<Sono giù...ad aspettarti!>
Leggo velocemente il messaggio di Mattia, infilando le scarpe e truccandomi contemporaneamente. Una linea storta sull'occhio , un viso troppo arancione per i miei gusti e labbra troppo lucide: sono un disastro. Cerco di aggiustarmi un po' il trucco, e cerco di levare le chiazze di fard che mi invadono il viso.
Sono, nettamente, in ritardo. Tutta colpa dei miei caffè con Serena.
Potevo non raccontarle tutto?
No, è impossibile per me nasconderle qualcosa, io e Serena siamo quel tipo di amiche che si dicono tutto e subito, che non riescono a trattenere nessuna emozione.
Siamo quelle dei messaggi "questo tipo mi sta rompendo, vorrei essere con te",
e quelle dei " chiamami e fingi un malore, così posso andarmene da qui".
Ci messaggiamo anche quando stiamo allo stesso tavolo, il sabato sera, quando c'è bisogno di escogitare qualche piano .
Noi siamo quelle del " vado in bagno, fa in modo che Samuele mi raggiunga" e siamo quelle degli urli "stile Munch" quando arriva un messaggio inaspettato, e anche quelle che si tengono i capelli per i vomiti post sbornia, quelle che se una sta male l'altra si precipita a qualsiasi ora anche solo per rendersii ridicola solo per un maledetto sorriso, e siamo quelle dei pochi abbracci e pochi baci ma di una serie infinita di parolacce, siamo due camioniste che indossano maschere femminili , e siamo quelle delle cose urlate in faccia, che fanno soffrire e che poi rifanno pace con un solo sorriso , e quelle che sognano di rapinare una libreria e che ballano e cantano scalze per strada ed infine siamo quelle sedute al bar per ore bevendo lacrime e caffè , siamo noi: e non c'è niente di meglio al mondo perchè del mondo poco c'importa!
Scendo le scale in meno di dieci secondi , dileguandomi, per evitare le domande di mia madre che già a pranzo tentava di farmi il quarto grado.
Apro la porta di casa, e lui è lì, oltre il cancello, bello come il Sole , la Via Lattea, le Costellazioni, insomma , è bello più dell'universo! Ha le mani conserte , si guarda le scarpe e infila la sua mano tra i capelli , potrei stare lì a guardarlo per ore, ma poi alza lo sguardo e non posso fare altro che andare incontro al mio uomo.
Mi osserva attentamente, soffermando i suoi occhi su ogni piccolo dettaglio: le scarpe, sale ai jeans e poi sale ancora , fino a farmi arrossire , fino a farmi sentire orrenda. Improvvisamente apre le braccia, scuote il capo in modo contrariato ed ha un sorriso pazzesco stampato in viso.
Mi sento buffa e goffa e non capisco cosa c'è di tanto divertente nel mio abbigliamento, gli vado incontro e lo abbraccio.
Inaspettatamente mi afferra , avvolgendomi le mani sui fianchi e strappandomi un bacio lungo e appassionato. Lo spingo un po' indietro, per evitare che qualcuno possa vederci.
_Perchè ridi?- domando imbronciata.
Con le mani indica i suoi abiti e poi passa ai miei, capisco la sua reazione. Ci siamo vestiti allo stesso modo, ma il suo maglione bianco non sortisce lo stesso effetto del suo, il suo sembra nato per quel corpo, per quei fianchi larghi e quelle spalle enormi, i miei jeans calzano larghi, i suoi delineano le cosce allenate ed un sedere da fare invidia. "Mattia , le divinità con te hanno davvero esagerato" penso.
Ci infiliamo in macchina , Mattia prende la mia mano la porta alla sua bocca, chiude gli occhi per qualche istante, respira profondamente, quasi per tenere impresso il mio odore e poi la bacia lentamente, delicatamente, sensualmente , la bacia come solo Mattia sa fare.
