buono e così docile. Torna , te lo ripeto per l'ultima volta, torna! Altrimenti sarò io a venire a casa del tuo impavido cavaliere. "_Ettore, Mattia non è come te, lui mi ama , mi tratta come una donna e non come una puttana, e soprattutto come la sua donna e non la seconda scelta, potrà finire tra di noi, ma mai, e dico mai potrò più tornare da te: mi fai schifo. "Me la pagherai... e tu lo sai..."" Stacco la chiamata , respiro profondamente e soprattutto cerco di trattenere le lacrime. Ludovica, mi ripeto, puoi farcela. Dentro ci sono la tua migliore amica con il suo splendido ragazzo che vuoi bene come un fratello e poi.. poi c'è lui, il tuo meraviglioso uomo, che fa l'amore di incanto e sa amare ancor meglio. Mi alzo lentamente, cercando un sostegno e sento la testa un po' girare, probabilmente perchè guardavo in basso. Rientro dentro : Serena e Mattia sono accomodati su un divano in pelle nera , con una penisola in stoffa , Marco è accanto allo stereo per cambiare canzone. "Strangers in the night" e non poteva scegliere di meglio: la amo questa canzone: ricordo papà che la domenica mattina mi svegliava con Sinatra a tutto volume e cominciava a ballare per casa trascinando la mamma e poi me, quando gli chiesi come mai la domenica ascoltavamo solo Sinatra mi rispose che la domenica doveva essere piena di cose straordinarie ... Sento afferrarmi la mano, mi volto e osservo stupita e divertita Marco, che si rivolge a Mattia e domanda: _Lei permette? - Mattia acconsente chiudendo e riaprendo gli occhi. _E lei? - chiede a me. _Come non potrei? . Mi prende fermamente la mano e poggia delicatamente l'altra sui fianchi, fa un po' lo sciocco , come al suo solito per posizionarsi correttamente con la schiena facendo delle smorfie da ballerino professionista, poi mi guarda negli occhi e diventa serio, mi guarda fisso senza abbassare mai lo sguardo, non riesco a percepire cosa stia pensando o quali siano le sue intenzioni, ma mi sento a disagio, non ha lo sguardo di sempre, vuole penetrare in me vuole scavarmi in qualche modo... Serena e Mattia sono seduti sul divano che guardano delle foto e sorridono, Marco si avvicina di più al mio viso, e sento il suo respiro sul mio orecchio: _Ti ho sentita prima- sussurra. _Prima quando? _Quando stavi a telefono. Ero accanto allo stereo e ti ho sentita. Resto in silenzio e mi sento per un attimo mancare il fiato . Mi appoggio con più forze alle spalle di Marco e lui deve averlo capito, mi regge con più fermezza e non si muove più come prima, accenniamo solo dei passi. _Hai paura per Mattia?- la voce è esitante, si scosta dal mio collo per assicurarsi che alle nostre spalle nessuno si accorga di questa conversazione "losca" _Si... sospiro _E per te? Per te non hai paura? - dice duramente. _Non potrei permettere mai che gli succedesse qualcosa. _Cazzo, Ludovica, ragiona... - si ferma un attimo e poi riprende in modo più dolce- scusa, però non puoi farti rovinare l'esistenza da quel tipo...Se hai paura per Mattia devi assolutamente darmi il suo indirizzo, ci parlo io. _Marco... Marco per favore,- cerco di controllare quanto più possibile il tono della voce- ti giuro che la prossima cosa che farà lo dirò a Mattia, ma te lo chiedo in ginocchio non dirgli nulla, si arrabbierebbe. _Ludovica ancora non hai capito che Mattia è innamorato pazzo di te e che l'unica cosa che lo farebbe incazzare e saperti in pericolo e non poterti aiutare? _Io ti giuro che glielo dico ma non adesso, non... La canzone termina e sia io che Marco ci stacchiamo guardandoci con intesa, il suo sguardo voleva dire "non finisce qui questa conversazione" il mio invece era diverso, è un urlo soffocato, un cuore fermo, una mano che trema involontariamente, era : "ho maledettamente paura , sono una donna ma tremo come una bambina, puoi aiutarmi senza far niente?." Serena e Mattia stanno guardando le foto di Marco e a parte qualcuna con la famiglia tutte ritraggono anche Mattia. Ce n'è una in bianco e nero che ritrae due bambini di cinque o sei anni, paffuti e con il viso sporco di terra , su un triciclo ,che sorridono e ad uno dei due, a Marco, mancano i due incisivi. Un'altra, sempre in bianco e nero , li ritrae su una spiaggia, hanno circa dieci anni e stanno costruendo un castello con la sabbia, poi c'è il giorno della laurea , l'apertura dello studio legale e le foto degli infiniti viaggi che hanno fatto, da New york alle Seychelles . _Marco, non hai mai fatto vedere a Serena la statua che abbiamo costruito io e te?