Accende lo stereo e ci incamminiamo per chissà quale ristorante.
_Come ti è andata la giornata? - sorride maliziosamente.
Sono assurda, insulsa, noiosa, illogica, pazza forse, ma a me in questo momento viene solo da piangere. "Come ti è andata la giornata?" . Una domanda banale, stupida, magari chiesta per disinteresse o per passare il tempo, ma nessuno me lo ha mai chiesto. Avrei sempre voluto condividere con Ettore, o Simone, o Giovanni, o Michele , o Francesco insomma con chiunque mi fosse stato accanto, piccoli momenti della giornata. Parlare della quotidianità , delle piccole cose, di un vestito comprato o di una discussione avuta : è così piacevole sapere di poter condividere con la persona che hai accanto piccoli momenti così intimi, così personali, così miei.
E adesso qualcuno me lo ha chiesto... quel qualcuno è Mattia, il mio Mattia.
_Nulla di particolare... mi sono solo fidanzata con un contratto a scadenza determinata.
Sorride , abbassa lo sguardo.
Dalle casse dello stereo risuona "I will always love you" di Whitney Houston alzo il volume, come ogni volta che ascolto questa canzone e col cellulare di Mattia a mo' di microfono , comincio a starnazzare .
Lui sorride e scuote il capo, quasi prendendosi gioco di me.
Mi avvicino al suo viso e starnazzo imitando (in malo modo) la Houston.
Lo sfido con lo sguardo e lui accetta.
Estrae l'accendino dalla tasca e timidamente duetta con me e tra i due forse io sono la meno stonata. Ci guardiamo per pochi istanti negli occhi e poi ognuno comincia a cantare per conto suo fissando il percorso che stiamo facendo e forse anche Mattia, come me, si starà chiedendo tutto questo correre dove ci porterà, tutte queste case che stiamo oltrepassando velocemente, tutti questi luoghi che sfuggono al nostro sguardo, tutta quest'aria che scappa dalle mani, porterà a qualcosa di grandioso? A qualcosa tipo l'amore? Quando la canzone raggiunge le note più alte, stridiamo entrambi e non avendo più fiato scoppiamo in un'enorme risata. Mi guarda in modo affettuoso abbassando il capo da un lato , forse un po' imbarazzato per essersi così "aperto" a me che non sono altro che un'estranea , un' estranea forse sopravvalutata.
Inizia a vibrare il cellulare di Mattia tra le mie mani, compare il nome "Carla" e ritornando subito seria, gli porgo il cellulare , lui lo afferra , legge il nome e spegne il cellulare, appoggia una mano sulla mia gamba e con un filo di voce dice:
_Scusami.
_Ma scusa di cosa?- chiedo malinconica- Mattia , io e te ci conosciamo da così poco tempo e forse stiamo sbagliando tutto. Corriamo, non riusciamo a vedere dove stiamo andando cosa stiamo facendo e forse tutto questo non potrà mai...
Mi interrompe appoggiando, dolcemente, una mano sulla mia bocca:
_Chi siamo noi per dire quel che è giusto e quel che è sbagliato? Io e Carla eravamo una coppia, adesso lo siamo io e te... ricordi ? Mi fa un occhiolino e storce la bocca, lo lascio fare e decido di non parlarne, Carla avrà modo di rovinarmi delle serate, ma non questa.
Mattia ferma la macchina, scende e mi invita a fare lo stesso aprendo la portiera, mi guarda dritto negli occhi, senza lasciar cadere lo sguardo per un solo secondo.
Mi guardo intorno e non vedo nessun locale intorno a noi , ci sono solo delle villette con dei grandi lampioni che illuminano il lungo viale deserto e silenzioso. Mattia estrae un telecomando dalla tasca posteriore dei jeans , preme un tasto rosso, e un cancello enorme , di legno scuro, con dei tori intagliati si apre, mostrando un enorme giardino curato nel dettaglio, forse da "Edward mani di forbici" in persona.
Mi prende la mano e mi conduce lungo quell'incantevole "bosco incantato" .
_ È casa tua? Gli chiedo distrattamente osservando quello che mi circonda.
Lui annuisce. Il giardino è meraviglioso e ha delle statue ai lati che non riesco ben a vedere, da quel punto lì riesco a percepire solo la maestosità dell'ingresso.
La villa è caratterizzata da un'enorme vetrata da cui si può vedere il l'ingresso e il salotto . Entriamo e l'ambiente è caldo e riecheggia un'aria serena e silenziosa. La casa è arredata straordinariamente :un divano di pelle bianca, a "u" invade la stanza, con un tavolo marrone basso posto su un grande tappeto con le iniziali "M e D"bianche :
" che egocentrico" penso.
Di fronte al divano c'è un televisore alto quasi quanto me e di lato invece, un mobile con dei vasi di vetro e sopra un ritratto di un uomo alla scrivania; ma quello che attira la mia attenzione, più di tutto , è una gigantesca libreria a muro sul lato opposto.
Una donna minuta ed elegante ci accoglie, vivacemente, in casa.
_Buona sera Dottore- Buonasera- dice sorridendomi ed inchinando un po' il capo.
_Salve! -Rispondo cordialmente.
_Ludovica, lei è Annette , la dea del pulito ! - scherza Mattia. Le stringo la mano e le sorrido.
_E dei fornelli , dottore, non si dimentichi.- Aggiunge prontamente in modo spiritoso. _Se siete pronti, la cena è pronta!
Mattia acconsente e mi conduce in bagno, posto alla fine di un corridoio largo, con le luci accese in prossimità delle sei porte che si trovano ai lati.
Ci sciacquiamo le mani in due lavandini differenti, posti uno accanto all'altro, ci osserviamo dallo specchio posto alla parete , nel quale ci sono due lampade con delle gocce a forma di cristallo che pendono.
_Ma quanto siamo silenziose e fredde!- mi prende in giro, urtando il suo fianco contro al mio .
_Fredda?- domando
_Bisogna strapparti i baci e ricattarti per i sorrisi!
_In realtà è vero, ho avuto un problema! _Abbasso lo sguardo e mi faccio seria.
_Cosa ti è successo? - chiede lui in modo apprensivo, avvicinandosi con fare affettuoso.
Io prendo un po' d'acqua e la schizzo sul suo viso perfetto e pulito:
_Ci casca sempre , professore! - dico divertita.
Afferra il mio braccio e mi da un morso leggero in segno di vendetta. Mi tiene stretta e riesco a guardarlo dallo specchio, si avvicina all'orecchio e sussurra:
_La vendetta è un piatto che va servito freddo! Sorride e mi conduce nell'altra stanza.
Arriviamo nella sala da pranzo oltrepassando il corridoio, e mi chiedo una sola persona cosa se ne faccia di una casa così grande. Ci accomodiamo uno accanto all'altra, il tavolo è di vetro, con sei posti, le sedie sono morbide di pelle nera e mentre Annette ci serve degli spaghetti ai frutti di mare, su un mobile alle mie spalle , con sopra un ipod , risuonano le note rilassanti di Frank Sinatra.
_Mangi , spesso, con la musica di sottofondo?- chiedo incuriosita.
_Si, ma se ti infastidisce spengo.
_No. Va benissimo così.
Lui sorride e comincia a mangiare. La cena è deliziosa, e nella sala da pranzo siamo rimasti soli. L'atmosfera sarebbe rilassante, il massimo del relax, se non fosse che di fronte a me c'è Lui. Il Dio della bellezza e della sensualità, che forse sarà stato cresciuto a pane e lezioni di seduzioni, perché io lo guardo e non riesco a mangiare, lo guardo e mi viene un groppo allo stomaco, lo guardo e mi sento ridicola a poter pensare di meritarmi tutto questo, lo guardo e avrei solo voglia di baciarlo, lo guardo e... me ne innamoro.