- chiede Mattia interrompendo quel dolce e divertente momento. _No. Che sciocco che sono. Chissà se hanno voglia di vederla... dice con fare misterioso. _Certo che si! - rispondiamo all'unisono _ Signore, prego. - Marco ci indica la direzione , ci alziamo , lui accompagna Serena e Mattia accompagna me. _Avete fatto una statua? E con cosa?- chiede Serena _Con il cemento, l'abbiamo modellata per anni, e ne è uscito fuori questo. - dice indicando un punto nel buio _Cosa? - domando senza capire ... Sento afferrarmi i fianchi e vedo Serena lanciata da Marco in piscina e dopo pochi istanti mi ritrovo immersa nell'acqua calda e rilassante. Mattia prontamente mi alza e per non annegare mi aggancio al suo collo. Scosta , di scatto, la testa verso destra per sistemarsi il ciuffo che gli cade sugli occhi e poi mi afferra meglio. _Sei un bastardo. _Tu sei bella da far male qui. - Mi prende la mano e la poggia sul suo petto, il battito è accelerato. _Devo dirti una cosa. Non ne posso più, cercavo il momento adatto per dirtelo ma non posso più trattenermi. _Dimmi- è visibilmente allarmato , mi scosta le ciocche che cadono avanti agli occhi e attira a sé in modo che sia seduta su di lui. _Mattia...-esito _Dimmi! _Io... -non so come dirglielo, sento che l'unica cosa che ho davvero voglia di dirgli non riguarda Ettore, d'improvviso Ettore non è più così importante: "Mattia, io ti amo da impazzire, ti amo ogni istante , ogni secondo , ogni attimo della mia vita e ogni volta che ti amo mi fa male qui"- gli pongo la mano sul mio petto, "qui"- sulla mia testa- "qui"- sulla mia bocca- "e qui"- sui miei occhi che ormai lacrimano ed è il dolore più bello che abbia mai provato. _E tu sei l'unica cosa che io abbia davvero voglia di vivere. - mi bacia delicatamente ed è un po' trattenuto, si guarda continuamente intorno per vedere dove siano Serena e Marco. _Andiamo a casa? - gli chiedo con il desiderio negli occhi. _Speravo che me lo chiedessi. Entriamo in macchina fradici con delle asciugamani in testa e sulle spalle. Marco e Serena hanno insistito tanto per farci fare una doccia lì, ma sia io che Mattia abbiamo rifiutato categoricamente. Mi tolgo la giacca e gli shorts , sfilo anche la canottiera e la poggio sul sedile anteriore della macchina. _Amore mi dai la tua maglia? Almeno evitiamo la febbre... Mattia accosta in un viale , si sfila la maglia e me la pone. Si mette a cavalcioni su di me e mi bacia , è desideroso, è prepotente ed affettuoso allo stesso tempo... _Sai, la piscina di Marco è insonorizzata .- dice affannoso continuandomi a baciare- dunque non si sente bene quello che si dice in piscina... ti ho sentita pronunciare delle parole, ma non ti ho capita bene me le ripeteresti?" - dice in modo seducente. _Te le ripeterò quando avrò la certezza che non mi lascerai andare... _Piccola, dove credi di poter andare? Con destrezza di muove su di me, entra in me con fervore , in modo leggiadro mi bacia sul collo e poi sul seno, spinge con calma per poter godere di quel piacere quanto più possibile e poi, insieme, ci abbandoniamo al piacere estremo che solo insieme riusciamo a procurarci. Vedo il cielo , le miriadi di stelle e la luna, sento il vento caldo, un dolce sottofondo musicale e il calore che ancora emana il mio ventre, mi volto e vedo lui, il mio uomo e sono certa che non ci sia panorama che tenga il confronto a due occhi, i suoi occhi, che mi guardano innamorati e sorridenti.