Ripenso alla chiamata di Carla , a cosa avrebbe voluto dirgli, a cosa può ancora volere da quest'uomo, il mio uomo, e se quest'uomo sia disposto a darglielo.
Un dubbio mi attanaglia: se Mattia avesse risposto, lo avrebbe convinto a ritornare da lei?
Ho dieci anni in meno a loro, sono una ragazzina, non so cosa voglia dire sedurre un uomo, e non ho un manuale di tattiche femminili, non so se resterà con me e cosa ne sarà di noi, sono certa però, di quello che accadrà se lui non sarà più accanto a me...
_C'è qualcosa che non va?- Mi chiede , interrompendo il flusso dei miei pensieri.
_Pensavo alla chiamata di prima, perchè non hai risposto?- dico in modo scontroso.
Mattia si irrigidisce e si morde il labbro inferiore, mi prende la mano e mi dice:
_Non volevo rovinarmi la serata. Tutto qui...E già so che starai pensando che magari non rispondo per nasconderti qualcosa... Ludovica io sono Mattia, solo Mattia, non sono una sintesi dei ragazzi che hai avuto, avrò i miei difetti, e farò anche io delle cazzate, ma se sono qui , con te, è perché voglio esserci. Se non ho risposto a Carla è perché non ho più nulla da dirle.
Mi rassicura e fingo di esserne davvero convinta, ma io so bene che non sarò mai la prima scelta di qualcuno, che non potrò mai avere il posto di "sola ed unica". Io sono un tappo, devo sopperire i buchi, riempire le mancanze, colmare i vuoti. E forse , Mattia, tu non sarai la sintesi dei miei ragazzi, ma io resterò per sempre una nota a piè di pagina.
Mattia si alza e si avvicina, sposta il piatto e le posate ed io lo osservo in modo guardingo.
_C'è distanza tra noi, e non parlo di distanza fisica. Ludovica, tu sei qui? E soprattutto , vuoi essere qui?- e quelle parole sono così severe e pungenti. Quello sguardo, il suo sguardo non è quello che conosco, non è quello che riserva per me. Che tu già ti sia stufato di me?
_Si! -Gli dico in modo deciso e convinto, lui sorride dolcemente mettendomi una mano tra i capelli.
_Non lasciare che una chiamata ti turbi . - mi prende con delicatezza il collo si avvicina a me e mi bacia , prima con moderazione e poi con desiderio, infilando le mani sotto il maglione e attirandomi a lui.
Non imparerò mai a resistergli, queste labbra , le sue labbra mi fanno arrivare al settimo cielo , i suoi occhi forse all'ottavo, questa bellezza dovrebbe essere illegale e dovrebbe essere punita severamente per solidarietà dei comuni esseri mortali.
Annette ci interrompe servendo la seconda portata, sento i suoi passi , lo allontano tossisco e abbasso lo sguardo e Mattia sorride per il mio imbarazzo. Annette sembra non far caso alla situazione in cui ci ha visti, è solo preoccupata per il giudizio che daremo ai suoi piatti prelibati. Poggia un vassoio di vetro, con un coperchio sopra, io sono già piena e non vorrei nient'altro.
_Spero che vi piaccia- dice Annette guardandomi negli occhi, in modo ansioso_ non è mia abitudine preparare queste pietanze per una cena... si interrompe cerca gli occhi di Mattia e poi continua- ma il dottore ha insistito tanto...- dice quasi scusandosi.
Annuisco meravigliata con la voglia di capire cosa mi aspetti. Mattia sembra divertito da quella signora tutta ossa, dalle mani magiche, che altro non fa che avere paura dei nostri giudizi. Stappa la seconda bottiglia di vino bianco, ne versa un po' nel calice , sta per alzare il coperchio e:
_Pronta?- domanda- Come ha già anticipato Annette, - la guarda alzando il sopracciglio e abbozzando un sorriso che non fa altro che evidenziare le fossette intorno alla bocca e continua-ci tenevo che preparasse questo.
Scopre il vassoio e ci sono una decina di crocché disposti disordinatamente, dorati ed enormi lo guardo meravigliata e sorpresa e lo abbraccio stampandogli un bacio sulla bocca.
_Eccoli, quegli occhi, finalmente! - mi dice sorridente.
_Mi piacciono le piccole cose, quelle semplici, fatte col cuore.
È visibilmente imbarazzato, forse perchè avrò nominato il cuore, o forse perchè ci stiamo aprendo per la prima volta , l'uno all'altra, anche un tocco , una carezza un bacio sembra avere più senso, la distanza sta diminuendo e non mi sento ansiosa come ad inizio serata.
Restiamo lì a guardarci, in silenzio, con gli occhi che brillano ad entrambi ed un vassoio di calorie che ci divide. Continua a scrutare ogni parte del mio corpo con quel suo modo delicato, che sembra spogliarmi ma a piccoli strati ogni volta.
_Hai una casa stupenda, ed un giardino incantevole! - Rompo per prima il silenzio e continuo_Penso sia merito di Annette, se è così ordinata e curata.
_Grazie per i complimenti, che proprio non sono il tuo forte. - sorride lui.
_Quante relazioni hai avuto, Mattia? Per relazioni intendo "rapporti di coppia"! -Specifico.
Lui ci pensa su, grattandosi il mento e ruotando gli occhi, "se le sta contando deve averne avute tante, troppe, per i mie gusti... cosa fai Ludovica? Sei anche gelosa, adesso? Oh Dio, se Serena fosse qui direbbe che mi sto cacciando in un bel guaio!"
_Tre. - risponde , dubitante .
_Come mai sono finite?
_La prima è finita perchè mi chiese di iniziare una convivenza ed io non accettai. La seconda è finita perchè mi beccò al letto con Carla. E con Carla sai il perchè...
_Tradisci spesso? - chiedo, nervosamente, sperando in una risposta e prevedendone un'altra.
_No! Mi è capitato di tradire, ma sempre dopo aver parlato con le mie partner , proponendo una ehm...- ci pensa un po' e poi dice -pausa di riflessione... è così che si chiama giusto?
Sogghigno ed annuisco.
_Tu, invece, oltre ad Ettore, hai avuto relazioni importanti?- Si fa serio ed attento.
_No, ho avuto delle storie, alcune sarebbero andate avanti, ma Ettore era così: appena mi legavo a qualcuno, ritornava sui suoi passi e delineava il terreno che gli apparteneva.
Ogni volta che parlo di Ettore, Mattia ha sempre lo stesso sguardo: sconcertato ed incredulo
_E tu glielo lasciavi fare? - dice nervoso
_"Sei cosa mia e di nessun altro" questo mi diceva, ed io davo un'accezione positiva a questa frase, senza pensare che per "cosa" lui intendesse un oggetto vero e proprio!
_Ti manca? - domanda guardandomi , con quegli occhi neri come il carbone che ardono nei miei.
_Adesso, no! Mi ci sto abituando.
Iniziano le note di una canzone conosciuta, socchiudo gli occhi, e mi muovo lentamente sulla sedia voltando il capo, estasiata da quella musica.
_La adoro- sospiro.
Mattia si alza, si avvicina allo stereo ed alza il volume, io apro gli occhi e lo vedo indaffarato, accanto ad un tavolino con dei liquori appoggiati sopra.
_Limoncello? - domanda.
Annuisco e respiro forte, quella musica mi piace tanto e non voglio perdermi nessuna variazione.
Versa il liquore nei due bicchieri, richiude la bottiglia, mi raggiunge al tavolo e me ne porge uno e lo beviamo, insieme, in un solo sorso. Poggia i bicchieri sul tavolo, mi prende la mano, mi tira a sé facendomi alzare dalla sedia. Mi tiene stretta , tanto stretta che il mio seno preme contro il suo torace , chiude gli occhi , si morde il labbro inferiore e muove il capo a destra e poi a sinistra lentamente, fingendo di cantare.
_Balliamo? - quasi lo prego.
Porta la mia mano sul suo petto, e l'altra la stringe nella sua. Iniziamo a muoverci lentamente sulle note di "It's a man's a world" ed è così sensuale, si passa una mano tra i folti capelli, mettendoli in disordine ed ha un aspetto così casual e non casualmente, è sexy, continua a mordersi il labbro, e le poche volte che apre gli occhi , tiene alzato il sopracciglio destro : lo sa che è bello da far paura e sta giocando tutte le carte. Con la mano che prima aveva tra i capelli, mi tocca la schiena, con forza, in piccoli movimenti , piccoli ma decisi. Scende pian piano fino ad arrivare sopra al mio sedere, e mi tira ancora di più a sé. Adesso ha gli occhi ben aperti, mi alza il mento ed appoggia la sua fronte alla mia, guardandomi dritta negli occhi, facendomi perdere i sensi: la voglia che ho di baciarlo è indescrivibile. Sento piccoli brividi lungo la schiena, lo stomaco è in pezzi e alle farfalle si saranno spezzate le ali , a furia di svolazzare tra i miei organi.
_Baciami! - Gli sussurrò lentamente all'orecchio.
_L'ho fatto sempre io, tocca a te.-dice in segno di sfida e continua a fulminarmi con quegli occhi che avrà rubato a Venere.
Sorrido e scuoto il capo, pensando che quest'uomo è fatto da pelle ed organi con in mezzo : orgoglio e bastardaggine .
Mi provoca ancora, muovendo la sua mano, in modo maledettamente sensuale , dietro la mia schiena e mi sento a pezzi. Ogni singola molecola del mio stupido e fragile corpo cede al suo tocco, sotto l'incantesimo di questa meraviglia. Mi avvicino alle sue labbra , lui continua a restare immobile, "il lavoro sporco tocca a me, a quanto pare" . Non resisto, inizio a mordergli il labbro, e a giocherellare intorno alle sue labbra ,
scendo in giù per il collo, annusandogli , con grazia, quel profumo che mi manda in tilt.
Mi avvicino al suo orecchio ed inizio a mordergli il lobo, sventolandolo poi con la mia lingua che va pian piano in su e giù. Lui si irrigidisce ed ogni tanto emette un gemito, ma quando mi avvicino, nuovamente alle sue labbra ,prende il mio viso tra le sue mani, e mi bacia violentemente , mi invade con la sua lingua e capisco quanto desiderio ci fosse in lui. Si avvicina alla parete alle mie spalle, spinge la mia schiena contro il muro e mi blocca le mani con le sue, tenendole saldamente appiccicate alla parete. Mi bacia una volta ed ancora un'altra, scende al collo e mi da piccoli morsi, che mi fanno sussultare .
_Ti sta squillando il telefono- mi dice tra i capelli.
Lo prendo dalla tasca e non poteva essere nessun altro se non :Ettore.
È ora di tornare a casa Mattia, è scoccata la mezzanotte, e la piccola principessa si è trasformata nuovamente in una serva, con tanto di zucca e topolini che le girano intorno. Guardami, sono tornata quella di prima: occhi spenti, sguardo perso e il mio sorriso è andato a farsi fottere. Il mio vestito si è trasformato in stracci e le scarpette di cristallo in chiodi. Mi guardi ,ti fermi, ed hai capito che qualcosa non va ed è così: la magia è sparita. Si ritorna alle nostre vite, tu con mille donne ed io con mille ordini.
Ciao , Mattia, grazie per la serata, grazie per il ballo, grazie per la cena, grazie per aver visto in me il carattere che non c'è , la personalità che non c'è e la Ludovica che non c'è. Ritorno a casa con le mie ferite aperte e quella voglia matta di averti...
_Devo ritornare.- ti dico con un filo di voce, che esce da chissà quale tunnel sperduto.
Acconsenti. Non dici nulla. Mi riaccompagni. Non mi baci. Ti sarai già stufato, come darti torto. Io sono così, le favole le ascolto ma non le posso vivere, sono una comparsa in un mondo di protagonisti.
Non mi apri la portiera e sei nervoso, ti mordi le labbra e sei in silenzio per parte del tragitto, non mi guardi, non mi tocchi e non sembra fregartene di quello che io stia provando.
_Ettore? - dici quel nome con un tono tanto incazzato che fa paura, dici quel nome e sento che forse è l'ultima cosa che mi dirai.
_Si...- rispondo , perché una volta tanto ho voglia di essere sincera, perché una volta tanto ho bisogno di raccontare tutto alla persona che mi è accanto.
Ma a quanto pare essere sinceri non serve un granché, sto per scendere dall'auto e mi avvicino a te, per toccarti, per baciarti, per avere il tuo odore addosso prima di andare a dormire, ma tu ti scosti, mi ignori, e volti il capo dall'altra parte. Stai aspettando che io me ne vada , probabilmente , anche tu hai capito che la piccola Ludovica non è mai abbastanza.
Mi infilo sotto la doccia, e lascio che quel getto forte e freddo mi percuota ancora un po', mi faccia ancora male, mi faccia stare male, perché io non merito altro. Penso a Mattia. Non faccio altro che pensare a Mattia , sarà tra le braccia di Carla a continuare quello che aveva iniziato con me. Ho mille sensazioni , mille pensieri , mille emozioni... ma non riesco a decifrarle. Cerco il telefono per chiamare Serena e svegliarla in piena notte solo per raccontarle le mie paranoie ed i miei continui sbagli.Vorrei chiamarla solo per dirle che sono la donna più sciocca che conosce e che per me non c'è speranza non più.
Estraggo ul cellulare dalla borsa. Ci sono due messaggi.
Ettore. "Devi tornare da me" . Ed avrei voglia di picchiarlo, di fargli del male, di fargli provare in minima parte quello che ho provato io. Perché lui mi ha distrutta e continua a distruggermi ed ogni volta che sto per costruire qualcosa di bello, di speciale, di magico, diverso da lui, ritorna più prepotente di prima, per prendersi anche le ultime briciole di anima che sono rimaste.
C'è un altro messaggio.
Mattia. Sono sollevata leggendo quel nome, il suo nome , il più importante, l'unico di cui mi freghi adesso.
"Non ti chiedo di scegliere tra me e lui. Voglio che tu scelga te."
Ed io non posso risponderti Mattia. Non posso perché ti direi " Ho scelto te, dannatamente te, infinitamente te"... Ma non posso sceglierti, perché se Ettore lo venisse a sapere mi farebbe male, come ha fatto sempre, e a questo sono abituata, ma farebbe del male anche a te e non potrei perdonarmelo... mai.
Mi infilo nel letto, ricoprendomi interamente il corpo con il piumone : magari soffoco, magari domani non mi risveglio, magari riesco a morire anche fisicamente.
Penso ai tuoi sorrisi e alla tua voce, penso a quello che c'è stato per un giorno e non tornerà più. Quei sorrisi fanno male, tanto male. Penso ai tuoi occhi, al tuo rifiuto, a quel capo che si volta e a quello sguardo che mi evita: che cos'è la morte se non questo?
STAI LEGGENDO
Nient'altro che noi!
عاطفيةLudovica e Mattia sono due anime perse.... Il destino gli farà incontrare sulle note di "figli delle stelle". Molte saranno le prove d'affrontare, molti gli ostacoli da superare... Nuovi i sentimenti da scoprire..... Nient'altro che noi ...